Talaban Guardiano di Zendra
Età : 38 Località : Muggiò,Genova,Cuneo, Pasturo Messaggi : 6935
| Titolo: Allevare un cane ed altri racconti Dom Lug 19, 2009 11:08 pm | |
| "Partendo da alcuni fatti realmente accadutigli, Taniguchi narra storie allo stesso tempo autobiografiche e universali. Trasformando in immagini e parole il proprio rapporto con gli animali, racconta legami che sono assoluti, e chiunque abbia convissuto con uno di essi non farà alcuna fatica ad immedesimarsi, riconoscendoli come veri. Chi ha la fortuna di condividere il proprio quotidiano con cani e gatti conosce bene i complessi rapporti che si instaurano fra le parti. Vivere con un animale ( e chi non capisce la differenza tra vivere e possedere un animale può anche interrompere la lettura) significa condividere con lui molta parte del proprio tempo, molti momenti di gioia ma anche qualche momento di dolore. e più saranno i momenti piacevoli, maggiore sarà la sofferenza al momento del distacco, qualunque sia la parte ad andarsene per prima. jiro taniguchi ci fa rivivere emozioni che giacevano in un angolo del nostro cuore riportando al nostro fianco, in una manciata di pagine, un amico mai dimenticato... cosa può esserci di più straordinario di questo?"
tratto dall'introduzione di davide castellazzi.
Scritto nel ’92 e pubblicato nel 2000, Allevare un cane e altri racconti è una raccolta di cinque storie autoconclusive. Le prime quattro storie di questo volume possono vivere insieme, come capitoli di uno stesso libro: ambientate in un contesto familiare, accogliente e caldo dal non celato sapore autobiografico, si svolgono tutte in una casa e due/tre strade, e sono legate da un filo temporale ed emotivo, e dai due protagonisti. L’ultima storia si discosta nettamente dalle precedenti: ambientata quasi interamente tra le inospitali vette dell’Himalaya, ne è protagonista un amante della montagna, la cui sua passione porterà sé stesso e le persone a lui vicino a compiere scelte molto difficili.
Il taglio della raccolta nella prima parte è nettamente autobiografico, e l'autore non lo nasconde, dedicando il libro al suo cane defunto. Il primo dei quattro racconti, intitolato appunto "Allevare un cane", influenza gli eventi narrati nei tre successivi: Taniguchi ci racconta come la coppia protagonista affronta l’ultimo anno di vita del proprio cane, ed il dolore per le sofferenze dell’animale. A distanza di un anno dalla morte del cane, nel secondo episodio, "Vivere con un gatto", la coppia si decide a prendere una altro animale domestico, una gatta. Attraverso i silenzi e i comportamenti di questa, i due protagonisti scopriranno presto che la bestiola è stata abbandonata da una famiglia che certamente l’ha trattata senza alcun riguardo, e scopriranno anche che è incinta. Con cura e dedizione, riusciranno ad accogliere la gatta nella loro vita, e vedranno cambiare il suo comportamento da un’iniziale diffidenza a un affetto composto e discreto. Non è solo l’atteggiamento della gatta a cambiare nel tempo: anche i due protagonisti si abbandonano al nuovo affetto, e ci riescono attraverso piccoli gesti, senza mai dimenticare l’affetto per il loro cane. Nel terzo episodio, "La vista sul giardino", la gatta partorisce tre mici, e l’equilibrio familiare subisce un nuovo cambiamento. Osserviamo con gli occhi dei due protagonisti i cambiamenti nel comportamento della gatta, che inizia ad avere ogni riguardo per i propri cuccioli; questo colpirà tanto la coppia che, pur avendo deciso di dare i gattini ad altre famiglie, assistendo al dolore della gatta per la separazione dal primo micio, preferiranno tenere gli altri due. Nel quarto racconto, "Le giornate in tre", entra in scena la nipote della protagonista. La bambina è scappate di casa per cercare un po’ di serenità in campagna, per riflettere su quanto sta accadendo alla sua famiglia dopo che sua madre, rimasta vedova qualche anno prima, sta cercando di ricostruirsi la vita con un altro uomo. Grazie ai ritmi rallentati della casa di campagna, ai consigli degli zii e grazie anche ai gatti di casa, la bambina imparerà a comprendere le ragioni della madre.
Da questo contesto si distacca completamente, come detto, l’ultimo racconto, "Terra promessa". In questo, il protagonista è un appassionato alpinista che smette di scalare solo per amore della famiglia. Ma la nuova vita, seppure colma di felicità e soddisfazioni, non riuscirà a calmare il suo desiderio di tentare per l’ultima volta la scalata di una delle vette più alte del mondo, a costo della vita. In questo racconto, l’ambiente familiare risulta lontano, seppure affettivamente presente. La montagna, nel disegno di Taniguchi, è più ospitale e familiare della stessa casa del protagonista, che in effetti sembra “non esserci mai” se non durante una scalata.
L’amore, il rispetto, la separazione e il coraggio sono i fili conduttori che legano questi cinque racconti di Taniguchi. Amore per il proprio compagno, per un parente, per i propri figli, per il proprio animale domestico – cane o gatto che sia. Amore inteso anche come rispetto per la vecchiaia, per i desideri e le aspirazioni altrui. Separazione per una morte o per esigenza di soddisfare un desiderio intimo e incomprensibile agli altri. Coraggio di affrontare tutte queste emozioni e il cambiamento che esse portano. Per allevare un cane ci vuole coraggio e dedizione, perché con ogni probabilità lui morirà prima del padrone. Per allevare un nuovo animale dopo aver subito la perdita del primo ci vuole coraggio, così come ce ne vuole per affrontare i cambiamenti delle altre persone. Ce ne vuole anche per scalare una montagna, e forse ce ne vuole ancora di più per assecondare i desideri della persona amata, a costo di perderla.
Il tratto di Taniguchi descrive queste emozioni, grazie a una grande capacità di raccontare attraverso il segno e l’inquadratura emozioni che non si possono dire a parole. In tutti i racconti, i protagonisti si capiscono senza doversi spiegare nulla, i dialoghi servono quasi sempre per fini esclusivamente pratici. Per il resto, i personaggi vengono raffigurati mentre compiono gesti quotidiani assolutamente piccoli e semplici, però in un contesto in cui possono diventare grandi e importanti. Il protagonista diventa narratore esterno, e in questo modo ogni situazione vissuta viene raccontata dall’interno, come un diario intimo. | |
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