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 Dei Vichinghi

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Tutatis
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MessaggioTitolo: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeLun Nov 23, 2009 9:27 pm

Ho deciso di aprire questo topic per parlare delle divinita nordiche per approfondire il discorso sulla mitologia nordica.

Di conseguenza ho deciso di partire con il padre degli dei,Odino.

Odino

Odino è una delle principali divinità del pantheon norreno, e in particolare dio della guerra, della magia, della sapienza e della poesia.

Odino dimora ad Ásgarðr, nel palazzo di Válaskjálf innalzato da lui stesso, dove, seduto sul trono Hliðskjálf, osserva ciò che accade in ciascuno dei Nove Mondi.

In battaglia brandisce Gungnir, la sua lancia, e cavalca Sleipnir, il suo destriero a otto zampe, nato da una portentosa unione tra il dio Loki (momentaneamente trasformato in giumenta) e il cavallo Svaðilfœri.

Figlio di Borr e della gigantessa Bestla, fratello di Víli e Vé, marito di Frigg e padre di molti degli dèi, tra cui Thor, Baldr, Víðarr e Váli. Spesso viene inoltre definito "padre di tutti gli dèi", o addirittura Allföðr ("padre del tutto").

Come dio guerriero raduna gli eroi morti in battaglia nel Valhalla, gli einherjar, presiedendo al loro banchetto. Infine Odino guiderà gli dèi e gli uomini contro le forze del caos nell'ultima battaglia, quando giungerà il Ragnarök, la fine del mondo, nel quale il dio sarà ucciso, inghiottito dal temibile lupo Fenrir, per essere immediatamente vendicato da Víðarr che ne lacererà le fauci dopo avergli piantato un piede nella gola.

La saggezza di Odino

La sapienza di Odino è conoscenza, magia e poesia al tempo stesso. Egli non solo conosce i misteri dei Nove Mondi e l'ordine delle loro stirpi, ma anche il destino degli uomini e il fato stesso dell'universo.

Odino ama disputare con creature antiche e sapienti. Sotto le mentite spoglie di Gágnraðr ("stanco del cammino") si giocò la vita sfidando a una gara di sapienza il possente gigante Vafþrúðnir, la cui erudizione era rinomata in tutti i Nove Mondi, e dopo una serie di domande sul passato, il presente e il futuro del mondo, a cui il gigante rispose prontamente, Gágnraðr domandò allora che cosa avesse sussurrato il dio Odino a Baldr prima che questi fosse posto sulla pira. Vafþrúðnir a questo punto lo riconobbe, ma aveva ormai perso la gara.

Un'altra volta, dicendo di chiamarsi Gestumblindi ("l'ospite cieco"), il dio sfidò un re di nome Heiðrekr ad una gara di indovinelli. Dopo una serie di quesiti a cui il re rispose senza difficoltà, Odino gli pose la medesima domanda che già aveva posto a Vafþrúðnir. A quella domanda il re cercò di ucciderlo, ma il dio gli sfuggì trasformandosi in falco.

Il dio della guerra

Fra le tante figure di divinità guerriere della mitologia norrena, Odino si distingue per essere Sigrföðr ("padre della vittoria"), perché decide nelle battaglie a chi debba andare la vittoria, e Valföðr, ("padre dei caduti"), perché sono suoi figli adottivi tutti coloro che cadono in battaglia. Con questi due nomi egli distribuisce in battaglia la vittoria e la morte: entrambi doni graditi ai guerrieri.

Odino è anche il guerriero per eccellenza, che combatte con le sue arti magiche. Molti dei suoi epiteti ricordano questo suo aspetto bellicoso: egli è detto Gunnarr ("signore della battaglia"), Göllnir ("[colui che] è nel frastuono"), Þróttr ("forte"), Atriðr ("[colui che] cavalca in battaglia"), Fráríðr ("[colui che] avanza cavalcando").

L'infallibile lancia che egli regge in pugno, che gli è stata donata dai nani "figli di ĺvaldi", si chiama Gungnir. Con quella lancia egli iniziò la prima guerra nel mondo, il conflitto tra Æsir e Vanir. Da allora, alla vigilia delle battaglie la rivolge verso la schiera alla quale ha decretato la sconfitta. Egli è detto perciò Dörruðr ("[colui che] combatte di lancia"), Dresvarpr ("[colui che] scaglia la lancia"), Geirloðnir ("[colui che] invita con la lancia"), Biflindi ("[colui che] scuote la lancia"). Odino possiede anche un elmo d'oro, onde per cui è detto Hjálmberi ("[colui che] porta l'elmo").

Odino appare tremendo ai nemici, poiché è esperto nell'arte della trasformazione. Ha in guerra il potere di accecare, assordare o atterrire i nemici, di scatenare il terrore nelle schiere, di rendere le armi inette a ferire come semplici ramoscelli. Nessuno può scagliare così forte una lancia nella mischia senza che lui riesca a fermarla con un solo sguardo. Le sue capacità guerriere hanno una base magica, in quanto dipendono dalla sua conoscenza delle rune e degli incantesimi.

Quelli a lui devoti confidano in lui e lo invocano come Sigföðr ("padre di vittoria"), Sighöfundr ("giudice di vittoria"), Sigtýr ("dio di vittoria"), Sigþrór ("proficuo nella vittoria"), Sigrunnr ("albero di vittoria") e via dicendo. La tradizione riporta molti esempi di guerrieri che innalzarono sacrifici e invocazioni a Odino per ottenere il successo in battaglia.

Ma per gli eletti del dio ottenere la vittoria o morire gloriosamente sono due cose ugualmente desiderabili. I caduti sono a tutti gli effetti i "prescelti" del dio. Odino li accoglie come suoi figli adottivi nel Valhalla, dove essi parteciperanno all'eterno banchetto da lui presieduto. Óðinn è dunque parimenti invocato come Valföðr ("padre dei prescelti"), Valtýr ("dio dei prescelti"), Valkjósandi ("[colui che] sceglie i prescelti"), Valþögnir ("[colui che] accoglie i prescelti") e via dicendo. Ad una veggente risvegliata dal regno dei morti, Odino si presenta come figlio di Valtamr ("aduso [alla scelta] dei prescelti") , ed anche questo in verità è un suo appellativo.

È appunto in questo modo, stabilendo a chi tocchi la morte sui campi di battaglia del mondo, che il dio sceglie i suoi campioni, i quali formeranno la schiera degli Einherjar, i guerrieri destinati a formare la sua schiera e lottare al suo fianco nel giorno di Ragnarök. Essi formano l'esercito infernale di anime guidato dallo stesso Odino, che in questa guisa è detto Herföðr ed Herjaföðr ("padre della schiera"), Hertýr ("dio della schiera"), Herjann ("[signore della] schiera") ed Herteitr ("lieto della schiera").
Legati al culto di Odino erano le congregazioni dei guerrieri estatici, gli úlfheðnar ed i berserkr,(letteralmente "lupi mannari" e i "vestiti d'orso"), i quali, prima della battaglia, entravano in uno stato di furia, detto berserksgangr, nel quale cominciavano a ringhiare, sbavare ed a mordere l'orlo degli scudi. Successivamente si gettavano in battaglia urlando, mulinando spade e scuri, facendo il vuoto tutto intorno, insensibili al dolore e alla fatica, per poi crollare esausti.

Odino era anche conosciuto come "signore degli impiccati". Fonti primarie affermano che ogni nove anni al tempio di Uppsala si svolgeva un solenne blót (un sacrificio pubblico) nel quale venivano sacrificati al dio schiavi, criminali ed esemplari maschi di animali. Il sacrificio avveniva appendendo o impiccando le vittime a degli alberi, rievocando il sacrificio che il dio compì per ottenere le rune.

Nella leggenda popolare Odino è alla testa della caccia selvaggia, un corteo notturno che terrorizza coloro che malauguratamente lo incontrano

Huginn e Muninn

Huginn e Muninn sono due corvi presenti nella mitologia norrena, associati al dio Odino. Huginn e Muninn viaggiano per il mondo portando notizie e informazioni al loro padrone. Odino li fa uscire all'alba per raccogliere informazioni e ritornano alla sera, siedono sulle spalle del dio e gli sussurrano le notizie nelle orecchie.

Entrambi i nomi dei corvi derivano dal norreno, Huginn significa pensiero mentre Muninn memoria.

Per il momento è tutto ma domani prevedo di postare qualche altra divinità. E per chiunque volesse aggiungere il "background" di un dio nordico non faccia complimenti.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeLun Nov 23, 2009 9:34 pm

bravo metalliko!!!!
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeMar Nov 24, 2009 7:19 pm

Come promesso ecco la seconda divinità,Thor

Thor

Figlio di Odino, re degli dèi, e di Jörð, dea della terra, era il più forte degli Æsir e dunque la sua dimora era ad Ásgarðr, nel regno di Þrúðvangar nel castello Bilskirnir.

Mentre Odino era considerato re degli dei, il rosso Thor dalla fluente barba e dai possenti muscoli, era un po' più il dio degli uomini, infatti era molto amato dagli scandinavi, probabilmente più di Odino, tanto che i Vichinghi si definivano Popolo di Thor. Thor presentava due aspetti della personalità prominenti: il primo era quello del gigante accigliato e brutale, mentre dall'altra faccia della medaglia, emergevano la bonarietà e una rappresentazione dai contorni comici. Sua moglie, dea della fertilità, si chiamava Sif, ma poco si conosce di lei a parte che avesse i capelli d'oro come le spighe, fabbricati per lei dai nani dopo che Loki le aveva tagliato i suoi. Thor ebbe molti altri amori oltre alla moglie: la gigantessa Járnsaxa partorì suo figlio Magni mentre con Sif ebbe Þrúðr e Móði; aveva anche un figliastro Ullr che era in realtà solo figlio di Sif.

La sua forza, già leggendaria, era aumentata da tre oggetti che non abbandonava mai e che lo rendevano quasi invincibile: una cintura che raddoppiava la forza di chi la indossava, un paio di guanti di ferro ed il leggendario martello Mjöllnir, strumento usato per colpire i mostri e i nemici, dal funzionamento analogo a quello di un boomerang, che però, simbolicamente, rappresentava il fulmine e quindi il preannunciamento delle piogge; i contadini solevano indossare catenine con appesi martelletti proprio per ingraziarsi la divinità. Il suo mezzo di spostamento era un carro trainato da due capre (Tanngnjóstr e Tanngrisnir). Anche questi animali avevano proprietà portentose: spesso Thor quando era in viaggio li mangiava per cena visto che, conservando la pelle e le ossa, il mattino dopo sarebbero stati di nuovo vivi.

Nelle sue soventi scorrerie era spesso accompagnato da Loki. Nelle sue epiche gigantomachie, traspare il senso di una mitica iniziazione che gli consentirà, dopo aver dimostrato tutto il suo valore, di ottenere i meritati "gradi".

Nel corso del Ragnarök, Thor ucciderà e sarà ucciso da Miðgarðsormr, il serpente di Miðgarðr (la Terra): Thor ucciderà il serpente, ma, ammorbato dal suo soffio velenoso, farà solo nove passi prima di cadere a sua volta a terra morto, quasi a voler simboleggiare l'eterna lotta fra il bene ed il male.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeVen Nov 27, 2009 4:21 pm

Ed ecco il terzo dio:

Loki

Loki, nella mitologia norrena era il dio della grande astuzia, ingegnoso inventore di tecniche e diabolico ingannatore.

Era una figura ambivalente nel Pantheon norreno, in taluni miti è compagno di Odino e Thor (e spesso gli dei si cavano d'impaccio grazie alla sua grande astuzia), in altri è colui che attenta all'ordine cosmico, ingannatore attaccabrighe maligno, temibile e camaleontico.

Caratterizzato da una sessualità indefinibile, si è dimostrato ingordo e insaziabile, riuscendo nell'impresa di partorire il cavallo Sleipnir, che diverrà il destriero cavalcato da Odino, ma soprattutto tre mostri, quali Hel, Fenrir e Miðgarðsormr, dopo aver ingerito, colto da un raptus, il cuore, caldo e fumante, dell'orchessa prostituta Angrboða, appena bruciata dalle fiamme, dopo la condanna subita per eccesso di perversione.

Hel diviene la "signora degli inferi", guardiana del regno dei morti; il lupo Fenmir assurge al ruolo di pericolo pubblico, al punto che le divinità decideranno di incatenarlo; il serpente Miðgarðsormr, giace in fondo all'oceano, ma a forza di crescere, le sue spire avvolgono la terra.

È lui a causare la morte di Baldr, e per questo delitto gli Æsir lo conducono in una grotta del Niflheimr; qui trasformano suo figlio Váli in lupo e lo spingono a divorare il fratello Narvi e con le budella di quest ultimo incatenano Loki a tre pietre appuntite. Un serpente sospeso al di sopra della sua testa cola veleno sopra il suo volto, e lo brucerebbe se Sigyn (sua moglie, il cui nome significa fedele) non raccogliesse le gocce in un bacile. Ma quando il bacile è pieno e Sigyn si allontana per svuotarlo, il liquido di fuoco del veleno fa urlare e scattare Loki, i cui sussulti violenti producono i terremoti. Alla fine del tempo si libererà per prendere parte al Ragnarök, nel quale morirà sconfitto in duello dal dio guardiano Heimdallr.

Loki è la figura centrale del poema chiamato Lokasenna, che fa parte dell'Edda poetica. In questa opera gli dèi tengono una festa a casa di Barley ("malto"). Loki, dapprima invitato alla festa viene scacciato per i suoi modi fastidiosi. Rientrato in un secondo momento nelle sale del banchetto, si scontra in un serrato scambio di insulti con tutti gli dèi presenti, ai quali vengono rinfacciati i propri vizi dal dio ingannatore. Ultimo scontro è tra il dio Loki e il dio Thor, il quale prevale con la forza bruta, mettendolo in fuga.

Raggiunto dagli Æsir, Loki viene giudicato per la morte di Baldr.


Ultima modifica di Metalliko il Ven Nov 27, 2009 4:34 pm - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeVen Nov 27, 2009 4:30 pm

un gran simpaticone insomma :sorr:
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeVen Nov 27, 2009 4:32 pm

Già, e visto che ieri non ho postato divinatà espierò le mie colpe mostrandovi la storia, non di un dio vichingo, ma bensì alla creatura che ha lo stesso nome del pianeta dei Lupi Siderali:

Il Lupo Fenrir

Fenrir (in norreno noto anche come Fenrisúlfr o Fenris) è un gigantesco lupo della mitologia norrena, nato dall'unione tra il dio Loki e la gigantessa Angrboða, assieme alla regina degli inferi Hel e al Miðgarðsormr.

Fenrir viene generato nella Járnviðr ("foresta di ferro"), luogo da cui provengono anche i due lupi Sköll e Hati.

Il nome di Fenrir, che significa probabilmente "Lupo della brughiera", o "Lupo della palude", è anche usato in modo metaforico per indicare i giganti, paragonati ai lupi in diversi testi.
Altri suoi appellativi sono "Vánargandr", "demone del Ván", dove questo è il fiume che si crea dalla sua saliva, e "Þjóðvitnir", "lupo nemico del popolo".

Quando gli dei seppero che Fenrir veniva allevato assieme a Hel e il Miðgarðsormr nella Jötunheimr, la terra dei giganti, decisero di farli portare al loro cospetto perché Odino decidesse cosa farne: le profezie dicevano che da simili creature non sarebbero venute che disgrazie. Mentre Hel fu inviata a regnare negli inferi, e il Miðgarðsormr inabissato sul fondo dell'oceano, non sapendo che fare con Fenrir, gli Dei lo tennero presso di loro.

Ora, il lupo cresceva sempre più, sia in ferocia che dimensioni, tanto che solo il dio Týr osava dargli da mangiare. Fu quindi presa la decisione di incatenarlo, ma l'impresa non sembrava facile. Gli dei prepararono una catena, e proposero al lupo di farsi legare per misurare la sua forza nel tentativo di romperla. Ma Fenrir la spezzò con facilità, e lo stesso avvenne con una seconda catena più robusta. La prima catena si chiamava Lœðingr (letteralmente: "che lega con astuzia", per metafora: "lenza"), la seconda Drómi (letteralmente: "frenante", per metafora: "catena").

Nel frattempo Fenrir continuava a crescere. Allora gli Dei mandarono Skìrnir, servitore di Freyr, nello Svartálfaheimr, il regno degli elfi scuri, perché chiedesse a certi nani di preparare una catena magica. La catena magica, chiamata Gleipnir (forse legata al verbo gleipa: "spalancare la bocca"; quindi, o "che deride", o "che divora"), fu costruita con questi elementi: rumore del passo del gatto, barba di donna, radici di montagna, tendini d'orso, respiro di pesce, saliva di uccello (secondo altre fonti: latte d'uccello). Alla vista e al tatto sembrava un nastro di seta, ma in realtà nessuno avrebbe potuto spezzarla.

Gli Dei andarono quindi su un'isola di nome Lyngvi, sul lago Ámsvartnir, e lì convocarono Fenrir. Ma il lupo, al vedere quella catena dall'aspetto tanto fragile, si fece sospettoso, perché temeva qualche incantesimo o un inganno. Dopo una discussione, si convenne che Fenrir sarebbe stato legato con Gleipnir, ma il dio Týr avrebbe dovuto porre la sua mano tra le fauci della bestia, come garanzia. Týr, pur sapendo che così la sua mano sarebbe stata quasi sicuramente sacrificata, accettò. Ed effettivamente Fenrir, nonostante impegnasse tutta la sua tremenda forza, non riuscì a liberarsi dalla catena magica, tanto che tutti gli Dei scoppiarono a ridere, ad eccezione di Týr, cui Fenrir mozzò all'istante la mano, non appena si rese conto di essere stato sconfitto. Fu quindi presa l'estremità della catena, chiamata Gelgja ("palo"; in altre fonti si parla appunto di un paletto di legno, non dell'estremità della catena), e fissata al suolo con due massi, di nome Gjöll (forse "largo" o forse "tagliente") e Þviti ("pietra infissa a terra").

Durante questa operazione Fenrir tentò a più riprese di azzannare i suoi carcerieri, tanto che gli infilarono una spada tra le due mascelle, in modo che non riuscì più a chiuderle. Da allora Fenrir rimane incatenato sull'isola, e così dovrà rimanere sino alla fine del mondo. Folle di rabbia, il grande lupo ulula e sbava, tanto che dalla sua saliva si è formato un fiume, di nome Ván (letteralmente "attesa").

Quando giungerà la fine del mondo, il Ragnarök, in cui tutti i legami saranno spezzati, persino la magica catena che lega Fenrir si scioglierà. Il lupo, nuovamente libero, attaccherà gli Dèi, assieme alla altre forze del disordine e dell'oscurità. Sarà tanto grande, e spalancherà la bocca con tanta ferocia, che la mascella inferiore toccherà il suolo e quella superiore il cielo: ma se ci fosse altro spazio, la spalancherebbe ancora di più.

Fenrir divorerà Odino, la suprema tra le divinità. Quindi ingaggerà lotta mortale con Víðarr, figlio di Odino, destinato a vendicare il padre. Víðarr fermerà la mascella inferiore di Fenrir con un piede, e quella superiore con una mano, spezzandogliele. Quindi lo ucciderà, con un colpo di spada al cuore.

Secondo alcuni un'ulteriore immagine di Fenrir è quella del cane Garmr, che al Ragnarök si scontrerà con Týr in un duello mortale a entrambi. In quest'ultimo caso, sarebbe comunque incongruente il fatto che le due bestie vadano incontro a una morte diversa nello stesso momento.

La figura di Fenrir compare nelle principali fonti della mitologia norrena: l'Edda in poesia e l'Edda in prosa.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeVen Nov 27, 2009 4:33 pm

bè il tuo lavoro sta procedendo molto bene direi... complimenti!!!
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeVen Nov 27, 2009 4:36 pm

Grazie, ce la stò mettendo tutta! Dei Vichinghi 707915
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeSab Nov 28, 2009 6:35 am

Ed eccomi qua di prima mattina a pubblicare la storia di un altro dio:

Heimdallr

Heimdallr (dove il prefisso Heim- significa mondo, il suffisso -dallr è di origine sconosciuta, forse significa luminoso) è uno degli dei della mitologia norrena. Egli è il guardiano degli dei e sorveglia il ponte Bifröst. Se qualche pericolo minaccia Ásgarðr, suona il Gjallarhorn, un corno portentoso il cui suono raggiunge ogni luogo. I suoi sensi sono così acuti che può sentire l'erba crescere e può vedere la fine del mondo, anche se possiede un solo orecchio; Heimdallr ha bisogno di dormire molto poco.

Egli era figlio di nove madri diverse, probabilmente le nove figlie di Ægir, ed era il custode del ponte Bifrost insieme al gallo Gullinkamb. Soprannominato Dio Bianco, padre di tutti gli uomini e schiavi liberi e nobili, avuti dalle tre unioni con donne mortali. La sua sala era chiamata Himinbjörg (protezione del paradiso) e il suo cavallo era Gultopp (dall'inglese Gold-top).

Il suo battesimo è stato molto originale, in quanto il corpicino fu cosparso di gocce di acqua fredda proveniente dai mari del nord, di una manciata di terra, e di gocce di sangue di porco consacrato, allo scopo di infondergli forza e coraggio. Inoltre, per renderlo insensibile alle magie a distanza, fu sottoposto ad una serie di riti iniziatici.

Gjallarhorn

Il Gjallarhorn è, nella mitologia norrena, un oggetto posseduto dal dio Heimdallr. Si tratta di un corno, come dice anche il suo nome, che significa appunto "corno risonante". È tanto potente che il suo suono può raggiungere tutti i mondi. Heimdallr lo userà quando sarà giunto il Ragnarök, per chiamare gli dei alla battagli finale.


Snorri Sturluson, nell'Edda in prosa, riferisce anche che il Gjallarhorn è adoperato dal gigante Mímir per attingere alla sua fonte (Mímisbrunnr), e ricavarne così la sapienza. È tuttavia verosimile che quello di Snorri sia un errore, derivato da una sua libera interpretazione della Völuspá. Qui si dice che nella sua fonte, ai piedi dell'albero cosmico Yggdrasill, Mímir conserva lo hljóð di Heimdallr, che usa per bere. Non è chiaro cosa indica di preciso il termine, ma nella sua accezione più comune, significa "silenzio", oppure "suono".



Si può dunque immaginare che si tratti di un attributo (forse l'orecchio) di Heimdallr, che il dio ha ceduto al gigante ottenendo in cambio un udito sovrumano (diventando in grado di sentire persino l'erba crescere). Ciò trova un parallelo in Odino: anch'egli, in cambio di una conoscenza superiore, ha ceduto un occhio a Mímir; e anche l'occhio di Odino è conservato nella fonte del gigante. Si può quindi immaginare che Snorri abbia confuso quello che forse è l'udito (hljóð) di Heimdallr con il Gjallarhorn.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeDom Nov 29, 2009 6:48 am

Altra divinità in arrivo:

Hel

Nella mitologia norrena, Hel o Hella (tradotto a volte come Nascosto altre volte come Morte) è la dea degli Inferi, figlia di Loki, dio dell'inganno, e di Angrboða, una gigantessa.

Suoi fratelli sono Fenrir il lupo e Miðgarðsormr il serpente marino. Si narra che quando venne al mondo la malattia colpì per la prima volta l'umanità e che lei stessa portò nel mondo dei vivi il dolore e la disperazione.

Dunque, quando Odino venne a conoscenza che il perfido Loki aveva avuto dei figli, li bandì nei più remoti angoli del creato, perché facessero il meno danno possibile. Nonostante il regno che Odino le diede fosse gelido e orribile, Hel ne fu contenta e gli diede, in ringraziamento, una coppia di corvi: Huginn e Muninn. Odino le diede potestà su tutti coloro che il Valhalla non avesse accolto e dunque divenne regina dei morti senza onore, per malattia, incidente o vecchiaia, dei traditori e dei criminali. Fu grazie a questo che riuscì ad ottenere uno sposo di sangue reale, il re svedese Dyggve, morto di morte naturale.

Il regno di Hel è omonimo alla dea (in modo analogo all'Ade greco). Si tratta di un luogo gelido al quale si accede attraverso la grande caverna Gnipahellir custodita dal feroce segugio Garmr. Superata la caverna, i defunti attraversano il fiume Gjöll sopra un ponte d'oro custodito dalla gigantessa Moðguðr. Reggia di Hel è il palazzo Éljúðnir nel quale vengono accolte le anime. In un luogo separato, detto Náströnd, le anime degli assassini e dei traditori vengono torturate allo scopo di costruire la nave Naglfar (Nave di Unghie) sulla quale i morti torneranno per combattere nel giorno del Ragnarök.

Hel ha due servitori: Ganglati (pigro), Ganglöt (sciatta).
Hel esce raramente sulla terra, ma quando lo fa porta sventura e malattia: passa per le strade e nei villaggi e la gente di ammala all'improvviso. Se spazza la strada con un rastrello vi saranno sopravvissuti, se invece ha una scopa moriranno tutti.
Hel viene descritta come una donna in qualche modo duplice: con metà viso nero o cadaverico e l'altra metà normale. Questo potrebbe rispecchiare l'iter della sua figura nella mitologia. Nei tempi più antichi, infatti, Hel fu la grande madre dea terra, che sfama gli affamati e dà loro ristoro, ma successivamente divenne molto simile ad un Plutone femminile e il suo regno divenne paragonabile all'Ade greco.

Va inoltre notato che l'iter del pantheon norreno mostra i chiari segni di una passata predominanza femminile, comune a moltissimi culti in tutto il mondo, che cede il passo al dominio della figura maschile. La figura femminile diviene figlia dell'inganno, portatrice di caos, di inarrestabile furia distruttrice e sede di una legge terribile e incomprensibile al comune senso umano. La figura maschile viene a rappresentare il razionale, la legge comprensibile, il valore in battaglia. Questo passaggio diviene molto marcato in concomitanza con l'incontro con il Cristianesimo che sostiuirà, nei vari Pantheon, le dee femminili con Maria, madre di Dio, cardine di salvezza da ogni sventura.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeLun Nov 30, 2009 6:48 pm

vedo che ti stai dando da fare come re del valhalla!!!
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeLun Nov 30, 2009 8:13 pm

Citazione :
vedo che ti stai dando da fare come re del valhalla!!!

No, non mi paragono a tanto è solo che la storia dei vichinghi mi ha sempre interessato quindi per me è un piacere fare questi post!
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeLun Nov 30, 2009 8:27 pm

Detto questo ecco la storia di un altra divinità:

Týr

Týr era il dio della guerra nella mitologia norrena, identificato come equivalente di Marte in quella romana, nonché patrono della giustizia. L'Edda poetica lo descrive come figlio di Hymir, mentre nelle tarde edizioni dell'Edda in prosa si afferma che fosse figlio di Odino.

Il nome Týr significa "dio" (Hangatyr, "dio degli impiccati", uno degli epiteti Odino; prabilmente ereditato da Týr nel suo compito di giudice), ma è da notare che diretti riferimenti al dio e l'epiteto di "capo degli dèi" siano tutt'ora oggetto di dibattito.

Tale dibattito ha origine nella parola proto-indoeuropea "Dyeu Ph2ter", che insieme a "Pltvi Mh2ter" (Madre Terra), costituivano l'apice della religione indoeuropea. Il termine della divinità maschile, che letteralmente significa "padre degli dèi" è stato successivamente trasformato in "Zeus Pater" attraverso l'uso comune in Grecia e nell'antica Roma, e in seguito si è caratterizzato nelle divinità Zeus e Giove (Iuppiter).

Nel mondo germanico il termine che descrive la divinità proto-indoeuropea si è caratterizzato in *deywos e successivamente "Teiwaz" e infine nel proto-germanico Tîwaz; l'evoluzione del nome del dio potrebbe essere passata in una fase intermedia a "Tyz" prima di arrivare al definitivo Týr.

Il culto di Tîwaz ad un certo punto è stato superato da quello di Odino e Thor, nel periodo precedente le invasioni barbariche. Un riferimento a questi culti non bene definiti nella religione germanica si può notare dal fatto che Thor è per antonomasia il dio del fulmine per questa religione, proprio come la maggior parte degli dèi che possono essere identificati con Týr nella alte religioni: Zeus, Giove, etc. Questo può far supporre che tutte le divinità derivate da quella proto-indoeuropea fossero in antichità possessori del tuono e la sua attribuzione al figlio di Odino sia avvenuta solo in epoca più recente.

Rappresenta comunque un dio-guerriero diverso dall'Ares greco, più impetuoso e giovanile; nella mitologia norrena, la figura più simile a questo modello di dio della Guerra è probabilmente Thor, descritto senza dubbio come il più forte di tutti gli dèi, e questo fatto potrebbe significare un ulteriore collegamento fra queste due divinità, anche se Týr ha incarnato più che altro la doppia figura di dio della guerra, della giustizia e del diritto, dato che si presenta come il modello di guerriero maturo ed esperto, più riflessivo e pronto al sacrificio personale.

Un ulteriore collegamento fra la divinità norrena e la divinità proto-indoeuropea si può trovare con la somiglianza del dio nei confronti della controparte vedica Indra: infatti entrambe le divinità hanno un ruolo di guida, enfatizzato durante i periodi di guerra. Tuttavia, benché questa visione sia accettata, Odino è descritto come il dio onnisciente del pantheon norreno, e in particolare della stirpe degli Æsir.

La più antica testimonianza del dio si trova nel gotico "Tyz"), benché il "Teiw" trovato sull'elmo di Negau possa essere un probabile riferimento a Týr, piuttosto che a un dio generico, e precede il gotico (e il runico) di molti secoli.

Non a caso, è proprio Týr, secondo una prima versione, a combattere contro Fenrir, il lupo infernale, offrendogli un braccio da sbranare (e che così perde per sempre) per riuscire a farlo avvicinare a sufficienza.

Una seconda ricostruzione della vicenda, narra che il lupo, figlio del dio Loki e della gigantessa Angrboda, stava minacciando talmente gli Æsir, da indurli ad incatenarlo in un luogo distante, con la scusa di volerlo sottoporre ad una prova di forza. Però, nonostante l'opera dei fabbri di Odino, per ben due volte il possente lupo, riesce a liberarsi, costringendo Odino al ricorso delle arti dei nani che vivevano nella foresta degli elfi oscuri. Il sommo dio prepara un laccio, solo in apparenza fragile, e sfida nuovamente il lupo alla prova, il quale subdorando una trappola divina, pretende, a mo' di pegno, una mano tra le sue fauci, durante l'incatenamento. Si sacrifica proprio Týr per la causa divina, perdendo il braccio ma consentendo, almeno, l'immobilizzazione del feroce lupo.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeLun Nov 30, 2009 8:28 pm

whaho non sapevo che c' erano cosi tanti dei nella mitologia vichinga grazie metalliko :D!!!
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeLun Nov 30, 2009 8:29 pm

Di niente Primarca, dovere.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeMar Dic 01, 2009 6:45 am

Sif

Sif, nella mitologia norrena, è una dea, appartenente alla schiera degli Æsir e moglie di Thor, madre di Þrúðr, Ullr (che non era figlio di Thor) e Móði. Sif non era la madre di Magni, infatti egli era figlio di Thor e Járnsaxa.
Sif aveva i capelli d'oro che crescevano come se fossero naturali, creati dai nani chiamati "figli di ĺvaldi". L'origine di questa chioma dorata deriva dal mito che vorrebbe che il dio del male Loki, sempre pronto a compiere scherzi malvagi nei confronti degli altri dei, le avesse tagliato i capelli. Thor, infuriato, avrebbe poi preteso da Loki la restituzione a Sif di una chioma bionda ancora più splendente di quella che possedeva prima. Loki usa questo fatto per provocare Sif e, indirettamente, Thor, nel Lokasenna. I nani fecero per Loki questi capelli, come la nave di Freyr Skíðblaðnir e la lancia di Odino Gungnir.
Il nome di Sif è usato per identificare la Terra nello Skáldskaparmál 87. Sif era la più bella fra le dee. Snorri la chiama "la sibilla". È possibile che Sif fosse la dea della casa, del campo e del grano e che avesse qualche influenza sul destino.
Sif appare sia nell'Edda in prosa che in quella poetica, e anche nella poesia scaldica, dove l'oro viene spesso definito come "la chioma di Sif".
Le è stato dedicato un vulcano nel pianeta Venere.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeMer Dic 02, 2009 5:17 pm

Baldr

Baldr (conosciuto anche come Balder o in islandese moderno come Baldur) è una divinità della mitologia norrena, appartenente alla famiglia degli Æsir. Secondogenito di Odino e Frigg, la sua consorte è Nanna, da cui ha il figlio Forseti. Ignoto il significato del nome. Secondo alcuni vuol dire "Signore".

Divinità dalla funzione ignota, la sua figura e il suo mito principale fanno immaginare un legame con il Sole. Il più bello degli dèi, Baldr splende di luce propria, i suoi capelli sono candidi come la neve. La sua dimora si chiama Breiðablik, che significa "ampio splendore".

Il mito principale su Baldr, l'unico d'altra parte pervenutoci, riguarda il suo assassinio.

La vicenda comincia coi sogni angoscianti in cui il dio vede preannunciata la propria morte, sogni che confida ai suoi saggi genitori. Suo padre Odino si reca quindi nello Hel, il mondo dei morti, dove ne trova conferma: negli inferi già tutto è pronto per accogliere Baldr, prossimo alla fine. Nel tentativo di scongiurare il destino incombente la madre Frigg raduna a sé tutto quel che esiste al mondo, piante, animali, pietre, elementi, imponendo un giuramento universale: mai nulla dovrà recare del male a Baldr.

Da allora gli dei cominciano un gioco, che ripetono ogni giorno al loro consesso. Formano un cerchio intorno a Baldr, lanciandogli qualunque oggetto, armi, pietre, veleni, perché nulla poteva più nuocergli. Loki, l'enigmatico dio del disordine, non gradiva la scena. Tramutatosi in donna mortale, chiamò a sé Frigg, riuscendo, con l'inganno, a carpirle il punto debole del figlio: il vischio, che era apparso troppo giovane alla dea, non aveva giurato. Loki quindi raccoglie una piantina di vischio, torna al consesso degli dei, e si avvicina a Höðr, il fratello di Baldr: Höðr è cieco, non può partecipare al gioco degli dei; Loki quindi afferma di volerlo aiutare, perché possa anch'egli divertirsi come tutti, e far così piacere a suo fratello. Gli mette quindi in mano il vischio e lo guida nel lancio. Il vischio vola verso Baldr come una freccia, trapassandolo e uccidendolo. Gli dei, attoniti, non sanno che dire né che fare.

Vi è quindi il funerale di Baldr, cui partecipano creature di ogni tipo, non solo gli dei, ma anche i giganti malvagi, a testimonianza di quanto il dio fosse amato. Odino depose sulla pira funebre Draupnir, mistico anello in grado di generare otto sue copie ogni nove notti.

Nel frattempo Hermóðr, figlio di Odino, cavalca verso Hel, nella speranza di far rendere al mondo Baldr. Ma la regina degli inferi pose una condizione: tutti gli esseri della terra, vivi o morti, avrebbero dovuto piangere, dimostrando così il dolore universale per la morte di Baldr. Solo così gli sarebbe stato permesso il ritorno tra i vivi. Gli Asi inviano dunque messaggeri in ogni dove, ottenendo che tutto, uomini, creature fatate e animali, pietre e alberi, piangano per Baldr. Questo finché in una caverna trovano la gigantessa Þökk, che si rifiuta di prendere parte al cordoglio cosmico ("Þökk piangerà lacrime asciutte per il funerale di Baldr"), condannando per sempre il dio alla morte. Secondo alcuni, in realtà, Þökk era Loki sotto mentite spoglie.

Il dio Baldr, tuttavia, tornerà successivamente al Ragnarök, quando il vecchio mondo sarà stato consumato, per generare, assieme a suo fratello Höðr e ai due figli di Thor, una nuova stirpe divina.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeMer Dic 02, 2009 6:07 pm

baldur ci voleva proprio!!! w viking battle for asgard!!! Dei Vichinghi 663715
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeMer Dic 02, 2009 7:26 pm

Se volete postare qualche dio anche voi non fate complimenti
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeMer Dic 02, 2009 7:30 pm

vorrei ma non ne trovo nessuno che tu non abbia gia postato xD
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeMer Dic 02, 2009 7:33 pm

la mitologia nordica è piena anche di divinità minori quindi credo che ci sarà da postare ancora per molto tempo
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeMer Dic 02, 2009 8:28 pm

quando ne trovo uno lo posterò sicuramente Dei Vichinghi 132180
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeMer Dic 02, 2009 8:44 pm

ottimo! Dei Vichinghi 250192
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeGio Dic 03, 2009 4:53 pm

Ullr

Ullr è una divinità della mitologia norrena. Poco si sa di lui poiché è raramente nominato nelle fonti scritte norrene.

Di lui ci parla Saxo Grammaticus in una breve storia del Gesta Danorum in cui viene narrato come un certo Ollerus (versione latina di Ullr) prese il posto di Odino per dieci anni sul trono degli Æsir, allorquando lo stesso Odino venne cacciato dagli altri dèi. Maggiori informazioni provengono da Snorri Sturluson nella sua Edda in prosa.

Si sa che è un dio della famiglia degli Æsir, e secondo la tradizione è figlio di Egil Orvandil e Sif - la moglie di Thor. Secondo le teorie più accreditate, il nome Ullr è connesso al gotico wulþus "splendore", all'anglosassone wulðor "gloria" e al latino vultus. Ciò porta ad una caratterizzazione della divinità come luminosa, benevola ed ordinatrice, che si contrappone al carattere cosmico, oscuro, magico e a volte terribile di Odino, la divinità suprema del pantheon norreno. Per quanto riguarda il culto di Ullr si possono dare poche notizie certe - poiché scarsamente documentate. Di sicuro il culto è tra i più antichi in area norrena, ciò si può dedurre dalla frequenza nei toponimi del nome Ullr/*Ullinn, attestati fin dall'era pre-vichinga, cioè anteriori all'800 d.C. Questi toponimi ci fanno dunque risalire ad un'epoca di cui si sa poco o nulla riguardo la società, essendo le fonti letterarie tutte posteriori - del XII secolo almeno - anche se inerenti ad eventi risalenti all'epoca vichinga (800-1000 d.C.). Si può però dedurre che fosse una divinità importante, venerata in diversi luoghi. Secondo le fonti scritte, troviamo legati ad Ullr alcuni appellativi, come Bogáss "dio dell'arco", Veðiáss "dio cacciatore" e Önðuráss "dio sciatore", che ci danno chiare indicazioni sulle sue caratteristiche. Era dunque un abilissimo arciere nonché provetto sciatore, quindi strettamente correlato al mondo invernale.

L'importanza dell'inverno nella società scandinava è ovvia, essendo nelle lande nordiche tale parte dell'anno particolarmente lunga e difficile da affrontare. Si narra anche, sempre nelle fonti, che nessuno era in grado di competere vittoriosamente con Ullr sugli sci (che, detto per inciso, erano sci da fondo, di cui la Norvegia rappresenta la patria a livello mondiale). I suoi sci erano costruiti con delle ossa e ciò rafforza la teoria che il culto sia molto antico, essendo tale materiale molto diffuso in epoca pre-vichinga, secondo le fonti archeologiche. Altra importante caratteristica era la sua forza ed abilità in battaglia, motivo per cui veniva spesso invocato prima dei combattimenti. Possedeva poi un anello sotto cui si poteva prestare giuramento, caratteristica anche questa comune a varie divinità. Secondo quanto scritto nel Grímnismál la sua dimora è Ydalir, "valli del tasso".

Essendo i migliori archi fabbricati col tasso, ciò non fa che sottolineare il fatto che fosse un abile arciere. Una più pregnante allusione ad Ullr si ha nell'Atlakvida in cui Gudrun, nel maledire il marito traditore Attila, ricordò lui come avesse fatto dei giuramenti al fratello, salvo poi averli in ultimo rinnegati. L'ultimo di questi di giuramenti fu fatto proprio sull'anello di Ullr.

Il nome ritorna anche in molte kenningar scaldiche (Una kenning esprime un concetto in altri termini, è una sorta di metafora), anche se esse non aggiungono nulla di nuovo alle caratteristiche della divinità. Per esempio un guerriero può essere chiamato "Ullr della battaglia" o "Ullr delle divinità delle battaglie", mentre un poeta poteva avere come appellativo "Ullr della poesia". Thor viene a sua volta nominato come patrigno di Ullr da uno dei più antichi scaldi. Altre kenning del tipo "nave di Ullr" per campo di battaglia sono di difficile interpretazione e rimandano con ogni probabilità ad un culto ancora più antico e caduto in disuso ormai da tempo.
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MessaggioTitolo: Re: Dei Vichinghi   Dei Vichinghi Icon_minitimeVen Dic 04, 2009 6:38 am

Con questo credo di aver quasi finito le divinità! Dei Vichinghi 448543
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