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 Russia: Pussy Riot: «Abbiamo vinto»

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Maresciallo_Helbrecht
Veggente di Zendra
Maresciallo_Helbrecht


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MessaggioTitolo: Russia: Pussy Riot: «Abbiamo vinto»    Russia: Pussy Riot: «Abbiamo vinto»  Icon_minitimeSab Ago 18, 2012 1:24 pm

Russia Pussy Riot: «Abbiamo vinto»


Condannate a due anni di carcere per aver cantato contro l'ex premier in una chiesa, le donne della band hanno ottenuto solidarietà dentro e fuori i confini nazionali



MOSCA Due anni di prigione, una dura condanna per Masha, Katya e Nadia, le tre Pussy Riot autrici a febbraio di un sacrilego blitz nella Cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca, in cui aveva­no chiesto alla Vergine Maria di «cacciare via» l'allora premier Vladimir Putin, diventato di nuo­vo presidente della Russia poche settimane dopo.
Colpevoli di «teppismo motiva­to da odio religioso», dovranno scontare la pena in una delle ga­lere russe che non brillano certo per comfort. La giudice Marina Sirova le ha condannate a un an­no in meno dei tre richiesti dal­l'accusa: Nadia Tolokonnikova, 22 anni, Maria Aliokhina, 24, ed Ekaterina Samutsevich, 30 da po­chi giorni, resteranno in carcere per circa un anno e mezzo, dato che la pena viene calcolata dal momento dell'arresto, il 4 marzo scorso. Appena terminata la let­tura del verdetto, fuori dal Tribu­nale Khamovniki assediato da centinaia di giornalisti da tutto il mondo, sostenitori e detrattori della band punk femminista, è esploso un boato di protesta: «Fa­scisti!», «Vergogna!» e poi «Brave, brave, libertà!» e applausi al pas­saggio del cellulare con a bordo il trio. Cinquanta i fermi.
Soddisfatti i militanti nazionali­sti. Torvi i volti all'uscita dall'au­la di Alexei Navalny, il blogger più noto dell'opposizione russa, pre­occupati i familiari presenti, af­flitte le giovani imputate tranne la leader Nadia, solita fierezza e aria di sfida in volto, che in mat­tinata aveva scritto ai sostenito­ri: «Abbiamo vinto comunque». Battaglieri gli avvocati, che han­no promesso ricorso immediato, se necessario anche alla Corte UE di Strasburgo: il legale Mark Fei­gin ha parlato di un «verdetto an­nunciato», giudicandolo «una de­cisione esclusiva di Putin».
Intanto numerose prese di posi­zione solidali con le tre condan­nate sono giunte non solo da star della musica, ma anche dai Go­verni occidentali, la cancelliera tedesca Angela Merkel in testa. Da New York a Parigi, in centina­ia sono scesi in piazza per chie­dere la liberazione della band russa, mentre ieri pomeriggio, una volta emessa la sentenza, an­che UE e USA hanno preso le di­stanze, con la Merkel in prima fi­la: per la cancelliera, quello di Mosca è un giudizio che va con­tro i valori europei.






«Con il ritorno di Putin alla presidenza gli arresti per motivi politici sono esplosi»


Sulla condanna delle tre ragazze della band irrive­rente Pussy Riot, abbiamo chiesto un parere alla giornali­sta russa Oksana Chelysheva che da anni si batte per la difesa dei diritti umani nella Fede­razione russa, ricevendo tra l'altro un pre­mio giornalistico da Amnesty Internatio­nal per il suo impegno in difesa degli op­pressi.
Da più parti in Occidente si è definita eccessiva la durezza della giustizia rus­sa e di Putin nei confronti delle Pussy Riot. Come valuta questo processo?
«L'origine della durezza con cui sono sta­te giudicate le tre ragazze va principal­mente ricercata nell'atteggiamento per­sonale del presidente russo Vladimir Pu­tin. La vera ragione dell'incarcerazione delle Pussy Riot va ricercata nella loro azione di protesta inscenata lo scorso me­se di gennaio nella Piazza Rossa. Le can­zoni da loro cantate durante quella esi­bizione rappresentavano delle critiche aperte nei confronti di Putin, ridicoliz­zando tra l'altro il suo machismo. In quel­l'occasione le tre ragazze erano riuscite a fuggire senza subire alcuna conseguen­za. Nel caso di una punizione immedia­ta, sarebbe apparso a tutti troppo ovvio che i rancori di Putin si erano abbattuti su di loro. Ma poi, con l'esibizione di pro­testa delle Pussy Riot in una chiesa orto­dossa, il regime ha preso la palla al balzo per denunciare le ragazze e mostrarle agli occhi dell'opinione pubblica russa nella peggiore luce possibile. Inoltre, tale pro­cesso ha permesso a Putin di agire in sin­tonia con i suoi vassalli della Chiesa or­todossa russa».
Il Cremlino teme molto le proteste nei suoi confronti?
«Il regime si sente molto insicuro dopo gli eventi del dicembre 2011, quando cen­tinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro le elezio­ni truccate della Duma».
Con il ritorno di Putin alla presidenza, la libertà di espressione nel vostro Pae­se ha subito gravi restrizioni?
«Non solo la libertà di espressione è mi­nacciata nel nostro Paese. In effetti dal momento in cui Putin è tornato al Crem­lino nel maggio 2012, il numero di per­sone arrestate con accuse di carattere politico è aumentato drasticamente. Tut­ta una serie di leggi appena fatte appro­vare da Putin annullano in realtà molti articoli della Costituzione russa, com­presi quelli che garantiscono il diritto di riunione e il diritto alla libertà di espres­sione».
In Occidente è da tempo che non si sen­te più parlare della Cecenia. Significa che la situazione si è stabilizzata?
«Se sui media non appaiono più infor­mazioni sulla Cecenia è perché questo territorio non è più di moda tra i giorna­listi. L'unica cosa che si è stabilizzata in Cecenia è la repressione del regime dit­tatoriale di Ramzan Kadyrov, appoggia­to in tutto e per tutto da Mosca».





Fonte di entrambi gli articoli: Corriere del Ticino, 18.08.2012
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MessaggioTitolo: Re: Russia: Pussy Riot: «Abbiamo vinto»    Russia: Pussy Riot: «Abbiamo vinto»  Icon_minitimeSab Ago 18, 2012 1:26 pm

la russia si fa sempre notare per la sua grande umanità...
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