Niente estradizione per Kim Dotcom, aka Mr. Megaupload

Non c'è ancora l'ufficialità ma è assai probabile che il processo non si farà. Troppi errori legali e, soprattutto, l'impossibilità da parte dei federali americani di incriminare fuori dal territorio Usa Kim Dotcom, padre padrone del più grande sito di scambio file del mondo chiuso dopo la denuncia delle major


NEW YORK - Dalla sua prigione dorata di Coatsville, in Nuova Zelanda, adesso il più grande pirata della rete se la ride. Che figuraccia per l'Fbi, il governo degli Stati Uniti e i potentissimi studios di Hollywood che per anni avevano spinto per il suo arresto 1. Il processo a Kim Dotcom, il padre padrone di Megaupload, il sito di scambi di file musicali più grandi del mondo, non si farà. Troppi errori legali. E troppo pochi i requisiti per estradarlo negli Usa.

Alla notizia manca ancora il crisma dell'ufficialità. Ma che cosa pensare quando è lo stesso giudice incaricato del caso a manifestare tutti i suoi dubbi? "Non so proprio se riusciremo mai ad avere un processo": così parlò Liam O' Grady, il magistrato neozelandese che deve esprimersi sul caso che da mesi tiene inchiodati gli oltre 50 milioni di utenti del sito che solo i suoi nemici chiamano pirata. Che succede? Che quei simpaticoni dell'Fbi non hanno mai presentato le carte che accusano il vecchio Kim di condotta criminale. "Non l'hanno fatto perché non possono", gongola l'avvocato americano Ira Rothken: "Megaupload non può essere accusato di condotta criminale perché non si trova sotto la giurisdizione degli Stati Uniti".

Figuriamoci. Il servizio era basato a Hong Kong e quel furbacchione di Kim - uno smanettone tedesco-finlandese così intrippato del web che nel 2005 ha cambiato legalmente il suo cognome in Dotcom - faceva da anni la bella vita in Nuova Zelanda. L'arresto agli inizi di gennaio era stato salutato come l'inizio della controffensiva dei Nostri nella prima guerra mondiale del web. Ricordate? Erano i giorni caldi della rete scossa dagli attacchi di Anonymous e della rivolta del web contro la legge-bavaglio che il Congresso americano ha cercato inutilmente di lanciare. E nel bel mezzo, quel notizione: sette persone accusare di "pirateria online". Blitz dall'America in Europa. E finalmente quei quattro arresti dall'altra parte del mondo: Nuova Zelanda.

Megaupload ha sempre riufiutato l'accusa di pirateria: il filesharing è lo scambio consenziente di files musicali tra i proprietari che si presuppone legittimo. Il sito funzionava da grande centro di scambio e archivio. Ma il governo americano e le major di Hollywood accusavano Kim e i suoi di ospitare nell'archivio soprattutto file illegali: cioè piratati. Almeno mezzo miliardi di dollari sarebbero stati così sottratti al copyright: facendo fare a Megaupload profitti per almeno 175 milioni di dollari. Per la verità le cifre sono al ribasso. Certo è che Kim faceva più che la bella vita. Alla quale è velocemente tornato. A marzo gli è stata concessa la libertà su cauzione: con l'obbligo ovviamente di non allontanarsi per ottanta chilometri, che non sono pochini, dalla sua lussuosa residenza. E adesso sta contrattando perfino la restituzione dei gioielli che quei cattivoni dei poliziotti hanno sequestrato alla sua Mona.

Tutto sembra improvvisamente girare a suo favore. L'inchiesta è infarcita di errori. C'è un vizio di forma delle autorità neozelandosi che non hanno richiesto la giusta autorizzazione per il blitz che ha portato al sequestro dei suoi possedimenti. E poi c'è il vicolo cieco in cui si sono cacciati i federali Usa. Gli americani ovviamente vogliono processarlo a casa. Ma per l'estradizione occore che ci sia un crimine e non un semplice procedimento civile in corso. E dev'essere un crimine per cui l'accusato rischia di scontare almeno cinque anni di galera: l'infrazione di copyright invece in Nuova Zelanda è punita con un massimo di quattro anni.

La legge s'è incartata insomma. E del vuoto di potere rischia di approfittarne ancora una volta Kim: come d'altronde ha fatto in tutti questi anni costruendo un impero che tra un buco di legge e un altro copriva il 4 per cento dell'intero traffico di Internet. "Avete rovinato il mio business e avete distrutto oltre 220 posti di lavoro", si è lamentato Mister Megaupload nella prima intervista a un giornale del posto. Non è neppure escluso che presto possa rimettere mano sul tesoro di files ancora conservato in più di 1100 server 2 in tutto il mondo. Che figuraccia per l'Fbi. E che figuraccia per i grandi Hollywood: a cui di questa storiaccia tra crimine, lusso e web non resta - come stanno già pensando - che farci un film.


Fonte

A questo punto non resta che sperare che Megavideo e Megaupload vengano ripristinati del tutto e buonanotte.

A proposito, le major devono essere piuttosto sceme: questo tizio si è fatto i miliardi col suo servizio, e loro non potrebbero fare lo stesso con miglior qualità ?

Sephiroth ha scritto:

A questo punto non resta che sperare che Megavideo e Megaupload vengano ripristinati del tutto e buonanotte.

A proposito, le major devono essere piuttosto sceme: questo tizio si è fatto i miliardi col suo servizio, e loro non potrebbero fare lo stesso con miglior qualità ?

Si sarebbe una cosa sensata ma, come per la benzina e l'idrogeno, finco a quando non avranno capito come averne il monopolio e sfruttarlo non gli conviene..

Ma averne il monopolio sarebbe facile, basterebbe mettersi d'accordo e fornire esattamente lo stesso servizio a qualità più alta, che so, magari offrendo per megavideo una definizione migliore, possibilità di scelta di lingua e sottotitoli e cose così.

Anche qua :

come su altri forum si sono dimenticati di dire che il ciccio bombo non è indagato solo per quello.....

Le fonti che citiamo controlliamole per piacere veh :D

A me pare che fosse incriminato per RICO; l'articolo non è chiaro ma se quest'accusa cade quali altre rimangono in piedi ? E cosa rischia ?

thekingofbronx ha scritto:

Anche qua :

come su altri forum si sono dimenticati di dire che il ciccio bombo non è indagato solo per quello.....

Le fonti che citiamo controlliamole per piacere veh :D

Anche leggere gli articoli che critichiamo non farebbe male veh :D

L'articolo infatti parla in generale dell'inchiesta condotta contro di lui, che sarebbe piena di errori e beghe legali per le quali il ciccio crucco potrebbe cavarsela.
All'interno di quest'inchiesta ci sono vari capi d'accusa poi ( tra le quali l’accusa di aver danneggiato i produttori di materiale protetto da copyright di quasi 500 milioni di dollari e di aver guadagnato dallo sfruttamento illecito di questi contenuti la bellezza di 175 milioni di dollari,di aver truffato quei detentori di diritti d’autore che si erano rivolti a Megaupload per segnalare illeciti: anche se a questi veniva assicurato che il contenuto era stato rimosso, la squadra di Megaupload non avrebbe in realtà compiuto alcun intervento,sono anche accusati di aver pagato, tra il 2008 e il 2009, 3.400 dollari a un particolare utente affinché caricasse sul loro portale 16.900 file illegali che hanno poi generato un traffico enorme: 34 milioni di visualizzazioni.) ma che rientrano in un'unica inchiesta, la quale sarebbe ( dico sarebbe perchè manca ancora la certezza ) fallata in maniera così vistosa da compromettere tutte le varie accuse

Talaban ha scritto:

Ma per l'estradizione occore che ci sia un crimine e non un semplice procedimento civile in corso. E dev'essere un crimine per cui l'accusato rischia di scontare almeno cinque anni di galera: l'infrazione di copyright invece in Nuova Zelanda è punita con un massimo di quattro anni.

Se le cose stessero veramente cosi allora l'estradizione sarebbe impossibile ma mi sembra una semplificazione parecchio assurda quella fatta dall'autore dell'articolo. Cosi a occhio e croce ci saranno una decina buona di altri capi d'accusa (riciclaggio di denaro su tutti) i quali, pur non conoscendo la legge neozelandese, posso presumere che prevedano pene maggiori ai 5 anni...
Anyway, estradizione e no, Megaupload era illegale secondo le leggi americane e quindi non credo verrà mai riaperto.
Continuo perô a non capire come abbia fatto questo tizio ad essere cosi gonzo da aprire un sito con un dominio americano... Afrebbe benissimo potuto aprire il sito megaupload.congo e in quel caso l'FBI non avrebbe potuto far niente...

Citazione :

Afrebbe benissimo potuto aprire il sito megaupload.congo e in quel caso l'FBI non avrebbe potuto far niente...

E dopo questa posso andare a soffocarmi in una buca per tentare di smettere di ridere!
:§nmghnb§:

Maresciallo_Helbrecht ha scritto:

Talaban ha scritto:

Ma per l'estradizione occore che ci sia un crimine e non un semplice procedimento civile in corso. E dev'essere un crimine per cui l'accusato rischia di scontare almeno cinque anni di galera: l'infrazione di copyright invece in Nuova Zelanda è punita con un massimo di quattro anni.

Se le cose stessero veramente cosi allora l'estradizione sarebbe impossibile ma mi sembra una semplificazione parecchio assurda quella fatta dall'autore dell'articolo. Cosi a occhio e croce ci saranno una decina buona di altri capi d'accusa (riciclaggio di denaro su tutti) i quali, pur non conoscendo la legge neozelandese, posso presumere che prevedano pene maggiori ai 5 anni...
Anyway, estradizione e no, Megaupload era illegale secondo le leggi americane e quindi non credo verrà mai riaperto.
Continuo perô a non capire come abbia fatto questo tizio ad essere cosi gonzo da aprire un sito con un dominio americano... Afrebbe benissimo potuto aprire il sito megaupload.congo e in quel caso l'FBI non avrebbe potuto far niente...

Si ma Maresciallo la questione è questa: il sito non è americano, è registrato a Hong Kong, dove le regole sono diverse da quelle Usa. Il problema sta nel fatto che però gli americano mantengono ancora il controllo su certi domini, nonostante nel 2008 o 2009 è stato firmato inoltre un accordo internazionale che di fatto toglieva il controllo americano sulla rete ma, guarda caso, gli americani ancora non l'hanno messo in atto, dato che non vogliono cedere il controllo ... E questa non è certo la prima volta che succedono casi del genere, in Inghilterra ci sono un sacco di processi in corso di gente che aveva siti che secondo la legge inglese erano in regola ma secondo quella USA no e per cui i proprietari rischiano l'estradizione..
QUindi sulla legalità o meno di questo procedimento americano potremmo star qui a dibatterne all'infinito e non troveremo mai una soluzione univoca sulla questione.

Sulle leggi poi nello specifico non lo so, ma non mi sembra così strana come cosa, come citato sopra un ragazzo inglese che per un suo sito che conteneva link a streaming di programmi in Inghilterra non rischiava niente mentre in America rischia 10 anni di carcere..ok sono due casi diversi ma è il concetto è che paesi diversi hanno leggi diversi, per quanto possano sembrarci assurdi..basta ricordarsi l'ondata d'incredulità e stupore quando si scoprì che in Norvegia Brievik rischia al massimo 21 anni di carcere...e 30 se passa l'accusa di crimini contro l'umanità..

Appunto tala... Il ragazzino inglese sa che non rischia nulla perchè non ha un sito .com. Dove sia registrato il sito è irrilevante: cio che conta è il dominio.
Ora, che ci sia questo accordo dal 2008 non lo metto in dubbio ma la storia dei trattati internazionali è piena di stati che li firmano e li retificano ma poi non li mettono mai in funzione quindi in quello che fanno gli USA non c'è nulla di strano. E il tizio di Megaupload imho avrebbe dovuto saperlo. Dato che il sito è .com gli USA hanno tutto il diritto di fare cio che fanno...


P.S: sa facciamo un paragone a livello europeo i 30 anni per Breivick sono molto meno assurdi di quello che puo sembrare...

Il ragazzino invece è stato condannato all'estradizione visto che il suo sito aveva dominio .net
Questo perchè tutti i nomi a dominio (circa 200 milioni) sotto il controllo dell'ICANN (come i .com, i .net, i .org...), anche se di proprietà di soggetti non statunitensi e legati ad un sito residente su server non americani, sono di fatto soggetti al controllo del governo USA, essendo l'ICANN sotto la giurisdizione USA nonostante svolga una funzione di interesse mondiale.
Qua per avere maggiori info sui sulla regolamentazione dei siti internet e sulla questione dell'accordo internazionale


Sulla questione poi di quello che fanno gli USA, personalmente la trovo una cassata enorme, passi il non aver ancora ratificato il trattato e tutto, ma che questi a priori possano chiudere e accusare cittadini di altri stati di aver commessi illeciti secondo la loro legge non la vedo corretto, sempre se quest'ultimi hanno siti che secondo la legge nazionale di dove sono registrati sono in regola..
Poi vabbè il caso Megaupload è diverso, questo evidentemente doveva essere più scrocco e probabilmente avrebbe potuto aggirare la cosa diversamente..

Comunque qua più che altro il problema del negare l'estradizione sembra dipendere dal fatto che la polizia abbia commesso tutta una serie di errori che invaliderebbero le procedure..

P.S. Brievik rischia 30 anni se passa l'accusa di crimini contro l'umanità, altrimenti sono 20..

L'atteggiamento degli USA è discutibilerrimo ma dal punto di vista legale hanno tutto il diritto di fare quello che fanno. Non piace nemmeno a me ma il diritto internazionale è pieno di trattati/accordi firmati e mani messi in vigore... Ed è proprio per questo che il diritto internazionale mi schifa abastanza

Anyway aspetto gli sviluppi, specialmente per quel che riguarda gli errori procedurali (che entro certi limiti sono irrilevanti)