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| | Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo | |
| | Autore | Messaggio |
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Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 32 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 3:10 pm | |
| Ho trovato questi due articoli di Jacopo Fo, con cui mi sono trovato piuttosto d'accordo. A me effettivamente il liceo ha insegnato proprio poco: l'inglese l'ho imparato in altri modi, e sulle altre materie (non considerando materie scientifiche etc che per me non esistono proprio) o sapevo già o me le leggevo da solo (ho letto più roba io di letteratura latina e greca di mio padre che le insegna....). Art. 1 - Spoiler:
Gentile Gelmini,
Le scrivo per porle un problema di fondo della scuola italiana. Quello dell’insegnamento.
Rinuncio qui ad affrontare altre questione cocenti che riguardano i lavoratori della scuola, le risorse, le modalità dei concorsi eccetera. Argomenti sui quali non ci troveremmo d’accordo.
Vorrei invece parlarle di quello che si insegna perché sono convinto che pur essendo di diversa fede politica potremmo metterci d’accordo su alcune questioni pratiche.
E penso che sul COME si insegna potremmo trovare dei punti di intesa.
Si tratta di un argomento discusso pochissimo al di fuori di ristretti ambiti pedagogici.
Invece io credo che dovrebbe essere un grande tema di dibattito.
La prima domanda che vorrei porre è: cosa fa crescere un adolescente?
Quando ero molto giovane me ne andai a vivere in una casa diroccata in mezzo ai monti.
Avevo vissuto una serie di esperienze traumatiche e non stavo molto bene di testa, tra depressione e stati di panico.
Un bel giorno arriva mio padre a trovarmi.
Non so se ha presente mio padre, detto fra noi non è uno abile a lavorare col trapano e il martello, meglio lasciar perdere, io non gli avevo mai visto piantare un chiodo.
Invece arriva e si mette a riparare la casa dove vivevo. Inchioda una porta, aggiusta una ringhiera.
Quando se ne è andato dopo una settimana io ero scioccato. Mi dissi: “Se mio padre è venuto qui e si è messo a riparare questa casa vuol dire che è veramente preoccupato per me e io sono proprio messo male.” E lì ho iniziato a decidere che era meglio smettere di essere depressi e cercare di combinare qualche cosa di buono nella vita.
Se mio padre mi avesse fatto una bella predica non avrebbe ottenuto niente. Invece è stato zitto e si è messo a lavorare e mi ha coinvolto. Perché ovviamente non potevo stare con le mani in mano mentre mio padre si dava da fare per migliorare la mia casa.
Io credo che il problema della scuola italiana sia innanzi tutto che si parla molto e non si fa quasi nulla di pratico.
L’insegnamento è astratto.
Questa era una cosa che mi dava enormemente sui nervi quando ero studente. Infatti ero un pessimo studente.
Ho iniziato a studiare con grande impegno solo quando ho lasciato la scuola e mi sono messo a lavorare. Sapere mi era diventato necessario per realizzare i miei progetti.
Tempo fa ho realizzato un corso in dieci lezioni di matematica da ridere, in una scuola media inferiore.
La mia idea era quella di tentare di coinvolgere gli allievi, di appassionarli.
Ho incominciato con alcuni giochi. Ad esempio dimostrando che 111 x 111 fa 12321, un numero speculare e 11.111 x 11.111 = 123454321.
Poi ho fatto notare che la tabellina del 9 non vale la pena di impararla a memoria, è speculare anche lei, : 9-90, 18-81, 27-72 eccetera.
Poi sono passato a dimostrare che chi non capisce i numeri non riesce neanche a capire quanto costa un computer reclamizzato in una rivista. Quel “+ Iva” che trovi dopo il prezzo vuol dire che devi aggiungere il 20% di tasse.
Ecco perché saper calcolare le percentuali è così importante. Se non sei capace non riesci a capire quanto costano le cose che vuoi comprare.
Dopodichè ci siamo messi ad analizzare i contratti dei cellulari. Come saprà è impossibile capire quanto costa veramente telefonare con una data compagnia telefonica senza usare l’aritmetica e un po’ di pazienza. Le proposte sbandierate dalla pubblicità contengono spesso raffinate trappole logiche. Solo se ci ragioni sopra capisci quanto paghi veramente.
Ho continuato così a mischiare giochi matematici, indovinelli geometrici, enigmi di insiemistica e questioni di utilità quotidiana.
A un certo punto ho chiesto ai ragazzi se sapevano come funziona un conto bancario. E ho spiegato loro che molto probabilmente le loro famiglie non sanno bene quante spese pagano per la gestione del conto, quanto prendono di interessi, quanto pagano ogni volta che ritirano del denaro contante con il bancomat, quanto costa farsi spedire a casa i conteggi.
La mia idea era di far sì che alla fine gli studenti potessero avere la soddisfazione di dare una mano alla loro famiglia e usare il tempo scolastico per rivedere contratti telefonici e bancari.
I genitori rimproverano spesso gli adolescenti dicendo loro che sono bravi solo a spendere. Mi pareva che dar modo a un dodicenne di far risparmiare del denaro alla propria famiglia grazie a quello che ha imparato a scuola, potesse dargli autostima, soddisfazione e far germogliare in lui la comprensione che studiare è un modo per migliorare la propria vita.
Sono restato sconcertato scoprendo che la maggioranza delle famiglie si era rifiutata di fornire ai figli i contratti telefonici. Ovviamente non chiedevamo la bolletta con il dettaglio delle telefonate ma solo i dati indicanti il tipo di contratto. Mi sono dovuto quindi fermare, figuriamoci cosa sarebbe successo se avessi chiesto i dati sulla tipologia dei contratti bancari…
Ma nonostante questo ostacolo dopo 10 lezioni di matematica da ridere c’è stato un incontro con il consiglio di classe molto positivo.
Infatti i professori avevano riscontrato un miglioramento nel rendimento degli ultimi della classe anche nelle altre materie di studio.
Restai molto lusingato da questo giudizio e altrettanto stupito quando appresi che l’esperimento veniva però interrotto. Non certo per questioni di soldi visto che lavoravo gratis. Semplicemente quel che insegnavo era al di fuori del programma e non avevano altro tempo da perdere.
Io credo che debba essere affrontato in modo prioritario invece il problema della passione per lo studio. Dovrebbe essere il primo obiettivo della scuola: insegnare a studiare prima ancora di fornire informazioni.
E per ottenere questo dobbiamo rendere divertenti le lezioni e insegnare anche cose utili nella vita reale.
E’ mai possibile che la scuola non insegni a leggere una busta paga, come funziona un mutuo, come si cambia un pannolino, come si intenta una causa per danni o come avvalersi dell’assistenza sanitaria?
Credo che si potrebbe ottenere un grande salto di qualità anche dando modo agli studenti di misurarsi con la realtà, mettere alla prova le proprie capacità.
Con un liceo scientifico abbiamo studiato un progetto ambizioso. Gli studenti sotto la guida degli insegnanti analizzano i costi energetici della loro scuola, e i modi per ottenere maggiore efficienza, valutano le soluzioni tecniche, quindi prendono contatto con le aziende capaci di realizzare i cambiamenti progettati e con una banca disposta a finanziare l’intervento, realizzano quindi un piano operativo e finanziario. E’ probabile che questo piano contenga la sostituzione della caldaia, isolamento di tetto e pareti, tripli vetri, termostati, pannelli solari.
Redatto il piano gli studenti si adoperano per convincere le istituzioni a realizzare queste migliorie. Se ci riescono ottengono anche una percentuale dalle aziende in quanto agenti di vendita. Con questi soldi si possono realizzare attività utili per scuola e studenti. Si tratta di un modo concreto per proteggere il nostro pianeta e per mettere in pratica conoscenze scientifiche, capacità di scrittura e verbalizzazione. Un sistema per permettere agli insegnanti di diverse materie di collaborare e per dare agli studenti modo di capire come utilizzare in pratica quel che imparano.
Il progetto ha trovato grande entusiasmo tra gli studenti e gli insegnanti. Insieme al preside e al provveditore agli studi abbiamo tenuto una conferenza stampa che ha interessato i giornalisti e poi sono usciti alcuni articoli sulla stampa locale. Quindi il progetto è stato cancellato.
Cose che succedono. Soprattutto perché le priorità della scuola oggi sono altre.
I programmi scolastici non danno modo agli studenti di fare i conti con la realtà. L’insegnamento è astratto, nozionistico. Non si insegna a lavorare ma a far bella figura con i professori.
Questa situazione allontana molti ragazzi dallo studio: si annoiano, non capiscono l’utilità di imparare qualche cosa a proposito della vita di Napoleone.
Questa situazione oltretutto è grande fonte di disagio e emarginazione e alimenta la devianza e la criminalità.
La scuola dovrebbe avere invece la funzione di primo baluardo della legalità proprio insegnando ai giovani la moralità della passione per il lavoro.
Sono 20 anni che alla Libera Università di Alcatraz ospitiamo gite scolastiche e vacanze estive.
Molte volte sono arrivati da noi gruppi di ragazzi portati dai servizi sociali, ragazzi con gravi problemi di bullismo e piccola criminalità. Magari avevano semidistrutto l’ultimo albergo che li aveva ospitati provocando centomila euro di danni.
Il nostro sistema con questi ragazzi è di una semplicità elementare. Quando scendono dal pullman diamo a ognuno un cavallo. E gli diciamo: “Questo è il tuo cavallo, te ne occupi tu. Vuoi sapere come funziona?”
Poi gli facciamo vedere come si cavalca. E gli facciamo fare subito qualche cosa di spaventoso come salire in piedi sulla groppa di un cavallo. In realtà è molto facile perché i nostri cavalli sono dei pezzi di pane e non muovono un muscolo quando hanno sopra un ragazzino. Ma i nuovi arrivati non lo sanno e sono entusiasti perché hanno avuto paura ma ce l’hanno fatta. Li facciamo sentire importanti, gli diamo fiducia. In 20 anni non si è mai fatto male un solo allievo. E i ragazzi si comportano poi in modo irreprensibile, non rompono neanche un piatto. E’ come se non aspettassero altro che di incontrare una persona che gli dia un buon motivo per rigare dritto.
E con i cavalli diventano subito bravissimi. Perché i ragazzi “peggiori” in realtà sono spesso molto intelligenti e svegli, il problema è che non hanno avuto occasione di utilizzare positivamente le loro risorse. Non hanno incontrato qualcuno che trasmettesse loro la passione per il lavoro, per l’avventura di imparare cose nuove, affrontare le difficoltà e superarle.
Questi ragazzi non sopportano la scuola perché si parla troppo mentre loro hanno una spasmodica voglia di vivere, di sperimentare.
Un elemento essenziale in questo approccio è la fiducia.
Io ti do subito un cavallo da curare. Un gesto che prevede che io abbia piena fiducia in te. Questa azione da sola motiva molto.
La scuola italiana al contrario è più centrata sul giudizio, sulla divisione tra bravi e cattivi, primi e ultimi.
Un metodo che sembra fatto apposta per creare emarginati.
Ma che valore ha una scuola che funziona bene solo per i primi della classe?
Ci sono molte ricerche che avvalorano questa realtà. Per dimostrarla si sono trovate soluzioni molto astute.
Ad esempio, un gruppo di insegnanti delle elementari chiede un incontro con gli insegnanti delle medie che prenderanno in consegna i loro studenti l’anno successivo.
Gli insegnanti delle elementari spiegano che questo incontro si è reso necessario perché si sono trovati di fronte a una quinta elementare composta da geni. E volevano avvisare i professori delle medie che proprio perché sono bambini con un’intelligenza fuori dal comune, a volte sembrano stupidi, ma questo dipende dal fatto che vedono le cose in maniera diversa, riescono a intuire punti di vista insoliti sui problemi. Se li si ascolta si scopre che ragionano in modo eccellente.
Dopo 3 anni i ricercatori vanno a vedere quali sono i risultati ottenuti da quella classe, che in realtà era assolutamente normale, non c’era neanche un piccolo genio.
Ma la suggestione sugli insegnati ha creato un miracolo: gli studenti sono diventati veramente dei geni! E in particolare sono progrediti quelli che alle elementari erano i peggiori.
I ragazzi per crescere hanno bisogno della fiducia, della passione e di esperienze positive.
La scuola italiana da questo punto di vista è estremamente carente.
Pensa che si potrebbe fare qualche cosa?
Supponendo che a lei questo discorso interessi aggiungo qualche proposta pratica.
La mia figlia maggiore ha avuto la fortuna di capitare con un insegnante straordinario, Pasquale Guerra*,* che organizza a scuola incontri con cantautori e scrittori e poi porta tutta la classe una settimana in montagna, in un luogo sperduto, senza strade e copertura cellulare. Una baita dove i ragazzi cucinano e si occupano di tutto, fanno lunghe camminate e a turno leggono romanzi ad alta voce. Un’esperienza che entusiasmò mia figlia e le fece imparare l’amore per la scrittura.
Perché insegnanti simili non vengono premiati? Perché non viene replicato il loro metodo e diffuso il loro entusiasmo?
Negli Usa esiste poi da tempo un sistema che prevede la valutazione del livello di preparazione degli allievi.
Gli insegnanti che ottengono che gli ultimi della classe progrediscano tengono poi dei corsi di formazione per gli altri. Cioè, si è individuato un sistema che permette alla scuola nel suo complesso di migliorare premiando chi riesce ad appassionare i ragazzi e dà modo agli insegnanti migliori di trasmettere questa abilità ad altri docenti.
In Italia abbiamo un’esperienza eccellente, riconosciuta e stimata in tutto il mondo, l’asilo Diana di Reggio Emilia. Qui possiamo trovare più di 50 anni di esperienza in un modo diverso di concepire l’insegnamento. Sostanzialmente si tratta dello stesso approccio che le ho testé illustrato.
I risultati dell’asilo Diana sono straordinari da tutti i punti di vista. Prova ne è che Svezia, Canada e Giappone hanno adottato da tempo gran parte di questi criteri formativi ottenendo ulteriori conferme della validità dell’approccio didattico. Non sarebbe il caso di farlo anche da noi?
Non sarebbe il caso di inserire nel percorso formativo degli insegnanti qualche lezione su come si utilizza la voce, come si racconta una barzelletta, come si organizza un lavoro in equipe, come si affrontano certe dinamiche interpersonali, come funziona la comunicazione emotiva?
Ai nostri insegnanti si chiede di conoscere la materia che insegnano. Non dovrebbero anche essere capaci di insegnarla in modo avvincente?
Perché non esistono canovacci delle lezioni? In Italia ogni anno si tengono migliaia di lezioni sul Teorema di Pitagora. Ogni insegnante si inventa il suo modo di spiegare perché la somma dei quadrati costruiti sui cateti è pari al quadrato costruito sull’ipotenusa, senza avere mai occasione di confrontarsi con altri insegnanti.
Perché il suo ministero non crea un forum, diviso per argomenti, nel quale gli insegnanti possano pubblicare i canovacci o magari i video delle loro lezioni? E si potrebbero anche premiare gli insegnanti che propongono soluzioni innovative. Far nascere così un’attenzione e una sana competizione nell’arte di esporre argomenti scientifici e culturali.
Art. 2 - Spoiler:
Il figlio di un mio amico non vuole più andare a scuola. Cosa gli puoi dire? Bel problema. Il figlio di questo mio amico dice: “So leggere e scrivere, non voglio fare né il medico né l’ingegnere, voglio fare il webmaster. Mi spiegate cosa mi serve andare a scuola?” Questo ragazzo non è contro la conoscenza in sé. Ma le cose che gli serve di sapere per gestire il suo blog nessuna scuola gliele insegna. Lui sa già come manipolare i motori di ricerca e scalare le pagine di Google…
Ora chiedo: serve sapere il teorema di Pitagora o cosa pensava Platone per realizzare una applicazione per gli smartphone? Io so che serve. So che la cosiddetta cultura generale è essenziale perché è ripensando a quello che è successo negli ultimi 10mila anni che posso trarre spunti e indicazioni per capire che cosa potrebbe succedere domani. Ma io questo l’ho imparato quando ho abbandonato la scuola a 18 anni, ho iniziato a lavorare e mi sono accorto che la cultura serviva. D’altra parte nella mia vita ho fatto solo professioni nelle quali nessuno ti chiede il titolo di studio, nel teatro come nell’editoria vale quel che sai fare. Allora cosa posso dire a un ragazzo che vuole abbandonare la scuola per fare una nuova professione?
Posso dire che è un peccato, perché credo che comunque andare a scuola sia utile… Ma non posso evitare di addolorarmi perché la scuola non ottempera al suo primo dovere: insegnare ai giovani la passione per la conoscenza. La scuola italiana è innanzi tutto avulsa dalla realtà. Di tutte le cose che un ragazzo vuole sapere o avrebbe bisogno di sapere non se ne parla neppure. Niente sul sesso, sui sentimenti, sulle relazioni, sulla salute, sul parto, sull’educazione dei figli, sul funzionamento delle leggi. Niente sulle scoperte scientifiche più recenti. I ragazzi escono dalla scuola superiore senza saper nulla di come è scritta una busta paga, come si fa un mutuo, quanto costa una carta di credito, come si apre una società, come funziona un permesso edilizio o un processo. Niente si sa sulla situazione politica ed economica del mondo. I difensori dell’insegnamento tradizionale sostengono che comunque il latino e la matematica ti insegnano a ragionare. Siamo sicuri?
Secondo me per ragionare, come per fare qualunque altra cosa, serve imparare la passione, il gusto per la sfida. E su questo la scuola fa proprio poco. Ci sono, è vero, alcune formidabili eccezioni, insegnanti meravigliosi che riescono a instillare passione… Ma sono eroi che fanno a calci ogni giorno con il sistema, i programmi, le idee stantie degli stessi genitori. La prima cosa che abolirei di questo metodo didattico sono le interrogazioni e i voti. Sono un sistema eccellente per demotivare gli studenti e far loro odiare la cultura. Studi per il voto!
Insensato. Non sto dicendo di promuovere anche chi non studia. Mi spiego: con un liceo scientifico di Firenze, insieme a professori e studenti, abbiamo realizzato un progetto per una scuola diversa. I ragazzi analizzano la situazione energetica della scuola, individuano le soluzioni, contattano le aziende, contrattano i prezzi, propongono all’amministrazione pubblica il progetto e ne seguono la realizzazione, ottenendo al contempo un risparmio per la società e una percentuale dalle ditte che poi possono investire in gite di studio e feste. Poi estendono questa metodologia alle loro famiglie e alle imprese della zona diventando consulenti energetici, ottenendo un pagamento per il loro lavoro e creando così un’azienda scolastica che lavora sul territorio.
Il tutto con la consulenza-tutoraggio degli insegnanti, ognuno per le competenze specifiche della materia che insegna. E’ chiaro che in un lavoro di squadra così complesso salta subito agli occhi chi non si impegna e quello lo si boccia. Perché è importante che i ragazzi capiscano che nella vita nessuno ti fa sconti. Ma non credo che ci sarebbero molti bocciati. I ragazzi adorano le grandi imprese. Ed è evidente che un ragazzo che per 5 anni di liceo partecipa con passione a una realizzazione di questo tipo, concreta, poi non avrà difficoltà a trovare un lavoro in un settore ancora praticamente vergine come quello delle ecotecnologie. Il progetto ha avuto un grande successo tra gli studenti e i professori. Anche il preside e il provveditore si sono trovati d’accordo. Abbiamo fatto una conferenza stampa e i giornali hanno dato grande risalto alla notizia cogliendone favorevolmente il carattere concreto e appassionante. Poi il progetto è stato bloccato (questo accadeva ormai parecchi anni fa).
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| | | Yakumo-dono Veggente di Zendra
Età : 36 Località : Yamato Messaggi : 5413
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 4:07 pm | |
| Non è che non mi trovi d'accordo sui due articoli, che riprendono delle critiche che si fanno un po' da sempre alla scuola tradizionale...però impostare una scuola così mi sembra molto difficile, non si riescono a fare programmi da seguire e molto sembra essere lasciato all'insegnante. E venendo da una famiglia di insegnanti so che già è un lavoro ingrato, figuriamoci se devi "inventarti" da zero tutto il programma. Inoltre mi pare che ci siano molti riferimenti alla scuola "del vivere" senza però pochi riferimenti a cosa lasciare da parte. Forse piuttosto che sovvertire da capo il programma scolastico si potrebbe ridurre alcune ore di un po' tutte le materie (anche se ci vuole intelligenza nel farlo...) e inserire delle lezioni di argomento vario e di utilità giornaliere: come dice l'autore, bollette, tasse, un po' quelle cose che se non hai mai fatto non sai dove mettere le mani. (Nota però che la scuola non si può sostituire al genitore, che ai giorni nostri si prende sempre meno responsabilità delle "deficienze" dei figli ma è sempre pronto a criticare l'insegnante di turno...). Inoltre è vero che alcune lezioni andrebbero motivate di più...avevo un professore che lo faceva spesso, raccontava aneddoti, faceva esempi coloriti, metteva in gioco anche la quotidianità. Gli sono molto grato e riconosco che sarebbe molto più interessante una scuola così. Però ci vorrebbe anche più rispetto per il ruolo dell'insegnante, che per quello che prende oggigiorno fa il minimo sindacale e basta....tranne in alcuni casi brillanti.
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| | | Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 32 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 4:17 pm | |
| Io in 4° ginnasio (1° liceo classico) avevo un professore di latino e greco che era straordinario, un vylcano: da un parte si vedeva benissimo quando si entusiasmava per una qualsiasi legge fonetica del greco, e che riusciva a motivarci in maniera incredibile.
Faccio qualche critica a caso, così: a cosa serve sapere come si è formato il feudalesimo ? A me che poi non si frequenti storia medievale, nulla. Specialmente poi se le nozioni che ti danno al liceo (Carlo Magno, sovrano-vassallo-valvassore-valvassino) sono pure sbagliate. A cosa serve sapere il greco e il latino ? A meno che non si frequenti poi una facoltà collegata la sua utilità pratica è nulla. Ed è solo stupido dire "per l'etimologia" oppure "perchè così si impara a ragionare", perchè la prima ha una utilità pratica pure quella ridottissima (e serve comunque una certa intelligenza linguistica), e per il secondo motivo sarebbe infinitamente meglio studiare cinese o tedesco.
Preferirei non parlare di "cultura generale": meglio non tirarla in ballo dal momento che ne ho una concezione personale estremamente estesa. | |
| | | Ater Utente
Età : 30 Località : Firenze Messaggi : 3386
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 5:39 pm | |
| Beh, una cosa molto semplice da fare secondo me sarebbe riprendere i modelli anglosassoni, ovvero far scegliere ai ragazzi le materie e i corsi da seguire. Già questo darebbe una motivazione maggiore nello studio e ne aumenterebbe il vaolre, poiché esso diventa qualcosa di personale e di proprio. Io studio questa cosa perchè io ho scelto di studiare proprio questa.
Io sono uno che a scuola va bene, ma francamente non ho mai capito bene perchè studio il latino e perchè così è imposto a tutti. Non è infatti mia intenzione continuare nell'ambito delle lingue antiche. Ti insegna l'origine delle parole? Umh, in parte è vero, ma allora perchè non studiare etimologia invece? Insegna a ragionare? Su questo ho i miei dubbi... ci sono moltissime altre lingue o discipline in cui le capacità logiche vengono impegnate molto di più. Poi a me non dispiace come materia e sono bravo a tradurre eccetera, ma francamente non capisco perchè mi venga insegnata. E il fatto che quando ho provato a chiederlo a un paio di insegnati le reazioni abbiano variato dallo spaesato alla frustrazione mi ha lasciato piuttosto perplesso.
Secondo me la scuola andrebbe ripensata in toto, abbattendo schemi dettati solo dalla tradizione e che poco hanno a che fare con quello che è il mondo reale. | |
| | | Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 32 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 6:01 pm | |
| - Ater ha scritto:
- Poi a me non dispiace come materia e sono bravo a tradurre eccetera, ma francamente non capisco perchè mi venga insegnata. E il fatto che quando ho provato a chiederlo a un paio di insegnati le reazioni abbiano variato dallo spaesato alla frustrazione mi ha lasciato piuttosto perplesso.
Be', io ho avuto la fortuna di aver la prof di latino/greco che mi adorava (effettivamente tutte le prof al liceo mi adoravano, mmmh.....), e se glielo facevo osservare io di solito mi dava pure ragione senza neanche accorgersene. Ma del resto io ero quello che le paragonava l'Edipo Re a Dostojevskij, Catullo ai Nirvana e Saffo a Vivaldi, nonchè colui che ha sfoderato Belen Rodriguez alla tesina di maturità. - Ater ha scritto:
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Secondo me la scuola andrebbe ripensata in toto, abbattendo schemi dettati solo dalla tradizione e che poco hanno a che fare con quello che è il mondo reale. Come si fa a non quotare ? | |
| | | Asurian Utente
Età : 35 Località : Altopiano di Shakuras Messaggi : 3187
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 8:15 pm | |
| Per prima cosa dico che questo è un topic che solleva un argomento interessante e direi anche di una certa rilevanza: grazie per averlo postato, Sephiroth! Ci sono diversi punti che i due articoli vanno ad indagare. Posso dire di non condividerli nella totalità, ma di apprezzarne diverse proposte da integrare nel sistema attuale. Purtroppo la mia conoscenza dell'insegnamento negli istituiti italiani è per mezzo di "sentito" dire o di dati statistici, dato che ho vissuto invece il modello svizzero (o per meglio dire, ticinese, molto diverso da quello della svizzera interna). Allora (1) Nel primo articolo, verso la parte finale, l'autore richiede per gli insegnanti con una perifrasi quello che si potrebbe semplicemente chiamare "insegnamento della didattica". Citando: - Citazione :
- Non sarebbe il caso di inserire nel percorso formativo degli insegnanti qualche lezione su come si utilizza la voce, come si racconta una barzelletta, come si organizza un lavoro in equipe, come si affrontano certe dinamiche interpersonali, come funziona la comunicazione emotiva?
Ai nostri insegnanti si chiede di conoscere la materia che insegnano. Non dovrebbero anche essere capaci di insegnarla in modo avvincente?
Perché non esistono canovacci delle lezioni? In Italia ogni anno si tengono migliaia di lezioni sul Teorema di Pitagora. Ogni insegnante si inventa il suo modo di spiegare perché la somma dei quadrati costruiti sui cateti è pari al quadrato costruito sull’ipotenusa, senza avere mai occasione di confrontarsi con altri insegnanti. Aggiunge che questo dovrebbe avvenire attraverso un reciproco dialogo tra professori, confrontando i loro metodi. Bhe, è una proposta ottima, direi quasi qualcosa di scontato. In svizzera per ottenere l'abilitazione all'insegnamento nei licei si seguono due anni di corsi su didattica e scienza dell'apprendimento. Non esiste una formazione equivalente in Italia. L'autore poi si sofferma sul promuovere una formazione attiva e costante, attraverso confronto tra docenti e lezioni tenute da coloro che sono reputati più bravi. Ottima idea, poco da aggiungere. (2) Parla del tema della passione e del coinvolgimento. Le lezioni tenute dall'autore sono più applicate e traggono spunto da episodi quotidiani. A quanto pare, questo è riuscito a far sbocciare l'interesse tra gli allievi e a raggiungere risultati positivi. Nel secondo articolo si passa poi a parlare di come ci sia una differenza tra insegnamento a scuola e sapere necessario a risolvere questioni della realtà quotidiana. Si propone infine un modello di apprendimento basato sullo svolgere progetti, di natura interdisciplinare. Su tutti questi punti ho delle riserve, anche se ne riconosco una parziale utilità. Che la passione per la conoscenza sia utile ed essenziale è qualcosa di inequivocabile e che tutti auspichiamo. E' certo che un professore debba avere una certa abilità nel coinvolgere gli studenti, e venire incontro alle loro preferenze senza arroccarsi rigidamente al programma. Tuttavia bisogna farlo nella giusta misura, e non trasformare la lezione scolastica in un carnevale di temi, affrontati senza le giuste basi, in modo sempre empirico e mai formale. Il dato di fatto è che il nostro sapere, parlo per esperienza di quello scientifico, ma così è anche per l'economia e le scienze umane, è molto formale e rigoroso, a livello universitario per lo meno. Occorre attrezzarsi già prima di una forma mentis abituata ad apprendere una materia scritta e costituita in modo formale, organizzato, e anche tecnico. Certo, non facendo già al liceo quanto si richiede all'università, ma come detto in precedenza trovando la giusta misura tra insegnamento rigoroso e metodo didattico più vicino agli studenti. Io ho potuto avere una esperienza di questo tipo, ovvero un insegnamento formale ma non troppo, con qualche excursus più per attizzare l'interesse che per il mero sapere. Trovo che sia il giusto modo. Riguardo al coinciliare meglio le due realtà scuola-vita reale, è innegabilmente una giusta necessità, ma anche questa da affrontare secondo me con il giusto raziocinio. Non vorrei che la scuola venga trasformata in una istituzione che insegna a svolgere le mansioni burocratiche e che spieghi cosa sia un parto e basta. Ripeto che il nostro sapere, su cui si basa per esempio tutta la tecnologia che stiamo utilizzando in questo momento per scrivere in rete, ma anche tutto il sapere economico sono tecnici e formali. Occorre apprenderne le basi e gli sviluppi per potersi muovere in autonomia e acquisire la giusta forma mentis. Seppure non si intende continuare con studi di livello universitario, trovo che una buona dose di preparazione sia comunque utile. Tutti noi dobbiamo ormai usare un computer, sottostare alle leggi, votare, comprendere (quanto più possibile) la scena politica e sociale gloable. Trovo in sostanza che l'idea di Yakumo sia pertinente: lasciare qualche ora per l'insegnamento di questioni più burocratiche o di vita quotidiana, senza però soppiantare il sapere più tradizionale. Io ricordo di avere proprio avuto delle lezioni settimanale di "attivitä commerciali", dove ci spiegavano come pagare con cedole, come compliare redditi e altro ancora. L'idea di integrare progetti, anche multidisciplinari, per coinvolgere e avvicinare al quotidiano, anche questa è una ottima idea, ma solo se presa in concomitanza con l'insegnamento classico, e non andando a soppiantarlo. (3) sul "metodo della fiducia" per aiutare i ragazzi più complicati, non mi esprimo dato che conosco troppo poco sulla psicologia e non ho dati per formarmi una opinione. E' un tema interessante, ma che purtroppo non posso affrontare. In generale, ritengo quindi giusto aprire un poco il sistema di insegnamento rigido agli interessi e avvicinarlo al quotidiano, ma solo come complemento. Il sapere tradizionale è essenziale e non sostituibile. Sono contrario quindi al ripensare in toto il modello scolastico, ma a riequilibrarlo. Riguardo infine a ciò che serve e ciò che non serve, sono dell'idea che una vase di tutto serve. Il ragazzo vuole diventare webmaster. Ma come uomo sarà costantemente chiamato a capire e interpretare la realtà che lo circonda, e per farlo occorre scienza, economia, politica, storia, matematica, psicologia,letteratura, e tutto il resto. Per finire, sull'utilità del greco e del latino, mi stupisco un po' degli interventi che ho letto poco sopra. Il latino non serve a sapere che abitante si dice "incola". Conoscere il latino vuol dire accedere al mondo Romano, uno tra i più grandi e longevi imperi della storia dell'uomo. Fate un paragone tra la durata di questo impero e quello degli USA, ormai al termine. Inutile dirvi quale sia stata la ricchezza dell'impero Romano in quanto a cultura, politica e società. Certo, questo capitolo della storia dell'uomo potrete impararlo a storia. Ma mai in modo approfondito quanto studiandone la lingua, e quindi leggendo direttamente le parole di grandissimi uomini, apprendendone sfaccettature che altrimenti vi sarebbero precluse. La sagacia di Cicerone, l'impareggiabile abilità di propaganda di Cesare (il "de bello gallico" è attualmente la più grande opera di propaganda mai esistita") non possono essere raccontate in terza persona, così come la dolcezza di Ovidio. La società romana è tutt'oggi un esempio di civiltà cosmopolita dalla quale possiamo trarre un numero enorme di insegnamenti per comprendere politica e società attuali, fornendo spunti di riflessione e di idee secondo me indispensabili. L'eredità romana della nostra società (e la nostra politica), sono palesi per un latinista, che meglio le comprende e le può analizzare. Se volete accedere a tutto questo sapere (e scusate se è poco) occorre sapere il latino per leggere i testi. Certo, potete vivere anche senza tutto questo, ma in fondo per vivere basta un po' di cibo, acqua, un letto per dormire. Ma nel mondo attuale procurarseli non è poi così facile. Infine, sapere il latino fornisce la possibilità di ampliare il proprio lessico, saperlo utilizzare in modo più proprio, e fare un uso più sfaccettato della propria parola, che rimane il modo di comunicare i nostri pensieri. Anche questo non è poco. | |
| | | Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 32 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 8:30 pm | |
| Be', per conoscere il mondo classico-romano basta sapere qualche parola latina, ma non di saperlo tradurre. E dico tradurre: capissi se l'insegnassero veramente, anche proprio a parlare, allora sarebbe utile. Faccio un altro paio di esempi:
1) Non so voi, ma io non sopporto la filosofia tedesca a cavallo fra '700 e '800 lo spiritualismo nello specifico (Kant e Feuerbach si salvano). E' semplicissimo: Fichte, Hegel, sono inutili ed incomprensibili. Sì, inutili, dal momento che Marx si capisce benissimo anche senza Hegel. L'unica cosa utile da far studiare sono cose come lo stato hegeliano ed i "Discorsi alla nazione tedesca" di Fichte, e sarebbe sensata in un'ottica nazista: ossia come il nazismo ha consapevolmente preso e distorto questi argomenti (gli unici comprensibili dei due autori a chiunque non sia un genio) insieme a cose come Nietzsche e la morale kantiana.
2) L'educazione sessuale. Non so voi, ma non ho mai conosciuto qualcuno che l'abbia mai fatta. | |
| | | Emperor's Chosen Custode di Zendra
Età : 33 Località : Lombardia,Monza Messaggi : 10992
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 8:36 pm | |
| Io credo che gia' alle superiori bisognerebbe adottare una struttura scolastica molto simile all'universita', forse un po' piu' governata dall'esterno perche' estremamente soggetta alla serieta' delle persone, serieta' e dedizione scolastica che spesso mancano temo.
Pero' cosi' sicuramente io non avrei avuto i problemi di matematica che mi porto dietro ancora, l'avrei semplicemente saltata, dedicandomi a tutt'altro. | |
| | | Asurian Utente
Età : 35 Località : Altopiano di Shakuras Messaggi : 3187
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 8:51 pm | |
| - Citazione :
- Be', per conoscere il mondo classico-romano basta sapere qualche parola latina, ma non di saperlo tradurre. E dico tradurre: capissi se l'insegnassero veramente, anche proprio a parlare, allora sarebbe utile.
Non concordo. Saper tradurre ti dà la possibilità di leggere - Citazione :
- direttamente
i testi dei grandi uomini romani. Le fini tecniche retoriche di Cicerone e di Cesare si possono vedere e comprendere solo traducendo dal latino. Inoltre nei testi è raccolta una infinità di dati espliciti e impliciti sulla società, politica e cultura dell'epoca. Tutte cose inaccessibili a chi non può tradurre. Ovviamente è necessaria una profonda capacità di traduzione, non il sapere qualche parola. - Citazione :
- 2) L'educazione sessuale. Non so voi, ma non ho mai conosciuto qualcuno che l'abbia mai fatta.
A quanto so io fanno due tre lezioni nell'arco del percorso delle medie sull'uso dei contraccettivi e la prevenzione delle malattie veneree. Nel corso di scienze si fanno poi alcune lezioni sul corpo umano, compreso l'apparato riproduttivo. Questo è quello che occorre. - Citazione :
- Io credo che gia' alle superiori bisognerebbe adottare una struttura scolastica molto simile all'universita', forse un po' piu' governata dall'esterno perche' estremamente soggetta alla serieta' delle persone, serieta' e dedizione scolastica che spesso mancano temo
Concordo, in parte però. E' un bene capire che non occorre indagare eccessivamente tutti gli argomenti, ma trasferire solide basi e le prime evoluzioni. Trovo anche utile, come detto prima, accompagnare anche argomenti più "sfiziosi" e integrare lavori interdisciplinari per sviluppare abilità che non si stimolano con l'apprendimento "passivo". | |
| | | Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 32 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 9:05 pm | |
| - Asurian ha scritto:
- Non concordo.
Saper tradurre ti dà la possibilità di leggere - Asurian ha scritto:
-
- Citazione :
- direttamente
i testi dei grandi uomini romani. Le fini tecniche retoriche di Cicerone e di Cesare si possono vedere e comprendere solo traducendo dal latino. Inoltre nei testi è raccolta una infinità di dati espliciti e impliciti sulla società, politica e cultura dell'epoca. Tutte cose inaccessibili a chi non può tradurre. Riguardo ai 2 quote: a questo punto insegniamolo sul serio, ma proprio a parlare correntemente come l'inglese ! Così si impara sul serio come lingua, non come una roba ancora più pallosa del normale. Poi sai, leggersi direttamente dei testi latini come Petronio (ma anche l'Iliade) senza nemmeno una chiara idea della bisessualità antica..... - Citazione :
A quanto so io fanno due tre lezioni nell'arco del percorso delle medie sull'uso dei contraccettivi e la prevenzione delle malattie veneree.
Mai visto nè sentito. Zero assoluto. | |
| | | Asurian Utente
Età : 35 Località : Altopiano di Shakuras Messaggi : 3187
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 9:16 pm | |
| - Citazione :
- Riguardo ai 2 quote: a questo punto insegniamolo sul serio, ma proprio a parlare correntemente come l'inglese ! Così si impara sul serio come lingua, non come una roba ancora più pallosa del normale.
Poi sai, leggersi direttamente dei testi latini come Petronio (ma anche l'Iliade) senza nemmeno una chiara idea della bisessualità antica..... Parlare il latino è assai difficile. Persino scrivere dall'italiano al latino lo è. Non sono tuttavia capacità sufficienti per poter usufruire della ricchezza dei testi latini. Se poi la storia della conquista della Gallia, le orazioni di cicerone i testi sulle differenze tra le usanze delle popolazioni delle differenti province romane sono "pallose", bhe, de gustibus disputandum non est. Tuttavia, se non interessanti, le trovo per lo meno assai utili. Prendere qualche spunto sull'argomentazione di cicerone non è un male, credimi. Tutti i testi solitamente sono accompagnati da una esauriente contestualizzazione del professore. Se cosî non è, il problema risiede nella formazione del corpo docenti, e non nello studio del latino. - Citazione :
- Citazione:
A quanto so io fanno due tre lezioni nell'arco del percorso delle medie sull'uso dei contraccettivi e la prevenzione delle malattie veneree.
Mai visto nè sentito. Zero assoluto. Davvero, nemmeno due-tre lezioni? Sono tutto quello che occorre sapere, che in realtà si impara anche per altri mezzi: contraccettivi, sapere che attraverso i liquidi si scambiano malattie veneree, anche mortali. A dire il vero un'ora di lezione è più che sufficiente, nell'arco di una vita. Se non c'è, basta introdurla. Insegnamento del corpo umano, apparato riprodutto compreso, è nel corso base delle medie, alcuni visti con i miei occhi. Trovo strana la mancanza, ma non so se l'insegnamento in Italia varia così tanto da regione a regione. Tuttavia le cose, più che saperle (dato che si sanno), occorre fare capire che sono importanti. Di solito si fa per mezzo di campagne di sensibilizzazione, più che con lezioni. | |
| | | Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 32 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 10:21 pm | |
| Il corpo umano si fa (infatti non l'ho quotato), ma il resto proprio no.
Latino e greco: Asurian, sinceramente, a quanti liceali gliene sbatte delle orazioni di Cicerone ? Il problema è che molto spesso si scelgono solo gli argomenti più noiosi, o quelli interessanti vengono resi noiosi. Su Catullo ad esempio si studia tutto di Lesbia, ma quella poesia che inizia con "Pedicabo ego et irrumabo vos non si studia mai; peccato, sarebbe molto interessante per degli studenti studiare qualcosa che vuol dire "V'inculerò e vi sborrerò in bocca / Aurelio finocchio e Furio culattone". O ancora, quando mai fanno studiare i Sonetti Lussuriosi dell'Aretino (che non posto se no mi bannate) ? | |
| | | Asurian Utente
Età : 35 Località : Altopiano di Shakuras Messaggi : 3187
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 10:41 pm | |
| Ah, allora adesso non si parla dell'inutilità del latino, ma del fatto che vengono scelti argomenti noiosi.
Io non posso giudicare la situazione di tutti i licei. Io ho avuto la possibilità di spaziare da Cicerone (che secondo me è molto interessante, purtroppo non può essere compreso dalle "fibre ebeti", per citare una espressione pariniana, ma a sto punto a scuola non si insegnerebbe più nulla), a Ovidio, a Cesare, a Catullo, a Seneca, Fedro,... una marea di cultura, menti fiorenti, pensieri ricchi, di sostanza, ma anche dalla forma elegante ed ambigua. Certo, sta poi al professore cercare di rendere invitanti ed attraenti gli argomenti.
Ma questo riguarda il latino come la matematica, l'italiano, scienze, filosofia ed economia. Sono tutte materie potenzialmente "noiose", se insegnate male. Ma direi che rimuoverle tutte, o anche solo una di queste, non mi pare una idea vincente.
Parliamo allora di didattica, e del far capire agli studenti l'importanza di quanto apprendono, un punto fondamentale spesso tralasciato. | |
| | | Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 32 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 10:48 pm | |
| - Asurian ha scritto:
- Ah, allora adesso non si parla dell'inutilità del latino, ma del fatto che vengono scelti argomenti noiosi.
L'uno non esclude l'altro. Parlare di argomenti scabrosi è interessante, ma scarsamente utile. Lo stesso vale per la letteratura latina: se non piace, a che serve ? Alla grande maggioranza degli studenti, a niente. | |
| | | Asurian Utente
Età : 35 Località : Altopiano di Shakuras Messaggi : 3187
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 10:58 pm | |
| Ho scritto un post piuttosto lungo e argomentato sull'utilità del latino, non penso sia il caso di ripeterlo. Sono una di quelle persone che in generale ritiene il sapere di utilità fondamentale, l'unica cosa che può garantirci un minimo di libertà. Altrimenti siamo schiavi degli eventi e delle altrui decisioni. La conoscenza del latino dà accesso ad una fonte di cultura grandiosa e non acquisibile altrimenti.
Si sopravvive anche senza latino, ma anche praticamente senza tutto il resto. Basta vivere vicino a un corso d'acqua e coltivare la terra. Ma a sto punto, a scuola cosa vuoi andare a fare, se non ad apprendere un sapere di un certo livello? | |
| | | Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 32 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 11:15 pm | |
| ^ Be', il punto per me è che la scuola non mi è mai servita a granchè. Il sapere che dici e la mia cultura è tutta di derivazione extra-scolastica. Ad essere sincero durante quasi tutte le lezioni mi annoiavo, o perchè sapevo già tutto o perchè non ci capivo nulla.
Sull'utilità del latino, insomma....non sarebbe meglio spiegare invece come funziona una banca o le elezioni americane o come si compila una dichiarazione dei redditi. | |
| | | B4rcy Utente
Età : 28 Località : Lombardia Messaggi : 2541
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 11:46 pm | |
| - Citazione :
- A me effettivamente il liceo ha insegnato proprio poco: l'inglese l'ho imparato in altri modi, e sulle altre materie (non considerando materie scientifiche etc che per me non esistono proprio) o sapevo già o me le leggevo da solo (ho letto più roba io di letteratura latina e greca di mio padre che le insegna....).
LoL io su 32 ore a settimana 22 sono di chimica (analitica, chimica-fisica, organica, impianti) :3 xD | |
| | | Asurian Utente
Età : 35 Località : Altopiano di Shakuras Messaggi : 3187
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 05, 2012 11:56 pm | |
| Se non capivi nulla non è che la materia vada estirpata, bensì è il professore che deve cambiare metodo. E se sapevi già tante cose è motivo di encomio, questo vuol dire che il livello andava allora alzato. Tuttavia bisogna tenere conto che si sta insegnando ad una classe, e probabilmente il tuo target era troppo alto per la media della classe.
Questo comporta altre soluzioni, come separare le classi in relazione ai livelli, oppure si tiene così e inevitabilmente qualcuno si annoierà.
La cura non è certo levare le materie, ma lavorare sulla didattica. Purtroppo non si può raggiungere la perfezione, in ogni caso.
Cose come funzionamenti delle banche sono programma di economia, sicuramente utile, e per quanto riguarda le elezioni americane o una dichiarazione dei redditi personalmente le ho affrontate (storia e attività commerciali rispettivamente), ma basta metterci su un quarto d'ora e si fa anche da sé. Lo studio del latino (o di altre materie, e non casi così specifici) richiede preferibilmente la tutela di un professore.
Se mi argomenti come vorresti (o come vorreste) cambiare il sistema scolastico, sarebbe più chiaro. Ma al momento non vedo a cosa gioverebbe levare latino o altre materie umanistiche. La vita, anche se attualmente sembra il contrario lo ammetto, non è tutto spread e titoli in borsa.
| |
| | | Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 32 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Ven Gen 06, 2012 1:16 am | |
| - Asurian ha scritto:
- Se non capivi nulla non è che la materia vada estirpata, bensì è il professore che deve cambiare metodo. E se sapevi già tante cose è motivo di encomio, questo vuol dire che il livello andava allora alzato. Tuttavia bisogna tenere conto che si sta insegnando ad una classe, e probabilmente il tuo target era troppo alto per la media della classe.
I professori non c'entrano, sono io che non capisco assolutamente nulla di qualsiasi cosa includa un livello matematico superiore alle equazioni. Non è un problema della scuola ma mio. - Asurian ha scritto:
- Cose come funzionamenti delle banche sono programma di economia, sicuramente utile, e per quanto riguarda le elezioni americane o una dichiarazione dei redditi personalmente le ho affrontate (storia e attività commerciali rispettivamente), ma basta metterci su un quarto d'ora e si fa anche da sé.
Lo studio del latino (o di altre materie, e non casi così specifici) richiede preferibilmente la tutela di un professore. Da noi non ci sono. In teoria si dovrebbe fare educazione civica, ma quando va bene questo si riduce ai primi 12 articoli Cost. Inoltre non è così facile informarsi da soli: se io non so qualcosa lo cerco su wikipedia, ma quasi nessuno lo fa. E non è tanto semplice, perchè sono sicuro che se chiedessi a dei miei compagni di corso la definizione di sistema elettorale uninominale e plurinominale il 90% non lo saprebbe. - Asurian ha scritto:
-
Se mi argomenti come vorresti (o come vorreste) cambiare il sistema scolastico, sarebbe più chiaro.
Ma io non ho la più pallida idea di come cambiarlo. Semplicemente, relativamente alla mia esperienza l'ho trovato del tutto inadeguato. - Asurian ha scritto:
-
Ma al momento non vedo a cosa gioverebbe levare latino o altre materie umanistiche. La vita, anche se attualmente sembra il contrario lo ammetto, non è tutto spread e titoli in borsa.
Be', diciamo che i tempi cambiano. Se nel '600 era più importante sapere il latino, ora no. P.S. a scanso di equivoci: non mi considero un genio, quello che faccio lo può fare chiunque. Semplicemente, non lo fanno. P.P.S. Sì, sono alquanto arrogante. Ma mi pare di averlo più volte specificato. | |
| | | Asurian Utente
Età : 35 Località : Altopiano di Shakuras Messaggi : 3187
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Ven Gen 06, 2012 12:16 pm | |
| Riguardo alle lezioni di civica ed economia, sono stupito che non vengano introdotte. Sono senza dubbio importantissime.
Mentre riguardo al resto, Sephiroth, c'é da capire se il tuo è un caso particolare o qualcosa di generale, se è dovuto al metodo di insegnamento dei professori o alle materie in sé. Una cosa non esclude l'altra, ma nemmeno la implica. E' importante eseguire la giusta diagnosi, per trovare la giusta soluzione. Ovviamente se il tuo caso è stato singolare, o circoscritto, rimane trascurabile (purtroppo l'interesse del singolo, se non va in sintonia con quello della comunità, è trascurabile), a meno che non richieda un cambiamento di piccolo impatto.
E' importante capire che è vero che la scuola deve andare in contro agli allievi, ma anche gli allievi andare in contro alla scuola. Altrimenti si va verso una scuola-carnevale. Le scuole università con più tradizione si sono dimostrate quelle che hanno formato i professionisti più qualificati, mentre il nuovo metodo di studio alternativo americano, basato sulle lezioni online, si sta rivelando un disastro. Questo nuovo metodo è più apprezzato dagli studenti rispetto a quello tradizionale, ma i risultati sono evidentemente peggiori.
Non è detto tuttavia che non si possa trovare un metodo più efficacie ancora. Ma quale sarebbe, in sostanza?
Per me comunque rimane un problema di didattica, quindi relativo alla formazione dei professori, e non di materie.
E rinnovo la questione: il nostro sapere è strutturato in modo formale e tecnico, e in simile via va appreso, fornendo le basi dei molti aspetti del nostro scibile. Questo metodo permette di consentire agli studenti di muoversi in futuro possedendo quantomeno le basi. Imparare per casi specifici non consente padronanza, nemmeno di livello base, di un argomento, e nemmeno si adatta all'apprendimento universitario, che è appunto fatto seguendo un preciso costrutto. Va bene introdurre quelle lezioni più legate al quotidiano, ma solo come complemento e non a sostituzione. | |
| | | Ater Utente
Età : 30 Località : Firenze Messaggi : 3386
| Titolo: Re: Cara Gelmini (ormai Profumo) ti scrivo Gio Gen 12, 2012 8:17 pm | |
| - Citazione :
- Per me comunque rimane un problema di didattica, quindi relativo alla formazione dei professori, e non di materie.
Su questo siamo d'accordo. Io aggiungere tuttavia che ci vorrebbe un sistema di CONTROLLO sull'efficacia dei professori. Ai tempi dei nostri genitori esistevano gli ispettori scolastici e secondo me erano un'ottima cosa. In ogni lavoro bisogna render conto del proprio operato, perchè gli insegnanti non devono farlo in alcun modo? E io francamente nella scuola ho trovato alcune delle peggiori persone che abbia mai avuto modo di conoscere... altre invece fra le migliori... ma non è possibile lasciare la qualità dell'insegnamento alla 'buona volontà' dei singoli. Una buona istruzione deve essere ASSICURATA e GARANTITA e per farlo ci vogliono dei controlli. Poi si può disquisire su come effettuarli, per distinguere fra operato degli insegnanti e carenze degli studenti, ma è chiaro che dei controlli ci vogliono. D'altronde agli studenti, quando vengono valutati, non viene concessa la scusante 'eh, ma il prof era incapace'. Perchè per i professori dovrebbe essere diverso? Anzi, loro dovrebbero proprio dare l'esempio e porsi al di sopra dei dubbi, che per essere fugati hanno appunto bisogno di garanzie e controlli. Secondo me è una cosa basilare se vogliamo dare un senso al nostro apparato scolastico. | |
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