EGITTO
Quanto costa un dittatore ?
Se si facesse un bilancio, con 70 miliardi Mubarak sarebbe l’uomo più ricco del mondo
IL CAIRO - Le cifre della ricchezza di Mubarak saranno sempre difficili da verificare, dato che, a differenza degli imprenditori, i dittatori tendono a non pubblicare i propri redditi né fanno a gara per entrare nella top-ten di Forbes o sulla copertina di Bilanz. Di certo, i fondi che ha accumulato in 30 anni di governo non sono tutti in giacenza in una banca del Cairo. Il patrimonio di Mubarak e famiglia si aggirerebbe i 40 e i 70 miliardi di dollari; in confronto l'uomo più ricco del mondo, il magnate messicano dei telefoni Carlos Slim, vale circa 54 miliardi di dollari, al confronto e Bill Gates della Microsoft ha un patrimonio netto di circa 53 miliardi.
Il militare in pensione Mubarak avrebbe accumulato la sua fortuna con le fette di tutti gli affari importanti egiziani degli ultimi tre decenni, dallo sviluppo del bacino del Nilo ai transiti nel canale di Suez da dove passa 4 per cento del petrolio mondiale. Non male per una nazione dove il reddito pro capite è di 6.200 dollari l’anno e dove la mancanza cronica di posti di lavoro e l’impossibilità di far carriera è stato il maggior fattore della rivolta di milioni di giovani infuriati in piazza, un dato che deve far pensare anche l’Occidente che, a sua volta, vede gravi problemi per l’occupazione giovanile.
Le settimane che, per solidarietà di casta, l’esercito, i cui alti ufficiali sono stati quasi certamente sul suo libro paga, gli ha concesso prima di cedere alla piazza praticamente senza sparare - un fenomeno nuovo a quelle latitudini per una ‘dittatura’ e che deve far riflettere - hanno probabilmente consentito a Mubarak di smistare il suo patrimonio in aree più sicure dell’inaffidabile Svizzera. Il Governo elvetico, preferendo sacrificare un cliente, magari grosso, per tenere buoni gli stati soloni della demagogia, ha - temporaneamente- congelato i depositi che potrebbero essere collegati a Mubarak nelle banche svizzere, anche se questa mossa ad effetto non significa automaticamente che il denaro, se sarà trovato davvero, verrà restituito al popolo egiziano, o meglio al nuovo faraone popolare. Sta di fatto, che si era parlato di apparenti legami della moglie del rais con dirigenti della banca ginevrina UBP.
Ma se l’immaginario collettivo tira sempre in ballo la nostra Nazione quando si parla, in male, di miliardi, i fondi riferibili a Mubarak si trovano nelle banche inglesi, come la maggior parte delle fortune mediorientali, e in piazze finanziarie che non vengono mai alla mente dei media, ma che custodiscono l’enorme maggioranza dei fondi di provenienza incerta: Cipro, Libano, Cayman e altre destinazioni, tra cui Arabia Saudita e Singapore. Si deve anche ricordare come, per assicurare un’uscita non traumatica del politico sfortunato di turno, vengano spesso stabiliti accordi d’esilio che consentono al fuggitivo di conservare la vita e alcune delle sue ricchezze, senza troppe domande, in cambio della sua rinuncia alla politica e a rivalse di riconquista di potere successive.
Anche se Mubarak e i figli Gamal e Alaa non si vedevano cenare da Astoux a Cannes né ai tè all’inglese al Brown’s Hotel di Londra come tanti principi sauditi, la famigliola ha acquistato tenute di lusso a Londra, New York e Beverly Hills, oltre che in quella bolgia del turismo di massa che è Sharm El Sheikh, dove pare trovarsi in questi giorni.
Ma se non si dispone di un estratto conto dei miliardi di Mubarak, e anche se venissero recuperati, è certo che non finiranno a quegli Egiziani che sono scesi in piazza per essere travolti dalle camionette, né che l’Egitto diventerà più prospero e democratico. Il meccanismo del potere, ovunque, fa sì che il capo sia solo l’elemento più visibile. Chi è, e sarà a lungo in grado d’influenzare le scelte, è la casta dei funzionari statali e dell'esercito, che grazie al potere si sono fatti ricchi e hanno avuto privilegi cui non vogliono ora rinunciare. Per l'Egitto, e per il mondo, il lavoro di pulizia è ancora lontano dal cominciare.
Fonte: http://affari.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=615912&idsezione=12&idsito=109&idtipo=441