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Disciple of the Arvadan
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MessaggioTitolo: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeVen Mag 14, 2010 12:27 pm

Si tratta di un mio vecchio racconto breve in tre capitoli, oggi
metto il primo, per il secondo non faccio promesse...intanto vediamo
come va.
Se avete tempo per favore lasciate un commento.


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“...Sempre a noi la parte peggiore...”.
Il sergente Valkar mi superò sorridendo, camminando allegramente sul terreno coperto di sangue.
“Sei sopravvissuto e hai anche il coraggio di lamentarti, Davian? È così che ti dimostri degno del tuo grado?”.
“Un grande onore davvero” borbottai “soldato semplice nella Guardia Imperiale...se fossi un Astartes cosa direbbe?”.
“Ci penserò quando lo sarai” rise il sergente “Proteggere l’Imperium è sempre un onore, soldato. A prescindere dal grado. Ora torna al lavoro”.
Obbedii, cercando di mantenere in ordine lo stomaco. Chi trova rivoltante l’aspetto esteriore dei demoni del Caos dovrebbe provare a rovistare tra le loro viscere, riflettei. Per qualche strano motivo, il compito di cercare eventuali sopravvissuti dopo le battaglie, letteralmente scavando tra i corpi dei nostri fratelli e dei traditori caotici, toccava sempre alla squadra guidata da Gabriel Valkar...e quindi anche a me. Qualcuno mormorava che il motivo fosse una “velata”
inimicizia tra il sergente e il nostro Commissario, una voce che tuttavia entrambi cercavano di mettere a tacere, sebbene con scarsi risultati.
Quel giorno, la battaglia era stata perfino più cruenta del solito. Nel mezzo del fumo sollevato dall’artiglieria, una delle reclute aveva giurato di aver intravisto una squadra di marines traditori, insieme ai soliti branchi di invasati eretici. E visti i danni riportati dalle protezioni dei nostri bunker forse non aveva torto...
“Signore! Sergente Valkar! Venga qui! Presto!”.
La voce apparteneva ad un mio nuovo compagno di squadra, giunto solo da pochi giorni al fronte. Mi voltai verso di lui, cercando di capire cosa l’avesse sconvolto tanto.
Lo vidi in piedi di fianco ad un mucchio di cadaveri, pallido come un cencio...mi ci volle un attimo a capire che il mucchio in realtà era un corpo solo.
Il sergente corse verso la recluta alla massima velocità che quel macabro terreno gli consentiva, bloccandosi a pochi passi dal corpo.
“Oh m****...”.
Si voltò di scatto, urlando al resto della squadra di raggiungerlo. Venti uomini, me compreso, scattarono al suo ordine, i fucili spianati e pronti a fare fuoco.
Ci fermammo intorno a lui, increduli. A terra giaceva una creatura enorme, grottesca e deforme, con la carne di un colore mostruoso che pareva cresciuta attorno all’armatura potenziata, fondendo insieme metallo, uomo e...demone.
Un obliteratore.
Il braccio destro del gigante era troncato poco più giù della spalla. Probabilmente era merito dei confetti della nostra artiglieria.
“Mi sa proprio che quella burba aveva ragione...” dissi, incapace di distogliere lo sguardo dal volto orrendo della creatura, dai suoi occhi chiusi nel sonno eterno.
“Che diavolo fate lì impalati, soldati? Un picnic? Muovetevi!” la voce del Commissario mi riscosse di colpo. Lo vidi avvicinarsi scortato da quattro guardie, e sentii il sergente che mormorava tra i denti qualcosa che suonò come “Che c**** ha da urlare, adesso...”.
“Cosa diavolo avete trovato di così interessante?” riprese il Commissario, sempre urlando “Posso vederlo anch’...PER L’IMPERATORE!”.
Fece un balzo indietro alla vista del mostro, gocce di sudore gli imperlavano la fronte.
“Che diavolo ci fa una cosa simile qui?”.
“È in permesso premio” gli rispose Valkar a denti stretti “L’hanno mandato da noi in vacanza, a divertirsi. Pronti al fuoco, uomini”.
“Perché perde tempo, sergente? Non le sembra abbastanza morto?”.
Valkar lo guardò di sbieco.
“Non date per morto un caotico finchè è abbastanza intero da permettervi di capire cos’è, Commissario. È la cosa più importante che ho imparato quaggiù. Sparate”.
“Non dite idiozie, Valkar” insistette il Commissario, colpendo il corpo col piede “come credete...”.
Il sergente gli si gettò addosso, trascinandolo a terra giusto in tempo per evitare l’artiglio del mostro. Con un ringhio e una sfilza di bestemmie, l’obliteratore si rimise in piedi. Sotto i nostri occhi terrorizzati, la carne del suo braccio sinistro lasciò il posto ad un’arma dall’aspetto molto poco rassicurante.
“CORRETE!”. Non c’era bisogno di dirlo. Il problema era che i proiettili tendono ad essere molto più veloci di te, per quanto
l’Imperatore possa donarti gambe buone e terreno sgombro. Con l’inutile fuoco di copertura delle guardie del Commissario, letteralmente volammo verso i bunker, cercando disperatamente un riparo dalla pioggia di fuoco che il mostro ci stava scaricando addosso.
Non arrivammo neppure in dieci. Mi gettai a pesce nella trincea, cadendo di faccia nella polvere, evitando per un soffio una vampata di plasma che mandò in briciole il tetto di cemento sopra di me.
Il Commissario era di fianco a me, ansimante. Ci mise solo un secondo a riprendere il controllo.
“Chiama il sergente Bronas, soldato” mi urlò “dobbiamo riorganizzarci e fermare quella maledetta cosa...sergente! Dov’è l’artiglieria?”.
Bronas scosse la testa.
“A chilometri da qui, ormai. Servivano rinforzi nel settore est, non c’era motivo di aspettare. Siamo rimasti solo io e la mia squadra...e un trasporto corazzato”.
Il Commissario esitò, riflettendo. Intorno a lui, io e miei compagni guardavamo l’obliteratore avvicinarsi lentamente, ridendo, frantumando poco alla volta le nostre difese. Il rumore alieno del cannone plasma rimbombava nella nostra mente come la voce della morte.
Alcuni iniziarono a pregare, a bassa voce.
Eravamo spacciati.
“Non possiamo aspettare che ci venga a prendere. Dobbiamo escogitare qualcosa...sergente Valkar! Dove diavolo si è cacciato? Sergente...”.
Uno dei soldati alzò un braccio, indicando un punto lontano sul campo di battaglia.
Nella trincea calò un silenzio irreale, rotto solo dall’eco dei colpi del mostro.
In piedi, coperto di sangue, Gabriel Valkar camminava tra i morti, lentamente, avvicinandosi non visto alle spalle dell’obliteratore.
Sul volto, una maschera di pura, lucidissima follia.
Restammo immobili ad osservarlo, senza osare fiatare. In silenzio, lo guardammo avvicinarsi sempre più al mostro urlante, troppo preso dalla sua opera per accorgersi di lui.
Quando non fu che a pochi metri dal demone, il sergente iniziò a correre. Balzò sulle possenti spalle della creatura, fuori dalla portata del suo artiglio.
L’obliteratore ruggì, furioso, cercando di scrollarselo di dosso, ma Valkar non mollò la presa. Si arrampicò sul suo dorso, incurante degli scossoni e delle bestemmie che gli piovevano addosso.
Notai solo allora che stringeva qualcosa in mano. Impiegai qualche istante a capire di cosa si trattava.
Balzai fuori dalla trincea, urlando. Nessuno fece caso a me, tutti erano concentrati sulla lotta tra l’uomo ed il demone.
Il sergente si chinò in avanti, e con un gesto fulmineo infilò la mano nella bocca urlante del mostro.
Nel pugno stringeva una granata.
Sputò la spoletta, fissando l’obliteratore negli occhi.
Sorrideva.
“Com’è che adesso hai smesso di ridere, brutto figlio di p******?”.

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The_Green_Knight
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeVen Mag 14, 2010 1:46 pm

Fantastico.

Citazione :
Il rumore alieno del cannone plasma rimbombava nella nostra mente come la voce della morte.

E quell' "alieno" usato etimologicamente è... poesia!
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeVen Mag 14, 2010 1:53 pm

bellissimo...davvero superbo!!!
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Kurush-Var
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeVen Mag 14, 2010 6:27 pm

Molto molto bello come racconto. Veramente i miei complimenti, ti accenno che a bre ci sarà la prossima edizione dell'aedo zendriano, un concorso di scrittura interno al forum.
Se ti interessa, tieniti pronto. :123: E ancora complimenti per il racconto.
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SangueDiSanguignus
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeVen Mag 14, 2010 6:29 pm

ok, bellissimo, ma voglio il seguito!!! non vedo l'ora di leggerlo!!!!
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Thor
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeVen Mag 14, 2010 7:16 pm

complimenti
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Rob Lucci
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeSab Mag 15, 2010 9:47 am

Veramente bello come racconto, complimenti [Racconto] Per l'Imperatore 176360
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Nerghray
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeSab Mag 15, 2010 1:09 pm

E i complimenti anche da me :)
Spero di leggere presto il seguito...
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Nani4ever
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeSab Mag 15, 2010 3:37 pm

bravo dicipline già detto e ridetto :) ^^ commentami il racconto sul tilea ^^
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Disciple of the Arvadan
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeSab Mag 15, 2010 5:19 pm

Kurush-Var ha scritto:
Molto molto bello come racconto. Veramente i miei complimenti, ti accenno che a bre ci sarà la prossima edizione dell'aedo zendriano, un concorso di scrittura interno al forum.
Se ti interessa, tieniti pronto. :123: E ancora complimenti per il racconto.
Ma certo che mi interessa ^^ vado ad affilare la penna...

Beh, grazie a tutti per i commenti, devo dire che non me lo aspettavo...vediamo di andare avanti allora:

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L’esplosione mi scaraventò a terra, mandandomi lungo disteso giusto di fianco ad uno dei miei compagni caduti. Sollevai la testa dal fango, cercando con lo sguardo il demone ed il sergente. Invano.
Mi rialzai, correndo verso il punto dell’esplosione. Valkar era a terra, il braccio destro devastato dalla granata, la mano e l’avambraccio completamente distrutti.
Intorno a lui, in un raggio di una decina di metri erano sparsi brandelli di carne e frammenti di ceramite, tutti coperti di sangue scuro.
L’obliteratore non esisteva più.
“Sergente! Sergente Valkar!”.
Mi chinai su di lui, gettando il fucile. Era coperto di graffi, di sangue e di schegge. Il suo volto martoriato era contratto in una smorfia di dolore.
Aprì lentamente gli occhi, guardandomi in faccia. Riuscii a stento a trattenere le lacrime.
"...Davian?".
Non riuscii a fare più che un cenno col capo.
“Hai una sigaretta?”.
Scossi la testa. La situazione era troppo assurda per essere divertente.
“Bravo ragazzo” la sua bocca si aprì in un doloroso sorriso “ti fanno male. Ascoltami, Davian, devi farmi un favore...”.
Annuii di nuovo, in silenzio.
“Raccogli il fucile. Sparami”.
Cosa?
“Alla testa. Ti prego...”.
“Che cosa sta dicendo, sergente?” sentii qualcosa di caldo scorrermi sulle guance e cadere a terra in piccole gocce “come può...”.
“Obbedisci, soldato. Non possono salvarmi... non se ne accorgerà nessuno, non sono ancora usciti dalla trincea...”.
“Valkar! Soldato!” la voce del Commissario lo interruppe. Le due squadre corsero verso di noi, il sergente Bronas in testa.
“È salvo, vero? Supremo Imperatore, fate che stia bene...”.
Valkar sussultò, scosso da una fitta di dolore. Un istante dopo il Commissario fu su di lui, un’espressione preoccupata
sul volto.
Cosa alquanto insolita per un uomo come lui.
“Sergente! Gabriel Valkar! Rispondetemi!”.
Il sergene riaprì gli occhi. Pareva quasi infastidito.
“Sergente Gabriel Valkar della Guardia Imperiale a rapporto” disse con un filo di voce “perdonate se non vi saluto, Commissario... il mio braccio destro si rifiuta di compiere il suo dovere...”.
“Non dite idiozie, Valkar! Avrete...vi darò una medaglia per questo... la... la Croce di Ferro... Bronas! Aiutatemi! Il corazzato! Portiamolo al campo! SI MUOVA!”.
Il sergente Bronas scattò, seguito da cinque dei suoi. Dopo pochi istanti sentimmo il rumore del motore del veicolo che si avviava, coprendo rapidamente la distanza che lo separava dal campo di battaglia.
Il chimera si bloccò a pochi metri da noi. Lentamente, facendo attenzione a non ferirlo ulteriormente, caricammo il sergente sul mezzo, sotto gli occhi attenti del Commissario.
Filammo a tutta velocità verso il campo base, verso il piccolo ospedale che forse poteva salvarlo. Per tutta la durata
viaggio, il sergente tenne gli occhi chiusi e il pugno sinistro stretto, in silenzio. Intorno a lui, io e ciò che restava della sua squadra mormoravamo preghiere al dio Imperatore e allo Spirito Macchina, supplicandoli che aiutassero l’uomo a cui dovevamo la vita.
Ricordo poco altro di quel viaggio. Impiegammo poco più di un’ora a raggiungere l’ospedale, che il sergente Bronas aveva già informato del nostro arrivo. Portarono il sergente Valkar nella tenda su una barella di stoffa bianca, che rapidamente si tinse di rosso. Lo deposero su una branda, mentre un ufficiale medico accorreva trafelato. Ricordo che quando lo vide si mise le mani nei capelli.
Restammo ad aspettare fuori dalla tenda, ripensando a ciò che era successo. Tanti, troppi dei nostri uomini morivano ogni giorno, falciati dai proiettili, massacrati dall’artiglieria o sventrati dalle lame di quei maledetti traditori caotici. Eppure, per il sergente Valkar era diverso. Non aveva trovato la morte acquattato in un buco, o urlante in un’eroica carica, spinto dalla sua fede verso l’immortale Imperatore. Lui aveva preso alle spalle uno dei più terrificanti servi dei falsi dei del Caos, e lo aveva ucciso rischiando la sua stessa vita...
Per la prima volta da quando l’avevo incontrato, il Commissario pareva preoccupato per qualcuno. Sedeva accanto a
noi, in silenzio, fissando il sole pomeridiano. Nessuno riusciva ad immaginare a cosa stesse pensando.
Dopo circa due ore, il medico venne a chiamarci. Lo vidi scambiare poche parole col Commissario e col sergente Bronas. Non ebbi bisogno di sentire ciò che diceva, il suo volto parlava per lui.
Entrammo in silenzio nella tenda, io, il sergente, il Commissario e i miei quattro compagni superstiti, tutto ciò che rimaneva della sua squadra. Ci radunammo attorno al suo letto, i cuori stretti in una morsa.
Il sergente Valkar pareva rilassato, sereno nonostante le ferite. Quello che restava del suo braccio destro era stato fasciato strettamente, rendendo ancora più evidente la mutilazione.
Quando sentì l’ultimo di noi entrare, il sergente aprì lentamente gli occhi. Mi accorsi che mi stava fissando.
“Non preoccuparti, Gabriel” esordì Bronas, impacciato “i medici hanno detto che...”.
Ammutolì, incrociando i suoi occhi. Valkar sorrideva.
“Lascia stare, Nikolai. Non credere che non sappia...” disse, con voce flebile.
Ci stringemmo intorno a lui, cercando di rincuorarlo, anche se in realtà sembrava molto più sereno di noi.
Mi accorsi solo allora che il Commissario era rimasto in disparte. Si avvicinò al letto, mettendosi d’improvviso sull’attenti.
“Sergente Gabriel Valkar!”.
Il sergente sollevò il braccio destro nella parodia di un saluto marziale.
“Sergente Gabriel Valkar a rapporto, signore!”.
“L’Imperium è fiero di voi, sergente. Nonostante la superiorità tattica del nemico, nella battaglia di oggi vi siete battuto con onore, siete stato fulgido esempio di coraggio per i soldati del dio Imperatore...”.
Quasi per caso, notai il pugno del sergente stringersi e poi rilassarsi.
“...la vostra devozione alla Sua causa non è passata inosservata. Per questo motivo...” il Commissario armeggiò con una
delle numerose medaglie che portava sul petto, riuscendo finalmente a staccarla. La alzò in alto, perché tutti potessimo vederla “...ho il dovere e l’onore di premiarvi con la Croce di Ferro, simbolo della vostra fede e lealtà all'Immortale Imperat...”.
La risata gelida del sergente Valkar inghiottì il resto della frase.

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Ultima modifica di Disciple of the Arvadan il Sab Mag 15, 2010 6:05 pm - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeSab Mag 15, 2010 5:35 pm

Coinvolgente ^^
Da bravo impaziente che non sono altro aspetto la terza parte ^^
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeDom Mag 16, 2010 11:21 am

complimenti. veramente molto bello [Racconto] Per l'Imperatore 176360 .
aspetto ansiosamente la 3 parte.
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeDom Mag 16, 2010 1:13 pm

good very good!!!!
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Disciple of the Arvadan
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeLun Mag 17, 2010 5:49 pm

kapitan kelanera ha scritto:
complimenti. veramente molto bello [Racconto] Per l'Imperatore 176360 .
aspetto ansiosamente la 3 parte.
Ecco a lei.

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Il Commissario sobbalzò, colto alla sprovvista. Rimase impietrito a fissare il sergente, chidendosi cosa stesse accadendo.
Come tutti noi, del resto.
Valkar pareva impazzito. Continuava a ridere, scosso da tremiti, una risata gelida che faceva sembrare quella dell’obliteratore quasi piacevole.
Si ricompose lentamente, spostando lo sguardo su di me.
“Davian, ragazzo mio...Thomas, Jakob, Titus, Aster...vi faccio le mie scuse...” i suoi occhi improvvisamente stanchi si posarono sui miei compagni, indugiando un istante su ciascuno dei volti “...sono stato un fallimento, come soldato. Sono riuscito a salvare soltanto voi...”.
“...sergente...” mormorò il Commissario, la medaglia ancora sollevata.
“...vi chiedo di perdonarmi...la colpa è mia...”.
“Cosa state dicendo, signore?” Jakob si chinò su di lui, prendendogli la mano tra le sue, sforzandosi di trattenere le lacrime “ci avete salvati...è solo per merito vostro se siamo ancora vivi...siete un eroe, signore...”.
Valkar lo accarezzò con lo sguardo.
“Contegno, soldato. Siamo in guerra. Ho solamente cercato di fare il mio dovere, avevo l’incarico di...”.
“Sergente!” il Commissario abbassò le braccia e alzò il tono.
“...proteggervi. Ricordate, i vostri sottoposto vengono sempre prima di voi. Rimanete uniti, ragazzi. Ricordatevi di me, dell’esempio che ho cercato di darvi, ricordatevi di noi. La vostra...la nostra forza è...”.
“SERGENTE VALKAR!”.
Il sergente si voltò, fissando stizzito il Commissario.
“Che cosa vuole? Non vede che sono occupato?”.
Il volto del Commissario era un assurdo incontro di collera e sbigottimento. Lo vedemmo esitare, colpito dalle parole e dal tono del sergente.
Probabilmente, quella non era una delle situazioni che alla Scuola Progenius gli avevano insegnato a gestire.
“Vi sto...vi sto consegnando un’onoreficenza, sergente. Siete pregato di...”.
“E lei mi interrompe per QUESTO? La smetta, Commissario, ci lasci in pace...”.
“Ma...” il Commissario era allibito “...come...come osate...”.
Gli occhi del sergente si socchiusero. Si sforzò di sollevarsi, mettendosi a sedere sul letto.
“Mi ascolti, Commissario. Sono stanco, ferito. Probabilmente morirò tra poche ore. A cosa può servirmi una medaglia?”.
“La vostra...la vostra famiglia sarà onorata di...”.
“La mia famiglia?”.
Valkar gettò indietro la testa, esplodendo in un’altra delle sue agghiaccianti risate. Si riscosse quasi subito, tornando a fissare il Commissario, il volto contratto in un ghigno.
“La mia famiglia! Parla dei miei genitori, spazzati via dal sacro fuoco dell’Exterminatus, dieci anni fa, o del mio
giovane, eroico figlio, recluta degli Astartes, che ormai da anni non ricorda neppure più il mio nome? Non ho più una famiglia da tempo, Commissario. Questi ragazzi sono tutto ciò che mi resta. Mi lasci con loro...”.
Noi lo guardavamo allibiti, in silenzio. Suo figlio...il figlio del sergente era negli Astartes? Perché non ce lo aveva mai
detto? Non ne era orgoglioso? Non era lui che ripeteva sempre che gli Astartes dovevano essere il nostro modello?
Il Commissario non si mosse. Fissava il sergente con un’espressione indefinibile sul volto.
“Voi...” mormorò “voi rifiutate di accettare il premio che, tramite me, il sacro dio Imperatore...”.
“IL DIO IMPERATORE PUO’ ANDARE A F*****O, COMMISSARIO!” il sergente era rosso di rabbia, le vene del collo pulsanti per lo sforzo “NE HO ABBASTANZA DEL SUO DANNATO FANATISMO! NE HO ABBASTANZA DELLE SUE
PREDICHE!”.
Nella tenda calò un silenzio irreale, rotto solo dal suo respiro ansimante. Lo fissammo inorriditi, increduli, incapaci di
credere alla sua bestemmia.
“Mi ascolti, Commissario. E anche voi, soldati, anche tu, Nikolai...” riprese, di nuovo calmo “Combatto in prima linea da più di quindici anni. Ho avuto la fortuna di sopravvivere per tutto questo tempo, ma sinceramente non credo sia merito dell’Imperatore. Io credo...credo che sia soprattutto merito mio. Mio, e naturalmente dei miei soldati. Nutro un profondo rispetto nei Suoi confronti, ma non l’ho mai visto caricare al mio fianco i traditori, né sopportare con me la fatica della battaglia. Non è la Sua mano che preme il grilletto, non è il Suo cuore che trema quando l’artiglieria ci sfiora. È il mio. È il nostro. Non è per Lui che ho combattuto questa guerra. Quando carico il nemico, non lo faccio per la Sua gloria. Lo faccio per sopravvivere, o almeno per fare in modo che i miei soldati si salvino. Non c’è Lui nei miei pensieri, c’è solo voglia
di vivere, di arrivare a domani...non l’ho mai sentito al mio fianco...”.
Tacque, cercando gli occhi del Commissario.
Trovò la canna di una pistola.
“Tu...maledetto...eretico...” il volto del Commissario era livido, contratto in una terrificante smorfia di rabbia.
“Eretico?”
sorrise il sergente, senza abbassare lo sguardo “Chiami eretico chi serve l’Imperium da uomo libero, chi ha il coraggio di stare in piedi, di combattere anche con il cuore roso dal dubbio? Sarò anche un eretico, Commissario, ma posso chiamarmi uomo. Tu non sei più un uomo, tu nascosto dietro il Suo potere e dietro quell’arma...hai più paura di me. Ho guardato in faccia la morte per quindici anni, Commissario. Non ho più paura. Io sono un uomo. Tu non sei nulla...”.
La sicura scattò con un rumore metallico. La mano del Commissario tremava, i suoi occhi erano colmi di collera...e forse, di qualche cosa d’altro...
Anche il Sergente Valkar parve accorgersene. Il sorriso sul suo volto si allargò.
“Mi dispiace” disse, con voce gelida “È troppo tardi, Commissario. Quell’arma oramai non può più uccidermi...”.
Uno sparo echeggiò nel silenzio.
Due.
Tre.
La testa del sergente esplose, schizzando sangue sui nostri volti sconvolti. Il Commissario continuò a sparare, svuotando l’intero caricatore nel corpo ormai privo di vita.
Anche dopo che l’eco dell’ultimo colpo svanì, continuò inutilmente a premere il grilletto, come impazzito, incapace di controllarsi.
Un rumore di metallo contro metallo accompagnava il movimento delle sue dita.
Ai suoi piedi si allargava lentamente una chiazza color rosso scuro.

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Ater
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeLun Mag 17, 2010 6:07 pm

Bellissimo, davvero. Il personaggio del sergente è gestito in modo eccezionale. Le sue idee sono opinabili, ma la resa è davvero impressionante.

Unico neo del racconto è secondo me la figura del commissario, che si mantiene credibile nei primi 2 episodi, ma scade un pochino all'inizio del terzo. Sembra un pochino idiota ad offendersi per l'interruzione del sergente mentre lui gli attribuisce la medaglia. Invece riprende bene quota alla fine, uccidendo il sergente.
Lavora magari un attimo su questo punto, per il resto non posso che complimentarmi.
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SangueDiSanguignus
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeLun Mag 17, 2010 6:16 pm

a me piace moltissimo! voglio il quarto adesso!
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Thor
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeLun Mag 17, 2010 7:50 pm

complimentissimi
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djbens90
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitimeMar Mag 18, 2010 9:36 pm

bellissimo!!!!!
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Per l'Imperatore   [Racconto] Per l'Imperatore Icon_minitime

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