Discussione Filosofica

PREMESSA:NONOSTANTE LO SPUNTO DI RIFLESSIONE VENGA DA UNO DEI PRINCIPALI ESPONENTI DELLA SCOLASTICA IL MIO INTERVENTO NON VUOLE ESSERE ALCUN TIPO DI ATTACCO O PROPAGANDA DI FEDE RELIGIOSA.LA MIA INTENZIONE CONSISTE NELL'INTAVOLARE UN DIBATTITO CIVILE DI CARATTERE FILOSOFICO/LOGICO.

Colgo l'occasione e mi scuso con maresciallo se non ho aspettato la sua risposta tramite mp ma ho ritenuto che l'argomento potesse essere interessante

Vorrei proporre una discussione di carattere filosofico partendo dall'affermazione di Anselmo d'Aosta secondo cui "deus=Id quo maius cogitari nequit cioè Dio è ciò di cui non si può pensare il maggiore.Anselmo sostiene che quando l'ateo dice che Dio non esiste, con il termine Dio intende "ciò di cui non si può pensare il maggiore"(d'ora in poi lo chiameremo IQM).Anselmo dice che quando l'ateo dice che Dio non esiste, con il termine Dio intende "ciò di cui non si può pensare il maggiore", ovvero l'IQM. Tuttavia, per negarne l'esistenza, l'"insipiens" (ovvero il non credente) deve avere almeno nell'intelletto la nozione di IQM. Ma l'IQM non può esistere solo nell'intelletto, perché altrimenti sarebbe possibile qualcosa di "più grande" dell'IQM, ovvero questo stesso IQM dotato di esistenza reale, contraddicendone la definizione di partenza. In definitiva, se l'IQM esistesse solo nella mente e non nella realtà, non sarebbe l'IQM e quindi si verrebbe a creare una contraddizione. Da questo segue che l'IQM esiste necessariamente.

Dunque la domanda.Cosa pensate voi?

Kant ha provato a falsificare la prova ontologica. Imho c'è riuscito.. Riporto l'estratto da wikipedia

"Kant ha cercato di dimostrare l'inconsistenza di una prova ontologica basata su questi presupposti, occupandosene nella Dialettica trascendentale, dove distingue tre generi di prove: ontologica, cosmologica e fisico-teologica.
La prova ontologica presume, secondo Kant,[7] di poter pervenire dalla semplice idea di qualcosa alla sua esistenza reale, prescindendo dal dato di esperienza. Egli immagina in proposito, in maniera piuttosto ironica, di avere in tasca cento talleri e di pensarne cento: quelli che lui pensa dovrebbero essere meno di quelli che ha in tasca, poiché ciò che è pensato è meno perfetto di ciò che è esistente. Ma pur continuando a pensarne cento, non per questo ne avrebbe di più in tasca. E quindi è per lui impossibile una prova di questo genere."

http://it.wikipedia.org/wiki/Prova_ontologica#Kant

Io dico che se si potesse dimostrare l'esistenza di Dio, allora Dio stesso non servirebbe a niente, perché è la fede la vera potenza di uno che crede. La fede, anche se errata e di qualunque genere sia (anche non verso un "dio", quindi, ma anche verso una persona o un ideale) dà determinazione, volontà, e forza. [se velo state chiedendo, ho iniziato a ponderare questi pensieri dopo aver visto Serenity XD] Un fedele credente riesce a non vacillare poiché è capace di sopprimere i dubbi, poiché sa che deve avere fiducia verso l'oggetto del suo credo, quale che sia.

Quindi, anche se l'affermazione fosse fantastica e vera, minerebbe la fede, che trova appunto fondamento in una certezza che deriva da una verità non assolutamente di fatto, ma di convinzione.

(imho)

Secondo me è solo sofismo :-p Da un punto di vista logico e teorico il ragionamento fila, peccato che non esista corrispondenza tra "idea" e "cosa"...Ciò che si pensa non esiste necessariamente, per quanto il ragionamento possa sembrare sensato e ben costruito. Il problema della corrispondenza tra il mondo delle idee e il mondo delle cose è uno dei più discussi della filosofia, da Platone ai giorni nostri e per risolverlo si sono inventate dialettiche di qualsiasi tipo.

Ora, Anselmo è un padre della scolastica, e la sua filosofia è molto legata al dogmatismo...Non si penso si ponesse questa problematica in quanto i vari sillogismi e i complessi ragionamenti teorici andavano molto in voga all'epoca con la dogmatizzazione della filosofia aristotelica, ma è sicuramente un groooosso buco...E' una teoria puramente astratta che si basa sul nulla, secondo me. Un po come tutta la filosofia idealista e platonica, del resto, staccata decisamente dall'empirismo.

EDIT: La mia non vuole essere un "buttiamo la scolastica nella spazzatura"....è solo che le speculazioni sulla natura di Dio era il solo mezzo che la filosofia aveva per sopravvivere all'irrigidimento della religione cattolica. Allora aveva un senso elucubrare sulle dimostrazioni di Dio, oggi invece non credo. Dio non è dimostrabile sicuramente, e come dice Candy anche se lo fosse dopo non ci sarebbe più gusto xD

P.s: Quoto Paulp, il criticismo di Kant è più convincente

:-p

P.p.s: sono solo un povero studente del 5° anno, non me ne intendo veramente di filosofia oltre ciò che ho studiato, è solo la mia modesta opinione xD

Rispondo come uno dei commentatori di Anselmo rispondeva a lui.
Parafrasando:
"Immaginiamo un'isola bellissima, lontana e sperduta. Qui tutto è perfetto e ci si ama vicendevolmente. Un isola così bella, che più bella non può esserci. Solo per la perfezione ideale di quest'isola, l'isola stessa esiste nella realtà?"

Ovviamente no.

Reputo più convincenti le prove di san Tommaso.

è vero anche secondo me san tommaso è più convincente.
una risposta invece all'obiezione da te proposta(e proposta da paul citando kant) è data da anselmo:non si può paragonare dio ad un'isola.
e perchè questo?perchè l'isola è una realtà sensibile mentre dio è,per così dire, qualcosa di più della semplice sensazione fisica.
tu allora potresti dirmi che per te dio non esiste che l'universo è sempre esistito e non vi è qualcuno che lo ha creato ex nihilo.
ma allora una replica a quanto dici potrebbe essere:perchè allora l'uomo ha in mente l'idea di dio/essere sovrannaturale/qualcosa(chiamiamolo come vogliamo,trattasi sempre di principio primo generatore)?

PS:non vado avanti a costruirmi il dialogo da solo