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| Conti Vampiro | |
| | Autore | Messaggio |
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Drewt Utente
Età : 33 Località : Bergamo Messaggi : 2196
| | | | Lautrec Utente
Età : 33 Località : Bologna Messaggi : 1502
| Titolo: Re: Conti Vampiro Dom Apr 19, 2009 4:36 pm | |
| INTRODUZIONE Tutti sanno della loro esistenza; c'è chi ci crede, c'è chi no, c'è chi non se li può più dimenticare. Coloro che li hanno anche solo visti rabbrividiscono nel sentire il loro nome. Vampiri. Esseri che hanno minacciato ripetutamente l'Impero e i territori circostanti, sempre in conflitto con i loro lontani parenti del deserto; Esseri che possiedono forza spropositata, volontà ferrea, magie potentissime, in grado di far resuscitare i morti; esseri di cui però pochissimi conoscono le antiche origini, io sono uno di quelli. Vi narrerò quindi come nacque l'orrida e nobile stirpe dei Conti Vampiro. L'AVVENTO DI NAGASH Iniziò tutto circa quattromila anni, nella più grande città del Grande FIume: Khemri. Quì nacque Nagash, il fratello del Re Sacerdote, che crebbe come un forte guerriero e abile mago; costui fin dall'infanzia aveva avuto una certa curiosità nei confronti della morte, si dice che durante la sua maturazione entrò nelle grandi necropoli, osservando il mistero della morte avvolgere i guerrieri in fin di vita. Nel vedere l'orrore dell'oblio decise che mai avrebbe condiviso quella sorte ed iniziò indicibili esperimenti per la ricerca dell'immortalità e per questo iniziò ad essere evitato dalla sua gente...ma non gliene importava, infatti continuò e infine ottenne dei risultati: riuscì a distillare dal sangue un elisir che gli permetteva di allungare la vita e dopo aver convinto dei malvagi nobili a seguire i suoi intenti con un colpo di stato si impossessò di Khemri, facendo seppellire vivo il fratello nella Grande Piramide. Il tempo passava, Nagash e i suoi seguaci continuavano nelle loro ricerche d'immortalità e le loro pratiche li condussero ad evitare sempre più la luce del sole, spingendoli a ripararsi nella Necropoli. Nel frattempo venne completata la più grande opera umana: la Piramide Nera, studiata per sfruttare al meglio i venti della magia Oscura; questa dimostrazione di forza non venne tollerata dai Re Sacerdoti vicini, che dopo aver formato un alleanza si scagliarono contro il traditore. Dopo quasi un secolo di disastrosa guerra alla fine ebbero la meglio gli asedianti e Khemri cadde: i discepoli di Nagash vennero uccisi, i monumenti distrutti, le tombe saccheggiate...ma il rinnegato non venne trovato, sebbene c'era chi aveva giurato di averlo visto entrare nel suo sepolcro, ora vuoto. LA MALEDIZIONE DI LAHMIA Dopo la scomparsa di Nagash Neferata, la regina di Lahmia, riuscì a rubare alcuni suoi libri infrangendo il patto fatto con i Re Sacerdoti e tentò di riprodurre l'elisir del Reietto. Ottenne dei risultati, ma il suo siero era imperfetto: infatti sebbene lei non invecchiasse una sete incredibile di sangue la pervadeva; condivise questa scoperta con la sua corte, che diventata come lei fece ben attenzione a celare la loro natura ai Re Sacerdoti e a lungo regnarono indisturbati su Lahmia: Dopo poco però essi cominciarono ad essere più audaci e si lasciarono andare agli eccessi, nel frattempo scoprirono anche che Nagash si stava potenziando nella cittadella di Monte rotto, in seguito denominata Nagashizzar. Siccome erano legati a lui dall'Elisir mandarono incautamente dei messi a Monte Rotto, che furono intercettati e interrogati dagli agenti dei Re sacerdoti, che così vennero a sapere dell'esistenza dei Vampiri. Di fronte a questa nuova minaccia ancora una volta riunirono i loro eserciti e dichiararono guerra a Lahmia; nonostante la potenza magica e fisica dei Vampiri essi erano ancora pochi, contro le forze misiche dei Re Sacerdoti e le migliaia di loro guerrieri, e infine persero la battaglia. La popolazione venne ridotta in schiavitù, le piramidi distrutte e i vampiri schiacciati, ma i sopravvissuti riucirono ad arrivare a nagashizzar e a unirsi al maestr; Quest'ultimo fu davvero contento di quell'insperato aiuto e fece di quei vampiri i campioni del suo nuovo, temibile esercito. LA GUERRA DEL GRANDE FIUME Nagash era quindi riuscito a raccogliere un enorme esercito di non-morti ed aveva tutte le intenzioni di muovere per la conquista del mondo intero per trasformarlo in un unico regno sotto il suo totale controllo. Con i vampiri al comando delle sue legioni volle iniziare con la distruzione della sua vecchia patria: attraversando il Mare Acido su navi d'ossa arrivarono fino al Porto di Lahmia e le sue forze si diressero verso il nemico. Però il Grande Necromante aveva sottovalutato il nemico: la terra del Grande Fiume si era unita sotto un solo, grande Re: Alcadizaar; quando l'esercito di Non-Morti arrivarono essi si trovarono davanti uno stato unito e un solo, potente esercito, composto anche da maghi abilissimi nel forgiare armi letali. il necromante capì che non sarebbe stata una vittoria facile. Sebbene i vampiri fossero davvero temibili non erano invincibili, all'inizio le loro armate ebbero la meglio, ma poi l'esercito di Alcadizaar riprese terreno; dopo numerose battaglie per i non-morti arrivò la disfatta e i vampiri superstiti tornarono a nagashizzar per riportare la notizia. Siccome nagash subito maledissi i capitani vampiri che lo delusero essi decisero di fuggire, disperdendosi in tutte le terre per evitare di essere rintracciati dal Grande Necromante. Così ognuno di essi provvise a creare i suoi possedimenti ed ad incrementare i propri poteri, facendo prosperare la sua stipre. | |
| | | Lautrec Utente
Età : 33 Località : Bologna Messaggi : 1502
| Titolo: Re: Conti Vampiro Dom Apr 26, 2009 9:48 pm | |
| LE GUERRE DEI CONTI VAMPIRO
L'ASCESA DI VLAD
Col passare dei secoli le varie dinastie crebbero ognuna sviluppandosi nei propri territori, conquistati tramite inganni, tradimenti, stragi. Alcune di esse vennero riconosciute ed annientate dai locali, ma il più delle volte la loro presenza non veniva avvertita se non quando era troppo tardi; un lampante esempio è ciò che successe alla terra della Sylvania, ora la patria dei Conti vampiro. Tutto iniziò una notte nel castello di Drakenhof, dove l'ultimo dei conti von Drak era in fin di vita e lasciava solo una figlia femmina, Isabella. Egli si ritrovava senza un degno erede, in quanto tutti i principi della Sylvania non erano consoni al comando agli occhi di Otto e i nobili al dì là dei confini di quella terra famigerata non intendevano sposare sua figlia. Quindi il potere sarebbe andato nelle mani dell'odiato fratello, Leopold, e il vecchio non aveva la minima intenzione di dare a lui il titolo di Conte...meglio un demone, diceva. E il demone venne, annunciato da una tempesta: la sua carrozza nera la condusse fino ai portoni del castello, e lì scese. La porta si spalancò da sola dinnanzi a lui, che si fece strada fino al re morente; quì espose al vecchio i suoi nobili natali, presentandosi come Vlad Von Carstein, e chiese la mano della figlia. Otto acconsentì e dopo che fu fatto rinvenire il vecchio prete di Sigmar, precedentemente svenuto per ragioni ignote, venne celebrato il matrimonio; subito dopo il vecchio spirò, e la prima azione del Conte Vlad fu quella di defenestrare il fratello del defunto dalla torre di Drakenhof. Sebbene il nuovo Conte fosse eccentrico quanto il vecchio, infatti subito allontanò i servitori per sostituirli con strani individui dalla pelle scura e cacciò il prete di sigmar, alla popolazione non gliene importava niente...bastava che non tiraneggiasse come Otto, inoltre era riuscito a sgominare da solo la compagnia di Bernhoff il Macellaio, quand'egli come soleva fare arrivò per pretendere un tributo, quindi per loro il nuovo Conte andava più che bene. Poi Isabella si ammalò di un male incurabile e le voci che la donna fosse morente si sparsero velocemente per tutto il castello; lo stesso medico aveva affermato che ormai il cuore era quasi fermo, il battito debolissimo...tuttavia Vlad rifiutò quel verdetto, ed allontanandolo restò per tre giorni chiuso con la sua Contessa. Quando riapparì di fronte al popolo era insieme ad Isabella, che dichiarò di stare bene, sebbene fosse pallida e languida e non uscisse mai con il sole. Come prima cosa Vlad, ignorando la disobbedienza dei Nobili della Sylvania troppo occupati nelle loro dispute, procedè con calma alla ricostruzione delle proprietà devastate da secoli di malgoverno e fu subito benvoluto dal popolo, ridotto alla miseria da Otto. Tuttavia tutta questa felicità cominciò a scemare quando iniziarono a scomparire giovani ragazzi e ragazze e quando non morti cominciarono a radunarsi ed attaccare coloro che disobbedivano alla volontà del conte. Persino chi riusciva ad evitare questi orridi esseri prima o poi finiva vittima di qualche strano incidente, l'unico modo di rimanere vivi era prestare fedelta a Vlad, quindi i nobili accorsero ad allearsi con lui...In dieci anni il nuovo conte riuscì miracolosamente a diventare padrone assoluto e indiscusso di quei territori, cosa che non accadeva da secoli. Le generazioni passavano e i contadini ancora non si erano resi conto che forse Vlad stava regnando da un pò troppo tempo. Essi cominciarono a sospettare qualcosa quando la donna più anziana del paese dichiarò che sua nonna era una bambina quando erano saliti al potere i Carstein. Le voci arrivarono fino a certi cacciatori di streghe, che ebbero la sventurata idea di far visita a quelle terre...ovviamente di loro non si seppe più nulla, appena varcarono i confini della Sylvania. In poco tempo la malattia che aveva colpito Isabella si abbattè sui nobili della sylvana: cominciarono a sparire sempre più persone, i templi di Sigmar, Taal e Ulric vennero sbarrati, i preti di Morr scacciati. Ben pochi potevano entrare o uscire dal confine della Sylvania, visti i numerosissimi e lugubri posti di guardia allestiti. Venne l'anno 2000, e con esso la catastrofe che colpì Mordheim; Vlad presto venne a conoscenza delle scheggie di warpietra rilasciate dal meteorite all'impatto con la terra e subitò inviò i suoi oscuri messi a recuperare i magici tesori. Da quel giorno passarono dieci anni, e nella Geheimnisnacht del 2010 il Conte Vlad ergendosi sui bastioni di Drakenhof intonò un incantesimo maledetto dalle pagine dei Nove Libri di Nagash. Grazie alla Warpietra la magia nera pervase tutta la Sylvania, penetrando negli ora indifesi Giardini di Morr e nelle tombe scoperte dei contadini; in quella terra i morti riaprirono gli occhi. Zombie putrescenti, scheletri muti, Ghoul sbavanti, si raccolserò sotto la bandiera di Drakenhof e il potente Vampiro ebbe finalmente un esercito degno di tale nome, che non si vedeva dai tempi del Grande Necromante. Vlad diresse le sue armate verso NordOvest, puntando verso la capitale dell'Ottilia, Talabheim; la forza dei non-morti era spaventosa: i nobili Vampiri guidavano gli Zombie e gli scheletri, affiancati dai normali soldati conscritti che si comportavano come se stessero combattendo per un padrone normale. A loro si univano esseri dai poteri incredibili, come Spettri, Ghoul delle Cripte e Ombre. Sul fiume Essen si svolse la prima battaglia contro l'Ottilia; di principio Vlad offrì clemenza agli uomini se si fossero opposti, ma nessuna pietà se avessero reagito. Gli stolti optarono per la seconda opzione e si lanciarono contro i non-morti, falcidiandone a centinaia con le loro balestre e proiettili, aprendosi varchi con la loro micidiale cavalleria. ma ogni volta che abbattevano un nemico esso risorgeva quando Vlad invocava la sua magia oscura. Sebbene gli Zombi fossero praticamente inutili in battaglia riuscirono a sopraffarre i guerrieri umani con il loro numero pressocchè infinito, mentre Spettri e Ombre imperversavano sulle linee del Talabecland. L'Attacco finale fu portato da Vlad in persona, a capo dei Cavalieri neri; non ci fu nulla da fare per i mortali: tutte le loro compagnie vennero distrutte, coloro che si arresero macellati e infine tutti i corpi di coloro che erano caduti in battaglia furono rianimati affinchè si unissero alla sua Legione. Tuttavia accadde un imprevisto durante il massacro dei prigionieri: il generale dell'Ottilia, Hans Schliffen, impazzì dalla furia nel vedere i suoi uomini massacrati e riusciendo a liberarsi dai suoi detentorì si gettò contro Vlad con la sua lama incantata...incredibilmente riuscì a mozzarne la testa, anche se venne subito trucidato da Konrad von Carstein, il più pazzo dei seguaci del Conte. Così Vlad sembrava apparentemente scomparso e subito i nobili iniziarono a litigare su chi dovesse andare il potere, la scelta ricadde su Herman Posner, che riuscì a prevalere sugli altri; peccato che quella stessa notte il Conte risorse e come prima cosa distrusse il suo sostituto che continuava ad affermare che si trattasse di un trucco. Accadde altre volte che il conte rinascesse dalle sue ceneri: durante la battaglia di Schwarthafen egli venne abbattuto dal capo dei cavalieri del Lupo Bianco, Jerek Kruger, e il suo esercito distrutto. L'anno dopo venne trovato il suo corpo martoriato sotto la guglia di Middenheim, ma i Cavalieri del Lupo Bianco e della Pantera vennero comunque messi in fuga dai seguaci di Vlad e i soldati della città furono costretti a rintanarsi dentro le mura distruggendo i ponti che conduceva alle entrate. Il suo passo sucessivo fu quello di devastare le terre del Middenheim, offrendo ad ogni villaggio che incontrava lo stesso scambio che aveva proposto all'esercito dell'Ottilia. Di principio pochi accettarono la resa, ma via via che l'esercito di non-morti si faceva sempre più smisurato e con esso il fetore di devastazione che portava con se le città cominciarono a cadere senza opporre resistenza. Sucessivamente Vlad si diresse a est, combattendo sulla Vecchia Strada della Foresta, attraverso l'Hoclhland nell'Ostland. Tutti gli eserciti inviati a rallentare l'avanzata non-morta subivano sempre la stessa sorte: massacrati dall'orda di nemici, invicibile per dei mortali. Oltre alla smisurata forza di quell'armata anche Vlad sembrava inarrestabile: ogni volta che veniva ucciso tornava a vendicarsi: quando a Vluthof egli venne visto cadere sotto i colpi di cinque lance e con la Zanna Runica del Conte dell'Ostland nel cuore tre giorni più tardi comparve ad ordinare la crocefissione dei prigionieri innanzi la città. Conclusa l'opera di massacro a Nord Vlad scese a Sud, verso il Reikland. A Bofenhafen gli venne strappata la testa da un fortunato colpo di cannone, peccato che subito dopo gli inservienti della macchina vennero fatti a pezzettini da lui in persona e tutto il resto dell'esercito disperso. Il terrore serpeggiava giustamente tra le fila Imperiali. Tuttavia gli eventi cambiarono definitivamente durante l'assedio della capitale del Reikland, Altdorf, nell'inverno del 2051. I difensori avevano provveduto a munire la città di un fosso orlato da pali appuntiti e lo stesso fiume Reik era stato deviato per permettere di riempirlo totalmente d'acqua...ma queste precauzioni si rivelarono inutili: i non-morti costruirono grandi macchine d'assedio fabbricate con resti umani, che colme di energia nera avanzarono fino alle mura. Vlad provvise a dare il solito ultimatum e Ludwig, l'aspirante al trono, si sarebbe arreso se non fosse stato per l'invito a non farlo del Grande Teogonista Wilhelm III. Egli si rinchiuse nel Grande Tempio di Sigmar e qui vi rimase per tre giorni; infine ne uscì affermando che il dio gli aveva rivelato il segreto dell'immortalità del Conte Vlad von Carstein. Povvise a inviare un agente all'interno dell'accampamento dei non-morti: Felix Mann, il più grande ladro di quei tempi. Gli era stato offerto il perdono in cambio di un favore per il Grande Teogonista: trafugare l'anello del Conte durante il riposo diurno. l'abile ladro riuscì a introdursi furtivamente dentro l'accampamento Sylvano, raggiungendo quindi le grandi tende nere, ove stavano le bare scoperchiate della nobiltà vampirica; stranamente non v'era guardia, probabilmente pensavano di essere così al sicuro che non ne ritenevano ce ne fosse la necessità. Felix sfilò l'anello dal dito di Vlad e se la svignò, nessuno rivide più lui e l'anello, dato che non tornò nemmeno ad Altdorf. Quando Vlad si svegliò non ragionava più per la rabbia: ordinò un immediato attacco alla città e le immense macchine da guerra si mossero portando l'armata non-morta sulle mura, dove si scontrarono anche i migliori combattenti dell'impero armati di micidiali armi magiche prese dalle cripte della città, che riuscirono ad eliminare quasi tutti i nobili Vampiri pur perendo loro stessi nell'impresa. Ma lo scontro che davvero risaltava in questa battaglia fu quello tra il Grande Teogonista e Vlad, dopo un ora di combattimento durissimo tra il sacro martello e la spada maledetta ebbe la meglio il Conte Vampiro; Wilhelm, capendo di non avere più possibilità di vittoria, si gettò contro il nemico, precipitando insieme a lui dai bastioni della fortezza. Vlad finì impalato nel fossato e a dargli il colpo di grazia fu il corpo dello stesso Grande Teogonista che atterrò su di lui, conficcando il palo ancora più in profondità. Il Conte spirò, non più protetto dal magico potere dell'anello che gli permetteva di ritornare dalla morte; Sparita la volontà di Vlad e di buona parte dei nobili vampiri i Sylvaniani furono costretti a ritirarsi, ma non furono inseguiti dagli Imperiali, le cui forze erano troppo esigue per permettersi una tale risposta. L'ultima illustre vittima di questa battaglia fu Isabella von Carstein, che si diede la morte su uno spuntone pur di non affrontare l'eternità senza il marito. Subito dopo Ludwig volle dirigersi in Sylvania, ma gli si opposero gli altri aspiranti al trono imperiale, temendo che con quella missione militare avrebbe acquisito troppo popolarità; dunque, per l'insensata invidia di alcuni stolti umani, a quegli esseri scellerati fu data una nuova possibilità di risorgere.
Ultima modifica di Lautrec il Dom Apr 26, 2009 9:58 pm - modificato 1 volta. | |
| | | Lautrec Utente
Età : 33 Località : Bologna Messaggi : 1502
| Titolo: Re: Conti Vampiro Dom Apr 26, 2009 9:48 pm | |
| KONRAD IL SANGUINARIO Dopo la dipartita del Conte Vlad ci furono cinque aspiranti al suo titolo: Fritz, Hans, Pieter, Konrad e Mannfred. Ovviamente tutti avevano pari diritti siccome Vlad aveva trasmesso personalmente la maledizione ad ognuno di loro, quindi i quarant'anni seguenti li passarono a combattere tra di loro, permettendo all'Impero di riprendere il respiro dai devastanti attacchi di Vlad. Fritz venne abbattuto mentre assediava Middenheim, Hans perì in seguito ad una sfida con Konrad, Pieter venne assassinato nella sua bara da un famoso cacciatore di streghe: Helmut van Hal. Si mormorò che fosse stato lo stesso Mannfred ad aver condotto l'umano da Pieter, ma queste voci si spensero quando egli lasciò la Sylvania, confermando così Konrad come Conte indiscusso. Peccato che egli fosse totalmente pazzo. Già in vita si era procurato la fama di feroce sanguinario: face eseguire assurde esecuzioni, tra cui quella di sua madre che fu accusata di averlo messo al mondo senza il suo permesso, fu processata, condannata e infine murata viva in una torre. L'acquisizione della longevità e del potere vampirico non migliorò la sua salute mentale: dopo aver schiavizzato tutti i maghi che riuscì a catturare si diresse verso l'Impero a capo di un vasto esercito. Tuttavia si avvertì sostanzialmente la differenza tra Konrad e il conte precedente: non conosceva perdono, non lasciava nessun superstite e non prendeva alcun prigioniero, amministrava i contadini come avrebbe fatto un cacciatore crudele davanti ad un gruppo di cervi. Ovviamente anche le sue ambizioni erano pari a quelle di un folle sanguinario: il nuovo Conte desiderava solo massacrare, la sua opera di conquista non aveva un senso se non quello del richiamo del sangue. La sua furia lo conduse nell'estremo Sud di Nuld e ai Monti Grigi, dove per la prima volta incontrò i Cavalieri di RoccaSangue e promise ai cavalieri Vampiri tutta la Guerra e la Gloria che desideravano, in cambio dei loro servigi. Nonostante il comportamento poco cavalleresco del Conte egli risultò abbastanza convincente da arruolarli tra le sue fila. Con loro nell'avanguardia nessun nemico poteva contrastarlo, nonostante i suoi frequenti errori tattici e sbotti isterici: la bruta potenza del suo esercito non poteà essere contrastata da alcun esercito, e i nemici cominciarono ad appellare Konrad come "il Conte Sanguinario" e "la Bestia"...soprannomi che effettivamente gli calzavano a pennello. A Kleiberstorf egli si scontrò con l'esercito dell'Averland: gli arcieri e i mortai imperiali riuscirono a mientere molte vittime tra l'esercito sylvaniano, ma il Conte costrinse i suoi Necromanti a far continuare l'armata. Offrì ai maghi prigionieri potere e ricchezze ed essi riuscirono a tirare fuori il meglio di loro stessi: combinando i loro poteri con quelli dei Necromanti un vento empio si scatenò sull'esercito nemico. Mani invisibili strappavano le anime dei soldati dai loro corpi, gettando nel panico le truppe mentre il malvagio soffio mieteva sempre più vittime; Stranamente lucido Konrad riuscì a capire che la cosa migliore in un momento del genere era scatenare la furia della sua cavalleria corazzata: i Cavalieri del Sangue devastarono l'esercito nemico in una carica poderosa, ed esso di fronte a questi Diavoli corazzati e ai terrori immateriali andò inevitabilmente in rotta, fuggendo. Ovviamente Konrad inseguì i superstiti per cinque giorni, finchè non fu certo di aver abbattuto ogni singolo uomo che lo aveva contrastato. Il passo sucessivo fu dichiarare guerra ai nani, nonostante i suoi consiglieri glielo sconsigliassero vivamente. i suoi eserciti fecero numerose incurisoni nelle remote località, facendo infuriare i Nani; questi ultimi guidati dal re di Zhulfbar tentarono un attacco in Sylvania per scovare Konrad, ed egli andò loro incontro a Nachtafen. La battaglia infuriò, e all'inizio l'orda non-morta abbe la peggio, in quanto la magia dei Forgiarune soffocava quella dei Necromanti, quindi gli scheletri e gli zombie privati dell'energia di sostegno crollavano al suolo, bombardati da cannoni e archibugi. Nonostante ciò, forse grazie alla sua pazzia, Konrad rimase ottimista e lanciò un attacco in vasta scala sul fianco destro dell'esercito nanico, conducendolo di persona. Grazie ai suoi sensi sovrasviluppati riuscì ad individuare ben presto tutti i forgiarune e mentre i suoi Cavalieri del Sangue sfondavano le ordinate file dei nani egli uccideva personalmente ognuno di loro. A quel punto la magia necromantica prese il sopravvento e i Necromanti riuscirono a resuscitare i guerrieri non-morti caduti sotto il piombo nemico, che sotto la spinta di Konrad marciarono nuovamente contro il nemico. I Nani non si arresero per un secondo e non si abbandonarono alla paura, ma non avevano speranze; il colpo di grazia arrivò quando il re dei nani sfidò il Conte a duello, ma egli incaricò il Castellano Walach Harkon che abbattè il nano con estrema facilità, bevendone poi il sangue. Nel giro di nemmeno un ora l'esercito nanico era stato massacrato. Questa nuova minaccia fece tremare i cuori degli aspiranti al trono imperiali, che si decisero ad unirsi contro di lui in ben due occasioni. La prima fu durante la Battaglia dei Quattro Eserciti, finita in parità davanti a Middenheim nel 2100; viene ricordata principalmente per il tentativo di uccisione reciproca tra il sucessore di Ludwig, Lutwik, e l'Ottila del Talabecland. In quel Caos crescente i nobili imperiali cercarono di riunficarsi sotto un unica guida, che si identificò in Helmut di Marienburg. Si riunì una Conclave ad Helmut per decidere sul da farsi, e l'unica cosa che impedì ad helmut di diventare Imperatore fu il fatto che venne abbattuto da Konrad. Mentre si cercava di organizzare gli sforzi egli iniziò ad agire in maniera assai confusa, diventando improvvisamente ottuso e incapace; d'improvviso la sua pelle comiciò a strapparsi e un occhio cadè dell'obita del candidato, con immenso orrore dei Conti presenti. Persino il figlio rifiutò di supportare il padre per l'ascesa al trono quando parve evidente essere uno zombie sotto il controllo di Konrad, il quale adirato per il fallimento del suo folle piano imperversò da Averheim verso le Colline Urlanti, incendiando tutte i villaggi e le città che incontrava. La seconda alleanza contro Konrad fu segnata da Landa Torva, dove infine un esercito di uomini e Nani osò affrontare la sua armata nella primavera del 2121; in questi anni la follia del conte era diventata così acuta che persino i suoi Necromanti cominciarono a temere per le proprie vite. Dato che ormai egli pareva aver perso il senno i Cavalieri di Roccasangue lo abbandonarono, non vendendo più alcun guadagno dal stare nelle sue schiere; ciò fece infuriare Konrad, che ordinò di attaccare contro le forze combinate dell' Impero e dei nani, invece di ritirarsi come sarebbe stato più logico. Inizialmente i suoi guerrieri resistettero come al solito alla tempesta di proiettili degli eserciti nemici, anche se comunque vacillarono sotto la mole del fuoco avversario. Konrad capì cosa stava succedendo solo quando i suoi non-morti cominciarono a collassare al suolo: i suoi Necromanti lo avevano tradito fuggendo dal campo e ora si ritrvava da solo a dover gestire un immensa armata. Essa per mantenere una parvenza di vitalità grazie alle sole sue facoltà vampiriche e alla sua forte volontà necessitava di un enorme sforzo, che la mente instabile del Conte non sopportò; in preda ad un raptus di follia fuggì urlando contro se stesso, ben presto fu catturato dall'eroe nanico Grufbad e quindi impalato dalla Zanna Runica di Helmar. L'ULTIMO DEI CONTI VAMPIRO Dopo la scomparsa di Konrad, ecco che uscì dall'ombra un antico vampiro, discendente anch'esso della dinastia Carstein: Mannfred Von Carstein. Mentre il Conte Konrad devastava l'Impero egli si aggirava per la Terra dei Morti, alla ricerca dei segreti della Necromanzia; quando seppe della sconfitta del rivale tornò a Drakenhof portando con se una biblioteca di Sapere Oscuro e divenne l'assoluto signore della Sylvania. Mentre L'impero era devastato da lotte intestine egli attendeva nell'ombra, il suo potere sempre in aumento; egli si serviva della necromanzia e della manipolazione per creare i suoi eserciti: riuscì ad asservire altri vampiri oltre i confini Sylvani, per mesi interi invocò gli spiriti e gli Spettri dalle più oscure cripte. Infine, quando una terribile guerra civile si abbattè sull'impero, egli comprese che era giunto il momento di colpire. Astutamente decise di scatenare la sua furia d'inverno, quando i Conti elettori si trovavano nei presidi invernali, non aspettandosi di certo un attacco da quel fronte; le sue orde marciarono verso Altdorf uccidendo chiunque incontrassero, mentre i necromanti rianimavano i morti per rimpolpare l'armata. Durante la Guerra d'Inferno del 2132 mannfred distrusse tutte le armate imperiali che cercarono di ostacolare la sua avanzata, le voci sul suo arrivo si sparsero in tutto il territorio e i villaggi cominciarono a svuotarsi dei loro abitanti, che finirono per congelare nelle fredde notti d'inferno. Mannfred raggiunse Altdorf negli ultimi mesi d'inverno, solo per trovarla apparentemente indifesa, in quanto tutti i presidi erano vuoti. Il Conte esultò: stava per riuscire dove tutti i suoi predecessori avevano fallito: prendere la più grande città dell'Impero. Peccato che non ebbe di cui rallegrarsi molto a lungo: il Grande Teogonista, Kurt III, apparve sui bastioni con in mani il malefico Liber Mortis, recuperato dalle più profonde cripte del tempio, e iniziò a recitare il Grande Incantesimo di Dissoluzione. Man mano che l'incantesimo si faceva più forte il potere di Mannfred sui suoi servitori cominciò a scemare, vedendo che la sua armata barcollava e si riduceva in polvere il Conte ordinò una frettolosa e saggia ritirata...Nonostante l'immensa potenza del nuovo Conte ora l'impero sembrava preparato ad affrontare la minaccia dei Non-Morti. Mannfred non sembrava per niente turbato, condusse il suo esercito lungo il Reik, verso Marienburg; Catturò divesi vascelli e li riempì dei corpi rianimati dei loro precedenti equipaggi. Intendeva assediare la citta portuale e poi far salpare la sua flotta non-morta verso un altra direzione, ma il suo prima attacco venne bloccato dall'esercito di Marienburg e dei suoi alleati. Il conte costruì delle enormi macchine d'assedio, grandissime catapulte di legno e tendini viventi, e organizzò la sua armata per un lungo assedio; tuttavia ancora una volta i suoi piani andarono all'aria: gli esploratori scorsero l'esercito di Altdorf avvicinarsi rapidamente alle sue spalle e quindi fu costretto ad abbandonare l'assedio e ritirarsi. Cominciò così un lungo e logorante gioco del gatto con il topo, sebbene nessuno delle due fazioni avesse ben chiaro il proprio ruolo: l'esercito sylvano sarebbe sicuramente stato spazzato via delle armate imperiali riunite, se non fosse stato da una grande vittoria che rinvigorì l'orda non-morta. Ad Horstenbad mentre Mannfred si faceva largo nella foresta la sua armata fu accerchiata dall'esercito dell'Ostermark, venendo quasi dimezzata. Il conte riuscì comunque a fuggire e un mese dopo devastando la citta di Felph rimpolpò il suo esercito, dove diede spettacolo con una nuova magia, mai vista prima: una potente tempesta magica si scatenò sull'esercito nemico, fulmini pupurei colpirono numerosi soldati che si rialzarono ancora fumanti per attaccare i loro compagni. La sua armata aveva raggiunto ora l'apice della sua potenza, ma nonostante ciò il Mannfred non era in grado di infliggere la sconfitta definitiva di cui aveva bisogno, e d'altra parte i suoi avversari non riuscivano ad abbattere il Conte; essi riuscirono però a costringerlo a ritirarsi per due volte in Sylvania anche se non con esiti sempre positivi. La prima volta Mannfred distrusse l'esercito dell'Averland e dello Stirland portando in vita orde enormi di Zombie a Bylorhof, in seguito lanciò una controffensiva raggiungendo le mura di Averheim prima che un improbabile alleanza dello Stirland con il Reikland liberasse la città del Wissenland sotto assedio. Invece la seconda volta Mannfred fu respinto nelle foreste silvane, i disperati nobili dell'impero decisero di allearsi definitivamente e cominciarono a setacciare lentamente quei territori impervi. Infine, a causa della tenacia dei cittadini imperiali, il Conte fu costretto a battersi alla Palude Infernale. La sua armata era enorme, siccome con il suo potere necromantico egli era stato capace di risveglare un orda di zombie dalle profondità della palude, e il suo esercitò continuò a ritirarsi nella palude, attraendo lo sfinito esercito nell'oscurità e nella lordura. Però Mannfred non aveva tenuto in conto la determinazione dei suoi nemici a spazzarlo via dalla faccia della terra, e venne a scontrarsi con essi al limite orientale della grande palude. L'esercito nanico e imperiale era davvero troppo potente per l'armata non-morta che sotto i colpi d'artiglieria, di spada e di martello venne decimata. Il conte si rese conto che era fenita e cercò di scappare su un orrido carro fatto di ferro e ossa, ma il conte dello Stirland, in groppa a un Grifone,lo inseguì e lo catturò ai confini della palude. Mannfred non aveva speranze contro un nemico così temibile, la sua Zanna Runica lo ridusse in gravissime condizioni e il corpo maciullato del Conte sprofondò nell'acquitrino. In virtù della sua vittoria Martin, il conte dello Stirland, reclamò per se la Sylvania e nessuno si oppose data la scellerata fama di quella terra. Così si credette finita la minaccia non-morta, ma la felice conclusione delle Guerre dei Conti Vampiro non frenarano la minaccia rappresentata dagli altri esponenti della famiglia: molti altri discendenti di vlad si aggirano per la Sylvania e l'Impero, inoltre si mormora che il Conte Mannfred sia tornato al castello di Drakenhof, in attesa del momento giusto per vendicarsi. | |
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