Io, specie a fronte della dichiarazione di Frattini col suo "politically correct" riguardo Mubarak e il suo "governo illuminato" simil-illuminista, sono VERAMENTE schifato.
Magari le rivoluzioni passassero dalla Tunisia anche oltre-mare...
La foto di Khaled (sotto spoiler per... creare suspance?) dopo la sua ASFISSIA (certo che l'asfissia è proprio una brutta bestia, eh?):
Spoiler:
ilcappellaio Utente
Età : 35 Messaggi : 1512
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Lun Gen 31, 2011 9:56 pm
della serie "la prima cosa che ti viene in mente": gemellaggio.
Spoiler:
stefano cucchi
Drakhor Utente
Età : 30 Località : Svizzzzzzzera Messaggi : 3516
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Lun Gen 31, 2011 10:36 pm
Questa me l'ero persa. Vedo che la notizia è di giugno, ultimamente stanno anche succedendo una paio di cosette (tra cui il governo egiziano che sopprime internet alla propria nazione) e queste sono foto recenti delle rappresaglie degli ultimi giorni: http://totallycoolpix.com/2011/01/the-egypt-protests/
Alcune sono molto forti, certe dello stesso tipo di quella postata da Green. Ad ogni modo aiutano a capire meglio com'è il clima laggiù.
Yakumo-dono Veggente di Zendra
Età : 37 Località : Yamato Messaggi : 5413
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Lun Gen 31, 2011 11:20 pm
Spero che con tutti i sacrifici che il popolo egiziano sta facendo riescano ad ottenere uno stato liberale, democratico, equo e laico.
Maresciallo_Helbrecht Veggente di Zendra
Età : 39 Località : Svizzera Messaggi : 12617
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Mar Feb 01, 2011 9:02 am
Assurdo... Semplicemente assurdo....
L' egitto è un paese chiave per tutto il medioriente. È il piu popoloso ed è, piu o meno direttamente, circondato da un sacco di paesi costantemente a rischio (penso a israele ma anche all iraq che non è poi molto lontano) e puo essere un elemento fondamentale per cercare di tenere sotto controllo tuttto il mediooriente. Una rivolta interna ad un paese del genere puo avere delle conseguenze decisamente disastrose anche a livello internazionale (tant'è che anche gli USA, che in israele sono cinvolti mica poco, non hanno ancora preso posizione in modo chiaro)....
Ovviamente come il buon Yakumo, mi auguro che tutto il casino che sta succedendo porti ad una situazione migliore. Anche se purtroppo sono sempre scettico in questi casi...
Ad ogni modo, mi permetto di postare un interessante filmato (Green, te l ho copiato da FB)
The_Green_Knight Custode di Zendra
Età : 31 Località : Pistoia Messaggi : 12249
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Mar Feb 01, 2011 1:24 pm
Hai fatto bene, lo stavo per mettere ora, ma poi ho visto che l'hai postato te. È quello che secondo me riassume meglio... whether you are christian, muslim, atheist, you demand your goddamn rights
Ho sentito che oggi l'esercito si è rifiutato di sparare e tutto sommato sta mediando la situazione. Speriamo.
Maresciallo_Helbrecht Veggente di Zendra
Età : 39 Località : Svizzera Messaggi : 12617
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Lun Feb 07, 2011 12:48 pm
IL CAIRO - Mostra il petto ai poliziotti, e questi gli sparano. Un video shock, che può di diritto diventare il simbolo delle proteste che da un paio di settimane stanno scuotendo l'Egitto.
Le drammatiche immagini, riprese con un telefonino, mostrano un giovane disarmato che si avvicina, in una strada deserta della capitale egiziana, ad alcuni poliziotti, che gli intimano di fermarsi. Il giovane mostra il petto in segno di sfida agli agenti, mentre gli agenti puntano le loro armi verso di lui. I famigliari del giovane, dall'alto, lo invitano a non esporsi.
Dopo alcuni secondi di attesa, il poliziotto spara. Il giovane, colpito, cade a terra. A quanto dicono alcuni blogger, si tratta della notizia che ha causato l'arresto del corrispondente di al Jazeer al Cairo, che stava indagando sulla vicenda.
All indirizzo seguente trovate la fonte originale dell'articolo e il filmato dell'esecuzione: http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=614598&idsezione=9&idsito=1&idtipo=2
PaulP Utente
Età : 38 Località : torino Messaggi : 554
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Ven Feb 11, 2011 7:01 pm
MUBARAK SI E' DIMESSO, IL POTERE ALLE FORZE ARMATE Il vicepresidente egiziano Omar Suleiman ha annunciato in televisione che il presidente Hosni Mubarak ha rinunciato al suo mandato presidenziale e ha incaricato le forze armate di gestire gli affari dello stato. La piazza Tahir ha accolto con un immenso boato l'annuncio. Un tripudio di bandiere egiziane sventolate in piazza Tahrir con sottofondo dI fischi e grida di giubilo ha accolto l'annuncio delle dimissioni di Mubarak. Da un lampione viene agitato un fantoccio impiccato che era stato appeso gia' giorni fa.
IL DISCORSO DI SULEIMAN - Questo il testo integrale del breve discorso alla televisione di stato in cui il vice presidente egiziano Omar Suleiman ha annunciato le dimissioni del presidente Hosni Mubarak. "Cittadini, in nome di Dio misericordioso, nella difficile situazione che l'Egitto sta attraversando, il presidente Hosni Mubarak ha deciso di dimettersi dal suo mandato e ha incaricato le forze armate di gestire gli affari del paese. Che Dio ci aiuti".
GIOIA ESPLODE IN TUTTO PAESE - Egiziani in tutto il paese si stanno riversando nelle strade per festeggiare la notizia delle dimissioni del presidente Hosni Mubarak. Lo riferiscono testimoni. Il Cairo, Alessandria e altre citta' dell'Egitto sono stata invase da suoni di clacson e bandiere. Le persone scese in piazza si congratulano le une con le altre e urlano slogan come: "Lui e' fuori noi siamo dentro!" e "Il popolo ha abbattuto il regime".
ESERCITO: GARANTIREMO PASSAGGIO POTERI, ELEZIONI - Il Consiglio supremo delle Forze Armate egiziane garantirà "il pacifico passaggio dei poteri" ed "elezioni libere" nel Paese. Lo sottolinea il comunicato n.2 dei militari dopo una riunione del Consiglio. I militari si fanno inoltre garanti - recita il comunicato - delle "riforme legislative e costituzionali" promesse dal presidente Hosni Mubarak. Il testo è stato letto alla Tv di Stato da uno speaker e uno da un portavoce dell'esercito. Il palazzo è presidiato all'esterno dai manifestanti, che hanno impedito l'accesso ad alcuni ospiti previsti nei programmi mattutini, e costringendo la Tv a scusarsi per le assenze. Lo stato di emergenza verrà tolto in Egitto "una volta che saranno finiti i disordini". L'Esercito egiziano fa appello perché "si torni a una vita normale". Invitiamo "le persone nobili che hanno condannato la corruzione e chiedono le riforme", "a tornare a una vita normale", recita il comunicato.
AL ARABIYA: SARANNO SCIOLTI GOVERNO E PARLAMENTO - La televisione al Arabiya ha detto anticipando il contenuto di un comunicato del Consiglio superiore delle forze armate che saranno sciolti il governo e il parlamento.
EL BARADEI: E' PIU' BEL GIORNO DELLA MIA VITA - "Questo e' il piu' bel giorno della mia vita". Loi ha detto Mohamed El Baradei, una delle figure di spicco dell'opposizione in Egitto, secondo quanto riportato dalla Bbc. A proposito delle dimissioni del presidente Hosni Mubarak, l'ex direttore dell'Aiea ha dichiarato che l'Egitto "e' stato liberato dopo dieci anni di repressione" e che adesso si aspetta una "bella transizione".
AMR MOUSSA: ORA SONO OTTIMISTA - Il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, si e' detto ''ottimista'' per il futuro dell'Egitto. Raggiunto telefonicamente dalla CNN, Moussa ha detto che ''ora il futuro dell'Egitto e' nelle mani del popolo egiziano''.
ISRAELE: SPERIAMO CHE LA PACE RESISTA - La speranza di Israele e' che le dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak non abbiano ripercussioni negative sulla pace fra i due Paesi. Lo ha detto una fonte governativa israeliana, citata dal quotidiano Maariv.
GAZA, HAMAS FESTEGGIA 'INIZIO DELLA VITTORIA' - Hamas ha festeggiato le dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak definendole ''l'inizio della vittoria della rivoluzione''. Nel contempo le strade della Striscia, controllate dal movimento integralista palestinese, sono piene di gente esultante.
SVIZZERA CONGELA POTENZIALI BENI MUBARAK - Il governo svizzero congela potenziali beni di Hosni Mubarak nella repubblica elvetica. Lo ha detto un portavoce del ministero degli Esteri.
ONU, BAN KI-MOON: ORA TRANSIZIONE ORDINATA - Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, auspica che in Egitto possa avere luogo una transizione ''pacifica e ordinata''. Lo ha detto al Palazzo di Vetro Martin Nersirky, portavoce di Ban. ''Il popolo egiziano e' frustrato e ha chiesto riforme coraggiose - ha detto il portavoce - la transizione, ora, deve essere pacifica e ordinata''.
USA, BIDEN: GIORNO STORICO VERSO DEMOCRAZIA - Il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto che quanto sta avvenendo in Egitto rappresenta ''un irreversibile cambiamento verso la democrazia''. ''A poche generazioni capita di cogliere l'opportunita' che il popolo egiziano sta cogliendo. Per l'Egitto e' un giorno storico'' ha detto Biden parlando in Kentucky.
Fonte ANSA
Maresciallo_Helbrecht Veggente di Zendra
Età : 39 Località : Svizzera Messaggi : 12617
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Dom Feb 13, 2011 9:08 am
Ottimo. O meglio: buon inizio. Ma il difficile arriva adesso. Ora bisogna che il governo militare transitorio si dimostri solo transitorio e che sia un igrado di garantire delle elezioni veramente democratiche... E la cosa non è cosi scontata come puo sembrare, purtroppo...
Stefano Utente
Età : 28 Località : milano Messaggi : 638
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Dom Feb 13, 2011 4:17 pm
Secondo me,i militari proveranno a prendere il potere,sono troppo tentati da uno stato così scoperto e indifeso
PaulP Utente
Età : 38 Località : torino Messaggi : 554
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Dom Feb 13, 2011 8:17 pm
Stefano ha scritto:
Secondo me,i militari proveranno a prendere il potere,sono troppo tentati da uno stato così scoperto e indifeso
mmm... ha gli occhi di tutto il mondo addosso, non so se sarebbe una buona mossa. se ci provasserò lo farebbero tra un po' dopo che si sono calmate le acque
Stefano Utente
Età : 28 Località : milano Messaggi : 638
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Dom Feb 13, 2011 9:46 pm
Però anche una situazione di stallo,cioè senza un governo vero e proprio gli occhi di tutto il mondo sarebbero ancora puntati li,quindi pensoci saranno 2 fasi: 1-Instaurazione governo fantoccio per qualche tempo 2-presa del potere dell' esercito anche se così ci sarebbe un maggior rischio,perchè questo sarebbe il momento ideale, l' Egitto è per ora uno stato debole
Maresciallo_Helbrecht Veggente di Zendra
Età : 39 Località : Svizzera Messaggi : 12617
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian... Mar Mar 01, 2011 4:42 pm
Riesumo il topic per postarvi questa interessante intervista a Gamal al-Banna, uno dei massimi intellettuali egiziani:
L'INTERVISTA ■ GAMAL AL-BANNA «Questa rivoluzione non è ancora vinta» A colloquio col fratello del fondatore dell'organizzazione dei Fratelli Musulmani
Oggi 91.enne, Gamal al-Banna è considerato uno dei massimi intellettuali egiziani nonché tra i maggiori conoscitori delle dottrine della confraternita dei Fratelli Musulmani, che furono fondati nel 1928 proprio da suo fratello, Hassan al-Banna, ucciso nel 1949 per l'assassinio del premier egiziano Mahmoud Pashà per mano dell'organizzazione. Gamal è anche cugino di Sa'id Ramadan, a sua volta fondatore di Hamas, il ramo palestinese dei Fratelli Musulmani. Pur non avendo mai aderito all'organizzazione, Gamal ha sempre continuato a studiare e divulgare le idee del fratello, spesso anche con spirito critico, ed oggi è considerato un esponente dell'Islam progressista. Vive ritirato in uno dei quartieri più poveri del Cairo dove, nonostante l'età, continua infaticabile a scrivere volumi per promuovere l'idea di uno Stato nazionale basato sui principi dell'Islam. Lo abbiamo incontrato all'indomani della rivoluzione cha ha sconvolto l'Egitto, per capire quale ruolo intendono ora giocare i controversi Fratelli Musulmani, che tanto spaventano l'Occidente.
DAL CAIRO DAVIDE VIGNATI E FRANCO GALDINI ■ Dottor Gamal, lei da tempo scrive del fallimento degli Stati nazionali musulmani, auspicando una loro rifondazione a partire da un rinascita della società islamica. Ma si attendeva quanto sta accadendo in Egitto e in gran parte del mondo arabo?
«No, credo che nessuno se lo attendesse. Perlomeno non in queste modalità, non nella sua ampiezza e rapidità. In Egitto l'agonia del regime di Mubarak era percepibile da tempo, ma tutti si attendevano che il momento più critico sarebbe stato il passaggio dei poteri al figlio. Sicuramente la rivolta in Tunisia ha acceso la scintilla, ma è stata poi la rivolta in Egitto a trascinare tutti gli altri Paesi arabi. È sempre stato così nella storia di questa parte del mondo: vista la sua mole, quando l'Egitto fa un passo, tutti gli altri Paesi seguono, inclusa l'Arabia Saudita, è sempre stato così». Quali scenari si prefigura ora per il suo Paese? Mubarak è partito, ma il confronto tra il suo regime e il popolo prosegue, con l'esercito a mediare. Cosa attendersi?
«L'Egitto si trova ad un pericoloso crocevia. Invece di limitarsi a dimettersi, cosa che avrebbe potuto fare, Mubarak ha optato per consegnare il potere nelle mani dell'esercito. Quest'ultimo ha dato finora prova di ragionevolezza, ma dopo tutto si tratta pur sempre di soldati. Non escludo che il dialogo tra l'esercito, le forze d'opposizione e i gruppi giovanili che hanno dato vita alla rivolta di piazza possa presto deteriorarsi. E questo sarebbe molto pericoloso. Ma non credo vi sia il rischio d'una restaurazione, il popolo non accetterà più di tornare alla repressione e alla censura del passato, ma non è da escludere che il confronto finisca come in Libia, dove il regime di Gheddafi si sta battendo sino all'ultima pallottola. Questo mi preoccupa. Ci aspettano mesi di grande instabilità, visto soprattutto i grandi cambiamenti che tutto ciò comporterà per la società egiziana. Paragonerei la situazione odierna a quanto sperimentato dall'Unione Sovietica a partire dalla Perestroika di Gorbaciov in poi».
Il mondo occidentale ha presto preso le parti della piazza, senza però nascondere le sue preoccupazioni per un'eventuale ascesa del radicalismo islamico, in Egitto come altrove. Quale ruolo hanno giocato e intendono giocare i Fratelli Musulmani?
«Fin dall'inizio delle proteste di piazza, i Fratelli Musulmani hanno scelto di assecondarle senza cercare di strumentalizzarle, perché hanno subito compreso che non avrebbero potuto influenzare quanto stava accadendo. La gioventù dei Fratelli Musulmani è scesa anch'essa in piazza come gli altri, sventolando le bandiere dell'Egitto e non quelle della confraternita. Non c'erano comunque più di 20-30 mila giovani dei Fratelli Musulmani, nulla comparato ai 2 milioni che hanno occupato piazza Tahrir. Hanno scelto dunque una strategia prudente, limitandosi ad appoggiare la richiesta di riforme della piazza. I Fratelli Musulmani oggi sono decisi a giocare secondo le regole della democrazia. Se e quando ci saranno le elezioni, sicuramente vi prenderanno parte, ma le posso già dire che non presenteranno un proprio candidato alla presidenza. Non hanno interesse in questo momento a prendere il potere, i loro sforzi sono piuttosto rivolti ad una islamizzazione dal basso della società egiziana, in tutti i suoi aspetti, dalla sfera privata, a quella economica e sociale e, ben inteso, anche religiosa». La semiclandestinità a cui è stata costretta la confraternita da Mubarak non permette oggi neanche ai principali osservatori politici di valutarne il reale radicamento nel Paese e la sua potenziale forza elettorale. Tutti concordano col fatto che i Fratelli Musulmani sono estremamente organizzati e presenti a tutti i livelli della società egiziana, ma fino a che punto?
«Se domani si dovessero tenere delle libere elezioni in Egitto, ritengo che i Fratelli Musulmani otterrebbero tranquillamente tra il 20 e il 25% dei suffragi, pari circa a 120-150 seggi in Parlamento. Ritengo però anche che se l'instabilità dovesse crescere e il periodo d'incertezza prolungarsi, la loro forza potrebbe aumentare ulteriormente, in quanto sono decisamente l'elemento più organizzato e strutturato della società egiziana. Sono una realtà sociale in crescita, questo è fuor di dubbio, che viste le dimensioni assunte è divenuta inevitabilmente anche una forza politica, sebbene questo non fosse inizialmente il suo obiettivo. Sono nati come movimento educativo della società ed ora sono divenuti una forza politica. L'attuale leadership è sicuramente decisa a rispettare le regole democratiche invocate dalla piazza, ma anche se in questi ultimi anni ha sviluppato una certa coscienza politica, ritengo che questa sia ancora embrionale, primitiva, senza un reale meccanismo di rappresentatività al suo interno tra la base e i suoi esponenti, senza un dibattito democratico sugli obiettivi e le modalità per raggiungerli».
Il radicalismo violento del passato dei Fratelli Musulmani rende comunque difficile all'Occidente e soprattutto alle forze liberali della società egiziana credere al loro nuovo volto democratico.
«È vero, ma ogni qualvolta all'interno della confraternita si sono formate frange estremiste e violente, queste sono sempre state allontanate ancor prima che il movimento subisse la repressione del Governo. I Fratelli Musulmani non hanno mai teorizzato il ricorso alla violenza per islamizzare la società. Gran parte della loro pessima reputazione la si deve anche all'efficacie propaganda israeliana, che ha fatto seguito al coinvolgimento della confraternita nel conflitto israelo-palestinese, soprattutto a cavallo della seconda guerra mondiale. È un fatto che per i Fratelli Musulmani Israele resta una presenza coloniale inaccettabile nel cuore del mondo arabo. Americani ed europei hanno dunque ragione quando sostengono che la confraternita è contro Israele, ma sbagliano quando pensano che sia un movimento di fanatici. I Fratelli Musulmani esortano la popolazione a vivere ogni giorno secondo i dettami dell'Islam, ma non professano alcuna guerra santa».
Ma come è possibile coniugare l'obiettivo di islamizzare la società con i principi di una democrazia pluralista?
«Certo, il modello da seguire potrebbe essere quello turco, dove il partito islamico ha saputo adattarsi alle regole delle democrazie moderne, trasformando il termine «Shari'a» in «giustizia» e «Jihad» in «sviluppo». Voler convincere la popolazione a vivere secondo i dettami islamici non è illiberale».
Visto il caos nel quale versa l'Egitto e l'inevitabile suo indebolimento sul piano regionale così come altri Paesi arabi, ritiene che Teheran possa aumentare la propria sfera d'influenza?
«Purtroppo l'Egitto sotto Mubarak ha perso da tempo il suo peso a livello regionale, ed oggi non abbiamo più influenza o potere di un qualsiasi piccolo emirato come il Qatar. Ritengo però che per ragioni di lingua, di cultura e di storia, l'influenza dell'Iran non possa andare oltre l'Iraq o il Bahrein. Sicuramente non arriverà in Egitto o nel Maghreb. Direi anzi che questa rivoluzione potrebbe anche riuscire a liberare le forze della società egiziana e riportare il Paese ad un nuovo ruolo ed una nuova influenza a livello regionale. Richiederà tempo, certo, ma le premesse ci sono tutte vista l'importanza della popolazione, delle risorse, della storia e soprattutto delle capacità in termini d'istituzioni e società civile». E per quanto riguarda la Libia? La caduta di Gheddafi potrebbe portare secondo lei alla nascita di uno Stato islamico?
«Non credo. Nonostante le paure dell'Occidente, la società libica ha una forte tradizione laica. Ritengo anche improbabile che il Paese possa collassare e dividersi in tante entità regionali. Certo Gheddafi darà battaglia sino all'ultimo, ma nonostante le divergenze tra le diverse componenti tribali, la popolazione libica fin dall'indipendenza del Paese ha sviluppato un forte senso di unità nazionale anche a seguito dei tentativi d'ingerenza delle potenze straniere. Non ritengo probabile una divisione della Libia come ad esempio accaduto in Sudan». Per concludere, quale previsione si sente di fare per l'Egitto da qui a sei mesi?
«Anche se la situazione è delicata, io spero vivamente che il dialogo tra l'esercito, i giovani e le forze d'opposizione possa portare alle prime elezioni libere del Paese, in grado di dar vita a un ciclo virtuoso che porti a un vero sviluppo senza più la corruzione del regime di Mubarak. Personalmente non ho preferenze per il prossimo presidente, ma ritengo che oggi il candidato meno compromesso col regime e che gode di maggior popolarità sia El Baradei. Potrebbe essere lui il nostro prossimo presidente. Purtroppo io sono troppo vecchio anche solo per pensare di vedere coi miei occhi se e in che modo il mio Paese riuscirà a scrollarsi di dosso il suo triste recente passato».
Fonte: Corriere del Ticino, 1.3.2011
Contenuto sponsorizzato
Titolo: Re: Walk like an Egyptian... die like an Egyptian...
Walk like an Egyptian... die like an Egyptian...
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.