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 Allevare un cane ed altri racconti

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AutoreMessaggio
Talaban
Guardiano di Zendra
Guardiano di Zendra
Talaban


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Località : Muggiò,Genova,Cuneo, Pasturo
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Allevare un cane ed altri racconti Empty
MessaggioTitolo: Allevare un cane ed altri racconti   Allevare un cane ed altri racconti Icon_minitimeDom Lug 19, 2009 11:08 pm

"Partendo da alcuni fatti realmente accadutigli, Taniguchi narra storie
allo stesso tempo autobiografiche e universali. Trasformando in
immagini e parole il proprio rapporto con gli animali, racconta legami
che sono assoluti, e chiunque abbia convissuto con uno di essi non farà
alcuna fatica ad immedesimarsi, riconoscendoli come veri.
Chi ha la
fortuna di condividere il proprio quotidiano con cani e gatti conosce
bene i complessi rapporti che si instaurano fra le parti.
Vivere con
un animale ( e chi non capisce la differenza tra vivere e possedere un
animale può anche interrompere la lettura) significa condividere con
lui molta parte del proprio tempo, molti momenti di gioia ma anche
qualche momento di dolore. e più saranno i momenti piacevoli, maggiore
sarà la sofferenza al momento del distacco, qualunque sia la parte ad
andarsene per prima.
jiro taniguchi ci fa rivivere emozioni che
giacevano in un angolo del nostro cuore riportando al nostro fianco, in
una manciata di pagine, un amico mai dimenticato...
cosa può esserci di più straordinario di questo?"

tratto dall'introduzione di davide castellazzi.

Scritto
nel ’92 e pubblicato nel 2000, Allevare un cane e altri racconti è una
raccolta di cinque storie autoconclusive. Le prime quattro storie di
questo volume possono vivere insieme, come capitoli di uno stesso
libro: ambientate in un contesto familiare, accogliente e caldo dal non
celato sapore autobiografico, si svolgono tutte in una casa e due/tre
strade, e sono legate da un filo temporale ed emotivo, e dai due
protagonisti. L’ultima storia si discosta nettamente dalle precedenti:
ambientata quasi interamente tra le inospitali vette dell’Himalaya, ne
è protagonista un amante della montagna, la cui sua passione porterà sé
stesso e le persone a lui vicino a compiere scelte molto difficili.

Il
taglio della raccolta nella prima parte è nettamente autobiografico, e
l'autore non lo nasconde, dedicando il libro al suo cane defunto. Il
primo dei quattro racconti, intitolato appunto "Allevare un cane",
influenza gli eventi narrati nei tre successivi: Taniguchi ci racconta
come la coppia protagonista affronta l’ultimo anno di vita del proprio
cane, ed il dolore per le sofferenze dell’animale. A distanza di un
anno dalla morte del cane, nel secondo episodio, "Vivere con un gatto",
la coppia si decide a prendere una altro animale domestico, una gatta.
Attraverso i silenzi e i comportamenti di questa, i due protagonisti
scopriranno presto che la bestiola è stata abbandonata da una famiglia
che certamente l’ha trattata senza alcun riguardo, e scopriranno anche
che è incinta. Con cura e dedizione, riusciranno ad accogliere la gatta
nella loro vita, e vedranno cambiare il suo comportamento da
un’iniziale diffidenza a un affetto composto e discreto. Non è solo
l’atteggiamento della gatta a cambiare nel tempo: anche i due
protagonisti si abbandonano al nuovo affetto, e ci riescono attraverso
piccoli gesti, senza mai dimenticare l’affetto per il loro cane. Nel
terzo episodio, "La vista sul giardino", la gatta partorisce tre mici,
e l’equilibrio familiare subisce un nuovo cambiamento. Osserviamo con
gli occhi dei due protagonisti i cambiamenti nel comportamento della
gatta, che inizia ad avere ogni riguardo per i propri cuccioli; questo
colpirà tanto la coppia che, pur avendo deciso di dare i gattini ad
altre famiglie, assistendo al dolore della gatta per la separazione dal
primo micio, preferiranno tenere gli altri due.
Nel quarto racconto,
"Le giornate in tre", entra in scena la nipote della protagonista. La
bambina è scappate di casa per cercare un po’ di serenità in campagna,
per riflettere su quanto sta accadendo alla sua famiglia dopo che sua
madre, rimasta vedova qualche anno prima, sta cercando di ricostruirsi
la vita con un altro uomo. Grazie ai ritmi rallentati della casa di
campagna, ai consigli degli zii e grazie anche ai gatti di casa, la
bambina imparerà a comprendere le ragioni della madre.

Da questo
contesto si distacca completamente, come detto, l’ultimo racconto,
"Terra promessa". In questo, il protagonista è un appassionato
alpinista che smette di scalare solo per amore della famiglia. Ma la
nuova vita, seppure colma di felicità e soddisfazioni, non riuscirà a
calmare il suo desiderio di tentare per l’ultima volta la scalata di
una delle vette più alte del mondo, a costo della vita. In questo
racconto, l’ambiente familiare risulta lontano, seppure affettivamente
presente. La montagna, nel disegno di Taniguchi, è più ospitale e
familiare della stessa casa del protagonista, che in effetti sembra
“non esserci mai” se non durante una scalata.

L’amore, il
rispetto, la separazione e il coraggio sono i fili conduttori che
legano questi cinque racconti di Taniguchi. Amore per il proprio
compagno, per un parente, per i propri figli, per il proprio animale
domestico – cane o gatto che sia. Amore inteso anche come rispetto per
la vecchiaia, per i desideri e le aspirazioni altrui. Separazione per
una morte o per esigenza di soddisfare un desiderio intimo e
incomprensibile agli altri. Coraggio di affrontare tutte queste
emozioni e il cambiamento che esse portano. Per allevare un cane ci
vuole coraggio e dedizione, perché con ogni probabilità lui morirà
prima del padrone. Per allevare un nuovo animale dopo aver subito la
perdita del primo ci vuole coraggio, così come ce ne vuole per
affrontare i cambiamenti delle altre persone. Ce ne vuole anche per
scalare una montagna, e forse ce ne vuole ancora di più per assecondare
i desideri della persona amata, a costo di perderla.

Il tratto
di Taniguchi descrive queste emozioni, grazie a una grande capacità di
raccontare attraverso il segno e l’inquadratura emozioni che non si
possono dire a parole. In tutti i racconti, i protagonisti si capiscono
senza doversi spiegare nulla, i dialoghi servono quasi sempre per fini
esclusivamente pratici. Per il resto, i personaggi vengono raffigurati
mentre compiono gesti quotidiani assolutamente piccoli e semplici, però
in un contesto in cui possono diventare grandi e importanti. Il
protagonista diventa narratore esterno, e in questo modo ogni
situazione vissuta viene raccontata dall’interno, come un diario intimo.
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