Nucleare: in Italia la fusione fredda. E' mistero"Si sono consumati 600 kilowattora e se ne sono prodotti 12mila". Questo è quanto sostiene Andrea Rossi, ingegnere, che insieme al fisico Sergio Focardi (pioniere nel campo della Fusione Nucleare Fredda) hanno condotto a Bologna (ironia della sorte in Via dell’Elettricista), di fronte a scienziati e giornalisti, un esperimento di 'Fusione Fredda' Nichel-Idrogeno.
Più che di Fusione Fredda bisognerebbe parlare di Low Energy Nuclear Reactions o L.E.N.R. (acronimo che tradotto dall’inglese sta per Fusione Nucleare a Bassa Energia). Dal 1989, anno in cui Martin Fleishmann e Stanley Pons diedero una scossa epocale al mondo scientifico, scatenando polemiche e attese enormi con i loro esperimenti sulla fusione Palladio-Deuterio, la comunità scientifica in primis e l’umanità intera si è interrogata sulle potenzialità di questo processo ancora oggi avvolto, per natura o volontà, in un alone di mistero.
Così come per la Fusione Nucleare Calda o Fusione Termonucleare (quella che avviene all’interno di una stella, tanto per capirci), anche per ottenere la fusione nucleare fredda è necessario avvicinare i nuclei atomici a distanze tali da vincere la reciproca forza di repulsione dei nuclei carichi positivamente.
Tra i vari modi per effettuare questo avvicinamento l’Ing. Rossi e il Dott. Focardi hanno scelto quello della Cella Elettrolitica 'Asciutta': un contenitore di materiale isolante riempito con idrogeno in forma gassosa, con al suo interno due elettrodi conduttivi metallici (1gr di nichel in questo caso).
Il primo elettrodo, chiamato catodo, è in grado di 'assorbire' gli atomi di idrogeno, ed è inoltre collegato al polo negativo di un apposito alimentatore a corrente continua. Il secondo elettrodo, chiamato anodo, è collegato al polo positivo dell'alimentatore. In tali catodi, con opportune tecniche, può essere accumulato un grosso quantitativo di gas.
La quantità di gas accumulabile all'interno del reticolo cristallino del metallo può arrivare a circa un atomo di gas per ogni atomo di metallo. Un accumulo così elevato, a certe condizioni non ancora del tutto note (e tantomeno spiegate dai due ricercatori Italiani, anche perchè il brevetto è coperto da segreto industriale) può innescare fenomeni di generazione anomala di calore, quindi ottenere più energia di quella che si è immessa per dare vita al fenomeno stesso.
"Dietro questo processo non c'è una base teorica: per quale motivo avvengono questi risultati lo abbiamo solo ipotizzato", sostiene Rossi e sul perché questi esperimenti non avvengano in ambito accademico il Focardi spiega: "I miei colleghi non ci credono, sono scettici. Non so come un protone di idrogeno possa entrare nel nucleo di nichel, ma avviene. Ed è la strada dell'energia per l'umanità". Energia pulita ed inesauribile per tutti, e a costi ridicoli. Che sia l’inizio di una rivoluzione energetica? Per tutta l’umanità e il pianeta, lo speriamo.
Fusione nucleare a freddo
"A Bologna ci siamo riusciti"
Per la prima volta in Italia, davanti ad esperti, è stato realizzato il processo utilizzando nichel ed idrogeno. E' la strada per ottenere energia pulita. Andrea Rossi, ingegnere e Sergio Focardi, fisico, spiegano: "Dietro questo processo non c'è una base teorica, per quale motivo avvengono questi risultati lo abbiamo solo ipotizzato"
CI sono le guardie giurate a controllare l'accesso, devi firmare una dichiarazione in cui accetti i rischi nell'assistere all'esperimento che potrebbe rivoluzionare il settore della produzione di energia. Per la prima volta in Italia, davanti ad esperti, in un capannone avvolto dalla nebbia nella zona industriale di Bologna, è stato realizzato un processo di fusione nucleare fredda, utilizzando nichel ed idrogeno, capace di produrre una energia incredibilmente superiore a quella utilizzata per creare la reazione. E' la strada per ottenere energia pulita. "La novità assoluta sta nel fatto che tutto ciò viene prodotto da una macchina che funziona come una stufetta elettrica di casa", spiega l'inventore, Andrea Rossi, ingegnere. Con lui Sergio Focardi, professore emerito dell'Alma Mater, fisico di calibro, in passato preside della facoltà di Scienze.
Di possibili fonti di energia con reazioni di fusione nucleare a bassa temperatura se ne parla da tempo nel mondo. L'annuncio nel 1989 degli scienziati Fleshmann e Pons suscitò speranze e illusioni. Focardi è stato pioniere in Italia di questo tipo di studi. Quello di ieri è stato il primo esperimento condotto a Bologna con osservatori esterni: giornalisti e
fisici, in gran parte dell'Ateneo come Paolo Capiluppi, direttore del dipartimento di Fisica, Gianfranco Campari, Ennio Bonetti. L'esperimento, "industriale più che scientifico", dicono i docenti universitari, è condotto in una stanzina di un capannone in via dell'Elettricista, dove è stato installato un catalizzatore di energia che occupa lo spazio di un tavolo. Dura alcune ore.
Rossi spiega il funzionamento della macchina, il ricercatore Giuseppe Levi illustra una stima dell'energia prodotta sulla base della misura di quanta acqua viene vaporizzata al secondo. E al termine Rossi conclude: "Si sono consumati 600 kilowattora e se ne sono prodotti 12mila". Il prototipo, già coperto da brevetto di proprietà di Maddalena Pascucci, moglie di Rossi, è ora pronto per la produzione industriale e la commercializzazione. "Sarà il prossimo passo", dice Rossi. I fisici obiettano: "Dovremmo poter riprodurre l'esperimento in un nostro laboratorio, ma c'è il segreto industriale sul processo". "Ci vuole cautela, il metodo scientifico esigerebbe verifiche, ad oggi non sappiamo cosa avviene dentro la macchina", dicono Capiluppi e Bonetti.
"Siamo un'azienda, se mi chiedono di aprire la scatola dovrei pagare i danni agli investitori", replica Andrea Rossi. "I costi? Posso dire che l'apparecchiatura costa duemila euro per Kilowatt di potenza e funziona con un grammo di nichel". Lo stesso ingegnere ammette: "Dietro questo processo non c'è una base teorica: per quale motivo avvengono questi risultati lo abbiamo solo ipotizzato". Il professor Focardi spiega perché un esperimento simile avvenga fuori dai laboratori accademici: "I miei colleghi non ci credono, sono scettici. Non so come un protone di idrogeno possa entrare nel nucleo di nichel, ma avviene. Ed è la strada dell'energia per l'umanità". Comunque sia, sembra un grosso passo avanti. Per dire addio al petrolio? "Non sono in grado di rispondere", allarga le braccia l'ingegner Rossi.
Fonte: repubblica.it
Di 'ste cose ci capisco poco piu di nulla. Ma se dovesse essere vero si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione....