Mi sembra il caso a questo punto di postare quello che il buon Dino, uno dei miei due maestri mi ha inviato via email ( potrebbe aggiungere ulteriori info, o ripetere quello che hai gia' detto, nel caso mi scuso):
LA SPADALo schema seguente rappresenta una spada medievale scomposta nelle sue parti:
La lama è realizzata in un unico pezzo: essa è ottenuta da una treccia formata da due stringhe, una di ferro dolce ed una di acciaio; il ferro, più malleabile ed elastico, garantisce la flessibilità alla lama, mentre l’acciaio la durezza; i due materiali creano una trama omogenea, ottenuta grazie all’azione dinamica delle martellate inferte alla struttura dal fabbro. La lama, in una delle sue estremità, si assottiglia divenendo quello che viene definito “codolo”.
Sul codolo vengono infilati i baffi, il manico ed il pomolo: esso viene quindi ribatutto in modo da tenere insieme tutte queste parti.
I baffi, che con l’avanzare del periodo storico cambiano forma, andando a coprire sempre di più la mano che stringe l’impugnatura e cambiando conseguentemente il nome in guardia o elsa, hanno lo scopo principale nel difendere le mani che impugnano la spada sul manico e secondariamente servono come spuntoni per colpire o come ganci per disarmare l’avversario.
Il manico o impugnatura offre la presa per una o entrambe le mani del guerriero che brandisce la spada: è generalmente realizzato con due gusci in legno, posti ai due lati del codolo, e poi avvolti da una striscia in cuoio per tenerli insieme e fissi al loro posto.
Il pomolo serve per controbilanciare il peso della lama, in modo che la spada non abbia un bilanciamento troppo avanzato: il punto di bilanciamento di una spada corazzata è circa alla distanza di un pugno dai baffi, sulla lama: un bilanciamento più seduto, cioè più sui baffi, o addirittura sull’impugnatura, conferisce alla spada una maggior maneggevolezza a scapito della potenza dei colpi inferti; lo stesso pomolo è poi usato per colpire l’avversario, come se fosse la testa di una mazza.
La lama di una spada medievale da guerra, contrariamente a quanto si crede, non è affilata in quanto una lama affilata sarebbe fragile e si romperebbe andando ad impattare contro le armature metalliche con cui si proteggono gli uomini d’arme nel medioevo; i danni inferti dal colpo di una spada medievale sono dunque causati dall’energia cinetica che trasmette l’arma quando colpisce.
La lama si suddivide idealmente in tre parti: forte, medio e debole.
Il debole è la parte terminale della lama, vicino alla punta: è così chiamato perché è molto veloce, ma il colpo che arriva con questa parte non è potente a sufficienza per sfondare un’armatura. Nelle spade civili della seconda metà del XV secolo, il debole della lama è affilato, poiché quel tipo di spada è concepito per essere usata contro avversari non corazzati.
Il medio è la parte di lama tra il forte ed il debole: generalmente è la parte di lama che per prima impatta contro l’arma avversaria, quando la spada è usata per parare.
Il forte è la parte in prossimità dei baffi, dove si trova il punto di bilanciamento della spada: per questa ragione, quando la spada colpisce, è in questo punto dove si scarica la maggior parte dell’energia cinetica del colpo: pertanto esso infligge il maggior danno se ad impattare contro il bersaglio è questa parte della lama.
La lama di una spada medievale è dotata di due fili: essi si distinguono in drittofilo e falsofilo: la loro distinzione è possibile soltanto nel momento in cui la spada è impugnata; il drittofilo si trova dal lato dove si trovano le nocche della mano di colui che brandisce l’arma ed è la parte che colpisce il bersaglio. Il falsofilo si trova dalla parte opposta al drittofilo e, in posizione di guardia, si trova generalmente rivolto verso il combattente che impugna la spada.
I modi di impugnare una spada1. Ad una mano di dritta: la mano destra impugna la spada sul manico, in prossimità dei baffi e rivolta verso la lama;
2. Ad una mano di manca: la mano sinistra impugna la spada sul manico, in prossimità dei baffi e rivolta verso la lama;
3. A due mani di dritta: entrambe le mani impugnano la spada sul manico, la mano destra in prossimità dei baffi, la mano sinistra in corrispondenza del pomolo: entrambe le mani sono rivolte verso la lama della spada;
4. A due mani di manca: entrambe le mani impugnano la spada sul manico, la mano sinistra in prossimità dei baffi, la mano destra in corrispondenza del pomolo: entrambe le mani sono rivolte verso la lama della spada;
5. Armeggio di dritta: la mano destra impugna la spada sul manico rivolta verso la lama, mentre la sinistra impugna direttamente la lama, rivolta verso la punta;
6. Armeggio di manca: la mano destra impugna la spada sul manico rivolta verso la lama, mentre la sinistra impugna direttamente la lama, rivolta verso la punta;
7. A martello di dritta: entrambe le mani impugnano la lama della spada, distanziate tra di loro e rivolte verso i baffi: la mano destra è posizionata più vicina ai baffi rispetto alla mano sinistra;
8. A martello di manca: entrambe le mani impugnano la lama della spada, distanziate tra di loro e rivolte verso i baffi: la mano sinistra è posizionata più vicina ai baffi rispetto alla mano destra;
9. A tuono di dritta: entrambe le mani impugnano il debole della lama della spada, ravvicinate tra di loro e rivolte verso i baffi: la mano destra è posizionata più vicina ai baffi rispetto alla mano sinistra;
10. A tuono di manca: entrambe le mani impugnano il debole della lama della spada, ravvicinate tra di loro e rivolte verso i baffi: la mano destra è posizionata più vicina ai baffi rispetto alla mano sinistra;
11. Armeggio di roverso braccio di dritta: la mano destra impugna la spada sul manico rivolta verso la lama, mentre la sinistra impugna direttamente la lama, rivolta verso l’impugnatura;
12. Armeggio di roverso braccio di manca: la mano sinistra impugna la spada sul manico rivolta verso la lama, mentre la destra impugna direttamente la lama, rivolta verso l’impugnatura.