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 Discussione filosofica sul vuoto e la morte

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MessaggioTitolo: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeLun Mag 07, 2012 2:31 pm

Questo è il tentativo di esposizione di una teoria filosofica che mi è venuta in mente cercando di conciliare le categorie del vuoto buddhista con il concetto di morte. Probabilmente mancherà di senso logico da qualche parte non essendo stata concepita come un unico discorso e mancando di un'esposizione unitaria, ma farò del meglio; inoltre ne verranno citati una gran quantità di autori lontanissimi fra loro, talmente diversi che se mi sentissero farebbero probabilmente come i filosofi di Luciano e risorgerebbero dalle tombe per legnarmi a dovere. Proverò a cercare di dare un senso al tutto e di non trasformare il topic in un accozzaglia di osservazioni a caso.

Partendo dalle basi, illustro il concetto di vuoto. Questa è una dottrina esposta per la prima volta dal monaco indiano Nagarjuna che molto banalmente suona così: tutte le cose sono vuote.
Cosa sono le cose ? Tutto, tutto ciò che esiste e che non esiste, il materiale e l'immateriale e non importa una qualsiasi distinzione fra fenomenico e noumenico; nell'originale si parla delle 10'000 cose, ossia di tutto l'universo (giusto per chiarezza, si intenderebbe compreso anche il Dio monoteista e simili).
Cosa vuol dire che qualcosa è vuoto ? Vuoto vuol dire che è privo di significato, che non possiede un senso intrinseco: una forchetta è solo una forchetta, un pezzo di metallo, un uomo che uccide un altro uomo è solo un'uomo che uccide un altro uomoe null'altro. Non esiste un significato in sè nelle cose o nelle nostre azioni, ma siamo noi che gliemo diamo. Per il buddhismo è una cosa semplicissima, che si percepisce immediatamente (nel buddhismo esiste un sesto senso che il pensiero/mente, ndr), è la semplice constatazione che le cose sono vuote. Anche il Buddha e il buddhismo stesso sono vuoti, sono privi di un reale significato, ma fanno solamente parte delle illusioni dell'uomo. In soldoni e senza avventurarci nelle varie declinazioni dottrinali il concetto di vuoto è questo.

Ora io mi chiedo: da dove salta fuori questo vuoto delle cose ? Io complico parecchio la situazione, dicendo che nemmeno il vuoto è intrinseco alle cose, e che queste sono pertanto vuote il doppio (o piene e vuote contemporaneamente, se si preferisce): siamo noi stessi che prima attribuiamo il vuoto o mancanza di significato alle cose, e poi lo neghiamo attribuendo alle cose stesse un significato (sì, ho tirato in ballo Protagora). Come avviene ?
Avviene con il pensiero della morte. Noi umani siamo esseri senzienti, ma questo cosa vuol dire ? Non vuol dire che siamo gli unici in grado di dire "io esisto" ma che questo sentimenti di esistenza venga subordinato ad un altro di transitorietà e coscienza della propria inevitabile e ineluttabile fine; questo "io esisto" si trasforma in un "io esisto per il momento". Non possediamo quindi una coscienza dell'essere, bensì una coscienza della propria mortalità; heideggeriamente parlando noi viviamo il nostro tempo solo per morire, e la nostra senzienza consiste nell'essere più o meno consapevoli di ciò (no, neanch'io capisco Heidegger del tutto, ma mi piace molto e quindi lo cito).
Ora, questa ineluttabile consapevolezza dell'imminenza della propria morte (apro una parentesi: no, non ho ancora conciliato quest'idea con l'Io, l'Es e il Super-Io di Freud. Appena mi salta il ticchio e ho un po' di tempo lo faccio btw) è ciò che ci porta a considerare tutte le cose come vuote: che significato può avere una qualsiasi cosa se noi siamo destinati a morire ? Che senso può avere ? La risposta è semplicissima, nessuno (e qui Kant che era uscito dalla porta rientra dalla finestra).

A questo punto salta fuori dal cappello un'altra osservazione empirica, e cioè che gli uomini non sono in grado di vivere in un mondo vuoto, ma hanno bisogno di riempirlo in un qualche modo (e si tira in ballo Schopenhauer, l'angoscia degli esistenzialisti da Kierkegaard a Sartre, e bla bla bla). Come si fa ? Si fa in tre modi (per ora, sono i tre a cui finora sono arrivato):
il primo è quello di vivere in una specie di culto della morte accettandola come propria compagna sulla scia dell'Hagakure, di Mishima e così via (il guerriero, toh);
il secondo è quello di pensarci il meno possibile e cercare di vivere come se niente fosse (l'ignavo);
il terzo è quello di costruirsi un mondo in cui non è la nostra vita a perdere di significato bensì la morte stessa, e da qui nascono le religioni e tutto il resto (il religioso).


Cosa ne pensate ? Ha vagamente senso ? Spero solo di averci messo tutto, perchè in realtà me la sono prima costruita mentalmente e poi l'ho scritta, quindi molto probabilmente manca un pezzetto, un salto logico o qualcosa di simile.


EDIT ora che ci penso sono anche riuscito a ficcarci dentro il relativismo senza manco accorgermene. Mica male.

EDIT2 ora che ci penso, anche quelle tre classi semi-kierkegaardiane non sono certo ben definite; diciamo che rappresentano più una tendenza e un'oscillazione fra vari poli che non una distinzione netta.
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeLun Mag 07, 2012 5:11 pm

Be' ? Nessuno ? Lo so che ho mischiato un sacco di roba, che non è facile e che la grammatica del post si è ridotta ad un opinione molto personale, ma proprio nessuno l'ha capita :§öliop: ?
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeLun Mag 07, 2012 6:51 pm

Se ho ben capito il succo del discorso è che noi attribuiamo il vuoto alle cose grazie alla consapevolezza della nostra finitezza ed inevitabile morte. Mi pare sensato come ragionamento.



Citazione :
siamo noi stessi che prima attribuiamo il vuoto o mancanza di significato alle cose, e poi lo neghiamo attribuendo alle cose stesse un significato

In che senso? Se io vedo una forchetta e dico:" questa è una forchetta, nulla di più e nulla di meno,solo una forchetta" ho attribuito il vuoto alla forchetta,perfetto.
Ma perché poi dovrei negare ciò che pochi secondi fa ho affermato? Cosa è cambiato?


Ora devo scappare e non ho tempo di fare altri appunti. Magari questa sera tardi.

See ya :§.po:

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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeLun Mag 07, 2012 8:06 pm

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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeLun Mag 07, 2012 8:55 pm

Citazione :

siamo noi stessi che prima attribuiamo il vuoto o mancanza di significato alle cose, e poi lo neghiamo attribuendo alle cose stesse un significato

Ma sono l'unico che ha capito? Cioè... in realtà ho capito solamente se avviene prima l'attribuzione di significato e poi la presa di coscenza sul fatto che esso non esista; in ordine quindi inverso a quanto detto da Sephiroth che magari si era confuso
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeLun Mag 07, 2012 8:58 pm

Capp@ be', è una reazione sensata.



Candyman@ non ho capito quel che vuoi dire. Leggi sotto e forse ti è chiaro.



Paranoid ha scritto:
Citazione :
siamo noi stessi che prima attribuiamo il vuoto o mancanza di significato alle cose, e poi lo neghiamo attribuendo alle cose stesse un significato

In che senso? Se io vedo una forchetta e dico:" questa è una forchetta, nulla di più e nulla di meno,solo una forchetta" ho attribuito il vuoto alla forchetta,perfetto.
Ma perché poi dovrei negare ciò che pochi secondi fa ho affermato? Cosa è cambiato?

Hai la forchetta in sè, senza alcun significato, ergo è vuota. Poi tu a causa della coscienza-della-propria-mortalità le attribuisci un significato ulteriore, cioè quello di essere vuota. Quindi la forchetta si ritrova sia ad essere vuota il doppio sia ad essere vuota e piena insieme, in quanto se tu affermi che qualcosa è vuoto quel qualcosa non è più vuoto visto che gli stai attribuendo un significato (anche se il significato che attribuisci è quello di non avere significato), e stai cioè negando la natura della forchetta che è vuota, anche se questa negazione consiste nella affermazione della natura vuota stessa della forchetta.
Il problema, e credo sia chiaro, è che ci troviamo di fronte a qualcosa che sfugge alla nostra logica aristotelica (visto che una cosa si ritroverebbe vuota e piena allo stesso tempo, e che sarebbe piena di vuoto e vuota di pienezza se per pienezza intendiamo l'attribuzione di un significato), e perciò le strade sono due: o abbandoniamo la logica aristotelica e ci diamo allo zen, oppure ce ne strafreghiamo.


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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeMar Mag 08, 2012 11:54 pm

Eppure strano credo la soluzione di quella quando in realtà è facile capire quando un significato di per sè alla realtà non corrisponde un pensiero logico ma irrazionale di eventualità complesse ma meno intricate del solito procedimento filologico attuale (o almeno degli ultimi 100 anni).
Non so è un ragionamento che esula secondo me dalla finalità intrinseca del nostro progredire attraverso la realtà per raggiungere un compromesso esistenziale del (o almeno semi-irrazionale).
Non credi?
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeMer Mag 09, 2012 12:04 am

^ L'unica risposta appropriata al tuo commento è: :§nbfdb:
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeMer Mag 09, 2012 12:07 am

Azz pensavo ci cascassi :§ewew:
Sapevo che utilizzare "procedimento filologico attuale" mi avrebbe rovinato lo scherzo. :§r§r:
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeMer Mag 09, 2012 12:10 am

Diciamo che è stata la quarta volta in cui non hai completato una frase lasciandola lì in sospeso che mi ha fatto sorgere qualche sospetto :§1§§§§:
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeVen Mag 25, 2012 9:26 am

Partirei dalla definzione

Cosa vuol dire che qualcosa è vuoto ? Vuoto vuol dire che è privo di significato, che non possiede un senso intrinseco

La definizione è solitamente qualcosa di piuttosto libero, ed arbitriario. Quindi direi che questa va benissimo.
Tenderei a sottolineare come essa definisca un vuoto nell'ambito filosofico, o concettuale (riguardo i rapporti di causa-effetto), e non naturalistico o scientifico.
Ci può stare insomma.

Andiamo poi alla prima tesi: "tutte le cose sono vuote", e in particolare, alla dimostrazione di questa tesi.
In sostanza, si dice che le cose in sé non hanno una funzione: è l'uomo ad attribuirgliene una.
Questo può avere senso magari per una forchetta, ma non so se si possa estendere al resto.
Ci sono cose che hanno funzioni intrinseche, per esempio in natura. Gli squali sono gli "spazzini del mare", per esempio, la loro funzione, tra le tante, è quella di impedire che i pesci malati propaghino le loro epidemie. E' vero che in sé uno squalo è uno squalo, ma la sua esistenza assume questo compito narturalistico. L'uomo, più che attribuirgli una funzione, mi sembra piuttosto che la recepisca, che la scopra.
Mi sembra che ci siano quindi cose che abbiano degli scopi, dei significati, e che l'uomo ne prenda atto piuttosto che sia colui che ne attribuisca uno.
Tutto l'ecosistema si regge su relazioni, connessioni, cause ed effetto, senza le quali non sarebbe tale.
La legge di attrazione gravitazionale invece non ha uno scopo, ma una conseguenza: grazie a lei esistono i pianeti, le stelle, e poi tutto ciò che ne consegue. Dire che è vuota, non so, non mi convince.
Questa è la mia interpretazione, posso capire che questa mia interpretazione non sia una controdimostrazione della teoria del vuoto, ma tenderei a respingere quest'ultima. La tautologia "lo squalo è uno squalo" non si può certo rifiutare, ma la trovo riduttiva.
Io devo dire faccio proprio il lavoro opposto. Penso che ci siano nessi, cause, significati, e mio compito è scoprirli, formalizzarli, comprenderli e quantificarli. Questo è il mio approccio quando faccio ricerca.

Tutto questo per dire: secondo me la teoria del vuoto che esponi è un po' un punto di vista, un approccio, di sicuro non una certezza. Personalmente la trovo una interpretazione riduttiva (tipo dire che un quadro è un "ammasso di molecole", giustissimo ma che non tiene conto della dimensione artistica), ma, come detto poco sopra, sono punti di vista.



Passiamo alla tua seconda tesi, un corollario quasi:

Citazione :
Io complico parecchio la situazione, dicendo che nemmeno il vuoto è intrinseco alle cose, e che queste sono pertanto vuote il doppio : siamo noi stessi che prima attribuiamo il vuoto o mancanza di significato alle cose, e poi lo neghiamo attribuendo alle cose stesse un significato

Il fatto che noi prima attribuiamo il vuoto e poi un significato di per sé è vero.
Non so se la definizione più adatta sia "doppiamente vuoto", ma il concetto mi pare valido.
Rimane sempre però il dubbio sul fatto che le cose siano veramente prive di significato.

Una veloce considerazione sulla tesi che afferma che, essendo noi mortali, non abbiamo possibilità di dare un significato alle cose. Bhe, anche lì non sono proprio convintissimo. Non vedo un nesso rigoroso tra la non-eternità e l'incapacità di attribuire un significato alle cose. Servirebbe una argomentazione più dettagliata.


Spero di averti fornito qualche spunto. Non sono un filosofo, non ho mai potuto studiare filosofia (dato che il nostro professore era completamente fuori di balcone, raccontava balle assurde tutto il tempo, tipo che stava in spiaggia in spagna e sono arrivati i pirati sul vascello che gli hanno rubato 300 euro e poi lui però aveva un fucile con un solo colpo in canna e mentre il vascello si allontanava lui ha preso la mira e ha ammazzato il capitano pirata. Le spacciava come vere ste cose, e ce ne sarebbero altre),e di mio alla filosofia non mi sono mai interessato, quindi il mio è un approccio "esterno".
Penso nunzio potrebbe invece darti qualche spunto "interno", traendo spunto proprio dalla filosofia stessa.
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeVen Mag 25, 2012 11:11 am

Thx per la risposta !


Asurian ha scritto:
Partirei dalla definizione

Cosa vuol dire che qualcosa è vuoto ? Vuoto vuol dire che è privo di significato, che non possiede un senso intrinseco

La definizione è solitamente qualcosa di piuttosto libero, ed arbitriario. Quindi direi che questa va benissimo.
Tenderei a sottolineare come essa definisca un vuoto nell'ambito filosofico, o concettuale (riguardo i rapporti di causa-effetto), e non naturalistico o scientifico.
Ci può stare insomma..

E' la definizione classica del buddhismo, ma fai attenzione: non è tanto il vuoto (o mancanza di significato) che viene definito in questo modo, quanto l'essenza delle cose che viene definita vuota (e cio priva di significato).

Asurian ha scritto:

Andiamo poi alla prima tesi: "tutte le cose sono vuote", e in particolare, alla dimostrazione di questa tesi..

Per il buddhismo standard le cose si percepiscono automaticamente vuote, un po' come noi diciamo "è rossa o blu".

Asurian ha scritto:

In sostanza, si dice che le cose in sé non hanno una funzione: è l'uomo ad attribuirgliene una..

Questa mia, perchè la precedente mi sconfinferava poco.

Asurian ha scritto:

Questo può avere senso magari per una forchetta, ma non so se si possa estendere al resto.
Ci sono cose che hanno funzioni intrinseche, per esempio in natura. Gli squali sono gli "spazzini del mare", per esempio, la loro funzione, tra le tante, è quella di impedire che i pesci malati propaghino le loro epidemie. E' vero che in sé uno squalo è uno squalo, ma la sua esistenza assume questo compito narturalistico. L'uomo, più che attribuirgli una funzione, mi sembra piuttosto che la recepisca, che la scopra.
Mi sembra che ci siano quindi cose che abbiano degli scopi, dei significati, e che l'uomo ne prenda atto piuttosto che sia colui che ne attribuisca uno.
Tutto l'ecosistema si regge su relazioni, connessioni, cause ed effetto, senza le quali non sarebbe tale.
La legge di attrazione gravitazionale invece non ha uno scopo, ma una conseguenza: grazie a lei esistono i pianeti, le stelle, e poi tutto ciò che ne consegue. Dire che è vuota, non so, non mi convince.

Il fatto non è che sia vuoto solo lo squalo, ma è vuota anche la sua funzione, vuota la scoperta dell'uomo di essa e vuoto l'ecosistema. Il punto è che non esiste una verità ultima, assoluta che possa legittimare le cose a prescindere, perchè poi dovrebbe anche legittimare sè stessa, un po' come la situazione dei libri sacri:"il libro sacro dice sempre la verità. Perchè ? Perchè lo dice il libro sacro. E qual'è la fonte del libro sacro ? La divinità. E dove sta scritto che il libro viene dalla divinità ? Nel libro sacro.".
Nel Buddhismo si considerano transitori e privi di significato anche il buddhismo e il Buddha stesso; la legge di gravitazione universale è vuota, ha una conseguenza che è vuota anch'essa e sono vuoti tutti gli effetti da essa causati, lo stesso universo di per sè è vuoto.
Forse non mi ero spiegato bene, ma proprio tutto è vuoto, materiale e immateriale, concetto o non concetto. In un certo senso, lo stesso vuoto.....è vuoto.


Asurian ha scritto:

Tutto questo per dire: secondo me la teoria del vuoto che esponi è un po' un punto di vista, un approccio, di sicuro non una certezza. Personalmente la trovo una interpretazione riduttiva (tipo dire che un quadro è un "ammasso di molecole", giustissimo ma che non tiene conto della dimensione artistica), ma, come detto poco sopra, sono punti di vista.

Ma la dimensione artistica è un'aggiunta soggettiva dell'uomo. Comunque è solo una base di partenza per altre riflessioni, come ho fatto io e come fa il buddhismo.

Asurian ha scritto:

Passiamo alla tua seconda tesi, un corollario quasi:

Citazione :
Io complico parecchio la situazione, dicendo che nemmeno il vuoto è intrinseco alle cose, e che queste sono pertanto vuote il doppio : siamo noi stessi che prima attribuiamo il vuoto o mancanza di significato alle cose, e poi lo neghiamo attribuendo alle cose stesse un significato

Il fatto che noi prima attribuiamo il vuoto e poi un significato di per sé è vero.
Non so se la definizione più adatta sia "doppiamente vuoto", ma il concetto mi pare valido..

Diciamo così: c'è la cosa, poi arriva l'uomo e le attribuisce il vuoto; poi glielo nega attribuendole qualcos'altro (che è sempre vuoto), eccetera eccetera.

Ma il dubbio rimane: come cavolo era quella cosa prima che l'uomo le attribuisse il vuoto ? L'unica soluzione che mi viene in mente è dire che fosse già vuota, e quindi distinguere fra un vuoto ex ante e un vuoto ex post, ma il dilemma in un certo senso rimane perchè se io ho introdotto l'attribuzione dell'uomo per dare una spiegazione del perchè le cose fossero vuote così torniamo al punto di partenza. Ma del resto anche il sapere come fosse la cosa prima dell'uomo non dovrebbe cambiare nulla, quindi boh ?


Asurian ha scritto:

Una veloce considerazione sulla tesi che afferma che, essendo noi mortali, non abbiamo possibilità di dare un significato alle cose. Bhe, anche lì non sono proprio convintissimo. Non vedo un nesso rigoroso tra la non-eternità e l'incapacità di attribuire un significato alle cose. Servirebbe una argomentazione più dettagliata..

Purtroppo il mio tempo è limitato, ma per stasera vedo di risponderti in maniera adeguata.

Asurian ha scritto:

Spero di averti fornito qualche spunto. Non sono un filosofo, non ho mai potuto studiare filosofia (dato che il nostro professore era completamente fuori di balcone, raccontava balle assurde tutto il tempo, tipo che stava in spiaggia in spagna e sono arrivati i pirati sul vascello che gli hanno rubato 300 euro e poi lui però aveva un fucile con un solo colpo in canna e mentre il vascello si allontanava lui ha preso la mira e ha ammazzato il capitano pirata. Le spacciava come vere ste cose, e ce ne sarebbero altre),e di mio alla filosofia non mi sono mai interessato, quindi il mio è un approccio "esterno".

Di professori sballati ne ho avuti anch'io ma il tuo li batte tutti.
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeVen Mag 25, 2012 11:56 am

Il vuoto non esiste se non nella estinzione della sub-coscienza dall'assoluto...dall'onnipresenza.

In sostanza una carica energetica che si dissolve divenendo parte del tutto nella più ibrida forma....piuttosto che espandersi, evolversi ed attrarre intenzionalmente.

Nulla si estingue tutto si trasforma...ed il nulla può ricadere solo nella trasformazione da essenza consapevole ad essenza priva di consapevolezza.

Diciamo che il subconscio può divenire nella sua dimensione, per sua reazione, quello che la coscienza diviene in questa dimensione, per sua natura... il nulla ovvero la sua trasfromazione in qualcosa priva di consapevolezza.

Tu per amore non estingui il tuo granello di spirito nell'essenza divenuta, io per tua negazione farò estinguere il tuo granello di spirito attraverso il loro libero arbitrio, la cui consapevolezza e co-creazione intenzionale discende. Amore assoluto è libertà assoluta, non potrai salvarli dal loro divenire intenzionale. Il nulla.









Ultima modifica di SIGMAR il Ven Mag 25, 2012 12:07 pm - modificato 2 volte.
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeVen Mag 25, 2012 12:03 pm

Citazione :
Una veloce considerazione sulla tesi che afferma che, essendo noi mortali, non abbiamo possibilità di dare un significato alle cose. Bhe, anche lì non sono proprio convintissimo. Non vedo un nesso rigoroso tra la non-eternità e l'incapacità di attribuire un significato alle cose. Servirebbe una argomentazione più dettagliata..

Prime cavolate venute in mente: non è la non-eternità, bensì la consapevolezza di essa che ci rende vuoti; noi solitamente non pensiamo "potrei anche morire fra 10 secondi", ma tendiamo a collocare la morte come un pensiero molto distante da noi.
Se ti rendi conto che la mattina ti alzi senza sapere se ti coricherai la sera che significato può avere quello che fai ? Sei tu che per sopperire a questa mancanza un significato glielo attribuisci.
Questa consapevolezza l'abbiamo (l'avremmo....) solo a livello inconscio, e questo ci permette di vivere con relativa tranquillità; quando affiora a livello conscio allora ne derivano nichilismo, narcisismo e così via.

Non ho la più pallida idea se come risposta ti soddisfa, sono le prime cose che mi sono venute in mente senza capo nè coda e potrei benissimo aver sparato delle boiate pazzesche.



EDIT Sigmar non ci ho capito una mazza.
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeVen Mag 25, 2012 12:16 pm

Sephiroth ha scritto:




EDIT Sigmar non ci ho capito una mazza.

La mente è limitata nell'esprimersi e nel comprendere...che dimensione di limiti...nonostante questo non ce ne accorgiamo della dicotomia tra ciò che siamo, da cio che manifestiamo ;).

C'è un'abbisso talmente percettibile che ci sconforta invece di illuminarci.

La gabbia è il nostro corpo, lo strumento attraverso cui interagiamo in questa dimensione. Il corpo è il nostro spirito la nostra essenza che può divampare in ogni dove in questa dimensione ma lo strumento di materializzazione rimane il corpo, uno strumento limitato.

Non so come poter esprimere la mia intenzione in altri modi, non ci sono altri modi...non c'è modo di manifestare una quercia secolare con una pianta di basilico. Questo vale per tutti noi, per tutto ciò che sentiamo ma non riusciamo a farlo comprendere nella sua pienezza.

Forse in un'altra dimensione con un altro strumento potremmo almeno manifestare una quercia secolare in un ulivo.
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeVen Mag 25, 2012 12:22 pm

Ho capito il discorso generale (sigmar a parte) ma non mi interessa. Gli unici filosofi che mi siano mai piaciuti e che abbiano fatto un discorso sensato (per me) sono gli empiristi, che alla fine, se non sbaglio, sono arrivati a dire che partendo dall'esperienza non si può giustificare tutto.
Tutti i discorsi che si distaccano dall'esperienza sono solo seghe mentali. Quindi la forchetta la uso per mangiare gli spaghetti, lo squalo sto attento che non mi morda le chiappe e tanti saluti :D
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeVen Mag 25, 2012 1:15 pm

Sigmar@ l'unica cosa che sono riuscito a capire di sicuro del tuo post è quando ti rifai al concetto kantiano di fenomeno/noumeno; più che una gabbia comunque la definirei una prigione di cristallo.


Skidi@ ti assicuro che le seghe mentali come questa sono molto soddisfacenti, anche meglio di quelle materiali. Finchè non la spacci per Verità assoluta sei libero di elucubrare tutto quello che vuoi.
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeVen Mag 25, 2012 4:55 pm

Sephiroth ha scritto:
Sigmar@ l'unica cosa che sono riuscito a capire di sicuro del tuo post è quando ti rifai al concetto kantiano di fenomeno/noumeno; più che una gabbia comunque la definirei una prigione di cristallo.


Skidi@ ti assicuro che le seghe mentali come questa sono molto soddisfacenti, anche meglio di quelle materiali. Finchè non la spacci per Verità assoluta sei libero di elucubrare tutto quello che vuoi.

Bravo Sephi mi stai piacendo... :D

Spiegami la prigione di cristallo... §
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeVen Mag 25, 2012 5:54 pm

Sephiroth ha scritto:

Skidi@ ti assicuro che le seghe mentali come questa sono molto soddisfacenti, anche meglio di quelle materiali. Finchè non la spacci per Verità assoluta sei libero di elucubrare tutto quello che vuoi.

Mah, a me non dicono niente... comunque buon divertimento :§
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeVen Mag 25, 2012 8:56 pm

SIGMAR ha scritto:
Bravo Sephi mi stai piacendo... :D

Spiegami la prigione di cristallo... §

Molto semplicemente: gabbia normale -> la sfondi e sei libero.

Cubo di cristallo intorno a te -> il mondo che ti crei da solo sfruttando le tue illusioni, che dal momento che è uno specchio che riflette te e le tue illusioni è il tuo unico mondo.
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MessaggioTitolo: Re: Discussione filosofica sul vuoto e la morte   Discussione filosofica sul vuoto e la morte Icon_minitimeSab Mag 26, 2012 11:12 am

Sephiroth ha scritto:
SIGMAR ha scritto:
Bravo Sephi mi stai piacendo... :D

Spiegami la prigione di cristallo... §

Molto semplicemente: gabbia normale -> la sfondi e sei libero.

Cubo di cristallo intorno a te -> il mondo che ti crei da solo sfruttando le tue illusioni, che dal momento che è uno specchio che riflette te e le tue illusioni è il tuo unico mondo.

Un granello di verità nella mia sub-coscienza, grazie Sephi... anche se per illusioni utilizzerei la parola visualizzazioni.
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