Capitolo Semi-Ufficiale in cerca di Background

Salve a tutti...volevo un piccolo accertamento di veridicità su questo semisconosciuto capitolo, gli Space Sharks.
Il lexicanum mi dice che sono un capitolo specializzato nella tattica dell'assalto in capsula, e che fanno un uso intensivo di dreadnought e di terminator (per questo ci piacciono...). Sono eroi della guerra di Badab (quella che ha creato i red corsairs per intendersi) e si sono meritati un pianeta come ricompensa.
E qui finisce la storia ufficiale. Ora, a me piacerebbe far entrare nel bg un paio di cose. Per prima cosa l'apporto ferale che un capitolo con "squali" nel nome dovrebbe avere, ed in secondo luogo motivare la presenza dei dreadnought e dei terminator.
Prendendo spunti sulla rete ho condensato il tutto in questo piccolo resoconto.

Nome del capitolo: Squali Spaziali
Fondazione: Seconda Fondazione
Capitolo progenitore: Ultramarine

"Gli Squali Spaziali sono un capitolo dalla fondazione inusuale. Se da una parte la loro fondazione ufficiale è nata a seguito del dismembramento delle legioni di space marine, l'anima del capitolo prese vita durante una delle resistenze più eroiche di cui l'Imperium abbia memoria. Il mondo forgia di Balthasarius era uno dei centri estrattivi più importanti per i signori di Terra. Al servizio dei mondi forgia e dei suoi tesori si alternavano regolarmente varie forze , fra le quali primeggiavano, in virtù del loro particolare interessamento, le Salamandre. Vasti cunicoli sotterranei e colossali strutture naturali in materiali ormai dimenticati torreggiavano su Balthasarius e necessitavano di uno stretto controllo da parte dell' Adeptus Mechanicus affinché ogni particolare fosse fedelmente raccolto, esaminato, accuratamente tabulato e, infine, messo al sicuro per la futura grandezza dell'Imperium. Per ragioni di sicurezza militare il cambio della guardia prevedeva un servizio attivo di un anno ogni 3 per una forza di Salamandre, e di un anno ogni 6 per le altre compagnie, scelte all'occorrenza secondo gli impegni. Questa vitale routine si interruppe bruscamente col tradimento di Horus. Sul posto si trovava una forza scelta di Salamandre, singolarmente accompagnata da una forza leggermente più esigua di Magli Imperiali. Il motivo della diversa provenienza delle truppe era dovuto al fatto che ad ogni cambio di guardia le due forze condividevano un periodo, solitamente molto breve, durante il quale venivano ultimati i preparativi di evacuazione e si illustravano i risultati delle scoperte più recenti, o si avvertiva i nuovi arrivati sui compiti di sorveglianza e ispezione dei quali si aveva più bisogno.

L'inaspettato voltafaccia del preferito dall'Imperatore sarebbe stato un motivo sufficiente per la guarnigione per lasciare il pianeta al suo destino. Destino volle invece che Balthasarius stesso entrasse nelle mire del marines traditori. Le riserve metallifere e i tesori geologici del pianeta avevano evidentemente un peso notevole per gli approvvigionamenti dell'Imperium e rappresentavano un ricco bottino anche per i seguaci di Horus. Una forza sciamante e assai numerosi di Divoratori di Mondi e di Figli dell'Imperatore raggiunse senza eccessivo sforzo il suolo del mondo forgia. I marines lealisti non erano preparati ad un simile assalto, ed ogni difesa fu impossibile sul terreno aperto, data la differenza numerica fra i due contingenti.
Ai difensori di Balthasarius non rimase che sfruttare le conoscenza acquisite durante la permanenza nei cunicoli delle miniere e nei passaggi fra le strette fenditure. Questo fu reso possibile dalla presenza delle Salamandre, in servizio sul pianeta da oltre un anno e naturalmente più propensi a quel tipo di sussistenza. Dal canto loro i magli imperiali mostrarono fin dal primo istante quanto vi fosse di vero nella loro fama di difensori risoluti, incrollabili e determinati.

Le frotte di usurpatori e fratricidi incontrarono più di una volta la loro fine carbonizzati da getti di combustibile o da precisi colpi di fucili termici scagliati dalle Salamandre celate al nemico; più di un'assalto terminò senza un nulla di fatto, infrangendosi contro gragnuole di requiem degli impassibili Magli dell'Imperatore. L'allora capitano della guarnigione, tale Macharius Cousteau, descrisse questa tattica, determinata da un assalto improvviso e collerico, seguito da una strenua ed instancabile difesa, come "la caccia della squalo" riferendosi con tale espressione ai mastodontici abitatori dei mari di Nostramo da lui veduti più volte. In particolare i dreadnought delle Salamandre, efficienti, infaticabili e possenti, che sull'isola svolgevano principalmente mansioni di esplorazione e rinvenimento, componevano la parte principale delle squadre d'assalto, soprattutto in terreni impervi, mentre i terminator dei magli imperiali, impiegati per la loro capacità di teletrasportarsi agevolmente, erano gli incrollabili difensori dei cunicoli più claustrofobici. Mascelle e pelle del grande squalo.

Ma ad ogni nuovo assalto qualche Marine perdeva la vita, e col protrarsi degli scontri le possibilità di vittoria si assottigliavano sempre di più. E' tuttora difficile immaginare quei giorni di costante duello e incessante sterminio, combattuto nell'ombra di un pianeta ostile. I difensori non avevano tempo per riposare, e solo la fede nell'imperatore li tenne in piedi, mentre le loro armature potenziate si ricoprivano delle polveri grigie del sottosuolo e il sangue dei nemici vi si rapprendeva sopra.
Quando tutto sembrava ormai perduto, la notizia della morte di Horus pervenne ai malcapitati nemici dell'Imperium. Quella che fino ad allora era stata una guerra per l'approvvigionamento di materiali bellici si trasformò di colpo in una guerriglia futile per i marine traditori. I loro sforzi, bisogna darne atto, erano fino ad allora stati sovrumani quanto quelli della controparte. Ma con la scomparsa di Horus l'obiettivo comune che premiava e rinfrancava i loro sforzi congiunti venne a mancare. Uno dopo l'altro i marine persero la volontà di combattere, e questo dettò la condanna a morte per molti di loro. Gli space marine lealisti, che niente sapevano, per loro fortuna, del decesso di Sanguinius e del grave colpo inferto all'Imperatore e all'Imperium stesso, ne approfittarono per rinnovare il proprio impegno.
La rabbia accumulata nel corso dello scontro non era mai divampata così forte come adesso. Si narra che il solo Macharius trafisse e uccise decine di nemici negli ultimi giorni della battaglia.
Finalmente il pianeta fu liberato, mentre un numero sorprendentemente ridotto di eretici si allontanava dal pianeta, in fuga.

La notizia della morte dell'imperatore scosse in maniera profonda il cuore di ogni singolo marine. Alcuni raccontano che Cousteau pianse a lungo quel giorno, senza darsi pace. Altri sconfessano questa versione, raccontando che egli invece non solo non pianse, ma gonfio di vendetta fece un giuramento solenne di perseguire con ogni sua stilla di sangue i traditori del genere umano, per redimersi dalla vergogna di non aver potuto respingere prima i nemici, per portare soccorso al palazzo assediato, per quanto poche fossero le forze a sua disposizione.

Il suo voto fu ben presto assecondato da buona parte dei suoi sottoposti che condividevano l'ardente necessità di vendicare l'onta subita in quel lungo assedio disperato. Lasciata sul posto una guarnigione di Salamandre, il capitano assunse il comando dell'incrociatore stellare preposto alla difesa di Balthasarius, la Punitrice dell'Aberrazione. Macharius la rinominò Carcarodon Vinctrix, in nome del grande pesce la cui figura si era così indissolubilmente legata, nella mente del condottiero, allo sparuto ma letale gruppo di combattenti. Essi giurarono di mantenere come loro livrea quel misto di grigio sporco e rosso sangue, in memoria della battaglia dalla quale nasceva sia il loro motivo di orgoglio che la loro fonte di infamia. Forte di sole poche centinaia di uomini, ma pieni di fervore e desiderio di vendetta, la Carcharodon portò ovunque andasse distruzione per gli sparuti gruppi di caotici dediti al saccheggio e alla razzia nei territori ormai indifesi nell'Imperium. I marine attaccavano rapidamente, senza preavviso dalle loro capsule, e facevano sfoggio della loro ormai affinata tattica di guerriglia, dovunque questo fosse possibile. Il cieco furore che essi provavano per il nemico e il rancore che sgorgava dai loro cuori di sopravvissuti era comunque sufficiente ad annichilire il nemico persino quando queste condizioni favorevoli non si presentavano: anche nelle situazioni più impervie, essi serrarono i denti e diedero fulgido esempio di cosa significa far adirare un figlio dell'Imperatore.

Al ritorno dalla loro lunga e sanguinosa crociata, ridotti di numero, essi dovettero infine prendere atto del fatto che la loro alleanza non aveva più motivo di esistere. Fu così che Macharius poté restituire senza vergogna o rimorso le truppe ai due capitoli progenitori. Riconoscendo nei loro discendenti dei servitori instancabili e degni di lode, gli alti vertici del pianeta Terra fecero pressioni affinché fosse tributato a Macharius il giusto rispetto per quell'impresa pia, ed egli ben presto ricevette la proposta di assumere il comando di un capitolo di Space Marine di seconda fondazione ultramarine. Egli li chiamò Squali Spaziali, e si adoperò affinché fosse presto dedicato al capitolo degli squali un mondo natio compatibile con l'ereditarietà genetica di entrambi i capitoli. Il pianeta designato dalla burocrazia dell'Imperium fu Ignatus IV, nel settore Heracles.

Il pianeta presentava un clima assai torrido, ma reso abitabile dal riparo che le varie emissioni dei numerosi vulcani fornivano contro i raggi spietati del sole locale. Questo consentiva anche al pianeta di mantenere una quantità di vegetazione non oppressiva: d'altro canto la mancanza di quest'ultima e l'attività vulcanica frequente ed incessante avevano conferito al pianeta l'aspetto di un immenso arcipelago. L'ambiente inquinato aveva inciso profondamente sul carattere dei nativi e sulla loro resistenza fisica. Li aveva resi coriacei fisicamente e determinati; inoltre, data la natura poco florida dei terreni, i nativi sviluppavano in fretta i rudimenti della caccia silenziosa e degli agguati, così come della pesca. Quest'ultima attività in particolare prevedeva talvolta la caccia, a scopi puramente rituali, ai possenti squali che abitavano le acque più profonde. Macharius ne fu profondamente colpito, ritenendolo un segno della sorte. Altre fonti ritengono invece che fu il maestro stesso ad imporre ai nativi questo genere di prove come tributo reverenziale ai "padroni", talvolta con risultati spiacevoli.

L'acquisizione di Ignatus IV fu provvida per il capitolo. Essi trovarono un luogo fertile per l'adozione dei principi che Macharius volle insegnare loro. Riuscì, suo massimo raggiungimento, a conservare intatto il fervore di quei giorni di angoscia nei suoi uomini, e a instillarlo nuovamente nelle reclute, che rifornivano il capitolo con un afflusso lento ma costante. Tale fervore e dedizione sono ancora alla base della retorica capitolare, e la sagoma dei grandi squali di Ignatus IV è per il capitolo un animale totemico oggi come secoli fa. Niente dell'esperienza acquisita su Balthasarius è andato perduto, ma tutto risiede negli antichi codici che il capitolo giura essere stati scritti di pugno da Macharius Cousteau, primo maestro capitolare dell'ordine.

Tutt'ora gli Squali Spaziali continuano la loro crociata a bordo di possenti incrociatori, la Charcarodon in testa, contro i nemici dell'Imperatore, in cerca di una redenzione che essi stessi non sanno e non vogliono concendersi. Perché fintanto che nella Galassia sarà permesso a traditori e alieni di vivere, non si potrà dire che il compito del capitolo sia concluso e i torti riparati, e le fauci del grande squalo non cesseranno di mordere e squartare.

Membri degni di nota:

Capitano Nicodemus della 3a Compagnia, Maestro dell'Arsenale

Il capitano Nicodemus è uno dei più anziani e venerati guerrieri del capitolo. Molti suggeriscono che il suo reclutamento avvenne alla presenza del Maestro della Santità Pishis, allievo diretto del successore di Cousteau alla reggenza capitolare, il Maestro Capitolare Selachion. Se tale diceria fosse vera, Nicodemus sarebbe non solo lo Space Marine col servizio più attivo del capitolo, ma anche uno degli Space Marine più anziani fra gli astartes. Tuttavia Nicodemus stesso non concesse mai dettagli in merito, congedando i propri subalterni con un laconico invito a pensare agli affari propri. E' infatti con composta saggezza che il capitano ha condotto i 100 marine alle proprie dipendenze nelle missioni più difficili.
La carica di Maestro dell'Arsenale ha un significato più pregnante nel caso del capitano Nicodemus. Dove in altri capitoli tale carica conferisce al Maestro un approfondito controllo sul parco veicoli e soprattutto una certa autorità nei confronti del Departmento Munitorum, Nicodemus stesso diede pienezza al suo ruolo riallacciando fin da subito i flebili rapporti con l'Adeptus Mechanicus che dai tempi del capitano Numitor sembravano inevitabilmente deteriorati.
Non è difficile intuire come i cacciatori tribali di Ignatus IV non facessero eccessivo affidamento sui corazzati, preferendo la libertà di movimento concessa dalle cannoniere Thunderhawk e della capsule. Risulta pertanto ancora più ammirevole la forza d'animo del capitano nel prevedere la necessità di tale riappacificazione per il bene del capitolo.
Egli stesso, memore degli insegnamenti di Costeau in merito all'efficienza degli armamenti d'assalto, fece tutto il possibile per ottenere il rapido inserimento di molti marine predisposti alla tecnologia nelle fila dell'Adeptus Mechanicus. In molti ritengono questa scelta eccessiva e al di là degli insegnamenti del Codex Astartes, e fu motivo di rottura con molti confratelli. Tuttavia di lì a poco i frutti di quella scelta impopolare furono sotto gli occhi di tutti: il capitolo era riuscito a colmare un gap millenario nei confronti della tecnologia imperiale. Entrarono i servizio i primi, discussi Razorback e molti degli armamenti pesanti furono rivisti. I dreadnought ricevettero particolare attenzione nella cura dei componenti di controllo, benché molti di essi fossero tra i più conservatori dei fratelli guerrieri. Con un sorriso amaro, Nicodemus capì di essere riuscito a riportare la modernità nel capitolo, a costo però di una certa impopolarità.
Niente di simile si ripeté nei secoli a venire, e tutt'oggi il capitolo mostra una certa reticenza nelle innovazioni sul campo. Il numero di Razorback nel parco veicoli è uno fra i più ridotti dell'Imperium, così come è molto confinato l'uso dei Land Speeder. Molti dei Techmarine rimasti in servizio contano migliaia di anni di esperienza, e i rapporti con l'Adeptus Mechanicus sono in stallo da secoli. Di alcune innovazioni più recenti, come il Land Raider Redeemer, non si ha quasi notizia. Fatto singolare ed evidente di tale stato attaccamento alle tradizione è l'insolito numero di armature mk6 "Corvus" dal contraddistinto elmo a becco. Intere squadre veterane sono composte interamente da confratelli protetti da tale tipo di armatura. Gli Squali Spaziali ne fanno motivo di orgoglio, e sovente decorano tale tipo di elmo con motivi a bocca di squalo.
L'unica eccezione allo stato retrogrado dell'armamento è la 3a compagnia stessa. Essa risente ancora della presenza straordinaria del capitano Nicodemus e della sua iniziativa, col risultato che molti degli armamenti della compagnia sono all'avanguardia. In particolare, fra i suoi componenti si possono trovare armamenti giudicati a loro tempo sperimentali, di cui ancora oggi i confratelli sotto l'egida del Maestro dell'Arsenale fanno un uso intensivo, rivendicando così la loro discendenda indiretta dal capitolo delle Salamandre.

Il capitano Nicodemus risulta attualmente disperso a seguito dell'attacco su Paradox IX di pirati eldar. Il capitano, privo dell'appoggio dell'intera compagnia, perse i contatti con il resto di essa, impegnata nelle operazioni di sbarco sul vicino Paradox II. Al ricongiungimento delle due parti del capitolo, lo scontro con gli xeno fu vinto rapidamente, ma del capitano nemmeno l'ombra. La mancanza di resti e la notizia che un numero non indifferente di astronavi Xeno lasciò il campo di battaglia fanno credere, e sperare, che tale guerriero sia ancora in vita. La tenacità indiscussa del capitano è leggendaria fra gli uomini a tal punto che essi si rifiutano caparbiamente di abbandonare questa flebile speranza, e condividono assieme alla seconda e alla quarta compagnia un lungo peregrinaggio per il recupero di questo eroe.

Nota: il capitano Nicodemus e la terza compagnia degli Squali Spaziali si ricreano utilizzando le regole per Vulkan He'stan.

il seme genetico delle varie legioni non deve essere mischiato, viene fuori roba cattiva. in più mi pare sia vietato trafficare col seme genetico...

in più c'è un errore grossolano (senza offesa): dopo istvaan 3° (o 4o, quello che è), le salamandre ne uscirono MOLTO ridimensionate, da una legione a poco meno di un capitolo: non hanno assolutamente capitoli successori e il loro numero (700 elementi) è pressochè rimasto lo stesso da secoli e millenni. non poterono avere un successori perchè ogni loro compagnia era formata da 100 uomini appartenenti tutti allo stesso villaggio di reclutamento di nocturne (come dice il libro sm), tantomeno una loro parte si può essere unita ad un'altro capitolo.
ricordo poi che tra i vari capitoli ci sono molte discrepanze e nessun marine ne vede un'altro di un'altro capitolo di buon occhio (tranne gli ultra, ma quello è un caso)

se non mi sbaglio poi vulkan era favorevole al codex astartes e rogal totalmente contrario.
(mi pare :D)

per il resto, il racconto è scritto bene ;)

ho trovato un altro errore grossolano:
il colore della pelle, degli occhi e dei capelli delle salamandre NON dipende assolutamente dal seme genetico ma bensì dalle caratteristiche del loro pianeta capitolare, nocturne.
ergo l'ultima parte è errata

Benissimo. Sulla successione delle salamandre me ne ero accorto ma in giro si davano come presunti capitoli successori qualche capitolo sconosciuto...correggerò. Però il fatto che della legione ne siano rimasti settecento o poco più non significa che di questi settecento alcuni siano confluiti negli squali, ma che alcune salamandre non sono riconfluite nella legione...
Sapevo che rogal dorn era contrario alla riforma, per questo non ho scritto che la cosa fu decisa dal suo capitolo, bensì da chi suddivise poi le legioni, quando rogal dorn alla fine accondiscese..
Sul seme genetico sono d'accordo, ero incerto su cosa scrivere nel preciso...mi pare però di ricordare che gli space marine generano un organo che una volta asportato può essere impiantato dentro una recluta e questa si trasforma....in questo caso ogni space avrebbe o il gene delle salamandre o quello dei magli, non un misto dei due...togliendo la parte del gene che si assesta....
Sul fatto che il capitolo si è unito ad un altro, lì sta un pò tutto il bello...vedili un pò come se entrambe le tipologie di space, la salamandra e il maglio imperiale, partecipino ad una crociata di lunghissima durata....e il loro "mondo" di space marine è stato rinnovato radicalmente dalla morte dell'imperatore...alla fine il tema che unisce i due gruppi non è tanto l'aver condiviso la battaglia su Balthasarius ma la colpa che sentono su di loro per essere stati costretti a combattere su un pianeta isolato e sconosciuto mentre chi poteva difendeva l'imperatore...
Poi non so, forse in effetti non è propriamente ortodosso ma ci posso ancora lavorare....

Quindi l'idea di salamandre e magli che si uniscono in un solo capitolo è del tutto implausibile? Come è del tutto implausibile che il capitolo derivi dalle salamandre?

Citazione :

Poi non so, forse in effetti non è propriamente ortodosso ma ci posso ancora lavorare....
è che da te non me li aspettavo :D

Questa non l'ho capita :efef:
Il problema focale sta nel fatto che come legione di provenienza non mi ispira nessuna...ognuna è troppo particolare per non finire in un facile doppione della legione di partenza....l'affinità con le salamandre poi mi sembra imprescindibile....

Yakumo-dono ha scritto:

Quindi l'idea di salamandre e magli che si uniscono in un solo capitolo è del tutto implausibile? per via del seme genetico e delle salamandre si. i confratelli non si staccherebbero mai dal capitolo. ;) Come è del tutto implausibile che il capitolo derivi dalle salamandre? si perchè da 10 millenni hanno sempre gli stessi numeri

Citazione :

Poi non so, forse in effetti non è propriamente ortodosso ma ci posso ancora lavorare....
è che da te non me li aspettavo :D

Questa non l'ho capita :efef:
Il problema focale sta nel fatto che come legione di provenienza non mi ispira nessuna...ognuna è troppo particolare per non finire in un facile doppione della legione di partenza....l'affinità con le salamandre poi mi sembra imprescindibile....
intendevo gli errori

poi, ovviamente niente ti vieta di farlo lo stesso :fg4: :
io sono uno di quei rompiballe precisini e pignoli per quanto riguarda il bg quindi l'unico posto dove ti potrebbero dire "ma le salamandre non hanno capitoli successivi" è solo un negozio gw :D

Non ti preoccupare, anzi ti ringrazio....
Stavo pensando, se invece di essere subito "formattata" in capitolo Macharius avesse fatto la crociata subito, senza aiuti ulteriori, e avesse in seguito ottenuto il permesso di riformare quelli che gli restavano? O se magari gli fosse stato assegnato un capitolo nuovo da una legione differente (anche ultramarine...) e lui avesse poi ricondotto la legione stessa alle pratiche tattiche della sua precedente forza d'assalto?

Yakumo-dono ha scritto:

Non ti preoccupare, anzi ti ringrazio....
Stavo pensando, se invece di essere subito "formattata" in capitolo Macharius avesse fatto la crociata subito, senza aiuti ulteriori, e avesse in seguito ottenuto il permesso di riformare quelli che gli restavano? non l'ho capita e in ogni caso il connubio di due legioni mi pare improbabile :) O se magari gli fosse stato assegnato un capitolo nuovo da una legione differente (anche ultramarine...) e lui avesse poi ricondotto la legione stessa alle pratiche tattiche della sua precedente forza d'assalto? questa va benissimo, magari aggiungi che il capitolo da lui preso è uno di quelli discendenti dal suo coso di origine.

ora che ci ripenso, mi è sfuggita una cosa: solo 6 sono sopravvissuti 10000 anni (eresia-adesso): il qg dreddy dei lupi, arhiman, lucio l'eterno (che però si è reincarnato), arhiman, typhus e abbadon. e di questi 6 solo 1 è lealista, gli altri sono tutti sotto l'effetto del caos che li tiene in vita dato che sono prescelti.
l'altro invece è incubato in una macchina. mi sembra improbabile che sia sopravvissuto tutto sto tempo.

felice di essere di aiuto

Non avrei avuto la presunzione di farlo vivere fino ad adesso, il tizio è morto e sepolto...mi piaceva allora l'idea che pur essendo di derivazione netra (ultramarinr) portino con se il libro del tizio come aggiunta al codex astartes...

Yakumo-dono ha scritto:

Non avrei avuto la presunzione di farlo vivere fino ad adesso, il tizio è morto e sepolto...mi piaceva allora l'idea che pur essendo di derivazione netra (ultramarinr) portino con se il libro del tizio come aggiunta al codex astartes...

perfetto!
avevo capito nell'altro modo, figurati!

anzi, scusami:efea:

bel lavoro!

continua così!

Al lavoro per pensare ad un valido sostituto di Vulkan He'stan.

Modificato il BG ufficiale, con aggiunte varie.