Vi posto qui di seguito una notizia sul cammelliere libico. La parte interessante è il primo paragrafo ma ve la riposto interamente nel caso qualcuno voglia leggerselo tutto.
Libia: Bonus miliardario per Gheddafi
Un miliardo di dollari e impunità per il dittatore, code chilometriche alle banche nella Libia liberata. La nuova mappa del potere
Giunge oggi a Tripoli il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, per discutere con il leader libico Muammar Gheddafi i termini della sua uscita di scena.
Bonus da un miliardo - Il presidente Zuma agisce nella sua veste di membro del Comitato per la soluzione del conflitto libico dell'Unione Africana, dopo che Tripoli aveva respinto ogni proposta di mediazione del G8, in quanto si tratta di un organismo economico che la dittatura non riconosce come interlocutore, e della Russia, convinta dall’ex ministro degli esteri libico ora schierato con i democratici Abdul-Rahman Shalgam, perché non fa parte dell’Unione africana. Le fonti a Bengasi lasciano trapelare che l’uscita di scena del tiranno libico sarebbe accompagnata da un ‘bonus’ di un miliardo di dollari, la garanzia di non essere processato lui e i familiari e la possibilità di uscire dalla Libia per il rais, la sua famiglia estesa e almeno 20 suoi fedelissimi.
Banche prese d'assalto - Intanto, proseguono le trattative del Consiglio Nazionale di transizione per risolvere la grave crisi economica e finanziaria. La moneta scarseggia, di fronte alle banche si formano quotidianamente code di due chilometri di clienti che vogliono prelevare contante, ma per un massimo consentito di 200 dinari, pochissimo. Inoltre, per arginare questi prelievi, le banche rimangono chiuse per tre giorni la settimana nella zona liberata che ora comprende anche Misurata e Zintan, mentre la zona montuosa di Nafusa è in rivolta, ma questo ha peggiorato la situazione. Il denaro contante è 'finito' e rende problematico non solo pagare i salari, ma anche l’energia e i carburanti. I cospicui fondi del regime bloccati all’estero (nelle sole banche inglesi 23 miliardi di euro) non verranno liberati e resi disponibili ai democratici finché Gheddafi rimarrà in Libia e non ci sarà un nuovo governo a Tripoli, dopo i passaggi obbligati di Costituzione, formazione di partiti, votazioni, scioglimento del Consiglio di transizione -che già oggi è molto debole- e nuovo governo. Vale a dire, almeno per un anno, dato anche che Bengasi sperava sulla consegna della nave con altri 117 milioni di euro in valuta libica, originariamente destinati a Tripoli e intercettata il 2 marzo dalla Royal Navy e scortata fino al porto di Harwich (sud est dell'Inghilterra, dalla nave HMS Vigilant), che è tuttora sottoposta a sanzioni dalle Nazioni unite e rimane sequestrata.
Poltrone intoccabili - Peraltro, le banche britanniche sono in questi giorni molto attive verso la Libia liberata e stanno discutendo piani d’intervento con finanzieri libici democratici e con vasta esperienza professionale in Usa, Europa e Svizzera che fanno parte di un think-tank di professionisti per porre le basi di una struttura finanziaria libica moderna. Intanto, si stanno già delineando i tratti di quello che sarà il potere finanziario della nuova Libia, con alcuni volti vecchi: chi sarà ancora determinante è il presidente del comitato esecutivo della banca di commercio e sviluppo di Tripoli Jamal Abdelmalek, che ha studiato ad Hartford, altri potenti saranno alcuni top tecnocrati del regime, si parla di M.A. al vertice di alcune banche e di S.S. economista, oltre all'ex governatore della banca centrale libica, che siedeva nel cda di Unicredit, Farhat Bengdara. La cosa non deve sorprendere, perché solo chi già conosce a fondo la realtà e i meccanismi del funzionamento dello stato e delle aziende statali può essere in grado di operare una transizione. Non da ultimo, i tecnocrati non si sono compromessi con le malefatte del regime, secondo una fonte di Bengasi “almeno non hanno le mani sporche di sangue” e soprattutto sarebbero graditi ad Americani e Occidente perché per anni hanno trattato e firmato i maggiori contratti proprio con loro e dunque sono persone già conosciute anche a livello personale e garantirebbero una competenza certa. Questo realismo apparentemente crudo è anche una conseguenza delle esperienze negative fatte in Iraq, quando il partito Ba’ath che comandava e gestiva tutto e l’esercito sono stati dissolti all’istante, provocando il caos delle strutture statali e di tutto il Paese. Ora non si vuole commettere ancora questo errore in Libia.
Fonte: http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=636507&idsezione=12&idsito=110&idtipo=441