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 Giustizia è fatta!

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MessaggioTitolo: Giustizia è fatta!   Giustizia è fatta! Icon_minitimeVen Lug 05, 2013 2:10 pm

Tratto dalla Stampa

Citazione :
Non andavano espulse, la signora Alma Salabayeva e la figlioletta Alua. È una sentenza del tribunale di Roma che lo stabilisce. Non è stata corretta la procedura perché basata su un presupposto rivelatosi falso, e cioè che la signora avesse un passaporto taroccato. Nossignore, il passaporto diplomatico che la donna aveva esibito agli agenti della Questura di Roma, emesso dalla Repubblica del Centroafrica e intestato fittiziamente a tale Alma Ayan, era vero. Ma è una magra consolazione per il marito della signora, Mukhtar Ablyazov, principale oppositore del padre padrone del Kazakhstan Nursultan Nazarbayev, un uomo in fuga che ha ottenuto asilo politico dalla Gran Bretagna. È infatti una vittoria tardiva. La moglie e la figlia da un mese sono agli arresti domiciliari in Kazakistan e lui può solo urlare al sopruso.  

Per capire questa storia che ha il sapore del complotto internazionale occorre fare un passo indietro. Torniamo alla notte del 29 maggio scorso: una squadra di agenti della Digos fa irruzione in una villetta a Casal Palocco, periferia bene della Capitale. Cercano il magnate Ablyazov, ex banchiere, ricercato per truffa, da poche ore oggetto di un mandato di cattura internazionale emesso dal Kazakhstan (dove, detto per inciso, il presidente Nazarbayev ha tutti i poteri). La polizia si muove d’iniziativa, senza un mandato della magistratura; un codicillo della legge lo permette, anche se è rarissimo che avvenga. Nella notte, insomma, cinquanta uomini fanno irruzione nella villetta, non trovano il padrone di casa, bensì la moglie, i domestici, un cognato, la bambina di 6 anni. La casa viene messa a soqquadro. I presenti parlano solo russo. All’inizio c’è anche un grande equivoco: gli Ablyazov pensano di essere finiti tra le grinfie di assassini mandati dal Kazakhstan, vola qualche pugno, ovviamente il cognato ha la peggio. È comprensibile che gli Ablyazov siano terrorizzati. È una ben scomoda posizione essere l’unico oppositore politico di Nazarbayev. Uno che ha già minacciato la Gran Bretagna di far fuori tutte le sue compagnie petrolifere se continuerà a proteggerlo.  

E il peggio deve ancora venire: la signora Alma Salabayeva presenta il passaporto del Centroafrica. Le dicono che è falso, che lei ha commesso un reato grave, che è una immigrata clandestina. La denunciano e la sbattono al Cie di Ponte Galeria. Un viceprefetto firma nella notte l’ordine. “Procedura formalmente ineccepibile”, spiega il suo avvocato, Riccardo Olivo. “Peccato però che il passaporto sia valido e che la signora invochi asilo politico: il trasferimento al Cie è una vergogna”.  

Con la signora rinchiusa al Cie, e minacciata di espulsione verso il Kazakhstan, vengono attivati gli avvocati, che si presentano a Ponte Galeria all’udienza del 30 maggio. «Nel corso di un’udienza lampo – racconta ancora Olivo – il giudice di pace conferma l’ordine di trattenimento perché anche lui si ostina a considerare falso il passaporto del Centroafrica, nonostante io abbia presentato una dichiarazione giurata dell’ambasciatore competente. Mi concede un colloquio al pomeriggio e mi avverte che avremo 30 giorni per avanzare la richiesta di asilo politico».  

L’avvocato Olivo alle 15 dello stesso giorno si presenta al portone del Cie. E lì scopre che da due ore la signora è stata portata a forza a Ciampino, dove l’attende un jet privato, noleggiato dall’ambasciata del Kazakhstan per riportarla tra le braccia di Nazarbayev. Ancora un passaggio formalmente ineccepibile: se la signora è una clandestina, la legge permette le espulsioni forzate. Ma se clandestina non è? Peggio: se piange, si dispera, e se chiede asilo politico? Intanto la Squadra Mobile torna a Casal Palocco, preleva con l’inganno la bambina, fino a quel momento affidata alla zia, per metterla sullo stesso aereo della madre. L’Ufficio Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino, a sua volta, prepara a tempo record una perizia in cui dichiara che il passaporto del Centroafrica è “falso”. Al riguardo, la sentenza del tribunale di Roma è lapidaria: «Lascia perplessi la velocità con cui si è proceduto al rimpatrio in Kazakhstan della indagata e della bambina, congiunti di un rifugiato politico, in presenza di atti dai quali emergevano quantomeno seri dubbi sulla falsità del documento».  

Altro che dubbi. L’avvocato Olivo non fa in tempo a rendersi conto di quel che accade e già l’aereo è in Kazakhstan. All’atterraggio, la signora è in lacrime. Scende la scaletta tremando, con la figlia per mano. C’è una telecamera ad immortalare la scena. «Il video dell’arrivo della signora Alma – conclude Olivo – è stato immediatamente messo in Internet perché si sapesse del trionfo di Nazarbayev».  

Fa piacere ogni tanto vedere l'efficienza e rapidità della giustizia italiana (con tanto di "procedure perfette" a sentire la Cancellieri). Chapeau!
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MessaggioTitolo: Re: Giustizia è fatta!   Giustizia è fatta! Icon_minitimeMar Lug 09, 2013 10:09 am

dal fatto:
Spoiler:

Citazione :
Un’inchiesta interna al Viminale e un’altra “verifica” tra gli organi di governo per far luce, “nel più breve tempo possibile”, sul caso che sta causando un vero terremoto nell’esecutivo di Letta. E non per questioni economiche, ma per qualcosa di più grave sotto il profilo internazionale. E non solo. E’ la vicenda che vede protagoniste Salabayeva e Alua, moglie e figlia dell’oppositore kazako Mukhtar Ablyazov, ora nelle mani del dittatore Nursultan Nazarbayev, grande amico di Berlusconi.

Il 29 maggio scorso, il ministro dell’Interno e segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha mandato una cinquantina di uomini armati della Digos a prendere le due donne nella loro casa di Casal Palocco, a Roma, arrivando alla loro successiva espulsione con l’accusa di avere passaporti falsi. Accusa poi smentita dal tribunale di Roma, secondo cui l’espulsione non andava in alcun modo autorizzata, visto che i documenti erano il regola. La violazione ha però regalato al dittatore kazako due preziosi ostaggi contro il suo nemico principale, appunto il dissidente Ablyazov. E siccome l’intera operazione è stata portata a termine dal ministro Alfano senza che nessun altro del governo ne venisse messo a conoscenza, neppure Enrico Letta, c’è il forte sospetto che il vicepremier e segretario del Pdl abbia voluto chiudere la vicenda rapidamente e in barba ad ogni regola solo per compiacere il dittatore kazako, partner privilegiato dell’Eni e – soprattutto – su pressioni dello stesso Cavaliere. Su questo, Letta ha chiesto piena luce.

La questione, che sta tenendo banco da giorni sui media internazionali, ha mandato su tutte le furie il ministro degli Esteri, Emma Bonino, che non ha alcuna intenzione di prestare il fianco alle critiche feroci dei media sull’operato dell’Italia a cui lei, per altro, non è in grado in alcun modo di rispondere, perché tenuta all’oscuro di tutto. Bonino si è quindi si è rivolta a Letta: “Evitiamo all’Italia, se possibile, l’ennesima figuraccia…”, spingendo il premier verso l’indagine interna. Anche il ministro Cancellieri, che in un primo momento aveva parlato di “espulsione avvenuta secondo le regole”, dopo la smentita del tribunale di Roma ha chiesto a Letta di avere “chiarimenti”; il fatto di essere stata messa “fuori strada” dal collega ministro dell’Interno, a cui aveva chiesto lumi, l’ha profondamente contrariata.

Tutti contro Alfano? A quanto sembra, l’intera vicenda è stata gestita con una dose sospetta di superficialità. Alle domande di Letta, durante un colloquio tra i due avvenuto l’altro giorno a Palazzo Chigi, il vicepremier si sarebbe giustificato sostenendo che i funzionari del ministero gli avevano assicurato che i passaporti delle due donne erano falsi e lui ha quindi dato il via libera all’operazione. Ma la ricostruzione, a quanto sostengono alcune fonti informate a Palazzo Chigi, farebbe “acqua da tutte le parti”. “La cosa più grave – prosegue una di queste fonti – è che nessuno ha saputo nulla fino ad operazione conclusa e non c’è stata alcuna chiarezza su chi e perché avrebbe chiesto di proseguire nell’espulsione di queste due persone; per altro, sono state violate anche le regole in materia di rifugiati e abbiamo avuto forti critiche anche dall’agenzia dell’Onu che si occupa dei rifugiati, l’Unhcr”.

Sembra, infatti, che l’Italia abbia violato il Testo Unico Immigrazione secondo cui nessuno può essere in nessun caso rimandato verso uno Stato in cui rischia di subire persecuzioni: “ Le autorità italiane – ha criticato l’Unhcr – non hanno valutato appieno le conseguenze che tale rimpatrio forzato potrebbe avere”. Il caso, che è seguito “da vicino” anche dal presidente della Camera, Laura Boldrini, è quindi destinato ad avere forti ripercussioni a livello di governo. Soprattutto se, come sospetta Enrico Letta, “l’eccesso di zelo” di alcuni funzionari del ministero dell’interno sull’espulsione della famiglia del dissidente kazako non è stato affatto “spontaneo”, come sarebbe stato sostenuto da Alfano, bensì “indotto da precisi ordini superiori”.

Per questo, dalla “verifica interna agli organi di governo”, chiesta qualche giorno fa, Letta si attende “risposte precise”. “La questione diplomatica ed economica con il Kazakistan – chiude la fonte di Palazzo Chigi – non deve indurre a conclusioni di comodo; se verranno accertate responsabilità, anche a livello di governo, si trarranno le conseguenze”. Quali, al momento, non è dato sapere.

Sono completamente ammutolito, è qualcosa di orrendo.
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