Giochi online, è febbre da Poker

Partendo da un articolo del corriere (link) vorrei discutere con voi su un fenomeno in crescita: il gioco d'azzardo e il Poker online.



Addio scommesse ippiche e concorsi a pronostico. L'ultima frontiera del gioco online è quello del poker cash, dove l'adrenalina scorre a mille e in cui è possibile mettere sul piatto centinaia di euro per vincite che ne possono fruttare migliaia. Se c'è un settore che in Italia non conosce crisi è infatti quello del gioco online che, certifica l'annuale ricerca dell'Osservatorio gioco online promosso dalla School of Managment del Politecnico di Milano, ha visto raddoppiare nel 2011 la raccolta complessiva da 4,8 a 9,5 miliardi di euro.

SPESA NETTA - Se dalla spesa lorda (che include anche le somme vinte e rigiocate) si passa a quella netta, la crescita è pari a circa il 7%: si passa infatti dai 690 milioni di euro del 2010 ai 735 milioni del 2011. Di questi soldi all'erario sono andati circa 182 milioni di euro.

GIOCHI PREFERITI - A fare la parte del leone nell'anno appena trascorso sono stati soprattutto il poker cash e i giochi di casinò online, che insieme hanno fatto impennare il volume delle giocate, grazie anche agli altissimi ritorni in vincita. Senza questi ultimi prodotti - che rappresentano circa l'83% della raccolta - il mercato dei giochi cosiddetti tradizionali (poker a torneo e skill games, bingo, scommesse, concorsi a pronostico, ippica, Gratta e Vinci, Superenalotto e Win for Life) sarebbe calato del 24%, fermandosi a «soli» 3,6 miliardi di euro. Nel 2011 infatti cinque giochi hanno assicurato quasi il 99% della raccolta online. Il primo prodotto è il poker cash con una raccolta di oltre 4,6 miliardi, il 46,8% dei 9,85 miliardi giocati. Segue il poker a torneo (2,25 miliardi, pari al 22,8% delle giocate virtuali), terzi i casinò games che hanno attratto il 15,8% delle giocate via internet (1,55 miliardi). Le scommesse sportive online hanno generato oltre 1,1 miliardi (l'11,4% de l totale), il bingo ha aggiunto un altro 1,8% (183 milioni). Gli altri giochi valgono appena 120 milioni (l'1,2% del totale). L’incidenza della raccolta dei giochi online sulla raccolta complessiva dei giochi con vincita in denaro (online + offline), è stata pari a oltre il 12% nel 2011. Se guardiamo però alla spesa, il canale online rappresenta solo il 4% della spesa complessiva degli italiani per il gioco. Questa penetrazione è l’esito di pesi molto diversi per area geografica: al centro e al sud il tasso di penetrazione è superiore al 20% mentre al nord (dove maggiore è la popolazione in termini assoluti) è pari al 13%.

IL GIOCATORE - Ma chi è il giocatore online tipo? Innanzitutto occorre dire che il 5% circa della popolazione adulta italiana (2,6 milioni sui quasi 50 milioni di maggiorenni) ha giocato online almeno una volta nel 2011. Il giocatore online italiano è mediamente uomo (86%), residente al Centro-Sud, con un’età compresa tra i 25 e i 44 anni. Quasi il 50% dei giocatori online è residente al sud Italia (isole comprese) e, se a questi aggiungiamo quelli residenti al centro, arriviamo al 70%. Nonostante la rilevanza del Nord Italia in termini di popolazione assoluta (46%), i giocatori online residenti in quest’area geografica sono solo il 30% del totale. I giocatori online italiani nella fascia d’età tra i 25 ed i 44 anni rappresentano il 60% dei giocatori online totali (si tenga conto che la medesima fascia d’età pesa solo per il 34% della popolazione italiana maggiorenne). Dal confronto tra giocatori online e utenti Internet emerge che il 16% degli utenti Internet italiani uomini e maggiorenni ha giocato almeno una volta online (la percentuale sale al 25% nel sud Italia). I due terzi dei giocatori online attivi in un dato mese spendono meno di 50 euro.

NUOVE FRONTIERE - Nel 2012 poi il gioco online potrebbe cominciare a migrare verso una nuova frontiera: quella degli smartphone e dei tablet. Sono 19 le App complessivamente censite (in media quasi due per operatore), tutte scaricabili gratuitamente, di cui 17 prodotte nella versione iOS per iPhone, 7 per Android e 5 nella versione iOS per iPad. Un terzo delle applicazioni consente la registrazione al servizio di gioco direttamente dalla piattaforma mobile e circa la metà sono applicazioni real money (vale a dire consentono di giocare con denaro). Dei 10 siti di tipo mobile censiti, 6 consentono la registrazione del giocatore e 9 permettono di giocare a soldi online. La quota di mercato dello smartphone, misurata come percentuale della spesa dei giocatori italiani generata su questo canale, è oggi ancora marginale e valutabile nell’intorno dell’1%, ma è quella che potenzialmente potrebbe crescere di più. Come pure, ma qui dovremo aspettare ancora qualche anno, potrebbe diventare significativo anche il gioco operato attraverso le tv connesse ad internet.


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Mi piacerebbe sentire le vostre opinioni riguardo a questo fenomeno, e nello specifico anche riguardo alla posizione che ha assunto (o che dovrebbe assumere) lo Stato in quest'ambito.
Non se ne parla in questo articolo, ma ci sono persone che arrivano a rovinarsi a causa del gioco d'azzardo. Il fatto che ora sia possibile giocare via internet rende il tutto più facilemente accessibile, e anche più facilmente pubblicizzabile (a cui vanno ad aggiungersi le pubblicità in TV con tanto di Buffon e altre star).

Da una parte ci potrebbe stare benissimo il pensiero liberista: nessuno costringe le persone a giocare a Poker (o ad altri giochi dove si puntano soldi), queste decidono di giocare per propria scelta e si rovinano con le loro stesse mani. Il gioco d'azzardo è quindi un'attività di lucro come tante altre, da considerarsi legale e da non dover ostacolare o disincentivare.

D'altra parte è evidente come alcune persone cadano in un circolo di vera e propria dipendenza. Non saprei dire se il gioco d'azzardo costituisce in alcuni casi una vera e propria malattia classificata come tale dagli psicologi, ma è chiaro come ci siano persone (che testimoniano anche il loro "caso") che non riescono a smettere, continuando a puntare soldi in un azzardo che sanno benissimo risulterà perdente. Sanno che stanno buttando soldi, ma continuano comunque a farlo.
Sotto quest'ottica si potrebbe dire che lo stato dovrebbe intervenire a tutela di queste persone, cercando un modo per disincentivare o per limitare il gioco d'azzardo, così come la sua pubblicità, ormai diffusissima.

O, in un caso integralista, decidersi a bandirlo definitivamente.

C'è poi tutto il discorso sul guadagno che lo stato ricava da lotterie e gioco d'azzardo, e che quindi fa sì che questo abbia un certo interesse nel non ostacolarlo. Ma è paradossale uno Stato che guadagna sulla disperazione dei suoi stessi cittadini.

Possiamo poi anche aggiungere un discorso etico, o di costume...

A voi la parola!

A parere mio è una cosa sbagliata, come sopra citato

Citazione :

nessuno costringe le persone a giocare a Poker (o ad altri giochi dove si puntano soldi)

Questa è la pura verità, uno parte con il principio che se sa di avere problemi di gioco non gioca, però non è una cosa giusta incitare la gente a scommettere e a rovinarsi la vita!!!
La cosa che mi fa storcere il naso è il motivo per il quale questo sia stato messo On-line, abbiamo così tanti bei casinò in Italia quelli bastano e avanzano a mio avviso, inoltre il Web è già abbastanza schifoso senza il gioco d'azzardo.

Non condivido una cosa ossia quello del bandirlo, bandire una cosa non credo sia corretto siamo in uno stato liberale bandire le cose porta solo malcontento tra le persone, non sarebbe una brutta idea però non lo trovo giusto.

Concludo con il dire che il gioco d'azzardo è sbagliato e sarebbe meglio evitarlo per non essere risucchiati nel vortice.

Spero si capisca tutto e di non aver fatto errori madornali :§ewew:

La cosa che mi nausea di più sono le pubblicità statali che incitano a giocare d'azzardo. L'ultima pubblicità del superenalotto e schifosa per come suggerisce che la soluzione a tutti i problemi sia dentro una schedina e per come si rivolge in modo chiaro a tutte le categorie più deboli:
-il pensionato che fa felici inipotini,
-l'imprenditore che sistema l'azienda
- la mamma che aiuta i figli
etc...
che razza di Stato permette nel periodo più buio dal dopoguerra a una azienda controllata di mettere in campo una campagna del genere per spingere persone già in difficoltà a buttare i soldi in questo modo?

Se lo stato è il primo attore nel gioco d'azzardo che possibilità ci sono che difenda i cittadini da aziende terze che versano bei soldoni nelle sue tasche e che fanno di tutto per tirarti nel vortice del gioco d'azzardo incontrollato?!

Concordo con Gunner. Almeno i Casinò hanno un minimo di stile e classe e se giochi hai una qualche possibilità di vincere (a patto che te ne vai finché sei fortunosamente in attivo).
Certo, sono sempre dei figli di p*****a che mirano a farti perdere e a spillarti soldi, ma "almeno" è la loro unica attività. Lo Stato invece dovrebbe proteggere i suoi cittadini, ed invece finanzia ed incoraggia una simile distruzione

Anche io ho accolto con molto poco apprezzamento le pubblicità Statali delle lotterie.

Ma voi sareste quindi per uno Stato che semplicemente (nonostante, purtroppo, i suoi interessi) si discosta da questo ambiente, ovvero che si limita a non intervenire, oppure dovrebbe fare un passo in più per tutelare le categorie che più facilmente possono cadere in una spirale di ossessione, e quindi disincentivare e porre limiti al gioco d'azzardo?

Il fatto è che, con o senza appoggio dello Stato, come si evince da questo articolo il fenomeno del poker online, per esempio, non conosce crisi e grazie alla possibilità che offre internet si sta espandendo con velocità. I loro ricavi permettono pubblicità sia in rete che in TV.
Pertanto rimane possibile, anche senza aiuto statale, per queste aziende ingrossare il loro giro con pubblicità e nuove proposte.

Gunnerjack ha scritto:

La cosa che mi nausea di più sono le pubblicità statali che incitano a giocare d'azzardo. L'ultima pubblicità del superenalotto e schifosa per come suggerisce che la soluzione a tutti i problemi sia dentro una schedina e per come si rivolge in modo chiaro a tutte le categorie più deboli:
-il pensionato che fa felici inipotini,
-l'imprenditore che sistema l'azienda
- la mamma che aiuta i figli
etc...
che razza di Stato permette nel periodo più buio dal dopoguerra a una azienda controllata di mettere in campo una campagna del genere per spingere persone già in difficoltà a buttare i soldi in questo modo?

Se lo stato è il primo attore nel gioco d'azzardo che possibilità ci sono che difenda i cittadini da aziende terze che versano bei soldoni nelle sue tasche e che fanno di tutto per tirarti nel vortice del gioco d'azzardo incontrollato?!

ma tu sai a chi appartiene la maggior parte di quei siti di Poker online? Mr. B.

Io dico solo uan cosa:

- MA DOVE TROVANO I SOLDI?

io faccio fatica ad arrivare a fine mese cavolo, figurati giocare a Poker, oltretutto ad un computer. Preferisco il vecchio Texas hold con amici

Citazione :

- MA DOVE TROVANO I SOLDI?

Bella domanda!!!!! cia

thekingofbronx ha scritto:

Io dico solo uan cosa:

- MA DOVE TROVANO I SOLDI?

io faccio fatica ad arrivare a fine mese cavolo, figurati giocare a Poker, oltretutto ad un computer. Preferisco il vecchio Texas hold con amici

Il giocatore d'azzardo davanti all'adagio "meglio un uovo oggi o una gallina domani" preferisce la gallina, dalle uova d'oro.

E paradossalmente, quando le situazioni economico/sociali sono critiche, gioco e magia sono in ascesa. Questo perché, se uno non può appigliarsi a qualcosa di concreto per sperare di migliorare la sua situazione, cerca anche qualcosa di inconcreto, divenendo disposto a tutto pur di "credere in qualcosa di meglio".

Aggiungete che il gioco d'azzardo possiede una qualità, l'azzardo appunto, che produce piacere di per se stesso, slegato dalla vincita; non a caso il gioco d'azzardo è definito come una nuova dipendenza.

Se volete vederla in maniera complottista, lo stato non ha trovato altro che un nuovo modo di dare "circenses" (o come si dica, "io non so il latino, ho fatto l'iti" come direbbe qualcuno XD )tenendo e accumulando il pane.

O forse, come propone Gaiman nel suo libro American Gods, la realtà è ancor più strana e contorta.

I casinò possiedono un segreto, un segreto che custodiscono e proteggono e stimano come il più sacro dei loro misteri. La maggior parte della gente non gioca per vincere, come in genere viene pubblicizzato, venduto, dichiarato e sognato. È una facile bugia che dà alla gente l'alibi per entrare da quelle enormi porte sempre aperte. Il segreto è questo: la gente gioca per perdere. Vengono nei casinò per fare l'esperienza di quell'istante in cui si sentono vivi, in groppa alla ruota della roulette, quando vengono girati come le carte o quando, insieme alle monete, smarriscono nelle fessure anche se stessi. Magari si vantano di qualche vincita, di quella certa notte in cui hanno sbancato il casinò, ma custodiscono come un tesoro, un tesoro prezioso, tutte le volte in cui hanno perso. È una specie di sacrificio rivolto a qualche divinità.

Bello il pezzo da te citato, comunque concordo pienamente... Le poche vincite che uno fa sono solo un pretesto per prendere quei soldi e rigiocarli tutti per uscire senza niente, è solo il brivido che il gioco dà a fare continuare a giocare le persone.

Però se mi permetti preferisco un casinò che uno stupido sito dove gioco con persone che non vedo in faccia, poi sai al casinò c'è una persona che dà le carte e cavolate varie nei giochi on-line è una macchina che le dà le carte e se permetti non sono molto sicuro della logica che muove quei giochi. ^^.

Io trovo che il gioco d'azzardo sia, come molte cose, ingiudicabile a priori, dipende dall'uso che se ne fa. Come per l'alcool, il fumo, il cibo...
Quante persone, magari non in Italia, si rovinano la vita per la dipendenza da alcool? Lo stesso alcool che lo stato approva e su cui ha un certo introito fiscale? E per il fumo?
Però si sa cosa succede qualora si passi ad una messa al bando di tali prodotti: si chiama proibizionismo e non ha mai portato a niente di buono, solo ad ingrassare le associazioni a delinquere, ad aumentare la corruzione, e a rendere se possibile le cose ancora meno trasparenti di come erano precedentemente.
Di certo con una proibizione del gioco d'azzardo ci sarebbe una riduzione in numero dei giocatori, ma i giocatori "incalliti" (quelli che questo topic vorrebbe tutelare) finirebbero probabilmente nelle mani di biscazzieri vari.

Condivido invece l'idea che lo stato, in quanto garante della salute delle persone, non dovrebbe incitare al gioco d'azzardo. Purtroppo rappresentano un parte non indifferente delle entrate (non so se lo sapevate, ma il lotto veniva chiamato anche "la tassa sui creduloni") e questo spinge sull'acceleratore. Piuttosto, io penso che lo stato debba muoversi più verso la prevenzione dalla dipendenza. Voglio dire: che il fumo e le droghe fanno male ormai è conclamato (tranne forse fra i ragazzini....), eppure si continua a fare pubblicità progresso in questa direzione con risultati (penso) anche abbastanza imbarazzanti in alcuni casi.
E invece parlare della dipendenza da gioco d'azzardo? Avete mai visto campagne informative, o simili?

Non voglio demonizzare il gioco d'azzardo a priori ma le pubblicità dei vari siti di gioco d'azzardo sono una delle cose piu squallide mai viste in TV.

Il fatto è che si rischia anche in questo caso una posizione dello Stato italiano paradossale: da una parte ricava soldi (alle spalle dei suoi stessi cittadini! Una fetta dei quali in evidenti condizioni di disagio!) e dall'altra dovrebbe disincentivarlo, o intervenire in qualche modo per porre dei limiti.

Per me, francamente, rimane inconcepibile come uno Stato cerchi di lucrare in questo modo verso i suoi stessi cittadini: togliersi da questo giro sarebbe il primo passo da fare.
So che è dura chiedere di tagliarsi una fonte di guadagno, però altrimenti è veramente paradossale. Si troverebbe altrimenti nelle vesti sia del difensore dei più deboli sia in quelle di chi li vuole sfruttare.

Secondariamente, dovrebbe secondo me agire non in modo preibizionistico, ma per via di disincentivi e campagne di sensibilizzazione, come proposto da Yakumo.

Che poi, alla fine, si possono fare tutte le campagne che si vogliono ma se uno vuole giocare a poker ci gioca. Un po' come con il fumo. Sui pacchetti di sigarette c'è scritto:" Il fumo uccide", "Il fumo può causare cancro ai polmoni", "Il fumo danneggia te e chi ti sta intorno" etc etc eppure i fumatori non sono cessati di esistere. Anzi prolificano più che mai.

Sono comunque d'accordo nel cercare di disincentivare il gioco d'azzardo (o perlomeno avere il buon gusto di non pubblicizzarlo come fosse la nuova merendina della Kinder).
Non dico eliminarlo ma almeno cercare di porre dei paletti che ne regolino le modalità e non portino a dannose assuefazioni ( assuefazioni che rovinano famiglie).
Comunque, ripeto, le cosiddette bische clandestine ci saranno sempre e comunque.
Che lo stato almeno dia il "buon esempio",