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 La guerra di Scelus

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2 partecipanti
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Garviel
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Garviel


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MessaggioTitolo: La guerra di Scelus   La guerra di Scelus Icon_minitimeMar Giu 28, 2011 4:46 pm

E' la prima storia che provo a scrivere quindi non sò com'è uscita, non mi sembra troppo male...ma giudicate voi; è da finire manca l'ultima parte,per ora ditemi se vi piacciono queste cinque parti ^^


La guerra su Scelus: parte 1

Era ormai l’alba sul pianeta Scelus, situato a poca distanza dal pericoloso e tetro occhio del terrore. Dalle piccole costruzioni, contornate da mura, della guardia imperiale erano ben visibili alcuni oggetti in rotta di collisione con la superficie del pianeta..navi da guerra. I rottami fumanti discesero velocemente attraversando l’atmosfera e giunsero in prossimità del terreno roccioso in pochissimo tempo, durante la collisione il tempo parve fermarsi per pochi veloci istanti, poi il sordo rumore dell’esplosione dei relitti spaziali prese il posto di qualsiasi altro rumore udibile da orecchio umano e non. Le navi erano cadute poco prima di un’immensa cresta rocciosa che sovrastava gran parte delle alture del pianeta. Una lunga scia di fumo fuoriusciva dai relitti, e con essa qualcosa di decisamente più pericoloso. Guerrieri con armature in plastacciaio iniziarono a riversarsi fuori dalle navi distrutte. I colori che ornavano le livree degli space marine erano ben conosciuti da chiunque avesse vissuto durante gli ultimi diecimila anni. La legione traditrice dei predicatori o almeno quello che ne rimaneva era appena sbarcata su Scelus. Il sommo stregone del caos Raktarh a capo di quella parte della legione era infuriato; gli scudi delle navi erano andati distrutti e gran parte della flotta era morta durante lo schianto sulla superficie terrestre. Nonostante tutto aveva ancora un netto vantaggio sui suoi inseguitori, sarebbero giunti nell’orbita del pianeta in meno di un mese e lui in quel periodo si sarebbe preoccupato di preparargli un accoglienza degna della legione. :"Ulkhor, Tartharos!" tuonò richiamando a se due prescelti del caos. I due, giunti in prossimità dello stregone, fecero un rapido inchino :"Attendiamo ordini signore!" disse in tono reverenziale Ulkhor. Raktarh osservò per qualche istante il cielo plumbeo sopra di loro quindi disse <> sibilò ai due che dopo aver compiuto nuovamente un inchino si dileguarono. Nel mentre tutti gli altri space marine corrotti stavano accozzando tra loro i rottami delle navi per formare piccole sporgenze sotto cui ripararsi in caso di un eventuale battaglia con i nativi del pianeta.

La guerra su Scelus: parte 2

Il comandante Garrik osservava la cresta montuosa dove si erano schiantate le navi, aspettando impaziente l’arrivo dei rapporti degli esploratori. Sperava ardentemente che si trattasse solo di esseri pacifici ma qualcosa dentro di lui gli ripeteva che non poteva essere così. Dopo la caduta delle navi infatti erano stati razziati molti villaggi limitrofi alla zona dell’impatto…non poteva essere una coincidenza. Una squadra di tre uomini giunse in fretta e furia arrancando nella polvere del deserto davanti la piccola rocca imperiale. Uno si teneva un braccio sanguinante, un altro era in sulle spalle del terzo, e l’ultimo sembrava aver riportato solo qualche lieve abrasione. "Aprite il cancello!" tuonò Garrik mentre scendeva rapidamente le scale che dalle piccole mura conducevano allo spiazzo che doveva essere il centro dell’accampamento. Altri uomini accorsero lasciando stare tutte le faccende in cui erano impegnati; aprirono i pesanti cancelli in acciaio e fecero entrare i tre feriti. I primi due, quello ferito alla gamba e quello sulle spalle, caddero morenti dopo qualche metro dall’entrata mentre il terzo, sano, avanzò fino al generale e senza troppi preamboli disse " Ci hanno attaccato signore…" , " Chi diamine è stato?!" domandò Garrik visibilmente sconvolto. "I traditori, sono molti…. troppi per noi comandante, dovremmo chiedere aiuto e al più presto; o non avremo speranze di sopravvivere". Garrik deglutì rumorosamente, con la mancina si massaggiò le tempie quindi riprese il controllo della situazione " Iniziate ad inviare messaggi d’aiuto non siamo in grado di resistere a un attacco siamo in minoranza numerica". Un ingegnere addetto alla sala macchine ove venivano inviato i messaggi interstellari, corse verso il comandante del reparto cadiano con il volto pieno di terrore. "Che c’è adesso?!" urlò Garrik notando l’espressione del soldato:"s-s-signore…c’è qualcosa nella sala macchine!" . In pochi istanti il comandante, l’ingegnere e cinque soldati si precipitarono nella sala in questione, lì i loro occhi rabbrividirono notando piccoli esserini viscidi dal colore verdastro che ridevano allegramente mentre tentavano di distruggere le macchine per inviare i messaggi interstellari. Garrik estrasse rapidamente la pistola requiem e la lunga spada :" Abbattete quelle immonde bestie, in nome dell’imperatore!" urlò irato mentre incitava i sei individui della squadra a uccidere i nurglini prima che facessero saltare le macchine. Il primo colpo di pistola sfondò la scatola cranica dell’esserino che esplose in piccole nuvole venefiche. Di seguito la spada del capitano fece a metà un altro demone, nel mentre gli altri facevano del loro meglio contro le creature e in breve la sala venne ripulita, forse però troppo tardi. La macchina, infatti, dopo i ripetuti colpi dei figli di Nurgle esplose lasciando al suo posto solo un ammasso carbonizzato di fili e metallo, l’esplosione, inoltre, decapitò l’ingegnere che, tentando di riparare i danni, si era avvicinato. Gli occhi di Garrik si fecero più duri, le mascelle si chiusero in una stretta che avrebbe potuto rompere un osso anche al più grosso degli orchi. " Presto organizzate le difese!" ordinò in tono gelido ai cinque uomini rimasti " Che l’imperatore ci aiuti…".

La guerra su Scelus: parte 3

Il quadrato di spazio intorno al pianeta Scelus venne presto riempito dalla sagoma di una grande nave da guerra. Sulla superficie del pianeta, presso l’accampamento della guardia imperiale cadiana, impegnata per la tutela di quel mondo, iniziarono a scendere decine e decine di capsule d’atterraggio seguite a ruota da molte cannoniere Stormraven. Dai trasporti d’atterraggio fuoriuscirono migliaia di space marine dalle armature argentee e luminose; ogni soldato aveva in mano un arma sfrigolante d’energia psionica le temutissime Nemesis, oltre a portare l’abituale requiem d’assalto che ogni space marine possedeva. Gli schieramenti si misero in riga davanti le porte della rocca imperiale, dalle quali mura si affacciavano numerosi uomini con gli occhi sgranati che abbaiavano ordini ai loro sottoposti. Le fila dei cavalieri grigi si aprirono lasciando un corridoio dal quale si avvicinavano due figure imponenti. Con passi pesanti avanzavano Lord Kaldor Draigo, maestro supremo dei cavalieri grigi, e il famosissimo inquisitore Torquemada Coteaz. Neanche un fiato saliva dai ranghi dei cacciatori di demoni mentre le due figure avanzavano. Draigo in compagnia dell’inquisitore raggiunse le porte dell’accampamento che rapidamente vennero aperte da alcuni uomini imperiali. Davanti ai due si presentò il comandante della guarnigione Garrik che si piegò del tutto a metà mentre compieva uno dei pochi inchini della sua vita. " Dove sono?" chiese in tono gelido Coteaz rivolto al comandante imperiale,:"Dove sono chi?" disse stupito Garrik preso alla sprovvista dalla gelida voce dell’inquisitore: "I traditori e …i loro alleati…" stavolta a parlare era Draigo usando però un tono un po’ meno freddo e distaccato di quello di Coteaz. " Le loro navi…o quello che ne rimane sono precipitate nei pressi di quella catena montuosa….alleati? No, a quanto mi hanno detto i miei informatori sono “solo” degli space marine della legione di predicatori, anche se nelle ultime due settimane sono giunte altre due navicelle più piccole…." disse Garrik tentando di ricordare ogni minimo particolare che potesse essere d’aiuto ai loro salvatori, fece una pausa quindi continuò :" Posso farvi una domanda? Come avete saputo che erano su questo pianeta sperduto nella galassia?" chiede più che legittimamente ai due comandanti dell’armata. Questa volta fu Coteaz a rispondere: " Li stavamo inseguendo da molto tempo, siamo stati noi a ridurre la loro flotta in quello stato" disse andando ad indicare le macerie delle navi, non troppo distanti, che ancora fumavano.
"Ora è tempo che completiamo l’opera. Non avete visto alleati? Solo due navi…humm penso che vi ricrederete presto!" disse con un tono più cupo. "Noi siamo con voi lord Draigo!" disse con tono deciso Garrik andando ad osservare l’esercito spiegato in campo. Sulla distesa adiacente alla piccola roccaforte erano ben visibili migliaia di cavalieri grigi, parte centrale dell’esercito, altri mille tra paladini e guerrieri in armatura terminator, un centinaio di Dreadknight, un altro centinaio di assassini provenienti dai vari templi dell’inquisizione e molti land raider.
"Su venite, non abbiamo posto per tutte le vostre truppe nell’accampamento,ma per voi sicuramente si" continuò Garrik invitando i due campioni dell’esercito ad entrare. Nemmeno il tempo di fare un passo che ecco il terreno iniziò a tremare, il cielo da grigio qual’era divenne violaceo e l’acqua, quella poca acqua, che usciva dai vari rubinetti dell’accampamento imperiale si tramutò in sangue. Qualcosa di malvagio stava avanzando verso la postazione imperiale, e a grande velocità….

La guerra su Scelus: parte 4

Dalla parte opposta alla rocca imperiale si iniziò ad intravedere la lunga linea d’attacco degli space marine del caos, dall’alto di una roccia Raktarh, lo stregone, ammirava compiaciuto la sua opera e quella degli altri maghi a lui sottoposti. Davanti alla linea di space marine corrotti avanzavano altre quattro o cinque linee composte solamente demoni di ogni sorta; le evocazioni erano iniziate una settimana prima dell’arrivo dei cavalieri grigi, i nativi del pianeta erano stati portati via dai loro villaggi e sacrificati ai potenti dei del caos, le quattro divinità avevano così gradito quel gran numero di uccisioni in loro nome che avevano premiato Raktarh e i suoi donandogli altre unità per rinfoltire le fila del loro esercito decimato dalla collisione con la superficie terrestre. Ora, nugoli di untori avanzavano compatti e gioiosi con i loro fratellini più piccoli, i nurglini, al fianco; gli zoccoli dei possenti sanguinari di Khorne battevano rumorosamente sul terreno sabbioso, alcuni di essi cavalcavano in groppa a spaventosi Juggernaut del caos che emettevano possenti ruggiti ad ogni colpo dei loro padroni demoniaci. Dalla parte opposta ai sanguinari avanzavano le rapide e letali demoniette di Slaanesh, l’avanguardia dell’esercito, anche loro in groppa a mostruosi esseri sputati dall’inferno. Dietro le due fila di demoni si trovavano alcuni space marine corrotti con le livree dei predicatori, altri ,i famosi berserker di Khorne, erano giunti con le due piccole navicelle avvistate dalla guardia imperiale e si trovavano tra le demoniette e i sanguinari. Ancora più arretrati c’erano i priodemoni di Tzeentch che avevano il compito di scagliare una pioggia incandescente sugli stolti nemici che gli si sarebbero posti davanti. Ancor prima dei demoni si trovavano una decina di strazia anime e una ventina di Rhino del caos , dentro ognuna di queste macchine si trovavano altri space marine che avrebbero assaltato i nemici appena sbarcati. Urli disumani provenivano dalle fila del caos mentre il grande esercito avanzava distruggendo qualsiasi cosa a tiro, dalla roccia che dominava il paesaggio Raktarh terminò di cantilenare una delle ultime invocazioni, lo stesso fecero gli altri stregoni, che finite le varie cantilenanti invocazioni iniziarono a dirigersi verso il fulcro dell’esercito. Con il termine delle cantilene tra l’esercito si verificò un gran trambusto, in alcuni punti imprecisati infatti erano appena apparsi alcune delle creature più distruttive di cui l’esercito del caos disponesse: i demoni maggiori. Assetati di sangue ululavano al cielo sferzando l’aria con le grandi fruste, I custodi dei segreti muovevano convulsamente le molte braccia in segno di sfida verso l’armata nemica che ormai era in vista, grandi immondi avanzavano lasciando dietro di loro una scia di interiora pestilenziali, signori del mutamento volteggiavano sopra le teste dei guerrieri devoti al caos per poi tornare tra i ranghi a spronare i guerrieri con visioni di potere e gloria. L’esercito demoniaco ormai distava solo duecento metri dalla rocca imperiale e quindi dall’armata dei cavalieri grigi; un tuono verdastro squarciò la realtà e si scaglio a pochi metri dalla prima fila di demoni incenerendo alcuni berserker di khorne che si trovavano tra i demoni, e una decina di immondi tra sanguinari e demoniette. Dal punto in cui il fulmine era caduto, ora era ben visibile un’enorme figura demoniaca; le ali nere come l’abisso si spalancarono mentre il possente principe demone Kor Megron ,antico servitore della legione dei predicatori faceva nuovamente il suo ingresso nel mondo mortale. Alzò il braccio con cui teneva la grande spada demoniaca e la puntò verso l’esercito nemico quindi tuonò: " Uccideteli tutti! Morte al falso imperatore, gloria agli dei del caos!"






La guerra su Scelus: parte 5

Draigo si guardò intorno,per qualche secondo, quindi iniziò ad urlare ordini ai propri sottoposti; tutti si misero in posizione secondo le istruzioni mentre la grande marea immonda caricava a testa bassa ruggendo e maledicendo l’imperatore. Il supremo maestro dei cavalieri grigi si giro verso l’avamposto dove erano posizionate delle torrette, con un gesto della mano diede l’ordine di sparare. I colpi si riversarono sulle prime file di nemici come una pioggia di morte, immondi e space marine corrotti volarono in cielo come pupazzetti mentre l’artiglieria pesante si riversava su di loro, naturalmente questo non bastò ad arrestare la loro rapida avanzata. Fu, quindi il turno dei land raider e degli altri corazzati in grado di sparare dalle lunghe distanze missili termici, requiem binati e laser vennero scagliati nuovamente verso l’esercito che fortunatamente non era ancora giunto in prossimità delle prime fila dell’esercito. Le torrette stavolta si concentrarono sui Rhino che si avvicinavano a folle velocità, di venti che erano in partenza, sopravvissero all’attacco solo una quindicina, un rhino venne colpito frontalmente da un missile termico di una stormraven che fuse letteralmente la parte anteriore del veicolo uccidendo il conducente e alcuni membri dell’equipaggio, il veicolo perse il controllo, iniziò a rotolare e si andò a schiantare contro una parte della prima fila di cavalieri grigi falciandone una decina e poi esplodendo. Nel mentre gli altri veicoli erano giunti a destinazione e con loro il resto dell’esercito: ora la battaglia era veramente iniziata. I sanguinari, i berserker e le demoniette che si erano portate in prima fila ingaggiarono i primi cavalieri grigi. Qua e la si vedevano arti saltare per aria e poi ricadere sul terreno già impregnato di sangue nonostante fossero passati solo pochi minuti dall’inizio della carneficina. Sul campo scesero anche i guerrieri della guardia imperiale, che lasciate le armi d’artiglieria pesante erano giunti per dar man forte ai cavalieri grigi che stranamente erano in minoranza. Difatti si potevano benissimo scorgere gruppi di orrori rosa o altri sanguinari scendere dalle fenditure nei celi vermigli e andare a rinfoltire i ranghi dei demoni. Urla strazianti si alzavano da entrambi gli schieramenti che certamente non si risparmiavano nel combattimento. I colpi dei requiem schizzavano da una parte all’altra del campo di battaglia, le spade a catena dei prescelti del caos si incrociavano con le sfrigolanti nemesis dei cavalieri grigi. Da qualche parte tra il trambusto generale i dreadknight si lanciavano contro i demoni maggiori con le enormi spade forgiate dall’adeptus mechanicum di Marte, come risposta i possenti campioni degli dei del caos sfoderavano armi demoniache che talvolta agivano di volontà propria. Garrik , notando alcuni sanguinari dar filo da torcere a un piccolo gruppo di cavalieri grigi, iniziò a correre e ,aiutandosi con l’impeto, della carica frantumò il cranio di un demone con la grande spada che lo aveva aiutato in molte battaglie; estrasse poi la pistola requiem e sparando centrò il bacino di un altro immondo. Uccisi quei pochi sanguinari il gruppetto se la dovette vedere con un imponente custode dei segreti che li aveva scorti nel trambusto. Il demone maggiore ridacchiò e lanciò parole di scherno al comandante, Garrik sparò; il colpo bucò l’inguine del demone che ululò di dolore, quindi si lanciò anche lui contro il suo nuovo avversario. Le quattro spade dell’immondo si mossero all’unisono, il comandante nonostante i grandi riflessi riuscì ad evitare solo i primi due colpi il paio successivo gli tranciarono una gamba e il busto all’altezza del cuore, per Garrik non ci fu più nulla da fare si accasciò di colpo a terra ed esalò l’ultimo respiro sul suolo intriso di sangue del pianeta Scelus. Quasi a prendersi una rivincita il fato fece capitare sul cammino del demone maggiore di Slaanesh un dreadknight che, dopo aver assistito alla scena, si lanciò con un impeto impressionante sul prescelto del dio oscuro, con un paio di colpi lo disarmò e dopo averlo gettato a terra gli spaccò il cranio in due come un melone maturo, quindi tornò alla battaglia. Ad un tratto dallo schieramento, (che ormai schieramento non era più), demoniaco apparve la possente figura alata del principe demone evocato dagli stregoni. Iniziò ad avanzare falciando amici e nemici sotto la sua furia animalesca, giunto in un piccolo spiazzo nella battaglia urlò il nome del campione dell’armata dei cavalieri grigi, il suo avversario non si fece attendere oltre.
Draigo si fece strada fino al luogo ove il principe demone lo aspettava; Kor Megron era lì, in piedi su una piccola collinetta di cadaveri, umani e non. "Oggi morirai stolto umano e gli dei del caos mi ricompenseranno con doni straordinari!!" tuonò colmo di gioia il demone mentre puntava la spada verso il campione dei cavalieri grigi. Draigo non proferì parola al dire dell’immondo, si lanciò alla carica roteando la pregiatissima spada di Titanio e, giunto abbastanza vicino al suo nemico, disse solamente: "In nome dell’imperatore…" e calò l’arma sul prescelto delle forze del warp. Il demone fece lo stesso, le due spade si incrociarono formando un telaio di morte, entrambi avevano capacità sovrannaturali che avrebbero sconfitto qualunque altro essere umano. Kor però riuscì a colpire per primo, e inflisse una profonda ferita al fianco del nemico nonostante quest’ultimo indossasse la resistentissima armatura terminator. Senza perder tempo il campione oscuro prese con le mani artigliate Draigo e iniziò a volteggiare in aria salendo sempre più in alto. Capendo le intenzioni del demone l’uomo fece più forza sulla presa della spada per evitare che cadesse e con un colpo netto tranciò un braccio del principe demone all’altezza del gomito, precipitando rovinosamente a terra da un altezza considerevole. Megron invece, più fortunato del campione dei cacciatori di demoni, rimase in volo e tornò a terra dolcemente tenendosi il moncherino che ancora grondava di sangue nero; irato iniziò a scagliare alcuni poteri concessigli dal dio del caos Tzeentch, dardi di pura energia oscura si scagliarono sul cacciatore di demoni mentre si rialzava rigettandolo al suolo. Un grido strozzato fuoriuscì dalla bocca di Draigo sentendosi colpito dall’attacco magico; nonostante tutto con una forza straordinaria si rialzò e arrancando si avvicinò al principe demone che intanto sghignazzava, ormai certo della vittoria. Arrivato a solo un metro continuò la frase che precedentemente aveva lasciato a metà :"….io ti illumino!" detto ciò una ginocchiata colpì Kor Megron nello sterno spezzandone alcune costole, l’immondo cadde in ginocchio dolorante, di seguito un sonoro pugno lo colpì alla mascella che si ruppe con un sonoro schiocco, facendo cadere il demone nel terreno polveroso. Kaldor alzò quindi la grande spada e la infisse senza ripensamenti nel petto del principe trafiggendo il cuore impregnato di energia malvagia. L’anima di Kor Megron tornò nel regno del caos mentre il corpo contorcendosi esplose in una grossa bolla di sangue e ossa. Draigo dolorante si accasciò in ginocchio. I demoni che avevano guardato la scena vedendo il loro campione soccombere si lanciarono all’attacco del cavaliere grigio. Non servì a nulla la loro carica, una squadra di terminator capeggiati dall’inquisitore Coteaz si dispose a protezione del campione capitolare, aprendo il fuoco sui nemici e riducendoli ad una brodaglia sanguinolenta.
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MessaggioTitolo: Re: La guerra di Scelus   La guerra di Scelus Icon_minitimeMar Giu 28, 2011 4:55 pm

Bella storia:)Se posso permettermi di darti un consiglio io non dividerei le parti..lascerei tutto unito perchè così puoi dare maggiore linearità al racconto comunque BRAVO!! §
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Garviel
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Garviel


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MessaggioTitolo: Re: La guerra di Scelus   La guerra di Scelus Icon_minitimeMar Giu 28, 2011 8:39 pm

Grazie :D
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MessaggioTitolo: Re: La guerra di Scelus   La guerra di Scelus Icon_minitime

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