Benvenuto compagno Storace..

Siamo in campagna elettorale e molti commentatori lo hanno già notato: i toni si sono alzati e la fragile tregua nata sulla scia del terrore che lo spread incuteva a fine novembre ha lasciato il posto alle consuete bizze del nostro bipolarismo malato. Chi i toni li ha sempre tenuti alti è stata La Destra di Francesco Storace da poco volato a Parigi a rendere omaggio a Marine Le Pen ripercorrendo la stessa strada (sbagliata) scelta dal Msi negli anni Ottanta: cavalcare la protesta, rinunciare ad essere destra di governo, identificare la destra con la xenofobia inconcludente e zotica. Ma la deriva estremistica ha giocato un brutto scherzo alla destra pseudo radicale cui Storace vorrebbe dar voce. A Roma infatti da alcuni giorni è stato affisso un manifesto che ritrae una manifestazione di giovani greci molto arrabbiati. Lo slogan scelto da La Destra per chiamare a raccolta gli indignati è il seguente: «Giù le mani da casa, lavoro e pensioni. Contro Monti lotta con noi». Ma chi sono i giovani fotografati nei manifesti storaciani? Molti hanno il volto coperto, dunque look da centri sociali, inconfondibile. Si dirà: bene, gli estremi si toccano e l’unità generazionale in nome di obiettivi antisistema è stato un antico mito di certa destra giovanile (a cui però Storace non apparteneva). Bene, si aggiungerà, del resto i seguaci di Storace non fanno ormai le “okkupazioni” proprio come i compagni disobbedienti? (risale a un mese fa la notizia che era stato occupato un appartamento ai Parioli di proprietà dell’ex An. A Storace serviva una sede, i suoi baldi giovanotti se la sono presa). Ma torniamo al manifesto: i ragazzi pieni di rabbia per la crisi (che, non dimentichiamolo, in Italia secondo Storace arriva con Monti perché quando c’era Berlusconi la crisi non c’era e la Destra faceva finta di crederci) sono radunati dietro uno striscione scritto in greco: «Apopte petheni o fascismos». E che significa? I grafici di Storace non devono essersi dati pensiero per la traduzione. Se lo avessero fatto, probabilmente, avrebbero cambiato foto. Infatti lo striscione, tradotto in italiano recita così: «Stasera muore il fascismo». Si tratta di un famoso slogan della sinistra antagonista e antifascista greca. E va bene che Storace intende cavalcare il disagio sociale, e va bene che si aspetta un po’ di voti in più per lo strillonaggio antigovernativo (in pratica raccogliendo le briciole del bottino che con tutta probabilità finirà nelle mani di Grillo e del suo movimento) ma di qui a diventare antifascista ce ne corre… certe bizzarrie, secondo Storace, erano solo appannaggio di Fini e dei suoi. O no? In ogni caso, benvenuto compagno Storace…



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Fava fino in fondo...

eh ma quando pensi che ormai hanno dato il peggio, riescono sempre a stupirti..questo mi piace dei nostri politici!