Cronaca delle avventure di Hvergelmirsen Ulfhjem Njordsen

"Troppo improbabile che sia spuntato un focolaio da solo con questo freddo... ci deve essere per forza qualcuno."
Procedette verso quella direzione, sperando di poter sperimentare nuovamente l'arma dai poteri ancora sconosciuti.

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Cerco di muovermi silenziosamente non appena sono ad un centinaio di metri di distanza da segni di vita intelligente.

Avanzando verso la fonte del fumo sfruttò a suo vantaggio la macchia di vegetazione e giunto al limitare poté finalmente osservare ciò che lo provocava.
Vide un piccolo accampamento di nomadi Narr costruito da appena 3 tende attorno ad un fuoco da campo su cui stava cuocendo qualcosa. Un nomade era chino vicino al fuoco, mentre altri quattro stavano facendo il tiro al bersaglio con un cadavere che probabilmente fino a poco prima era stato un uomo vivo. Vivi invece erano di certo altri due (apparentemente un uomo ed una donna) che erano legati attorno ad un albero morto poco distante dal fuoco. Dalla parte opposta del campo vi erano quattro picchetti saldamente conficcati nel terreno a cui erano aggiogati, seppur con lunghe correggie, una dozzina di pony.
L'accampamento era ad appena una quarantina di passi dagli alberi dove lui si trovava.

"Narr! Che siano in pellegrinaggio? Mio padre mi raccontava che una volta l'anno affrontano un lungo viaggio per un qualche strano motivo religioso..."
Rivolse poi un'occhiata verso l'uomo torturato e gli altri, per il momento ancora vivi, legati all'albero per cercare di carpirne le origini.

Dell'uomo torturato poteva dir poco. Era più lontano degli altri due, per meglio prestarsi ad essere bersagliato con le frecce. Dell'uomo e della donna, o forse era un'altro uomo coi capelli lunghi od un ragazzo, poteva dire che non appartenevano né al suo popolo ne a quello dei Narr, ma poco più vista la distanza. Non aveva idea di come e perché fossero lì, ma sapeva che i Narr, così come il suo popolo non disdegnava usare schiavi di altre genti o razze, a patto che riuscissero a montare un pony.

"Inutile che mene stia qui nascosto tra i cespugli... quel fuoco è invitante, e chissà se hanno della cacciagione fresca!"
Avanzò quindi verso di loro, l'ascia poggiata su una spalla ma pronta all'uso in qualsiasi momento.
"Spero che l'ospitalità dei Narr possa valere anche per un agaro, signori!"

L'agaro avanzò indisturbato per quasi trenta passi senza che nessuno dei nomadi paresse averlo notato. Poi quando parlò quello che stava vicino al fuoco balzò in piedi sfoderando un lungo coltello e i quattro che si stavano 'esercitando' con l'arco si girarono quasi come un sol'uomo. Uno di loro dopo essersi voltato verso l'agaro gridò, più per sorpresa che di battaglia, e scagliò contro di lui la freccia che aveva già incoccato. Questa saettò colpendo di striscio Hvergelmirsen alla coscia destra.

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Hai subito solo 5 PV di danno. Te ne restano ancora ben 145.

"Canaglie! Vi sembra questo il modo di accogliere un estraneo!?"
Mentre la sua ugola tuonava queste parole, la sua ascia, pronta a colpire, sferrava il primo attacco contro il Narr armato di coltellaccio: con un poderoso balzo si avventò quindi verso l'uomo, cosìcchè il fendente potesse risultare il più violento possibile.

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Spacamontagne!

Non vi fu scampo. Il nomade tentò una difesa, ma la disparità delle armi era eccessiva. Un tremendo colpo dell'agaro lo colpì al fianco facendosi strada fino alla spina dorsale e lo sbalzò oltre il focolare. Hvergelmirsen sentì frecce sibilare intorno a lui, almeno due lo mancarono ma una terza gli si conficcò dolorosamente nel fianco sinistro. Girandosi questi vide che degli altri quattro nomadi due gli stavano tirando contro con gli archi, mentre i restanti due stavano da presso ai loro compagni con le sciabole sguainate pronti a difenderli. Uno dei due arcieri però non aveva la faretra ed ora stava indietreggiando qualche passo per raccoglierla da terra e non avrebbe potuto tirare contro di lui almeno per qualche istante.

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Hai recuperato i 5 PV di prima ma ne hai subiti altri 48 dalla freccia. Ora sei a 102. I quattro nomadi sono a poco più di 10 passi, ma non puoi sperare di attaccare quelli con l'arco senza dover affrontare prima quelli armati di sciabola. E' probabile però che quando sarete coinvolti nel corpo a corpo gli arcieri non possano tirare (o almeno si astengano dal farlo) per timore di colpire i loro stessi compagni. Al momento sei a 22 di CDA in quanto sei sceso a meno di 3/4 dei tuoi PV.

Incitato dal dolore lancinante al fianco, si scaglio contro il primo uomo armato di sciabola: mentre si portava avanti qualche passo per raggiungere la successiva vittima, l'ascia roteava nuovamente attorno alle spalle.

Il nomade armato d'arco gli scoccò contro due frecce in rapida successione ma entrambe lo mancarono. Si scontrò quindi coi due sciabolatori ma la sua foga era forse eccessiva e questi riuscirono prima uno e poi l'altro a ferirlo sfruttando a pieno le loro armi più piccole e veloci.
Vedendolo ferito gli altri due nomadi armati d'arco sogghignarono ma rimasero pronti a tirare.

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I due colpi ti hanno ridotto a 61 PV. Fortunatamente nessun critico. Tutto sommato hai assorbito bene un risultato di 1 su un d20. Il tuo CDA è salito a 23. Nota: la tua nuova ascia è più semplice da manegiiare e puoi replicare ad entrambi gli avversari nello stesso giro se vuoi.

I suoi riflessi, più che la sua freddezza, ne approfittarono della situazione: i due avversari sembravano entrambi a portata di arma, molto più leggera e versatile della precedente.
Con rapidità portò quindi due poderosi colpi.

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Provo a colpirli entrambi.

Come una furia l'agaro si abbatté sui due nomadi armati di sciabola e i suoi attacchi furono tanto violenti che in pochi momenti entrambi i suoi avversari si trovarono sanguinanti, feriti seriamente dall'ascia di Hvergelmirsen uno al torace e l'altro all'addome. Gli altri due Narr, vista la malaparata abbandonarono gli archi e sguainate anche loro le sciabole si buttarono immediatamente nella mischia per dare man forte ai compagni in difficoltà.
Forse per via della foga crescente o per qualche altro motivo l'agaro sentì affievoliersi il dolore per le ferite che aveva ricevuto pocanzi.

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Hai recuperato 42 PV, ora sei a 103. Il tuo CDA resta comunque a 23. Avendo quattro avversari hai un ulteriore -6 di malus, ma due di loro sono feriti seriamente e perdendo sangue non potreanno continuare a combattere che per pochi giri.

Insistette con l'attacco sui due armigeri seriamente feriti. Il loro destino era oramai segnato dalla lama di un'ascia.

Anche contro quattro avversari Hvergelmirsen fu inesorabile. I suoi attacchi furono tanti e tanto violenti che in pochi attimi uno dei due nomadi già feriti si trovò con la giugulare recisa e iniziò a sprizzare sangue tutto intorno prima di accasciarsi al suolo e l'altro, ferito prima al corpo e poi privato dell'avambraccio sinistro da un terribile colpo d'ascia cadde in ginocchio e poi riverso sul terreno. Gli altri due Narr ancora illesi e che avevano tentato inutilmente di colpire l'agaro che si era ben difeso da quella tempesta di acciaio, decisero che era meglio salvare la pelle e tentarono di fuggire verso i pony.
Dopo ogni colpo Hvergelmirsen sentiva sempre meno dolore dalle ferite e dopo aver abbattuto il secondo nomade questo era del tutto scomparso e il giovane si sentiva in piena forma e carico di energie oltre che di furia.

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Puoi inseguirli se vuoi, hai buone probabilità di prenderne uno e discrete di prenderli entrambi prima che raggiungano le loro cavalcature.
Hai recuperato da tutte le ferite e sei tornato a 150 PV.

I muscoli lacerati ora erano nuovamente ritornati in perfetta forma, sicchè l'agaro potè sfruttare tutta la loro potenza per un ennesimo balzo verso i fuggiaschi. L'ascia ruotava fendendo l'aria...

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Provo a colpirli entrambi

Hvergelmirsen con un poderoso balzo sbaragliò i due nomadi fuggitivi e con un fluido ma violentissimo colpo d'ascia spiccò la testa dal corpo ad uno dei due e di contrappeso ferì l'altro molto gravemente al fianco sinistro. Questo continuò però a fuggire, ma fatti solo pochi passi stramazzò al suolo non lontano da dove erano legati i pony. Alcuni animali si inquietarono forse per l'odore del sangue e nitrirono spaventati e provarono a liberarsi. I paletti che li tenevano erano però saldamente piantati al suolo e non furono divelti.
Guardandosi intorno l'agaro furente non vide più nemici: gli unici esseri viventi al di fuori dei pony erano l'uomo e la donna legati all'albero.

Prese qualche profondo respiro per placare l'adrenalina in circolo, e occorsero diveri minuti per riacquisire completa coscienza di sè. Poi si avvicinò verso i due prigionieri legati all'albero per interrogarli:
"Voglio sapere tutto, parlate. E se mi fiderò di voi allora non vi sgozzerò. Può anche darsi che vi libererò... Sta a voi."
Il suo sguardo era decisamente intimidatorio.

Avvicinandosi poté vederli meglio: non erano evidentemente dei Narr, ma non appartenevano nemmeno al popolo agaro. Probabilmente erano uomini del nord o forse appartenevano al popolo delle montagne, ma il giovane agaro non aveva un esperenza sufficiente da poter distinguere con sicurezza gli uni dagli altri... ma di una cosa era certo: gli umani erano più numerosi.
La donna doveva essere piuttosto giovane e guardava Hvergelmirsen con due occhi che esprimevano terrore assoluto. A parlare però fu l'uomo, che non era né giovane né vecchio, ma sembrava essere abbastanza vigoroso.
Questi disse qualcosa in una lingua sconosciuta all'agaro, poi vedendo che non capiva lo guardò per un momento con aria interrogativa e poi parlò di nuovo. Questa volta quanto disse fu parzialmente comprensibile all'agaro perché l'uomo si stava esprimendo nella lingua del baratto. Hvergelmirsen non la parlava bene ma era in grado di comprenderla in modo accettabile.
L'uomo aveva detto: "Non capire tua lingua, noi felici tu uccidere Narr, Prego tu liberare noi."

Con lo stesso linguaggio cercò di chiedere loro almeno l'identità. Probabilmente da quello sarebbe riuscito a risalire alla natura del loro popolo.

"Io, me Rubus. Donna lei - indicò la ragazza - figlia di fratello di me."
Poi capendo che Hvergelmirsen forse voleva saperne di più continuò: "Noi abita bosco alto collina - indicò il bosco poco lontano e vagamente le montagne sopra di esso - noi caccia e teste di cavallo preso noi"

Hvergelmirse fece mente locale su chi potesse abitare i luoghi indicati dall'uomo...

Sebbene fosse oramai al di fuori dei territori a lui familiari l'agaro poté stabilire che quelli che aveva davanti erano effettivamente degli umani ma rimase un po' disorientato dall'affermazione dell'uomo. Non credeva infatti che vi potessero essere insediamenti di un popolo noto per la cattiva abitudine di abitare città chiuse e puzzolenti così a sud e in posti tanto incontaminati.

Seguì una lunga pausa di silenzio, durante il quale osservò bene la ragazza.

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Si, proprio per quel motivo :P

La giovane donna era infagottata alla meglio in abiti di pelliccia che, era evidente, avevano avuto tempi migliori. All'agaro pareva esile e piccola di statura né bella né brutta, per non essere una del suo popolo, ma lo colpivano gli occhi, molto grandi ma neri come due fosse di pece, molto rari tra la sua gente, così come i capelli della giovane anch'essi corvini.
La ragazza continuava a guardarlo con uno sguardo terrorizzato e anche l'uomo lo guardava con aria interrogativa, come se si stesse domandando, visto che lui non accennava a liberarli, se il suo arrivo era stato una fortuna o se erano caduti in mani peggiori di quelle dei Narr.

"Voglio saperne di più sul loro conto."
Con le rozze parole da lui conosciute di quella basilare lingua, chiese:
"Come chiama tuo popolo? Dove è?"