Archmage Utente
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| Titolo: L'Occhio del Demonio di Marco Modugno Dom Giu 08, 2008 11:08 pm | |
| Suppongo che coloro che mi leggono siano abbastanza ben consapevoli della mia competenza in merito a giochi di ruolo e di quanto sia lunga la mia esperienza di gioco. Cosa c'entra questo con l'Occhio del Demonio di Marco Modugno ? C'entra. Anche se l'autore non avesse scritto un gioco di ruolo oltre alla trilogia di Jade di cui quello in discussione è il primo libro, sarebbe stato subito evidente che quantomeno questi ne è un giocatore. Ora la regola per me fondamentale del gioco di ruolo è che tutta la parte inerente la meccanica di gioco deve essere perfettamente trasparente nella narrazione affinché il prodotto finale possa essere considerato di una certa qualità . Ho storto il naso quindi quando, durante la lettura delle prime pagine del romanzo, ho incontrato una descrizione al limite del: "Che sai fare? Sono un guerriero di 3° livello." (risposta da giocatore principiante). Jade infatti parlando con un famoso avventuriero dice, parlando di sé: "Hai ragione sul fatto che io controlli l'Essenza ma la mia conoscenza di sortilegi è modesta avendo io dedicato gran parte della vita ad addestrarmi nelle arti del sotterfugio e dell'agilità fisica." Come dire "sono mago di 2°, ladro di 7° e monaco di 4°, hai capito?" |
| Tralasciando il fatto che nel mondo di Jade la magia si divide in Essenza, Flusso e Psiche (vi ricorda qualche GdR la cosa?) e sorvolando sulla gran quantità di balsami, pozioni ed unguenti che la protagonista userà per guarire da menomazioni e ferite altrimenti fatali si arriva al punto di non ritorno: l'incantesimo di invisibilità. Ovunque pensavo di trovare una frase come la seguente salvo che in un romanzo fantasy: Jade riflettendo sul funzionamento dell'incantesimo di invisibilità afferma che questo smette di avere effetto se si compie un "qualsiasi tipo di azione offensiva." Non voglio commentare oltre la cosa, ma mi limito ad affermare che oltre questo punto la trasparenza era ormai irrimediabilmente compromessa. Ed è stato un peccato perché l'ambientazione in cui Jade si muove è solidamente costruita e ricca di idee, anche se la trama del romanzo risulta essere spigolosa arrivando a dei punti quasi ciechi in cui si svolta per vedere come la storia va avanti. Il romanzo è come descritto veloce e crudo e non risparmia torture, violenze e brutalità. Anche la componente erotica è piuttosto accentuata e spesso l'autore indugia a descrivere dettagliatamente scene in cui Jade è mostrata in rapporti di natura sessuale di tutti i generi più o meno comuni.
| IN CONCLUSIONE L'occhio del Demonio è un romanzo scorrevole e a parte le note che ho già dettagliato l'autore riesce a strizzare l'occhio allo stile howardiano, ma badate bene: Jade non è una superdonna come Conan è un superuomo, in quanto non è ella con le sue sole forze a venire a capo della situazione nei momenti di maggiore intensità e pericolo, anzi la figura di superuomo non-protagonista pare spettare a Merkon, sulla cui figura è tra l'altro costruito il breve racconto in appendice "Sangue nell'erica". Ma forse questo è un ultieriore segnale di vicinanza allo stile Howardiano e non una pecca della narrazione, che però penso possa alienare le avventure di Jade alla lettura di un pubblico femminile.
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La recensione è presente anche sul mio blog Tempi di Ventura | |
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