Segue il bg degli eroi della compagnia di Sigfrid Lupo di Sangue. Invari capitoli scriverò la storia personale di ognuno di questi eroileggendari, descrivendone anche equipaggiamenti ed attitudini.
Questa sezione è riferita al bg della seguente armata:
https://warhammer.forumattivo.com/wh40k-liste-degli-eserciti-f8/lista-lupi-siderali-1500-t12652.htmStoria e personaggi della compagnia di Sigfrid Lupo di Sangue
Eroi della compagnia:
Sigfrid Lupo di Sangue:
Sigfrid è un capobranco giovane e taciturno. Parla raramente se non col sacerdote delle Rune
Eric Manobianca, unico confidente ed amico del capobranco. Quando lo fa però la sua voce è stentorea. Allora il silenzio cala fra i suoi uomini e tutti lo ascoltano con un’attenzione frutto del rispetto guadagnato sul campo di battaglia.
Le scelte tattiche ed il portamento fiero e nobile del giovane eroe denotano una personalità ed una disciplina ferree, ma sul campo di battaglia una furia sanguinaria si impossessa del Lupo. Quando cavalca il suo gigantesco Lupo Tuono
Artiglio della notte e brandisce la
Zanna di Sangue e lo
Scudo di Ghiaccio il Lord si trasforma in una furia assassina in grado di devastare da sola centinaia di nemici.
Una volta che il furore della battaglia è finito, il capobranco si ritira nel proprio stato di isolamento, rotto quasi elusivamente dai dialoghi con Eric. Solo il sacerdote infatti è a conoscenza del duro passato dell’amico.
Prima di essere accolto fra i Lupi Siderali Sigfrid viveva in una tribù di Fenris come molte altre. La sua storia cambiò bruscamente all’età di 10 anni, quando il bambino assistette alla completa distruzione del proprio villaggio da parte della tribù rivale dei Falchi del Ghiaccio. La sua gente fu completamente
sterminata quella notte e sua madre fu sgozzata davanti ai suoi occhi.
Sigfrid fuggì nella foresta, ma uno degli incursori lo vide e lo seguì. Nessuno sa esattamente come ci
riuscì, ma il piccolo uccise il robusto guerriero che era venuto a dargli la caccia.
Fra i Lupi si racconta che un Sacerdote del Lupo, attirato dai fuochi della battaglia all’accampamento, avesse assistito all’episodio e che strabiliato dall’abilità del bambino lo avesse portato in uno dei campi di reclutamento dei Lupi.
La realtà però è ben diversa e più oscura. Solo pochi, tra cui Eric Manobianca conoscono la vera storia. Nessun Sacerdote assistette alla scena di quella notte.
Il piccolo si imbatté invece in un cucciolo di lupo fenrisiano. Nessuno sa dove fosse il suo branco, né come fosse riuscito a sopravvivere da solo con appena poche settimane di vita. Fatto sta che fra la bestia e il giovane nacque subito un’affinità reciproca, tanto che quando Sigfrid tornò alle ceneri del suo villaggio l’animale lo seguì. Sigfrid camminò come un fantasma fra i resti di quella che un tempo era stata la sua vita. Ad un certo punto trovò il cadavere di suo padre, a terra, con l’arma in pugno ed il petto squarciato. Poco distante si trovavano anche le spoglie di sua madre. Il ragazzo immaginò
che il padre avesse tentato di vendicare l’assassinio della moglie, ma una lama l’aveva spedito a rincontrarla nell’aldilà. Erano morti tutti. Sigfrid, ora, era solo.
Piangendo
il bambino cadde in ginocchio davanti al corpo del padre. Prese la sua spada e sollevandola al cielo giurò a sé stesso che avrebbe vendicato la morte della sua famiglia e quella di tutta la tribù. Un grido di rabbia, di disperazione e di vendetta si levò dalla gola del giovane. Il ragazzo non si sorprese quando al suo si unì l’ululato di un lupo.
Passarono i giorni, le settimane ed i mesi mentre uomo e bestia crescevano insieme. Il giorno cacciavano insieme e la notte si il lupo scaldava Sigfrid con il suo pelo. Passarono cinque anni ed il legame fra i due crebbe sempre più, e ognuno si dimostrò parte integrante dell’altro.
Una notte Sigfrid sentì che il momento era giunto e riprese in mano la lama di suo padre. In quegli anni aveva sempre seguito i movimenti dei Falchi di Ghiaccio, aspettando con ansia il momento in cui avrebbe consumato la propria vendetta.
Quella notte Sigfrid ed il Lupo si addentrarono nell’accampamento dei Falchi fondendosi con le ombre. Uccisero le sentinelle una ad una, silenziosi come il vento e letali come una lama. L’ultima sentinella però si accorse del pericolo e con l’ascia alzata si preparava a colpire alle spalle il giovane. Ma il Lupo
si accorse delle intenzioni dell’uomo e con un balzo ferino si frappose tra il colpo ed il corpo del proprio padrone. Senza un gemito la belva cadde a terra mortalmente ferita.
Con un grido la sentinella diede l’allarme, ma la lama di Sigfrid non gli diede il tempo di fare altro. Appena si fu liberato dell’avversario il giovane corse dal proprio Lupo, accarezzandolo e rassicurandolo mentre il suo spirito abbandonava il suo corpo per correre libero fra i campi delle stelle. Con un ultimo ululato
di morte la belva si spense tra le braccia del ragazzo.
Allora un dolore immenso si impossessò di Sigfrid. L’unico amico e compagno che avesse mai avuto dalla distruzione del suo villaggio era morto per salvargli la vita. Per la seconda volta nell’arco della sua breve vita il ragazzo era solo. La consapevolezza che la causa della fine del fedele compagno era stata solo la sua brama di vendetta rischiò di distruggerlo.
Quando i guerrieri della tribù svegliati dall’allarme e dagli ululati lo trovarono, Sigfrid era ancora inginocchiato sul corpo dell’amico. Mentre i guerrieri urlanti gli correvano incontro una foschia rossa cadde sugli occhi del ragazzo. Un brutale desiderio di uccidere prese il sopravvento ed il giovane guerriero si abbandonò ad esso sia con macabra gioia che con disperazione.
Ciò che seguì fu una vera carneficina. Sigfrid falciò ogni singolo uomo che gli si parò di fronte, parando, colpendo e affondando con una velocità dettata dalla pura furia. Quando i nemici smisero di arrivare il ragazzo era completamente coperto di sangue. Attorno a lui rimanevano solo i cadaveri dilaniati dei
caduti, ma la sua sete di morte non si era ancora spenta.
Udendo un rumore alle sue spalle Sigfrid si girò di scatto, ma dove pensava di trovare un altro guerriero armato di tutto punto trovò una donna e un bambino in lacrime chini sul cadavere di un uomo. In quel momento la mano del giovane si fermò.
Mentre una parte di lui non voleva altro che portare a segno il fendente e colpire con tutta la furia della sua sete di vendetta, un’altra parte più razionale inorridiva solo al pensiero di uccidere una donna ed un bambino indifesi ed innocenti. Sigfrid capì che se avesse ucciso quegli innocenti un'importante parte di lui sarebbe morta con loro.
Con un urlo liberatorio Sigfrid scagliò nelle tenebre la spada del padre e corse via nella foresta Correndo diede le spalle al villaggio e non si accorse della freccia che veniva scagliata verso di lui. La punta di metallo si conficcò in profondità fra le costole, forando un polmone. Il ragazzo cadde a terra, ma si rialzò subito e, lottando contro il dolore, si rimise a correre.
La rabbia era svanita ora, lasciando il posto ad un vuoto incolmabile. Sigfrid si addentrò sempre più fra gli alberi, desiderando solo di unirsi alle tenebre che lo circondavano. Dal modo difficoltoso in cui respirava il ragazzo capì che non avrebbe dovuto attendere a lungo.
Ormai stremato Sigfrid si abbandonò contro il tronco di una grande quercia, sentendo prossimo il momento in cui avrebbe rivisto la sua famiglia ed il suo Lupo nell’aldilà dell’inferno.
Ma gli dei avevano deciso diversamente. Un Sacerdote delle Rune del Capitolo aveva infatti assistito alle due battaglie che il giovane aveva combattuto: quella contro i guerrieri della tribù dei Falchi e quella per salvare la propria anima dalla dannazione della brama sfrenata di sangue. Il suo nome era Eric Manobianca. Eric rimase impressionato dall’abilità nel combattimento del giovane tanto quanto dalla sua forza d’animo. In lui vide le potenzialità per diventare un grande, così si avvicinò al corpo spezzato di Sigfrid per condurlo verso una nuova vita tra le stelle.
Prossimamente narrerò della storia di
Artiglio della Notte, della
Zanna di sangue e dello
Scudo di Ghiaccio.
Seguiranno poi i racconti su Eric Manobianca e le guardie del lupo della compagnia.