Le "quirinarie"

Dalla Stampa:

La mail, come promesso, arriva puntuale poco dopo le 10. «Indica il nome del tuo candidato Presidente della Repubblica preferito». Segui il link, fai il login e accedi alla pagina di votazione sul sito di Beppe Grillo. Non sono ammessi ripensamenti: «Potrai indicare una sola preferenza scrivendo il nome e il cognome del candidato da te scelto. Fai attenzione: una volta confermata la scelta, non sarà più possibile modificarla».
Per il popolo grillino è il giorno delle “quirinarie”. La piattaforma è la stessa delle parlamentarie. Possono partecipare i cittadini iscritti online al Movimento 5 Stelle al 31 dicembre 2012 e certificati con un documento entro il 30 marzo 2013. Proviamo anche noi a sperimentare il brivido della democrazia diretta in formato digitale. Nome, cognome, invio ed è tutto finito. Nessun feedback né dati in tempo reale. Solo un messaggio: «Grazie per aver votato». Tempo richiesto: trenta secondi.

Chissà in quanti parteciperanno. Alle parlamentarie erano stati poco più di 20mila e c’erano tre giorni di tempo per esprimersi. Ma era il dicembre 2012, lo tsunami non era ancora passato. Questa volta i tempi sono più stretti. «La proposta dei candidati può essere effettuata nella sola giornata di giovedì11 aprile 2013 dalle ore 10.00 alle ore 21.00. Nel caso il servizio di voto non fosse raggiungibile (ad esempio per un attacco hacker) per più di un’ora il tempo di down verrà recuperato, se possibile, il giorno successivo». Un’ora dopo l’apertura delle elezioni online del candidato 5 Stelle al Colle, il blog di Grillo comincia a funzionare a singhiozzo, poi riparte.

I primi dieci più votati dai militanti formeranno la rosa dalla quale, attraverso un’ulteriore votazione, uscirà il candidato ufficiale del M5S. Il secondo round è previsto il 15 aprile. Grillo dalle pagine del blog ne approfitta per attaccare «la coppia Bed & Breakfast”, Bersani e Berlusconi, accusati di «decidere nelle segrete stanze il Presidente dell’inciucio escludendo di fatto ogni partecipazione popolare, mentre il M5S avvia una consultazione pubblica e democratica attraverso i suoi iscritti. Chi tra ha un deficit di democrazia interna?»
Sul blog di Grillo impazza il toto-nomi. Ci sono gli onnipresenti Zagrebelsky, Bonino e Gino Strada. Poi Benigni, Guariniello, Renzo Piano, Paolo Becchi, Ferdinando Imposimato, Carlo Rubbia, Dario Fo e Milena Gabanelli. Qualcuno propone lo stesso blogger genovese, altri puntano su Casaleggio. Fabio spiega di aver votato Walter Veltroni «in modo da far uscire allo scoperto eventuali inciuci Pd-Pdl».

«Il nome che verrà fuori sarà quello che i portavoce del M5S alla Camera e al Senato voteranno alle elezioni del presidente», scrive Grillo. La linea viene confermata dalla capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi: «Dovremo continuare a votare il nostro candidato in tutte le votazioni». Ma il rischio è che qualche parlamentare si sfili. In assemblea potrebbe infatti prevalere un’altra linea, quella di chi non esclude di ascoltare nuovamente la base dalla quarta votazione. Specialmente se si ripresentasse un caso-Grasso.

La base è in fermento. «Ma vi rendete conto? Qui si fa la storia», commenta Lorenzo. Antonio è euforico: «Ho votato... che figata, ragazzi. Son quasi commosso. Ho proposto Margherita Hack». Antonella invece protesta perché la mail per votare non arriva. Decine di utenti segnalano problemi tecnici: «Il sito è bloccato, c’è troppo traffico»; «qui serve un vademecum». Spuntano strani consigli: «Il trucco è cambiare la password dopo il login». Adriano protesta: «Mi avete bloccato 5 indirizzi mail, adesso mi chiedete di votare? Vi dovrei insultare, ma non lo faccio!». Anche Sergio denuncia di essere stato escluso: «Sono iscritto al blog dal 2004/5, al meetup di zona dal 2008, al M5S da ottobre e non mi fate votare... Bene, qualcuno mi sa indicare cosa fare per partecipare almeno alle prossime votazioni?». Al solito, qualche commento viene censurato. Come quello di Gino, che lamenta scarsa trasparenza: «Continuate a votare e a illudervi tanto non c’è nessuno che controlla i voti!». Anche il messaggio di Antonella finisce nel cestino. Aveva scritto solo due parole: «Prodi ok».


Ricapitolando, stessa piattaforma completamente inaffidabile di ottobre (liquid feedback, liquid feedback....che sarà mai ?), un solo giorno per le votazioni e nessun feedback in tempo reale.
E poi dicono che c'è un complotto contro il M5S, come se non riuscissero a farcela da soli a screditarsi abbastanza. Certo, il Pd di complotti ne ha ancor meno bisogno, ma è da anni che sostengo l'ormai non poco remota tesi che il suo obiettivo segreto sia quello di perdere qualsiasi votazione cui prenda parte.

A quanto pare, un hacker ha sconvolto le votazioni online e dovranno rifarle daccapo. La votazione non è quella giusta, ritenta e sarai più fortunato.



P.S. o quello, o chi lo gestisce è un vero idiota.

potrebbero evitare tutto questo basterebbe evitare di rendere pubbliche le cose prima del tempo, soprattutto in ambito informatico è ovvio...

mi chiedo quanto il m5stelle aspetterà prima di sciogliersi, oltre al fatto che la cosa migliore sarebbe che tutti e 3 i movimenti si sciogliessero e si tornasse all'anarchia, bene o male i partiti non hanno mai dato nulla di buono, uno stato finchè ha leggi solide non ha bisogno di qualcuno che lo governi.

Le contraddizioni sono tante, come anche le ambiguità e i limiti. Va detto però che il movimento propone un percorso verso una democrazia molto più vicina al significato primo del termine stesso.Che questo sia un bene o un male non sono ancora sicuro di poterlo dire. I limiti stanno nel numero troppo vasto della pop italiana (con conseguente problema di ottenere uno strumento adatto allo scopo) e nella mentalità stessa. Se non altro, in questo caso, quando si parla di democrazia si ha proprio la sensazione di "toccarla" e non solo ascoltarla. Ripeto, ci sono vistosi limiti sia di carattere strutturale (Italia e italiani) che particolare (Grillo&Co) ma l'idea in sé è parecchio interessante.