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 Bg- Capitolo Angeli Funerei

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Onix
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Onix


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MessaggioTitolo: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeGio Apr 08, 2010 4:45 pm

Ovvero, il mio capitolo nuovo con le regole dei sanguinari. Buona lettura.





Noi
giacevamo immoti, nella cupa disperazione


vana
sarebbe stata ogni nostra decisione.





Il
nemico ci incalzava, tronfio di follia


era
ben deciso a spazzarci via





Ma
ecco, il cielo come fuoco si fece di bagliore


E
dalle nubi, speranza colpì come fulmine vendicatore.





Si
levò, dai resti del fetido demone macellato,


ancora
immacolato, il capo il alto levato





Le
sue parole eran come fuoco di gloria


Seguitemi
fratelli, verso la vittoria.”





L'angelo
splendete a noi portò la speranza


E
dell'infimo traditor facemmo mattanza”









Mi
chiamo Nithaiel, il significato del mio nome, nell'alto gotico,
significa “Imperatore fonte di saggezza”. Quando ero un semplice
uomo, avevo un altro nome; ma tanti anni sono ormai passati, e di
quella vita non vi è più nulla che valga la pena di essere
ricordato.


Ora
sono Padre Bibliotecario Nithaiel, del capitolo degli Angeli Funerei,
diciasettesima fondazione, seme genetico originario degli Angeli
Sanguinari, possa il divino Imperatore ricoprirci della sua
benedizione, e il glorioso primarca Sanguinor, guidarci verso la
luce.


Luce
che vedo sempre più affievolirsi, cinta d'assedio da mille tenebre
che tentano di fagocitarla. Non dovrei parlare così, né tanto meno
indulgere nella poesia; ma qualcosa nel nostro retaggio non può
cancellarsi. E forse è questo, non lo spirito infuso chirurgicamente
dall'essere uno space marine, a farmi pensare che, per quanto appunto
in pericolo, questa fiamma perdura e non è spenta.


Ma
sto divagando, tralasciando il mio vero scopo. Ovvero di lasciare una
traccia del nostro capitolo per chi ritroverà questo manoscritto. La
tradizione deve sopravvivere, per i nostri fratelli che combatteranno
ancora. Le nostre gesta e le nostre debolezze siano loro monito di
cosa è significato servire l'Imperatore sotto il nostro cupo
vessillo.
















    Di come diventammo gli Angeli Funerei.



La nostra vita è la vita di un
guerriero, i combattimenti le nostre preghiere, il sangue la nostra
ricompensa. Veniamo selezionati, migliori fra i migliori, noi non
siamo più uomini. Noi siamo gli angeli della vendetta, noi siamo gli
space marine.

Dicono che esistono mille e più
capitoli, sparsi fra le innumerabili stelle, innumerevoli compagnie
che combattono nel' immutabile destino.

Ogni qual volta i sommi signori della
terra dichiarano che è giunto il momento, nuovi capitoli vengono
creati, nella cosiddetta fondazione. Noi apparteniamo alla
diciassettesima, prima della ventunesima maledetta, una delle più
fulgide.

Il nostro seme genetico era quello
degli Angeli Sanguinari. Si raccontava già di una certa tara, ma
essi erano anche l'esempio di perfezione e dedizione all'Imperatore.
Inoltre avremmo seguito il Codex Astartex alla lettera, basandoci sui
precetti di Robouitte Guillman e l'esempio di Sanguinius, due dei più
valorosi primarchi.

Angeli Funerei fu la nostra nomea.
Angeli perché come queste figure mitologiche dei tempi che furono,
caliamo dal cielo, e terribile è la nostra ira vendicativa. Funerei
perché siamo memento di quel che accade a tutte le cose: al tempo
stabilito,esse muoiono. Ma chi avrà la forza di morire nel nome
dell'Imperatore, siederà vicino alla Sua maestà nell'argenteo coro
del' Astronomican.





Di quel che significa essere Angeli
Funerei.

Subito, venimmo scaraventati nella
battaglia. Nuove e fulgide le nostre armi, ma le nostre menti già
anziane; portavamo infatti l'eredità delle progenoidi e i consigli
dei veterani. Su cento mondi portammo la volontà dell'imperatore.

Il nostro stile di combattimento era
semplice: dopo un pesante bombardamento, dai nostri corazzati o dalle
navi se la battaglia avveniva fra le stelle, arrivava una pioggia di
metallo, le nostre capsule d'atterraggio e assaltatori su zaini a
reazione. Non ci volle molto tempo che anche i possenti dreadnought
comparvero fra le nostre fila.

Alcuni fra i nostri confratelli
spiccavano per doti e qualità eccezionali. I migliori strateghi
diventavano capitani di compagnia,coloro portati ad affrontare le
insidie del warp e i più devoti cappellani. Avevamo anche degli
abili techmarine, allenati su Marte, il pianeta-tempio del
dio-macchina.

Vivevamo e morivamo come ogni altro
capitolo di space marine. E come ogni altro capitolo, avevamo un
pianeta capitolare, dove reclutare neofiti che un giorno sarebbero
diventati nostri confratelli. Era Lete, un pianeta tranquillo, ma
che serviva già con la guardia imperiale e con il proprio lavoro.
Esiste ancora Lete, ma non è più la nostra casa.




Della grande battaglia.

Dieci compagnie. Mille uomini. Senza
considerare i servitori e gli ausiliari. Tutti impegnati in questa
eterna crociata. Nel 998.m41, il nostro capitolo era al massimo dello
splendore, sotto la guida del Maestro Capitolare Azaziel. Eppure,
quando la terza guerra per armagheddon iniziò, noi eravamo già
impegnati.

L'arcamondo Elawinie giunse a Lete,
dopo una tempesta warp, insidiandosi in un mondo satellite. Tale
affronto andava punito, gli xeno non potevano reclamare ciò che era
di diritto dell'Imperatore Dio.

Rapida la nostra ira. E per quanto mi
dolga ammetterlo, fallì. Due compagnie atterrarono in piene forze
sul pianeta satellite dove si era ancorato l'arcamondo. Una luna
assassina che noi conoscevamo come Stigea.

Dopo una settimana, giunse la
disperata richiesta d'aiuto.

Quando arrivai con la quinta e la
sesta compagnia, attorno a me, la desolazione. E nei crateri, i resti
ancora fumanti di armature, ossa, ceramite e sangue. Una spaventosa
battaglia era stata combattuta. E nessuno dei nostri era
sopravvissuto.

Della temibile vendetta.

Decidemmo quindi di temporeggiare,
ritirandoci. Eppure quegli orrori si impressero nella mia mente, e in
quella dei miei confratelli. Sopratutto in Azaziel, che aveva
partecipato alla seconda spedizione. Non sapeva darsi requie di
quello che era accaduto, quasi la colpa fosse solamente sua. Poco
tempo dopo prese la sua decisione.

Riunì nella sala comando della
“Parola di Giustizia”, la nostra nave ammiraglia, tutti i
comandanti. Io ero seduto accanto a Masariel, il giovane Maestro
della Santità. Aveva raggiunto il titolo con rapidità insolita, ma
con fede veritiera. Anche lui però era un guerriero temprato, e non
si stupì della decisione del comandante -Attaccheremo qui.- disse.
-Con tutte le compagnie rimanenti, tranne la nona e la decima. La
prima sarà la prima a sbarcare.-

E questa volta gli eldar non furono
così fortunati. Non ci interessava perché fossero giunti qui,
perché combattessero o perché non fuggissero. L'unica cosa
importante era sterminarli.


Attorno a me si trovavano i
bibliotecari, scagliavamo fulmini contro possenti camminatori; i
nostri assaltatori intrecciavano i passi di una danza mortale con i
loro guerrieri d'aspetto, i devastatori ruggivano preghiere con i
loro cannoni.

E poi, la loro arma più pericolosa
colpì. Sfreccianti nere saette si abbatterono fra le nostre fila. I
loro veggenti, in arcione a moto a reazione, impugnando lame stregate
che tagliavano la carne con facilità estrema. Ma non solo, fu il
loro attacco psionico che trafisse le nostre menti come un lampo.




Della rabbia nera e della furia rossa.

E quando le sorti della battaglia,
anzi dell'intera guerra, stavano volgendosi a favore di quell'infame
razza, il nostro antico retaggio si fece sentire, dopo anni di
torpore. Non so se fu per via dell'attacco psionico o per quel che
sarebbe successo più tardi... ma in noi si risvegliò la rabbia
nera.

Vidi confratelli gettarsi sotto una
grandinata di fuoco e aprire l'armatura di chi stava sparando con un
fendente di spada a catena. Vidi assaltatori gettarsi solo contro i
propri pugni contro spettrocustodi. Vidi lo stesso Azaziel staccare
le braccia alla loro veggente, e pestare la testa ad alcune altre
femmine aliene.

Il sangue ci oscurava, e il baratro
era terribile, mentre si apriva. Poi non ricordo nulla, perché
anch'io caddi in quell'oscurità.




Del risveglio.

Ci risvegliammo dannati. Alcuni di noi
avevano irrimediabilmente perso la ragione. E altri... la persero
subito dopo.

Gli eldar non erano gli unici ad
essere usciti dalla tempesta. Anche un altra nave, con guerrieri di
vetuste armature, somiglianti alle nostre. Ma dannate. Una legione
traditrice.

E non ci attaccò. No, ci invitarono a
seguirli, promettendoci infinite lotte e massacri come quella.
Temibile. Guardai verso Azazel, credendo di trovarlo già intento ad
organizzare l'attacco contro questo nuovo nemico.


Ma lui era già partito. Verso la
legione, ma per unirsi. Come spettri, i miei confratelli si
incamminavano verso lo stregone del caos. Ed io ero troppo debole per
affrontarlo. Così, assieme a Masariel, compimmo una terribile
scelta, ma l'unica che si poteva fare.

Riunimmo i sopravvissuti il cui cuore
era ancora retto, anche se alcuni di essi avevano ceduto durante la
battaglia alla sete rossa. E con essi, fuggimmo.




Della caccia.


Riunimmo i superstiti. E le ultime due
compagnie. Eravamo appena trecento uomini, un paio di dreadnought e
una manciata di servitore. Tutti stipati nella “Parola di
Giustizia.” Fuggimmo? No, ripiegammo. Ma forse sarebbe stato meglio
la prima scelta. Perché ci raggiunsero.


Combattemmo stanchi e con mezzi
inappropriati, sulla superficie di Lete. Contro i nostri fratelli, i
loro visi oramai irriconoscibili, dilatati dalla rabbia. Io stesso
decollai la testa di uno sbavante immondo che una volta era
confratello Azaziel.

Ma saremmo stati sconfitti. Il loro
condottiero era stato premiato, innalzato dagli dei oscuri a loro
simile, principe e demone. La sua lama era falce fra i nostri
giovani. Il suo belluino urlo il latrato dei cani in caccia.




Dell'Angelo Vendicatore.

Ed eccolo, discendere dal cielo,
l'Angelo Vendicatore. Un apparizione? No, un reale guerriero, avvolto
in una dorata armatura, brandendo un argenteo spadone. Egli uccise il
demone e, con parole che incitavano alla gloria, ci condusse alla
vittoria. Ricacciammo nel freddo spazio i nostri nemici.

Ancora una volta, gli Angeli Funerei
sopravvissero. E vinsero.
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeGio Apr 08, 2010 5:15 pm

Qualcosa mi suggerisce che vuoi inserire il sanguinor in lista, sbaglio? Bg- Capitolo Angeli Funerei 176360
Davvero, davvero bello. Mi è piaciuto moltissimo. Solo, riguarda alcuni passi grammaticali (mi pare manchino un paio di congiuntivi) e, a mio parere, rimpolpa un pochino la parte finale che parla dell'angelo vendicatore. E' il momento di massima spannung e secondo me un po' più di spazio ci starebbe.
Comunque complimenti. Bg- Capitolo Angeli Funerei 819787
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeGio Apr 08, 2010 5:50 pm

Onix ha scritto:
e il glorioso primarca Sanguinor, guidarci verso la
luce.[/size]

Ottimo BackGround davvero.Non ho ben capito perchè la rabbia nera li spinge a tradire il capitolo,ma per il resto mi pare una cosa sensata:non ci sono eroi iper-maga-devastatori (come in altri Bg che ho letto) però comunque hanno i cosidetti e si fanno valere in battaglia.Davvero complimenti
Un appunto per te e per Sapo:Il primarca è Sanguinius, non Sanguinor :sorr:
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeGio Apr 08, 2010 6:35 pm

Giusto, ma perchè fai quest'appunto anche a me?
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeGio Apr 08, 2010 6:48 pm

Perchè in una delle tue liste ho letto "per il sangue del sanguinor",mentre il motto capitolare è "per il sangue di sanguinius" :123:
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeGio Apr 08, 2010 6:50 pm

Era una battuta. Bg- Capitolo Angeli Funerei 176360
In lista infatti c'è il sanguinor.
Se guardi, tutte e tre le liste hanno nomi ispirati ai pg che le guidano.
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeGio Apr 08, 2010 7:46 pm

vi ringrazio. Ho voluto postarla proprio qui perchè sarà il bg che consegnerò al negoziante al torneo. Quindi se su zendra è approvato, allora è all right Bg- Capitolo Angeli Funerei 176360

Mi metto subito a correggere gli errori grammaticali, lo so, è la mia debolezza, portate pazienza.

E comunque sì, c'è il loro Sanguinor. Volevo motivare il fatto che lo giocassi in una lista da millecinquecento punti, visto che è chiaramente una follia.
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeGio Apr 08, 2010 8:53 pm

Perchè follia? Costa tanto, è vero, ma non più di babaddon. E potenzialmente è pure più forte. Con lui in carica gli assaltatori ti tirano fuori 4 simpatici attacchi a testa. Più i suoi, ovviamente. Inoltre un sergente magliuto diventa ancora più cattivo con lui, in carica ti fa 4 attacchi!
Conta anche che dei marine lo colpiranno al misero 5+ Bg- Capitolo Angeli Funerei 286786 .

Per me merita come pezzo, almeno quanto Astorath. Il fatto poi che da bg lo detesti, è un altro conto. C'è la fantasia apposta. Bg- Capitolo Angeli Funerei 250192
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeGio Apr 08, 2010 10:31 pm

Ho cambiato il romanzo, seguendo i consigli di Doc Sapo e di Nunzio. Ho tentato di correggere gli errori, di dare una spiegazione più plausibile al fatto che i fratelli lottassero contro i fratelli e ho cercato di allungare, senza "manghizzare" la figura dell'angelo.











    Di come diventammo gli Angeli Funerei.


La nostra vita è la vita di un
guerriero, i combattimenti le nostre preghiere, il sangue la nostra
ricompensa. Veniamo selezionati, migliori fra i migliori, noi non
siamo più uomini. Noi siamo gli angeli della vendetta, noi siamo gli
space marine.

Dicono che esistono mille e più
capitoli, sparsi fra le innumerabili stelle, innumerevoli compagnie
che combattono nel' immutabile destino.

Ogni qual volta i sommi signori della
terra dichiarano che è giunto il momento, nuovi capitoli vengono
creati, nella cosiddetta fondazione. La nostra progenitrice è la
diciassettesima, prima della ventunesima maledetta, dopo le maestosi
dieci, comunque una delle più fulgide.

Il nostro seme genetico era quello
degli Angeli Sanguinari. Si raccontava già di una certa tara, ma
essi erano anche l'esempio di perfezione e dedizione all'Imperatore.
Inoltre avremmo seguito il Codex Astartex alla lettera, basandoci sui
precetti di Roboutte Guillman e i dettami di Sanguinius, due dei più
valorosi primarchi.

Angeli Funerei fu la nostra nomea.
Angeli perché come queste figure mitologiche dei tempi che furono,
caliamo dal cielo, e terribile è la nostra ira vendicativa. Funerei
perché siamo memento di quel che accade a tutte le cose: al tempo
stabilito,esse muoiono. Ma chi avrà la forza di morire nel nome
dell'Imperatore, siederà vicino alla Sua maestà nell'argenteo coro
del' Astronomican.


Il tempo è così confuso, come la mia
scrittura. Alterno i tempi e i modi dello scrivere, ma capirete che
devo rendere la narrazione diretta, se voglio che tale sia il
messaggio che essa contiene.




Di quel che significa essere Angeli
Funerei.

Subito, venimmo scaraventati nella
battaglia. Nuove e fulgide le nostre armi, ma le nostre menti già
anziane; portavamo infatti l'eredità delle progenoidi e i consigli
dei veterani. Su cento mondi portammo la volontà dell'Imperatore. Su
mille stelle innalzammo il nostro vessillo.


Il nostro stile di combattimento era
semplice: dopo un pesante bombardamento, dai nostri corazzati, o
dalle navi se la battaglia avveniva fra le stelle, precipitava una
pioggia di metallo, le nostre capsule d'atterraggio e assaltatori su
zaini a reazione. E fra i fuochi dei relitti, comparivano le massicce
figure dei fratelli terminator. Non ci volle molto tempo che anche i
possenti dreadnought comparissero fra le nostre fila.

Alcuni fra i nostri confratelli
spiccavano per doti e qualità eccezionali. I migliori strateghi
diventavano capitani di compagnia;coloro portati ad affrontare le
insidie del warp bibliotecari e i più devoti cappellani. Avevamo
anche degli abili techmarine, allenati su Marte, il pianeta-tempio
del dio-macchina.

La nostra era la vita di ogni altro
capitolo di space marine. E come ogni altro capitolo, avevamo un
pianeta capitolare, dove reclutare neofiti che un giorno sarebbero
diventati nostri confratelli. Era Lete, un pianeta tranquillo, ma
che serviva già con la guardia imperiale e con il proprio lavoro. A
differenza nostra, Lete esiste ancora, ed è un mondo prospero.





Della grande battaglia.

Dieci compagnie. Mille uomini. Senza
considerare i servitori e gli ausiliari. Tutti impegnati in questa
eterna crociata. Nel 998.m41, il nostro capitolo era al massimo dello
splendore, sotto la guida del Maestro Capitolare Azaziel. Eppure,
quando la terza guerra per armagheddon iniziò, noi eravamo già
impegnati.

L'arcamondo Elawinie giunse a Lete,
dopo una tempesta warp, insidiandosi in un mondo satellite. Tale
affronto andava punito, gli xeno non potevano reclamare ciò che era
di diritto dell'Imperatore Dio.

Rapida la nostra ira. E per quanto mi
dolga ammetterlo, fallì. Due compagnie atterrarono in piene forze
sul pianeta satellite dove si era ancorato l'arcamondo. Una luna
assassina che noi conoscevamo come Stigea.

Dopo una settimana, giunse la
disperata richiesta d'aiuto.

Quando arrivai con la quinta e la
sesta compagnia, attorno a me, vi era solo la desolazione. Nei
crateri, i resti ancora fumanti di armature, ossa, ceramite e sangue.
Una spaventosa battaglia era stata combattuta. E nessuno dei nostri
era sopravvissuto.




Della temibile vendetta.

Decidemmo quindi di temporeggiare,
ritirandoci. Eppure quegli orrori si impressero nella mia mente, e in
quella dei miei confratelli. Sopratutto in Azaziel, che aveva
partecipato alla seconda spedizione. Non sapeva darsi requie di
quello che era accaduto, quasi la colpa fosse solamente sua. Poco
tempo dopo prese la sua decisione.

Riunì nella sala comando della
“Parola di Giustizia”, la nostra nave ammiraglia, tutti i
comandanti. Io ero seduto accanto a Masariel, il giovane Maestro
della Santità. Aveva raggiunto il titolo con rapidità insolita, ma
con fede veritiera. Anche lui però era un guerriero temprato, e non
si stupì della decisione del comandante -Attaccheremo qui.- ci
disse. -Con tutte le compagnie rimanenti, tranne la nona e la decima.
La prima compagnia sarà la prima a sbarcare.-

E questa volta gli eldar non furono
così fortunati. Non ci interessava perché fossero giunti qui,
perché combattessero o perché non fuggissero. L'unica cosa
importante era sterminarli.


Attorno a me si trovavano i
bibliotecari, scagliavamo fulmini contro possenti camminatori; i
nostri assaltatori intrecciavano i passi di una danza mortale con i
loro guerrieri d'aspetto, i devastatori ruggivano preghiere con i
loro cannoni.

E poi, la loro arma più pericolosa
colpì. Sfreccianti nere saette si abbatterono fra le nostre fila. I
loro veggenti, in arcione a moto a reazione, impugnando lame stregate
che tagliavano le armature come la carne. Ma non solo, fu il loro
attacco psionico che trafisse le nostre menti come un lampo.




Della rabbia nera e della furia rossa.

E quando le sorti della battaglia,
anzi dell'intera guerra, stavano volgendosi a favore di quell'infame
razza, il nostro antico retaggio si fece sentire, dopo anni di
torpore. Non so se accadde per via dell'attacco psionico o per quel
che sarebbe successo più tardi... ma in noi si risvegliò la rabbia
nera e la sete rossa.

Vidi confratelli gettarsi sotto una
grandinata di fuoco e aprire l'armatura di chi stava sparando con un
fendente di spada a catena. Vidi assaltatori gettarsi solo contro i
propri pugni contro spettrocustodi. Vidi lo stesso Azaziel staccare
le braccia alla loro veggente, e pestare la testa ad alcune altre
femmine aliene.

Il sangue ci oscurava, e il baratro
era terribile, mentre si apriva. Poi non ricordo nulla, perché
anch'io caddi in quell'oscurità.




Del risveglio.

Ci risvegliammo dannati. Alcuni di
noi, dopo un indefinito tempo di oblio dei sensi, recuperarono la
ragione. E altri... non la recuperarono. Mi guardai attorno,
scuotendo la testa confusa. Avevamo vinto, questo era innegabile.
Avevamo avuto delle perdite, come di consueto. Ma perché mai alcuni
confratelli mancavano? Dove erano finiti.

Risuonò un esplosione nell'area. Con
alcuni confratelli rinsaviti mi diressi verso la provenienza. Ed
ecco, l'arcamondo ancorato, era in fiamme. Per causa nostra.


Lo xeno è un male che deve essere
appurato, ma in determinate modalità. Quella era solo selvaggia
carneficina. Alcuni dei nostri, coloro che non si erano ripresi dalla
rabbia nera, stavano uccidendo tutti gli abitanti di Elawinie. Un
mattatoio di corpi del' enigmatica razza. Venivano fatti a pezzi,
senza remore né pietà. Vidi maschi aperti a metà, femmine
sbattute contro le mura, cuccioli xeno pestati come rifiuti. Qualcosa
dentro di me mi disse che era sbagliato, che bisognava intervenire.



















Gli eldar non erano gli unici ad
essere usciti dalla tempesta. Anche un altra nave, con guerrieri di
vetuste armature, somiglianti alle nostre. Ma dannate. Una legione
traditrice.


E non ci attaccò, troppo interessata
a osservare la violenza che stava consumandosi su Stigea. Ed il resto
del nostro capitolo era troppo debole per affrontarli. Così, assieme
a Masariel, compimmo una terribile scelta, ma l'unica che si poteva
fare.

Riunimmo i sopravvissuti il cui cuore
era ancora retto, anche se alcuni di essi avevano ceduto durante la
battaglia alla sete rossa. Con essi, fuggimmo.




Della caccia.


Ci rincongiungemmo con le ultime due
compagnie, in istanza a Lete. Eravamo appena trecento uomini, un paio
di dreadnought e una manciata di servitori. Tutti stipati nella
“Parola di Giustizia.” Fuggimmo? No, ripiegammo. Ma forse sarebbe
stato meglio la prima scelta. Perché ci raggiunsero.


Cominciammo la battaglia schierati
nella capitale di quel mondo commerciale. Eravamo decisi a vendere
cara la pelle, sopra quelle bestie immonde. Il nostro cuore non
vacillò, nemmeno quando i portelloni delle loro empie navi si
aprirono; e i primi a uscire furono i nostri vecchi confratelli, ora
ridotti a sanguinarie belve.

Combattemmo stanchi e con mezzi
inappropriati, sulla superficie di Lete. Contro i nostri fratelli, i
loro visi oramai irriconoscibili, dilatati dalla rabbia. Io stesso
decollai la testa di uno sbavante immondo che una volta era
confratello Azaziel.

Ma saremmo stati sconfitti. Il loro
condottiero era stato premiato, innalzato dagli dei oscuri a loro
simile, principe e demone. La sua lama era falce fra i nostri
giovani. Il suo belluino urlo il latrato dei cani in caccia.




Dell'Angelo Vendicatore.

Ed eccolo, discendere dal cielo,
l'Angelo Vendicatore. Un apparizione? No, un reale guerriero, avvolto
in una dorata armatura, brandendo un argenteo spadone. Prima fu solo
un lampo, che rallentò all'avvicinarsi al campo di battaglia.

Atterrò , ripiegando le ali con gesti
eleganti, i suoi pazzi aggraziati verso il nemico. Ci invitava a
seguirlo, a combattere ancora una volta contro l'arcinemico. E la sua
voce era come fuoco per le nostre vene, ispirazione e sostegno. Non
solo: non volevamo che i diabolici avversari, con la sozzura delle
loro anime, sporcassero la fulgida armatura del nostro condottiero,
ci cingemmo come sua guardia del corpo, accompagnandolo nel cuore
dello schieramento nemico. I requiem ruggivano feroci, castigando
l'empio.

Fino a che i due si fronteggiarono. Il
demone era alto il doppio, e le sue ali spalancate oscuravano il
cielo. Rideva, tronfio d'orgoglio, e con lui rideva la sua armata.

Il volto dell'Angelo però si
contrasse, la sua maschera mutò rapida, la rabbia e lo sdegno la
segnarono. Con questo aspetto si gettò contro il nemico che, preso
alla sprovvista, parò malamente il colpo, indietreggiando. Si
riprese immediatamente, menando fendenti che avrebbero sradicato un
albero. Colpi che il nostro protettore si limitò a parare o schivare
con grazia. Fino a che non trovò un pertugio nella difesa
avversaria, rapida guizzò la lama come fulmine, sgozzando il demone
come una capra a cui somigliava. Sconfitti, i suoi seguaci fuggirono,
riversandosi nel caos più totale, sotto il nostro fuoco vendicatore.

E rapido, come era giunto, l'Angelo si
levò in volo, scomparendo nel firmamento.


Ancora una volta, gli Angeli Funerei
sopravvissero. E vinsero.
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeVen Apr 09, 2010 5:39 pm

Meglio la parte finale. Ti segno solo un paio di consigli. Bg- Capitolo Angeli Funerei 176360


Citazione :
Dell'Angelo Vendicatore.

Ed eccolo, discendere dal cielo,
l'Angelo
Vendicatore. Un apparizione? No, un reale guerriero, avvolto
in una
dorata armatura, brandendo forse 'brandiva' sarebbe meglio. Bg- Capitolo Angeli Funerei 176360 un argenteo spadone. Prima fu solo
un
lampo, che rallentò all'avvicinarsi al campo di battaglia.


Atterrò , ripiegando le ali con gesti
eleganti, i suoi pazzi passi
aggraziati verso il nemico. Ci invitava a
seguirlo, a combattere
ancora una volta contro l'arcinemico. E la sua
voce era come fuoco
per le nostre vene, ispirazione e sostegno. Non
solo: non volevamo
che i diabolici avversari, con la sozzura delle
loro anime,
sporcassero la fulgida armatura del nostro condottiero,
ci cingemmo O metti 'lo cingemmo' o 'ci stringemmo'
come sua guardia del corpo, accompagnandolo nel cuore
dello
schieramento nemico. I requiem ruggivano feroci, castigando
l'empio.

Fino a che i due si fronteggiarono. Il
demone era alto il doppio io scriverei semplicemente 'lo sovrastava', e
le sue ali spalancate oscuravano il
cielo. Rideva, tronfio
d'orgoglio, e con lui rideva la sua armata.

Il volto dell'Angelo
però si
contrasse, la sua maschera mutò rapida, la rabbia e lo
sdegno la
segnarono. Con questo aspetto si gettò contro il nemico
che, preso
alla sprovvista, parò malamente il colpo, indietreggiando.
Si
riprese immediatamente, menando fendenti che avrebbero sradicato
un
albero. Colpi che il nostro protettore si limitò a parare o
schivare
con grazia. Fino a che non trovò un pertugio nella difesa
avversaria,
rapida guizzò la lama come fulmine, sgozzando il demone
come una
capra a cui somigliava
Io metterei 'come la bestia che era', ma fai te.. Sconfitti, i suoi seguaci fuggirono,
riversandosi
nel caos più totale, sotto il nostro fuoco vendicatore.

E
rapido, come era giunto, l'Angelo si
levò in volo, scomparendo nel
firmamento.


Ancora una volta, gli Angeli Funerei
sopravvissero.
E vinsero.

In ogni caso, ottimo lavoro. Bg- Capitolo Angeli Funerei 176360
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeVen Apr 09, 2010 6:09 pm

Onix ha scritto:
e ho cercato di allungare, senza "manghizzare" la figura dell'angelo.
Per questo ti sarà resa lode in saecula saeculorum :prete:

Una domanda,perchè scrivi così stretto?cioè,potresti scrivere a rigo pieno,così non viene kilometrica.
Ancora non mi spiego perchè la rabbia nera li spinge a tradire.
Per quanto ne so l'effetto unico della rabbia è farti gettare a capofitto nella battaglia,e pare che vi siano alcuni che riescono a controllarla.Ora, il controllo ha dell'improbabile,ma il tradimento...
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeVen Apr 09, 2010 6:25 pm

Allura, a parte le parole da correggere...
Non hanno tradito. Non riescono più a controllarsi, non capiscono più chi è amico e chi è nemico... non è questo che porta la rabbia nera?
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeVen Apr 09, 2010 6:33 pm

A dire il vero (cit. lexicanum) chi è affetto dalla Rabbia Nera crede di essere Sanguinius durante la battaglia sulla Terra (vedi Delirio di Onnipotenza).La rabbia derivante non giustifica il fatto che sono arrivati 4 imbecilli e gli hanno detto "venite con noi" e se li sono portati a spasso come se nulla fosse, tanto più che erano Astartes Traditori!
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MessaggioTitolo: Re: Bg- Capitolo Angeli Funerei   Bg- Capitolo Angeli Funerei Icon_minitimeVen Apr 09, 2010 9:50 pm

Mah, per me la caduta sotto gli influssi del chaos ci sta tantissimo. Il bg dei BA è pieno di esempi sull'imprevedibilità della BR. Lemartes e Mephiston sono i più famosi. A me pare molto plausibile e calzante.
Comunque, l'effetto, come hai detto tu è "farti gettare a capofitto nella battaglia". Indovina un po' cosa offre zio khorne? Bg- Capitolo Angeli Funerei 176360
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