Gravità Quantistica in 2D
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meccanica quantistica, operatori, osservabili
relatività generale, geodetica, simbolo di Christoffel, tensori relativistici
Equazioni di campo di Einstein
onde
Topologia, omeomorfismo, toro
IntroduzioneLa fisica, dai suoi albori, ha sempre cercato una teorica unificatrice. Una teoria che sola potesse spiegare fenomeni all'apparenza completamente diversi tra loro.
Partendo da Newton, che dimostrò come la forza che fa cadere una mela dall'albero è la stessa che tiene i
corpi celesti in orbita nei sistemi astrofisici, si passò a Maxwell, le cui equazioni unirono elettricità e magnetismo.
Successivamente, alla forza elettromagnetica fu aggiunta un'altra tra le quattro forze elementari: la forza nucleare debole, andando a formare l'interazione elettrodebole.
Uno dei principali obiettivi odierni della fisica teorica è l'unione della meccanica quantistica con la relatività generale.
Vediamo di capire con poche parole di cosa stiamo parlando.
(1)
La meccanica quantistica si occupa della materia, della luce e della loro interazione, descrivendo le loro natura duale (corpuscolare e al tempo stesso ondulatoria).
Definisce delle funzioni d'onda per la materia dalla quale può estrarre informazioni (grazie a degli operatori) come posizione, momento ed energia, teorizza i fotoni (ovvero dei “pacchetti di luce”) come costituenti della radiazione elettromagnetica.
Si propone come una generalizzazione della meccanica classica, sviluppata attorno alle tre leggi di Newton
e basata su leggi deterministiche. La fisica quantistica eclissa questa visione determistica, andandola a sostituire con un'interpretazione probabilistica. Alla radice di questa necessità si trova il principio di indeterminazione di Heisenberg:
il quale stabilisce che il prodotto tra l'incertezza su momento e posizione ha un limite inferiore. Questo vuol dire essenzialmente che, tanto più precisamente conosceremo la posizione di una particella, tanto maggiore sarà la nostra incertezza sul suo momento. Viceversa, più siamo precisi nello stabilire il suo momento, minore sarà la nostra precisione sulla sua posizione.
Questa è una legge della natura, non un limite dei nostri apparecchi di misurazione. La legge fisica stessa ci proibisce di conoscere perfettamente queste quantità. In parole molto rudimentali, impossibilitati dall'avere delle certezze tramite delle misurazioni, siamo passati a stabilire delle probabilità su ciascun risultato.
(2)
La relatività generale è anche essa una teoria unificatrice: assembla insieme spazio e tempo (prima due “caratteristiche” disgiunte) in un continuo, l'uno in relazione all'altro ed è in grado di interpretare in un nuovo modo la forza gravitazionale.
Alla massa viene infatti attribuita la capacità di deformare il tessuto spazio-temporale attorno a sé, mentre il moto di un corpo avviene sempre lungo una geodetica, ovvero il percorso più breve tra due punti in uno spazio curvato (o, più in generale, di una varietà di Riemann).
Una massa che quindi è in grado di modificare lo spazio può quindi influenzare il moto di un corpo lungo la geodetica.
In termini piuttosto grezzi, la gravità in relatività generale si può immaginare un lenzuolo. Poggiando un pallone da calcio sul lenzuolo si forma una specie di “fossa”.
Mettendo una pallina da ping pong ai margini della fossa, essa discenderà fino alla palla da calcio.
Tutti i tentativi di unire queste due teorie sono fino ad ora falliti miseramente. Sembra tuttavia essersi aperta una via che può portare a risultati interessanti.
Il quesitoSe si pone ad un fisico una domanda, la sua risposta la maggior parte delle volte sarà:
“chiedimi qualcosa di più semplice”.
Se invece di cercare un'unione tra relatività e meccanica quantistica in (3+1) dimensioni, si cercasse una risposta in (2+1) dimensioni, tagliando quindi fuori un grado di libertà spaziale, forse i giochi si fanno più semplici.
Non così semplici tuttavia: alcuni problemi persistono, e purtroppo se ne creano persino di nuovi.
Vediamo ora di elencarli.
(a) Unificare teoria quantistica e relativistica potrebbe sembrare semplicemente la quantizzazione la struttura dello spazio-tempo, così come avvenne per la radiazione e la materia. Tuttavia il principio di indeterminazione di Heisenberg ritornerebbe in una nuova versione, creando un bel problema: spazio e tempo inizierebbero a “fluttuare”.
Di conseguenza, non sarebbe più possibile stabilire posizione, energia e momento di un corpo in un background fluttuante, sancendo in pratica la fine di tutte le quantità su cui la fisica si è sempre basata.
(b)Un secondo problema è il tempo.
Per Newton questo era un concetto assoluto, fuori dalla natura, capace di condizionare la materia ma
non condizionato a sua volta. Una sorta di divinità, per certi versi. La formulazione usuale della meccanica quantistica accetta questa visione del tempo.
La relatività tuttavia ha tolto questa indipendenza e “superiorità” al tempo. Due osservatori che si muovono a velocità diverse registrano uno scorrere del tempo diverso tra due eventi (come ad esempio la caduta di due fulmini). In alcuni sistemi di riferimento, due eventi possono avvenire addirittura simultaneamente, mentre per altri sistemi no.
La massa, capace di deformare lo spazio- tempo, è in grado di dilatare il tempo. Per questo motivo, un orologio in presenza di campo gravitazionale “si muove” più lentamente.
Il tempo non è quindi più un parametro esterno, è un partecipante all'interno dell'universo.
Il tempo è quindi forse un illusione?
La risposta non è tutt'ora certa.
(c) Dal problema del tempo deriva il problema forse più immediato degli operatori.
Gli operatori sono degli oggetti matematici capaci di -passatemi il termine- tirare fuori delle informazioni dalle funzioni d'onda associate ai corpi o alla radiazione luminossa.
Informazioni quali, come detto in precedenza, posizione, momento, velocità, massa ed energia.
Il più famoso degli operatori è senza dubbio l'Hamiltoniana, che ritorna nella celebre equazione di Schrödinger per le funzioni d'onda:
Questi operatori che vivono nella fisica quantistica tuttavia dipendono dallo spazio-tempo, il quale per la relatività generale è solo un'etichetta arbitraria e relativa, e della quale alla fine l'universo non si interessa.
Ma se non vi è un modo obiettivo per descrivere la posizione e il tempo, cade la possibilità di avere informazioni obiettive come energia, posizione, momento, massa,...
Charles Torre ha dimostrato come una teoria quantistica della gravità non possa avere osservabili locali, che dipendano da un singolo punto: si necessità di informazioni non locali, dipendenti da più punti.
Ci si trova ad una sorta di punto morto.
Non risolvendo all'apparenza nessuno di questi problemi, uno spazio (2+1) D sembrerebbe poco allettante, almeno quanto quello a (3+1) D
Tuttavia, cerchiamo di capire prima di tutto come si andrebbe a deformare uno spazio a 2 dimensioni.
Un mondo a 2 dimensioniUn concittadino di Emperor Chosen, il polacco Andrezej Staruszkiewicz ha scoperto che un oggetto massivo in 2D pieghererrbe lo spazio piano in un cono, come da immagine.
La questione è allettante, dato che questo univero 2D sarebbe esente dall'equivalente della legge di Newton per l'attrazione gravitazionale: la forza di attrazione dipenderebbe infatti dalla velocità di un oggetto, e soprattutto due oggetti a riposo non si attrarrebbero tra di loro, indipendentemente dalla massa. Questa semplicità è allettante, ridurrebbe considerevolmente alcuni problemi nella quantizzazione dello spazio-tempo!
Purtroppo, questa teoria è fin troppo semplice: non rimane nulla da quantizzare.
Il problema principale di questo nuovo universo piatto è infatti l'impossibilità di avere onde gravitazionali.
Le onde gravitazionali, descritte dalla seguente equazione:
sono alla base della teoria di Einstein per la curavuta del tessuto spazio-temporale.
In uno spazio piatto a 2D tuttavia queste non possono esistere: la polarizzazione delle onde gravitazionali avviene infatti in due dimensioni, perpendicolari (e quindi diverse) da quella del moto.
In uno spazio 2D, una delle due due direzioni per la polarizzazione è proibita, come si osserva dall'immagine: abbiamo una dimensione per il moto, un'altra per la polarità, che però ne necessita di una ulteriore.
In conclusione, le onde gravitazionali e la loro controparte corpuscolare, il gravitone, sono escluse da questo universo.
La soluzioneLa soluzione a questo problema è piuttosto gustosa: la ciambella!
Più precisamente, considerando la topologia come ulteriore ingrediente della teoria, possiamo fare in modo che la gravità, nonostante non possa propagarsi come onda in 2D, possa comunque avere un ruolo da protagonista nella forma dello spazio-tempo.
Affinché questo possa accadere, il nostro spazio a (2+1)D non può essere un piano, ma occorre che sia un Toro, dalla forma di ciambella.
Per non confondere troppo le idee e iniziare a chiedersi come un possente mammifero possa assumere la forma di un dolce, vediamo di spiegare in breve cosa sia un Toro.
In topologia, un toro è proprio una superficie a forma di ciambella, ottenuta facendo ruotare una circonferenza (detta generatrice) attorno ad un asse di rotazione.
Infatti se tagliate la ciambella ottenete come sezione la circonferenza che lo ha generato.
Notate come il toro sia inteso come superficie di una ciambella, che sia quindi “vuoto” all'interno, e che quindi sia solo a 2 dimensioni.
Un toro può essere trasformato attraverso un omeomorfismo in un rettangolo piatto, o persino in una tazza, come si vede in questa immagine.
Un omeomorfismo è un tipo di trasformazione “senza strappi”, dove lo spazio non viene “tirato”o “contratto”. Si dice che sia una trasformazione “smooth”, liscia, che conserva determinate caratteristiche degli oggetti topologici.
In termini di geometria differenziale, un toro può essere piatto (infatti può essere trasformato in un piano tramite isomorfismo).
In relatività generale, la definizione di spazio piatto è infatti la seguente:
- Citazione :
- Una varietà Rimaniana è piatta se e solo se il tensore di curvatura di Ricci è nullo in tutti i punti della varietà
ed un toro è in grado di soddisfarla (notare come abbiamo richiamato il tensore di curvatura di ricci nell'equazione delle onde gravitazionali).
* Piccola nota: il toro è una forma geometrica molto interessante anche per altri campi: ad esempio i campi magnetici che si cerca di sviluppare per contenere il plasma in una reazione di fusione nucleare sono a forma toroidale.Ora la chiave di volta:Esiste una famiglia infinita di tori piatti, etichettati da un parametro detto modulo.
Ciò che la gravità influenza in un universo a forma di toro è proprio questo modulo, facendolo evolvere nel tempo.
Riassumendo: con questo espediente, la gravità in 2D può quindi esistere, e influenzare l'universo (anche se non può propagarsi attraverso onde gravitazionali).
Questo modello è quantizzabile, volgendo quindi la teoria di gravità classica in una di gravità quantistica.
Anche il problema del tempo e degli operatori trova una possibile soluzione.
Utilizzando come misura di tempo il cambiamento dei moduli, si può ottenere una visione interessante e non-locale di questo paramentro.
Per quanto concerne gli operatori e le conseguenti misure, è possibile che questi vengano formulati in dipendenza ancora una volta dei moduli, e ottenere quindi quantità non-locali, come previsto dalla teoria di Charles Torre!
Questo modello di universo (2+1)D a forma di toro offre anche interessanti prospettive per la trattazione dei wormholes e dei buchi neri, problemi tutt'ora poco chiari alla teoria attuale.
In questo articolo abbiamo quindi potuto osservare come sia forse possibile trovare una base comune per due grandi pilastri della fisica teorica: meccanica quantistica e relatività.
Ridurre il problema a qualcosa di più semplice e cercare soluzioni in altri campi (come in questo caso la topologia), può a volte portare a soluzioni utili, applicabili ad un modello più complesso, e magari trovare risposte anche su altri quesiti inizialmente non considerati.