1° Avventura: Una trappola per topi.

"la prudenza della lepre." Ripetè il mago seguendo il mezzorco, mormorate alcune parole il rosario riprese a brillare di luce.

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Incantesimo luce sul rosario.

La luce del mago combattente rischiarò l'ambiente, rendendo così visibile la cavera anche a lui e alla ladra che non erano dotati dei poteri naturali del mezzorco.

L'ambiente come già detto era abbastanza grande ed ovunque giacevano degli scheletri completamente scarnificati ma che non sembravano troppo vecchi in quanto la maggior parte delle ossa erano integre. Si respirava a malapena, lì dentro, da quanto era il fetore che vi ristagnava.

Tutti inoltre potevano avvertire che qualcosa non quadrava, ma era una sensazione irrazionale ed inspiegabile, come se qualcosa di strano aleggiasse attorno a loro, di strano ed incomprensibile...a breve provo che il loro istinto non sbagliava: Davanti a loro cominciò a formarsi qualcosa nell'aria rischiarata appena dalla luce del rosario, quella che appariva come una sagoma umana sospesa a mezzo metro da terra. i lineamenti erano molto confusi, ma sembrava un uomo di mezz'età vestito quasi da singore e che impugnava due lunghe sciabole come armi.

"Voi...ancora quì...a disturbarmi?"

Domandò con voce tenebrosa alzando appena il capo e Xaradas si sentì addosso lo sguardo gelido di quello che sembrava un vero e proprio fantasma e si sentì atterrire, invaso mentalmente da quegli occhi terrificanti.


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per kurush tiro salvezza sulla tempra causa sguardo corruttore :-p

Si concentrò velocemente, per contrastare gli effetti magici della creatura come aveva imparato dopo anni di esperienza, innalzò intorno a se uno scudo della mente per non caderne preda.
Trasse un lungo respiro, mostrandosi per nulla provato dall'attacco magico alzò sopra la testa il rosario.

"Noi non ti abbiamo mai disturbato, chi o cosa sei?" Sapeva bene cosa fosse ma magari avrebbe guadnato tempo per capire bene come agire, un fantasma era un avversio difficile per la sua magia. Solitamente solo le energie divine avevano la forza necessaria per distruggerli.
In ogni caso iniziò a preparare le energie per lanciare un incantesimo nel caso li avesse aggrediti.
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Azione preparata raggio rovente (credo sia l'ultimo che posso lanciare)

Il fantasma cominciò a svolazzare lungo tutta la caverna, pur rimanendo volto verso il gruppetto di tre.

"Chi sono io? Dunque..." Rimase pensieroso qualche secondo "...non fate parte di quella combriccola di criminali, i folli seguaci di Cyric." Mormorò, ma tutti nella loro testa riuscirono a sentire tali parole.

"Io sono Hollen, e fui anche l'Arcimago della città, tanto, tanto tempo fa."

Si fermò proprio al centro della grotta ed allargò le braccia, i contorni del suo corpo che continuavano a sfumare nell'aria.

"Che fine ha fatto il Gran Sacerdote?"

chiese alla fine squadrando tutti e tre, uno per uno, ma senza utilizzare il suo potente attacco mentale...probabilmente non costituiva un vero pericolo per loro, ma non si poteva mai sapere.

"Ha ricevuto la sua punizione. Giace come erba tagliata". Il chierico pensò al defunto che gli si parava davanti. La sua posizione era abominevole, fermo fra due mondi, impedito al ricongiungimento col tutto; eppure non sembrava animato da intenzioni cruente. Avrebbe cercato di ricongiungerlo con proprio fato naturale, una volta terminata quella avventura.

visto che la creatura pareva non aggressiva e disposta a parlare il mago si fece più franco, avevno bisogno di informazioni e lui poteva dargliele.

"Il mio compagno intende dire che è morto. Sebbene a sua detta stava cercando una cura la via da lui intrapresa non era migliore della malattia che intendeva curare.
Cosa sai tu di questa malattia e come mai il gran sacerdote ti aveva risvegliato?"

"Potente Arcimago Hollen, abbiamo bisogno del tuo sapere per rispondere alle nostre domande! Questi cultisti sostenevano di cercare, anch'essi, una cura a questa strana piaga che affligge le genti del posto."

Poche volte aveva interagito con questo genere di spiriti. Nei deserti del Calimshan a volte si incontravano strani figuri, viandanti spettrali di chissà quale epoca, e ben pochi non portavano con sè la rabbia ed il dolore delle loro vite terrene. Avversari formidabili, solo gli incantatori più esperti potevano avere la meglio su di loro. Namira si sentiva sicura in mezzo ai due compagni.

Il fantasma ascoltò con un sorrisetto divertito le parole dei tre viaggiatori, finchè non esplose in una sonora, maligna risata.

"Chiedete di una cura contro la malattia allo stesso untore che l'ha sparsa."

Queste le terribili parole che uscirono di bocca all'arcimago, che finalmente si fermò fluttuante ad un metro circa di altezza, dinnanzi a loro. Aprì le braccia, e parlo di nuovo.

"La gente corrotta di questa città verrà finalmente spazzata via dal flagello, non ci sarà scampo per nessuno. Tutti sono colpevoli, chi per corruzione, chi per omertà. E faranno la fine dei topi. Questo posto verrà cancellato dalle mappe!"

Urlò alla fine con voce di tuono, che rimbombò nelle menti di tutti i presenti...quanto rancore, quanta rabbia c'erano nell'animo di quell'individuo, tanto da spingerlo a superare le barriere della morte per portare a termine la sua vendetta.

"La tua posizione è inaccettabile. Come un sole che sorge ad Ovest, o una cascata che risale le rapide. La morte dovrebbe abbracciarti adesso. Posso aiutarti ad accettarla, se vuoi: altrimenti, preparati a subirne le conseguenze, ché non tollererò oltre la tua follia finché sto in piedi. La legge naturale avrà ragione su di te". Così si lanciò, fieramente, il mistico, imbracciando con saldezza la propria arma e mettendosi in posizione difensiva.
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Mi metto in difesa totale.

Xaradas rimase un attimo interdetto dalle parole del fantasma, una maledione lanciata da un arcimago fantasma, forse era il caso di levare le tende.


"AH! Bhè questo è quello che si dice essere presi in contropiede..." Ammise il mago perdendo un attimo la concentrazione e guardando i suoi compagni.

"E di grazia perchè diavolo vuoi distruggere questo posto? E non mi rispondere dicendo che vuoi punire i corrotti e i malvagi. Sei uno spettro, tu cerchi solo una vendetta personale. Sei egocentrico come eri in vita, i tuoi interessi prima di tutti gli altri. Dimmi, sbaglio?"
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Se mi attacca raggio rovente sul fantasmino.

Il fantasma inarcò un sopracciglio nel vedere le reazioni dei viventi.

"Pensi davvero che con quella stupida mazza tu possa far qualcosa contro di ME?" Chiese ridendo, rivolto verso Hoji. "Sono tanto potente che solo il circolo di novizi comandato dal gran sacerdote ed impregnato dell'energia negativa di Cyric, poteva rendermi vulnerabile, ora vi potrei spazzare via con un gesto della mano." Breve pausa. "Ma non è nelle mie intenzioni, voi non siete colpevoli." Ecco ciò che disse prima di rivolgersi a Xaradas. "Sbagli, ma non di tanto. Secondo te, io che sono l'ombra di ciò che ero un tempo, avrei il potere per spargere una simile piaga? No..." Sorrise, diabolico. "E' la sofferenza di un paese intero, che ha creato ciò, io mi son limitato a canalizzarla!"

Aprì le braccia e come ad un comando dalle pareti della caverna spuntarono altri visi sfocati, ombre di esseri viventi con le bocche spalancate in un urlo muto, troppo deboli per poter far altro che spandere il loro dolore nel mondo. Il mistico Hoji potè chiaramente sentire l'aria riempirsi di energia negativa, ma non propriamente malvagia...C'è solo rabbia, rancore e dolore, non cattiveria.

"Questi...sono tutti coloro che nell'arco di secoli e secoli son caduti per mano del potere aristocratico. Uccisi nel sonno con la spada o col veleno da sicari." Scosse il capo. "Ma tutto ha avuto inizio qualche mese fa: la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un ulteriore massacro, proprio sopra la nostra testa, in una radura del bosco. Cento uomini uccisi, che facevano parte dell'ordine della dea della natura" non ne pronunciò il nome, forse scontato. "Sono stati uccisi dal capo delle guardie in persona, per ordine del sinaco, come anche molti altri. Ma l'energia psichica sprigionata nell'arco di una sola notte e così vicino da questo punto dove son stato sepolto dopo esser stato avvelenato, ha fatto sì che il mio fantasma acquisisse finalmente il potere necessario per creare qualcosa che distruggesse i malvagi."
Ecco la spiegazione, forse per intero, forse no. Fatto stà che il fantasma resta per qualche istante in silenzio. "Capite ora? è una piaga scatenata da così tanto dolore, che nemmeno io posso controllarla. Si spanderà su tutta la città senza far distinzioni, finchè non vivrà nemmeno più un cane, su questa città, Man Kur!"
Ultima risata.

Il mago fissò intensamente i volti dei morti. "Che brutto aspetto." disse con una smorfia in volto prima di abbassare la guardia. Quella creatura aveva ragione, era molto più potente di loro inutile sarebbe stato combattere in quel momento.

"Va bene. Le tue motivazioni sono razzionali e motivate, cosa strana per un fantasma. Ma in fondo tu eri un arcimago, la tua volontà è molto forte quindi sei tornato per una ragione. Che però colpisce anche degli innocenti!" Il mago si stupì per un attimo delle sue parole, lui sempre stato lontano dalla gente e disinteressato dei loro destini si trovava adesso pronto a rischiare la sua vita. Il maestro aveva ragione, era cambiato.
"Senti non sono neanchio uno stinco di santo (espressione molto italiana XD) però la soluzione che hai intrapreso è troppo drastica. È come se stessi cercando di uccidere un lupo nel gregge con una pioggia di fuoco. Ucciderai si il lupo ma anche tutti gl innocenti. Tu hai bisogno di un coltello che colpisca il male al cuore in modo diretto e preciso. Questo posso farlo io. Se servirà a fermare la piaga giuro che ucciderò il capo delle guardie e il sindaco, monderò il male dalla città." Concluse guardando fisso negli occhi il fantasma. Se voleva leggergli nella mente avrebbe visto che quella era la verità.

Il mezz'orco fissò il mago. Che aveva in mente?
Si rivolse quindi al fantasma. "Potrete essere assai più potente della mia persona, ma non mi fate paura: io non osteggio la naturale dipartita, a differenza di voi". Ripose la mazza. "Capisco la vostra ira nei confronti di questa città corrotta. Il male merita la morte. Però concordo con quest'uomo che il vostro è un agire grossolano, come chi semini un giorno e raccolga il seguente: non otterrete nulla. La morte della città porterà solo ulteriore rancore. Il male deve essere estirpato a fondo fra le erbe sane, perché non attecchisca nuovamente, a monito per i suoi simili. Mentre voi dissodate il terreno per le erbacce che saranno, e basta!".

Namira si mise a camminare avanti ed indietro con fare nervoso, sempre a debita distanza dal fantasma. Intimorita e stanca, desiderava soltanto uscire dal quel posto fetido. Si guardò intorno, analizzando la stanza poco illuminata. Apparentemente non vi era nulla di particolare, il che la scoraggiò ancor più.

"Non sprecate fiato con questo spettro, è inutile per come la vedo io. Tutta questa faccenda sta diventando troppo complicata, fuori dalla mia portata direi!"

Fece una breve pausa guardando i compagni. Poi riprese come per scusarsi:

"Non sono capace di fermare una lieve emorragia, figuriamoci un morbo di natura magica. Parlare con gli spettri poi, non ci penso nemmeno. Che si sfoghi pure, a me non interessa."

Si spostò con un gesto nervoso alcune ciocche di capelli davanti agli occhi. Sbuffando incrociò le braccia sul petto e si adagiò sulla muratura umida.

Il fantasma si strinse nelle spalle "avete ragione." Qualche secondo di pausa. "Ma...ma l'arma che ho a disposizione non è un pugnale, caro il mio mezz'orco: non posso controllare chilurgicamente la piaga visto che non posso muovermi di quì, dunque finchè non avrò estirpato il male continuerò ad usarla."

La voce spettrale dello spettro si estinse ancora, ma poi si fece nuovamente sentire nelle menti dei presenti.

"Anche se l'umana pare sciettica c'è un modo perchè io riesca a fermare la piaga, ed è quello suggerito dal mago: dovrete svolgere il lavoro al posto mio." Sorrise. "Ovviamente in cambio di soldi. Il vostro obiettivo sarà il sindaco ed il capo delle guardie, entrambi facenti parte di un organizzazione criminale...nel loro covo scommetto troverete tanti tesori."

Ecco l'esca per la ladra e per Xaradas. mentre Hoji aveva la possibilità di far cessare la moria degli innocenti e di punire il male con la sua forza.

"Ho sentito abbastanza. Se la morte di un malvagio e dei suo sgherri fermerà questa follia...non posso che votarmi a tale compito".
Così fatto, voltò le spalle al fantasma e si rivolse ai suoi due compagni. "Non so se siate o meno interessati alle ricchezze del sindaco, perla di un'ostrica in un mare di perfidia: ad ogni modo posso risolvere la faccenda anche da solo. Ma non vi ostacolerò se vorrete cimentarvi".
Si rivolse alla ladra: "In particolare la vostra agilità sarebbe assai utile, come avete mostrato prima, nel tunnel, scavalcando il minotauro".

Alle parole dei presenti, gli occhi di Namira ripresero calore e, scattando in piedi, s'unì al mezz'orco dandogli un pacca sulla spalla possente.

"Ti farò vedere di cosa sono capace! Dubito che tali signori dormano sonni tranquilli senza guardie o misure di precauzione, perciò propongo di riposarci ed indagare dopo un buon sonno ristoratore."

"Namira ha ragione, abbiamo bisogno i riposarci. Senza contare che adesso è ancora mattina e noi dobbiamo penetrare nel loro covo di notte. Affrontare un manipolo di guardie rinnegate non è impossibile, ma un intera città..." Rifletté ad alta voce il mago.
Iniziò a sgranare il rosario con fare meditabondo guardando prima i suoi compagni e poi il fantasma.

"Essia andremo tutti. Hollen dicci dov'è il loro covo."

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Ecco qui ci starebbe uno stacco cinematografico. XD Potremmo velocizzare l'azione decidendo nella bacheca dove andiamo a riposare (propongo la casa che abbiamo ripulito) e dicendo come ci prepariamo all'uscita notturna. Questa è la mia umile proposta. =)

Anche il fantasma annuì.

"Bene, quando voi mi porterete la testa del Sindaco, riuscirò a placare l'animo delle altra anime tormentate ed a mettere fine alla piaga."

Detto ciò la sua figura scomparve passando nuovamente attraverso la parete della stanza, e con lui anche gli altri evanescenti volti.

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XD Basta che diciate che vi dirigete alla Locanda per farvi una dormita u.u

"Aspetteremo fino alla notte di domani. Dovrò pregare a lungo perché la missione abbia successo. Infiltrarmi qui, oggi, ha richiesto sforzi notevoli". Il monaco mise in chiaro la propria posizione con fermezza.

Namira non aveva la minima intenzione di restare in quelle fogne putride. Voleva un letto soffice e caldo, e magari prim'ancora della sana dormita avrebbe gradito certamente un pasto caldo.

"All'alba mi troverete alla locanda allora. Buonanotte, e salutatemi i ratti!"

Così dicendo si diresse verso l'uscita. Aveva intenzione di parlare un pochino con l'oste, forse ne avrebbe tratto qualche utile informazione.

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mi avvio alla locanda

"Nonostante la giornata sia appena iniziata buonanotte Namira." Rivolgendosi al monaco Xaradas proseguì. "Io mi fermerò nella casa dei cultisti, potrebbero esserci informazioni interessanti."
Fece per avviarsi, le mani dietro la schiena pensieroso. "Ci troveremo davanti alla locanda se per voi va bene." aggiunse prima di voltare l'angolo.

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Ritorno alla casa e cerco in giro, frugo nelle stanze, sfoglio i libri. Insomma uso cercare. =P
Posso prendere 10 per rappresentare una ricerca a tappeto ma non approfondita?

"Con una coltello si taglia male, con due si ottiene una forbice". Così detto, il chierico si accompagnò al mago nella ricerca. Sperava di trovare qualcosa di utile per la sua missione.
Inoltre, pensò, se vi fossero state delle ricchezze nascoste, sarebbe stato suo dovere metterle da parte per la sua missione.
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Cerco anch'io. Non mi interesso ad alcun oggetti malvagio o apparentemente tale, a nessun libro o pozione. Cerco solo componenti per incantesimi, denaro, oggetti in grado di utilizzare io stesso, documenti utili per la missione.

Il mago ed il chierico tornando alla casa dei cultisti cominciano a frugare un pò d'appertutto, visto che non c'è nessun'altra guardia nel luogo. Invece namira si dirige verso la locanda, dove parla con il tenutario prima di avviarsi alla sua stanza, seguita a breve anche dai due uomini.

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//Xara e Hoji tra i libri inutili e i simboli esoterici trovano 20 m.o. (da spartire in due) ed una pergamena che non sanno cosa contenga. Invece Namira riesce a scoprire dal locandiere dove si trova la casa del sindaco: vicino alla piazza principale.

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Dopo una nottata tranquilla torna l'alba ed il gruppetto si destra, ognuno nelle loro camere. La giornata sembra serena e placida, l'aria è fresca e nulla farebbe intuire il clima di tensione in cui vive tutta la città, sull'orlo della rivolta.

Svegliandosi senza fretta xaradas si preparò alla giornata mandando a mente gli incantesimi necessari. La perlustrazione della casa l'aveva soddisfatto, pochi spiccioli e nessun trattato interessante. In compenso la pergamena poteva risultare interessante.
Si mise con calma a studiarla tanto il tempo non mancava.

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Uso sapienza magica per capire che pergamena è e se serve uso lettura del magico.