Manovra economica

L’obiettivo : Pareggiare il bilancio in anticipo di un anno

Per raggiungere il traguardo occorrerà sciogliere due nodi: la crescita del PIL e l’equilibrio tra le entrate e i tagli alla spesa


La manovra appena approva­ta dal Parlamento italiano è destinata ad abbattere l’indebitamento netto di 54,3 miliardi di euro nel 2013, l’anno del tra­guardo del pareggio di bilancio. Circa 4,4 miliardi in più della prima versione del provvedimento, quella varata il 12 ago­sto. E se si somma questo decreto a quel­lo di luglio, la correzione dei conti pub­blici supera i 59 miliardi di euro nel 2014, sempre ai fini dell’indebitamento netto. I dossier del servizio Bilancio di Came­ra e Senato specificano che, nell'arco del triennio in corso, i due provvedimenti comportano una manovra netta totale di 2,8 miliardi nel 2011, 28,3 miliardi nel 2012, e 54,3 miliardi nel 2013. Si tratta insomma di una correzione dei conti co­lossale, tra le più «pesanti» degli ultimi decenni, varata sotto il pressing dei mer­cati e della Banca centrale europea con l’ambizioso obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio un anno prima del previsto.
Esistono però due nodi, intrecciati tra lo­ro, che non tarderanno ad arrivare al pet­tine. Il primo è che per raggiungere il tra­guardo del pareggio le due manovre, quella di luglio e quella approvata ieri, presuppongono una roboante crescita del PIL italiano dell’1,1% per quest’an­no, dell’1,3% per il 2012, dell’1,5% nel 2013 e e dell’1,6% nel 2014. Le stime più recenti parlano tutt’altra lingua: una set­timana fa il Fondo monetario ha taglia­to le previsioni sull’incremento del PIL tricolore allo 0,8% nel 2011 e allo 0,5% nel 2012; sempre una settimana fa an­che l’OCSE si è allineata, riducendo le stime per quest’anno dall’1,1% allo 0,7%. Tutti segnali che indicano la necessità di varare presto nuove correzioni.
Il secondo nodo è la composizione della doppia manovra, sbilanciata sul versante delle entrate rispetto a quello dei tagli di spesa: nel 2011 il 92% del «gettito» arrive­rà dal fronte fiscale, nel 2012 sarà il 73%, nel 2013 il 65% e nel 2014 il 66%. Il tutto in un contesto dove la pressione tributaria toccherà nel 2014 il picco record del 44,5%, secondo le più recenti stime di Bankitalia (che pure non tenevano conto dell’aumen­to di un punto dell’IVA). Come conciliare la necessità di fare correre il PIL per tene­re a bada il debito con una pressione fi­scale così schiacciante? È quello che si do­manda Bruxelles, chiedendo a Roma mi­sure strutturali per favorire la crescita, a partire dalle liberalizzazioni. E con lei se lo domandano i mercati finanziari, che continuano a tenere sotto pressione i tito­li di Stato italiani, con il differenziale tra i BTP tricolori e il Bund tedesco ormai re­golarmente più ampio dell’equivalente per i Bonos spagnoli.
Ma vediamo in dettaglio i principali inter­venti della manovra approvata ieri.
Aumento IVA. L’aliquota dell’IVA ordina­ria sale dal 20 al 21%. Attenzione però: non tutti i beni e servizi vengono colpiti dai rin­cari. L’IVA prevede infatti un’aliquota ri­dotta al 10% che si applica tra l’altro a mol­ti alimentari e alle ristrutturazioni edili­zie. Prevede poi un’aliquota ultraridotta al 4%, per i generi di prima necessità (co­me pane e latte).
Contributo di solidarietà. Dal 1. genna­io 2011 alla data del raggiungimento del pareggio di bilancio chi possiede un red­dito complessivo lordo superiore a 300 mila euro pagherà un contributo di so­lidarietà (sulla parte eccedente i 300 mi­la) del 3%.
Imposta money transfer. Viene introdot­ta un’imposta di bollo del 2% (con un mi­nimo di 3 euro) sui trasferimenti di dena­ro all’estero attraverso gli istituti bancari, le agenzie «money transfer» e altri agen­ti. L’imposta non è dovuta per i trasferi­menti effettuati da cittadini UE e per quel­li verso i Paesi UE.
Pensionamento donne. Il percorso di al­lineamento dell’età pensionabile delle la­voratrici del settore privato a quelle del settore pubblico viene anticipato di due anni. Si parte dal 2014, invece che dal 2016, con un iter graduale che porterà il requi­sito minimo a 65 anni entro il 2026.
Carcere per gli evasori. Si allenta la nor­ma della manovra che prevede il carcere per chi evade oltre 3 milioni di euro: per­ché scattino le manette l’ammontare del­l’imposta evasa dovrà essere superiore al 30% del volume d’affari.
Stretta sulle società di comodo. L’aliquo­ta sul reddito minimo viene aumentata di 10,5 punti percentuali (dal 27,5% al 38%). E non c’è modo di compensare questa maggiore imposta con perdite o oneri de­ducibili di altri soggetti.


Fonte: Corriere del Ticino, 15.9.2011

Aggiungo anche che le tanto attese e propagandate riduzioni dei costi della politica sono stati ulteriormente rimandati. Oltre che, come prevedibile, le misure contro l'evasione sono state allentate.

TUTTE "manovre" di figura...
Es: Le province svolgono certe funzioni come enti. Se le tolgo, quelle funzioni devono essere svolte lo stesso (dallo stesso personale, tra l'altro...). Cosa cambia? Nulla! Solo un paio di accorpamenti a province unificate, con un risparmio lordo dello 0,0000001%.

Citazione :

Contributo di solidarietà. Dal 1. genna­io 2011 alla data del raggiungimento del pareggio di bilancio chi possiede un red­dito complessivo lordo superiore a 300 mila euro pagherà un contributo di so­lidarietà (sulla parte eccedente i 300 mi­la) del 3%.

Contributo: Figo!

E invece no. Quanti ce ne sono in italia con un reddito superiore a 300'000€ annui? 1000? E quant'è il gettito derivante? 10 milioni ad andar bene? Devo ricordare che il debito è in ordine di un centinaio di MILIARDI (e non in decine di milioni)?

Citazione :

Pensionamento donne. Il percorso di al­lineamento dell’età pensionabile delle la­voratrici del settore privato a quelle del settore pubblico viene anticipato di due anni. Si parte dal 2014, invece che dal 2016, con un iter graduale che porterà il requi­sito minimo a 65 anni entro il 2026.

Bello. A che c****o serve se la crisi è ora e entro 4-5 anni deve essere finita?! Aumentare il limite massimo in 15 anni non serve ad una mazza niente sul corto periodo...

Citazione :

Carcere per gli evasori. Si allenta la nor­ma della manovra che prevede il carcere per chi evade oltre 3 milioni di euro: per­ché scattino le manette l’ammontare del­l’imposta evasa dovrà essere superiore al 30% del volume d’affari.
Stretta sulle società di comodo. L’aliquo­ta sul reddito minimo viene aumentata di 10,5 punti percentuali (dal 27,5% al 38%). E non c’è modo di compensare questa maggiore imposta con perdite o oneri de­ducibili di altri soggetti.

Eh si dai! Tutto in senso opposto! C'è davvero bisogno che la spieghi, questa?

Citazione :

Per raggiungere il traguardo occorrerà sciogliere due nodi: la crescita del PIL e l’equilibrio tra le entrate e i tagli alla spesa

Il titolo dice giusto: peccato che queste cosiddette "manovre" (che non sono altro che la solita m***a cagata dalla bocca dei soliti politici dell'intelligenza economica di una piastrella che però pensano solo al proprio utile e non a quello di chi rappresentano) vadano in senso totalmente opposto a quello inteso...

I punti da toccare sono due. Un assioma geometrico recita: "Per due punti passa una e una sola retta.". Peccato che la retta risolutiva sia lontana anni luce da questi due punti, e pure l'inclinazione è sbagliata...

il commento migliore su questa manovra viena da spinoza:

ci alzano l'iva per non alzare le tasse. come dire che c'inculano per non sodomizzarci.

Il commento migliore viene sempre da Spinoza.... o dalla nonciclopedia (ahimé non più attiva come un tempo)....

E comuqnue domani aumento dell'IVA dell'1%...
Evvivaaaaaaa :§r§r: