Maresciallo_Helbrecht Veggente di Zendra
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| Titolo: Calcio: un bimbo senza piedi nelle giovanili del Barcellona Mar Ott 02, 2012 1:51 pm | |
| Calcio, Brasile: un bimbo senza piedi nelle giovanili del Barcellona Gabriel è brasiliano ed ha 11 anni, è appena stato preselezionato dal Barca in un campus relizzato a Rio de Janeiro. Durante il provino ha segnato sul proprio marcatore 4 reti e distribuito molti assist, segni particolari: non ha i piedi
Messi era affetto da una rara forma di nanismo ed ha vinto un pallone d’oro. Questo e i suoi 253 gol in carriera non fanno di lui solamente il miglior giocatore al mondo, ma anche un nuovo tipo di supereroe: se Batman era un orfano che poteva essere ricco e giustiziere, Capitan America un mingherlino capace di arrivare in guerra e combattere per il suo paese, Messi è quel frutto della primavera del Barcellona che fa sognare i bambini sfortunati d’oggi. Tra questi giovani c’è anche Gabriel, un ragazzo di Rio che, nella clinic organizzata ieri dal Barca in città, ha dimostrato di essere perfettamente all’altezza dei suoi coetanei di 11 anni, anche se a differenza di loro non ha i piedi. «A dire il vero è stato piuttosto sopra alle righe – spiega divertito uno degli scout spagnoli mandati dai blaugrana – ha segnato 4 gol, senza contare i tunnel, gli assist e le rabone». Non si sa ancora se il ragazzino potrà essere allenato a La Masia, il centro sportivo in cui entrano le giovani promesse scelte dal Barcellona in tutto il mondo e poi escono giocatori come Iniesta, Xavi o lo stesso Messi. Di sicuro, non ha perso l’occasione per mettersi in mostra, risultando abbastanza disinibito (soprattutto nell’atteggiamento in campo) riguardo alla malformazione che lo ha segnato fin dalla nascita. Ed è questo forse il migliore dei modi di porsi per un giocatore che, per essere tale, dovrà inevitabilmente prepararsi ad affrontare polemiche simili a quelle sorte quando l’altleta sudafricano Oscar Pistorius chiese (e ottenne) di competere nella categoria dei corridori sani. Gabriel, infatti, non usa alcuno scarpino, ma si muove e calcia attraverso le piccole terminazioni delle sue gambe. Questo fatto potrebbe dare spazio ad argomentazioni per cui i suoi arti sono più agili rispetto a quelli degli avversari sani, che passano tra le gambe di questi in modo più svelto e che girano attorno alla palla nelle finte più rapidamente. Ma d’altra parte, se si tiene conto degli svantaggi che la sua condizione comporta rispetto a quella di un giocatore standard, si potrebbe arrivare ad un bilancio di parità e, in fondo, ogni corpo è diverso dall’altro possedendo pregi e difetti che lo avvantaggiano o penalizzano nel fare sport. Se le federazioni continueranno a permettere a Gabriel di giocare nelle divisioni regolari, daranno un eccellente esempio di ciò che si intende per integrazione, se poi lui arriverà a vestire la maglia del Barcellona, davanti a un Camp Nou stracolmo, inietterà sogni e speranza in un mondo sempre più in crisi di supereroi e di genuine illusioni. Complimenti al Barca, anche se il sogno di questo bimbo è destinato a durare poco... | |
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