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 Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec

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MessaggioTitolo: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:47 pm

Nella stanza dominava l'oscurità. E il freddo. Un gelo quasi innaturale che entrava in ogni singola fibra del corpo; come piccoli spilli conficcati sotto pelle. E il signor Jonson avvertì proprio quella senzazione quando riprese i sensi, dolorante in tutto il corpo. Di principio fu solo confuso, i ricordi ancora appannati nella mente, ma via via che si schiarivano i sensi realizzò di essere nei guai, e guai parecchio grossi. Innanzitutto era in catene, cosa che già di per se era poco piacevole, in secondo luogo un dolore atroce gli devastava il fianco, sebbene gli parve che la ferita non fosse troppo grave: era un guerriero e conosceva bene quel tipo di ferite. Poi, cosa più spiacevole, comprese in che mani era caduto e ricordò cosa era successo.
Enrick Jonson era sargente del VII reggimento di fanteria dell'Impero e prestava servizio ai confini meridionali, vicino alle terre morte della Sylvania.
In fondo non gli dispiaceva star lì: da tempo gli oscuri abitanti di quelle terre non osavano ribellarsi all'Impero difeso da Karl e le giornate uggiose passavano alle insegne della noia, l'unico svago rappresentato dalle partite a dadi con i suoi compagni.
Conosceva bene la cattiva fama di quel luogo, ben meritata tra l'altro dato che ben rammentava i racconti dei soldati più anziani sui terribili signori che regnavano nei loro castelli in quelle terre...l'ultima cosa che avrebbe desiderato era un faccia a faccia con le creature della notte. E invece ecco che un giorno come tanti, nuvole a coprire il sole e solo deserto e rovine davanti all'accampamento, che le cose cominciarono a mettersi MOLTO male. Era quasi il tramonto, la luce era comunque molo debole a causa delle nubi perenni nel cielo e i soldati non si avvidero subito che si avvicinava barcollando una strana figura all'orrizzonte. Pareva un ubriaco o un qualcuno di ferito gravamente, dal modo in cui camminava a stento; non sembrava certo costituire una grossa minaccia per i temprati guerrieri dell'Impero, quindi lo lasciarono avvicinare finchè non fu a pochi passi dall'entrata all'accampamento, comunque sbarrata. Nel ricordare ciò che avvenne dopo il povero sargente imprecò, desiderando di aver ordinato di sparare con tutto quello che avevano contro quella creatura, finchè era possibile. Ma ormai quello che era fatto era fatto, e i ricordi continuarono a riaffiorare: avevano prontamento chiesto a quel tizio chi era, e gli era stato risposto che era un fuggitivo dal villaggio non troppo lontano da quell'accampamento e che necessitava di cure, in quanto ferito durante un attacco di creature mostruose provenute dal cimitero. Erano stati messi in guardia sugli abitanti di quel luogo, persone strane, schive e oscure che vivevano nella più assoluta miseria, e quindi la lubrubre voce dello straniero non destò sospetti e quello fu fatto entrare. Lo condussero all'infermeria del luogo, portandolo a spalla per non affaticare una gamba che sembrava ferita molto gravemente, quindi i soldati lo lasciarono solo con il segaossa di turno, due di essi a far come al solito da guardia al tendone. Poi i cuori di tutti loro si gelarono: un grido non umano, di terrore puro, si levò dall'infermeria e Jonson riconobbe in esso la voce di Jack, il medico. Subito tutti accorsero sul posto e le guardie per prime entrarono nella tenda, dalla cui immediatamente uscirono urlando per il terrore e con tutte le intenzioni di voler scappare finchè le loro gambe glielo avrebbero permesso. La tenda letteralmente esplose. Nessuna deflagrazione, nessuna fiamma, niente di niente, sebbene l'effetto fosse quello di una tonnellata di polvere nera su cui qualcuno avesse acceso un cerino. Schegge volarono ovunque abbattendo molti dei soldati che si trovarono nelle più immediate vicinanze, i corpi martoriati da proiettili di legno e metallo, il tessuto della tenda si strappò e rimasero solo stracci svolazzanti per l'aria. Quando la polvere sollevata si cominciò a depositare gli astanti, che per la paura non riuscivano a muoversi, riuscirono a distinguere una figura enorme al centro di quello che fù un tendone. Jonson tremò, nemmeno il suo cuore di veterano poteva reggere quella vista spaventosa: poteva essere scambiato per un umano, da lontano: era coperto di sangue dalla testa ai piedi, probabilmente proveniente dal corpo ridotto a una massa sanguinolenta ai suoi piedi, le dita si erano allungate fino a formare dei veri e propri artigli, ai denti si erano sostituite della zanne, ed era molto, molto più grosso di prima. Ma la cosa peggiore era senza dubbio lo sguardo che si posò rispettivamente su ognuno dei soldati: era colmo di un odio folle e cieco, mai visto nemmeno nella peggiore delle fiere.
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:48 pm

Le sue gambe non ressero, cadde in ginocchio sconvolto, incapace di fuggire o di reagire...alcuni suoi commilitoni cercarono di prendere fuori gli archibugi o le lance, ma furono i primi a perire: quell'essere furioso, che prima era parso del tutto simile ad un uomo, si avventò con una velocità incredibile su di essi, sbranandoli o sventrandoli con gli artigli...a quanto pare non aveva molto bisogno di un arma per compiere il massacro, dopo qualche secondo tutti gli uomini si erano ripresi dallo sgomento e riuscirono a reagire, accerchiando la belva e minacciandola con le lunghe lancie...non che avesse paura di esse, anzi, spesso si lanciava contro i nemici riusciendo ad evitarle e facendo nuovamente strage, ma sempre rimaneva circondato da una netta maggioranza di soldati...Se lo ricordava bene, Jonson, più volte si avventò contro la belva, che schivò sempre i suoi attacchi e sistematicamente massacrava i suoi compagni...non sapeva come avesse fatto a sopravvivere, ma forse sarebbe stato meglio perire sotto i colpi del vampiro piuttosto che patire le pene dell'inferno nei suoi sotterranei.
Fu subito dopo che riuscirono a scalfire la pelle di ghiaccio dell'essere che capirono di non avere alcuna speranza contro di esso, anche se vedere il solco nel suo fianco fu assai rincuorante per le camerate. Peccato che si arrabbiò sul serio. E questo non era affatto un bene, con un ululato levò le braccia grondanti di sangue al cielo, nessuno che osò levare la lancia su di lui quanto era terribile quella visione. Jonson avvertì chiaramente l'aria farsi pesante di malvagità, mentre la magia nera dell'essere faceva il suo corso: si alzò una leggera brezza gelida, che subito però si trasformò in un vento fortissimo...il soldato capì che non si trattava di una normale folata di vento: sentiva dentro di sé che non era per niente naturale, ed aveva ragione. I suoi compagni cominciarono a cadere senza alcun apparente motivo, contorcendosi per terra dal dolore, il loro sguardo terrorizzato fisso sulla nera figura che ancora tendeva le mani al cielo, un sorriso crudele sul volto. Poi, cosa ancora più incredibile a vedersi, il vento cominciò a prendere forma; con orrore Jonson vide bianche forme accennarsi nell'aria, diventando via via che passava il tempo sempre più distinte...finchè non vide chiaramente le figure dei suoi compagni volteggiare per il cielo urlando ancora il loro dolore e assalendo con fame di vita i soldati che avevano ancora dentro di sé un anima. Era troppo per quel manipolo di soldati: presto vennero decimati dagli attacchi degli esseri incorporei e dalla furia del vampiro, ma i rimanenti ancora combattevano con tutte le loro forze contro il nemico, anche se inutilmente. Alcuni dei maghi presenti riuscirono a mietere qualche vittima tra gli avversari, ma ben presto furono spazzati via dal loro soverchiante numero, non rimaneva più alcuna speranza ai sopravvissuti. Ma allora accedde l'incredibile: tutto cessò di colpo, i fantasmi si staccarono dalla calca e il vampiro si placò, riassumendo le sue sembianze umane. Troneggiò sulle centinaia di corpi caduti nello scontro, volgendosi verso la decina di superstiti che raccolta in un piccolo gruppetto attendeva il colpo di grazia rimanendo in una posizione difensiva.
“Bene bene bene...Devo ammettere che nonostante la vostra debolezza avete coraggio da vendere, voi mortali.”
La sua voce era come una sferzata di vento gelido, tutti i presenti rabbrividirono nell'udire quella timbro metallico che sovrastava il lamento dei morenti.
“Ebbene, sappiate che presto morirete...ma ovviamente risorgerete come miei servitori, non temete...con me non c'è carne che vada sprecata. Tuttavia...sono solito scegliere tra i sopravvissuti ad uno scontro un solo combattente che venga ad ingrossare le mie file d'elitè, ma capirete che non è facile...” Parve prendersi una breve pausa di riflessione, e la tensione si fece palpabile tra gli uomini perplessi “...Quindi negli anni, nei secoli, ho brevettato un certo metodo che ha sempre dato risultati soddisfacenti: vi scontrerete fra di voi, il vincitore avrà l'onore di diventare una creatura della notte e non uno stupido zombie.” Un sorriso aghiacciante si dipinse sul suo volto mentre pronunciava queste ultime parole, che risuonarono nelle teste dei sopravvissuti...Jonson stava per ribattere a voce di tutti, in quanto ufficiale, che non si sarebbero scannati come cani solo per il suo piacere, ma non fece in tempo a pronunciare parola che già un corpo di un compagno cadeva affianco a lui.
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:48 pm

All'inizio non capì, non volle capire, ma ben presto la realtà fu troppo chiara per essere ignorata: iniziò una vera e propria battaglia tra quei dieci (ora nove) soldati ancora vivi, a cui sembrava che gli stesse venendo data ancora una fioca speranza di mantenere una coscienza dopo la morte. Gli amici con cui aveva condiviso tutti quegli anni si stavano massacrando tra loro, da parte sua si limitava a parare gli attacchi a lui diretti, senza passare ad alcuna offensiva...era troppo sconvolto per alzare una lama contro i suoi stessi compagni e si rifiutava di farlo...ma non potè impedire che si scannassero uno con l'altro, e infine rimasero solo lui e un altro soldato semplice che lo fissava con occhi pieni di disperazione e paura, ma ricolmi di determinazione ad essere l'ultimo rimasto sul campo. Nella sua cella umida il sargente scosse lentamente la testa, triste; una lacrima solcò il suo volto sporco...era stato obbligato ad abbattere quel giovane combattente che da tempo conosceva: continuava ad assalirlo come una furia e alla fine la lama dell'ufficiale si era abbattuta sul suo corpo ormai stanco per porre fine a quello straziante scontro, durante cui era adirittura stato ferito al fianco. Poi dopo la conclusione del combattimento ricordò solo di essere stato colpito da qualcosa come una scarica elettrica, ad anticipare il buio davanti ai suoi occhi
“Dannazione...Quel bastardo mi ha tramortito...”
Mormorò tra sé e sé, domandandosi quale sarebbe stata la sua fine...l'avrebbero torturato, ucciso, trasformato, ricattato...poteva solo elaborare solo delle gran congetture, che però furono interrotte da un intenso sferragliare poco distante da se. La luce era inesistente ovviamente e non poteva distinguere niente nel buio uniforme che regnava nel luogo, ma avvertì chiaramente dei passi dirigersi in sua direzione, accompagnati da un concertino metallico che solo un armatura può fare. C'era un guerriero dinnanzi a lui, o forse lo stesso Lord...La metallica voce che seguì l'entrata in scena del tizio levò ogni dubbio all'umano.
“Ed Ecco colui che è riuscito a sopravvivere alla prova...l'unico tra un migliaio di uomini dell'accampamento, complimenti...tutti i tuoi amici ora sono arruolati nelle mie fila come esseri sbavanti, se ti può far piacere saperlo.”
Un ghigno sadico seguì quell'ultima affermazione e l'ufficiale si limitò ad un dignitoso silenzio...
“Vedo che hai perduto la voce...ma ben presto la recupererai, oh si...vedrai quanti begli urli ti strapperemo prima di trasmutarti, quando nel cuore avrai solo l'odio.”
La voce ora sembrava più ferma e autoritaria, dopo qualche istante davanti agli occhi del soldato apparì una vampata di fuoco che andò ad illuminare il luogo, accendendo un paio di torce collocate ai lati delle pareti. L'improvviso avvenimento gli fece levare un urlo, ma fù ciò che vide a riempire quel grido di terrore. Non volle vedere ciò che lo circondava più attentamente di quell'occhiata casuale, voleva che la sua mente si scordasse di aver visto quei cadaveri in putrefazione appesi per ganci sul soffitto, o i muri ricoperti interamente di sangue secco, viscere sparse ovunque. Strinse saldamente gli occhi, oltre per evitare quella visione anche per obbedire ad un'antica superstizione che gli consigliava di non guardare negli occhi esseri del genere.
“Nemmeno te gradisci la luce, vedo, ma era necessario per farti capire dove ti abbiamo portato...ora preparati, inizia il tuo addestramento per diventare un vero Cavaliere.”
Esplose quindi in una risata malefica, Jonson avvertì un fruscio di vesti e capì che il lord si era voltato, aprì gli occhi e vide quell'essere di spalle, che cominciava a camminare verso la porta...con lui restava solo un orribile essere gobbo, sbavante e altamente ripugnante in tutti gli apetti, che lo fisso con una certa aria di ingordigia e goduria. Ora lui era il suo giocattolo personale, in quella stanza di tortura.
In seguito quasi non riuscì a riprendere i sensi, da quanto la mente era ancora invasa dal dolore...ricordò bene però la senzazione di sollievo quando sentì che stava per mancare. Per il momento realizzò solo che gli mancava un braccio, manghiucchiato fino all'osso in più parti; non volle investigare parti del corpo che gli dolevano ancora di più. Non capì inoltre come diamine faceva ad essere ancora vivo, a rigor di logica sarebbe dovuto morire dissanguato ore e ore fa, conciato com'era..ma a quanto pare in quel luogo non vigevano le normali leggi della vita e della morte. Per sua fortuna, tornò il buio ad accoglierlo.
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:48 pm

E per la seconda volta trovò solo il buio, al suo risveglio. “Ma che diamine...?” tentò di formulare, ma ne uscì solo un gorgoglio, non capì nemmeno lui ciò che tentava di dire...ovvio, quando non si ha più una vera bocca.
“Oh, noto con piacere che il signorino si è svegliato...direi che il mio caro amichetto ha fatto un buon lavoro, sebbene penso abbia esagerato con le sue voglie di cannibalismo...ma penso sia comprensibile.” Breve pausa, nessuna risposta.”Ora che avete sperimentato cosa vuol dire seriamente provare dolore mi azzarderei a dire che siete pronto per la trasformazione...le presentazioni le rimandiamo a dopo, quando sarete capace di intendere e volere...”
L'uomo sentìì che quell'essere si stava avvicinando a lui e tentò di sottrarsi alla sua morsa, ma non riuscì a muovere nemmeno un muscolo. Dopo qualche attimo di sfruscii vari e dopo che il Lord lo ebbe preso tra le sue grinfie, abbracciandolo con entrambe le braccia, udii il rumore di carne lacerata, ma stranamente non avvertì dolore.
“bene...sei già abbastanza dissanguato, i miei incantesimi ti tengono in vita quando basta per mantenere una coscienza...basterà solo inserire il mio sangue nel tuo organismo...buon viaggio.”
Una goccia gli cadde in bocca, scese in gola senza trovare alcun ostacolo. Ne seguirono poche altre, ma già il suo corpo si contorceva spontaneamente in preda a convulsioni...lui non sentì nulla, tanto il dolore delle ferite gli martellava la mente, impedendogli di pensare a qualcosa. Un urlo aghiacciante però si levò dalle sue labbra non perfettamente riconoscibili, e le sue membra cominciarono a mutare...Avvertì il dolore affievolirsi sempre di più, finchè non cessò del tutto, facendo spazio ad un confortevole calore; sentii che ora i muscoli erano tornati al loro posto, dato che riusciva a muovere le dita, quindi si mise a sedere. E vide. Niente di particolare attirò il suo sguardo, era già fantastica la sensazione di vedere nuovamente, nel buio...in maniera diversa, certo, ma riusciva benissimo a discernere le figure e i particolari, meglio anche di quando era “normale”. Abbassò lo sguardo sul suo corpo nudo, ora che poteva. Le ferite non c'erano. Anzi, i muscoli erano ancora più sviluppati di prima, e ne potè adirittura avvertire la potenza molto incrementata. Altra sorpresina: la lingua (Capì quando fosse bello averne una) andò a passare su qualcosa che prima non c'era: due robusti canini sovrasviluppati, che quasi lo obbligavano a tenere la bocca aperta tanto erano lunghi. Comperse di essere diventato una belva, e la sua parte umana rabbrividì a quel pensiero, ma sotto sotto capì anche quale potere aveva a disposizione grazie a quella maledizione.
“Ottimo, davvero un ottimo esemplare...ne sei uscito abbastanza bene. Ora vediamo se anche c'è il legame...Dimmi, chi sono io?”
Sibilò verso la nuova creatura della notte, che prontamente rispose.
“Siete il mio signore, Mannfred von Carstein”
Le parole gli fluirono automatiche dalla bocca, e si stupì di questa cosa...non era sua volontà prununciare una sola sillaba, ma a quanto pare una parte di lui la pensava diversamente...e come diamine faceva a sapere il nome del Lord?
“Bene, c'è anche quello...Per tua informazione, lo stesso sangue che ti ha trasfromato ti obbliga anche a seguire ad ogni mio ordine, e di coloro che sono stati generati prima di te.”
Disse pacatamente il Lord, quindi invitandolo con un cenno ad alzarsi e a seguirlo. Camminarono a lungo per i sotterranei del castello, ma per Jonson il tempo ora non aveva più grande importanza: avvertì quell'ora di cammino come solo pochi minuti. Infine spuntarono in un enorme salone, che quasi si perdeva a vista d'occhio; già fin da prima aveva avvertito rumori metallici provenire da lì, ed ora la sua vista gli presentava un magnifico spettacolo: imponenti cavalieri in armatura rossa, su bellissimi destrieri neri bardati pure loro, si scontravano ripetutamente tra loro impugnando lunghe spade e robusti scudi. Persino lui si stupì della forza con cui venivano vibrati i colpi
“ma...chi sono costoro?”
“La mia elitè...i Cavalieri di Roccasangue”
mormorò il suo padrone con un ampio sorriso soddisfatto sulle labbra, quindi attese che una lontana figura in arcione ad un enorme destriero lo raggiungesse.
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:49 pm

“Mi desideravate, signore?”
“Si, Kaldar...ho un novizio, il cadetto Jonson, da addestrare e vorrei che ci pensassi tu personalmente, so che farai un ottimo lavoro...”
“Perfetto, Signore.”
“Bene...vi lascio ai vostri allenamenti, quindi...Buona fortuna, soldatino.”
Concluse lanciando un ultima, gelida occhiata a Jonson, quindi voltandosi e riaccedendo ai sotterranei. Quando la sua sagoma sparì dietro l'angolo tuonò ancora la voce del tizio a cavallo.
“Tu, novizio...io sono Kaldar, il Castellano...sarò il tuo allenatore per i prossimi anni, Ora vieni, iniziamo.”
Dettò ciò voltò il destriero e iniziò ad andare al trotto verso il lato opposto della piazza, seguito a piedi dal novizio costretto a correre, azione che però non gli costava fatica alcuna.
Inizialmente gli furono dati il cavallo, le armi, l'armatura; il castellano gli piegò le regole base dell'accampamento e cominciò subito con l'allenamento.
Non seppe dire quanto tempo passò prima che potesse uscire da quella immensa stanza d'allenamento; come già è stato detto il concetto di tempo per una creatura immortale è assai relativo, ma era certo che ne fosse passato un bel po'...Aveva raggiunto una maestria con le armi che mai avrebbe immaginato di possedere, era uno dei migliori combattenti di quel castello, inferiore solo al castellano e ai suoi più vicini pupilli, tra i quali lui stesso si annoverava. Ora stava semplicamente a contemplare lo spazio vuoto, durante una delle brevi e rare pause del ciclo di allenamento; poco lontano si stava consumando la cena.
“Ehi, Jonson...ti unisci a noi?”
Domandò un suo collega alzando il capo dal corpo di uno degli umani che era stato trascinato in catene lì dentro, a far da pasto ai succhiasangue; l'essere si passò una mano sulla bocca, per pulirla parzialmente dal sangue che vi si era accumulato.
“No grazie, Klark...Semmai dopo.”
Mormorò l'ex-imperiale, pensieroso. Avvertiva qualcosa di strano nell'aria, ma non qualcosa di spiacevole; i suoi nuovi sensi soprannaturali lo avverivano che stava per succedere un qualche cosa. Infatti dopo pochi istanti fece la sua entrata in scena il Conte in persona, camminando maestosamente fino a raggiungere i cavalieri, che ora avevano interrotto il pasto per inchinarsi davanti al Signore.
“Cavalieri!” Tuonò ”é giunto ora il momento di dimostrare quanto valete! Siamo in guerra!”
Urlò l'ultima frase, accolto da un ovazione selvaggi di tutti i presenti, compreso Jonson. Poi calò ancora una volta il silenzio, quando egli face segno di voler ancora parlare.
“Da quando venni sconfitto nella Palude Infernale molto tempo è passato, le orde di zombie si fanno sempre più grandi, mentre l'Impero ancora dorme, ignaro del pericolo che sta per travolgerlo. Ho riacquistato tutte le mie forze, nuovamente il mio nome incuterà terrore nei cuori degli umani...Voi sarete la mia punta di lancia, la falce che si abbatterà sui miei nemici, non avrete pietà di coloro che vi si porranno dinnanzi; vi armerò con armi incantate trafugate dalle più segrete e maledette cripte di questa terra, nessuna vi potrà sconfiggere!”
Una nuova ovazione accolse il discorso del Conte, che con aria trionfale voltò le spalle ai Cavalieri “Seguitemi!”
Dietro di lui si mossero tutti i guerrieri. Uscirono all'aperto e per la prima volta da immemorabile tempo essi poterono sentire nuovamente la fredda brezza della sylvania accarezzare la loro pelle morta sotto i deboli raggi della luna.
Mannfred li fece raccogliere in un grande spiazzo aperto, posto poco oltre i bastioni dal castello, qui v'erano strane cavalcature ad aspettarli, neri cavalli dalle orbite e zoccoli infuocati, sbavanti sangue, e una rastrelliera coperta da un telo.
“Ed eccovi le vostre nuove cavalcature: esseri invocati direttamente dalle profondità delle tenebre solo per voi...fino ad ora vi siete allenati su deboli cavalli mortali, esseri del genere valgono dieci volte le cavalcature di questo mondo!”
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:49 pm

Scoppiò in una risata, mentre i Cavalieri si schierarono in un ordinata fila...negli occhi di ognuno di loro si poteva scorgere una crudele felicità, nel vedere quel nuovo dono del loro Signore. Ovviamente anche Jonson non potè fare a meno di sorridere, la parte più umana di lui ormai era solo una pallida ombra e lui fremeva dalla voglia di percorrere il campo di battaglia tagliando le teste di coloro che fino a qualche anno fa aveva difeso strenuamente.
Questi pensieri divennero ancora più forti quando il Conte scoprì il telo che copriva la rastrelliera. La prima cosa che saltava all'occhio erano le lance: lance pesanti da cavalleria, devastanti in carica, la cui lunga punta metallica risplendeva di una luce appena appena nerastra, sembravano quasi assorbire la stessa luce della luna; riusciva ad immaginare come sarebbero esplosi gli scudi nemici nell'essere sfiorati dalla punta di quelle aste. Però la sorpresa più piacevole la serbavano le spade, messe in secondo piano dalla mole delle lunghe armi: non ce n'era una uguale, ognuna si differenziava dalle altre per la conformazione della lama e dell'elsa, per la lunghezza e infine per la luce di cui erano infuse...alcune erano azzurrine o rossastre, altre nere, altre ancora sembrava di poterci vedere attraverso. Quegli esseri assetati di sangue erano senza parole, era chiaro che avrebbero seguito il padrone ovunque, pur di poter impugnare strumenti di morte del genere.
“Prendete le lance e le spade che volete, scegliete un Incubo e dirigetevi poi verso il Castello di Drakenhof...da lì poi attaccheremo il confine l'Impero, verso Altdorf...dove già hanno assaggiato in passato la mia furia.”
Ordinò, salendo sul suo destriero, poi allontanandosi al galloppo dal Castello.
Ad un cenno del Castellano, tutti i cavalieri si avventarono a scegliere le loro armi; dopo essersi impossessanto di uno scalpitante incubo e aver preso una delle lance pesanti a disposizione Jonson prese una lunga spada bastarda, rilucente d'azzurro...Sembrava fremere di potenza. La ripose nel fodero e l'allacciò alla cintola, assicurando alla sella dell'animale la lancia e il pesante scudo.
Quando tutti i cavalieri ebbero il loro equipaggiamento insieme si lanciarono a uno sfrenato galoppo verso la loro prima destinazione: il castello di Drakenhof, dove avrebbero raggiunto il resto dell'esercito per poi proseguire verso Altdorf...come gli aveva raccontato il Castellano nel tragitto il Conte mirava subito all'obbiettivo principale, quello di cui si era quasi impossessato nella campagna militare precedente, quando era stato sconfitto e fatto sprofondare negli abissi della Palude Infernale.
Cavalcarono a lungo, rifugiandosi nelle cripte sparse per tutto il territorio sylvano quando la luce del sole minacciava di sorprenderli in aperta campagna, quindi dopo parecchi notti giunsero a riunirsi all'accampamento non-morto. Jonson rimanè stupefatto, cosa che succede ben di rado ad un vampiro: in tutta la sua lunga carriera da combattente e soldato mai si era trovato dinnanzi ad un così ampio esercito, i ranghi confusi di zombi si perdevano all'orrizzonte, ghoul scorazzavano senza alcuna disciplina tra le file ordinate di scheletri, immobili come pali. Spiccavano in mezzo a tutta quella truppaglia da quattro soldi le ricche uniformi di quelli che in seguito l'ex imperiale scoprì essere Guardiani dei Tumuli e Cavalieri neri; subito riconobbe invece i fantasmi che si lamentavano continuamente sul lato destro dell'armata, essi erano l'incubo che si era abbattuto sui suoi uomini molto tempo addietro e la parte umana del giovane vampiro cominciò a ribellarsi a quella vista...ma il legame di sangue col suo padrone era troppo forte, e tutto era inutile.
“Ehi, Jonson...stai bene? Ti vedo un po' palliduccio..” asserì sghignazzando il Castellano, poco avanti a lui, che si era voltato e aveva notato la smorfia pensierosa del Cavaliere
“Oh? Si si, Kaldar...Son rimasto stupito dalla vastità dell'esercito del nostro Conte.”
“eh già...un bello spettacolo davvero, la sua visione fa essere grati di essere dalla parte giusta della barricata, no?”
Domandò al giovane, quasi avesse intuito i pensieri che gli stavano attraversando la mente...ma egli tra sé e sé escluse quell'evenienza, il Castellano non poteva sapere che aveva riconosciuto alcuni dei volti dei fantasmi, i volti di cari amici le cui anime ora erano nelle mani di Mannfred.
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:50 pm

“Uhm...Quando abbiamo intenzione di cominciare l'attacco?”
“Beh...direi subito! Lui voleva aspettare anche l'inverno, come aveva fatto la scorsa volta, ma a quanto pare alla fine ha optato per iniziare la campagna d'autunno..chissà cosa gli frulla per la testa...ma non stiamo qui a impensierirci!” sbottò infine rivolgendo un sorriso maligno a Jonson “esistiamo per combattere, non per discutere le strategie dei nostri comandanti.”
Si allontanò loro. Il soldato rimase ancora perplesso, finchè non cominciarono ad avanzare verso Altdorf e incontrarono il primo villaggio...da lì in poi il suo solo pensiero fu quello di sterminare qualsiasi contadini armato di semplici attrezzi agricoli gli si parasse d'innanzi a ostacolare la loro avanzata e ne ebbe di lavoro da fare, dato che Mannfred usò i Cavalieri come estrema avanguardia in modo da fare piazza pulita al resto del suo esercito.
Il Conte però non aveva previsto i rallentamenti, infatti spesso i ghoul si fermavano a sbranare i corpi martoriati delle vittime umane, ma risolse il problema lasciandoli leggermente indietro rispetto al resto dell'esercito, in fondo erano solo un corpo di supporto.
Arrivarono così fin davanti alle mura di Altdorf, incontrando solo contadini o misere truppe mandate dai vari elettori, spazzate via all'istante dalla furia dei cavalieri.
Ovviamente Mannfred aveva atteso il momento opportuno per scatenare il suo attacco, nel bel mezzo di una sanguinosa guerra civile, peggiore di tutte quelle viste fino al momento, aveva già sfruttato occasioni del genere in passato ed effettivamente trovò solo pallide e divise resistenze dinanzi al suo cammino...quello che più temeva era un alleanza di tutti i nobili, che però non si decisero ad unirsi se non all'ultimo momento, quando ormai egli era sotto ai bastioni di Altdorf; inoltre era in atto una lotta dinastica e il trono imperiale era ancora vuoto.
La città era ben difesa, peccato che mancassero molte delle difese magiche che avevano impedito a Mannfred di conquistarla la prima volta...soprattutto mancava il Grande Teogonista, che quando aveva saputo dell'arrivo dei non-morti si trovava dall'altra parte dell'impero e non poteva far niente per raggiungerli in tempo...altra astuzia del Conte. vi si erano uniti molti preti di Sigmar e di Morr, che però nulla potevano contro i numerosi necromanti addestrati da Mannfred in persona in tutti quegli anni...Egli aveva previsto ogni cosa: era uno che imparava dai precedenti errori, questo era sicuro. I suoi non morti non barcollarono quando iniziarono a marciare verso le alte mura della città, mentre enormi arieti costruite con la testa di metallo maledetto venivano trascinate verso i portoni. La battaglia cominciò in maniera spettacolare, come gli stessi occhi di Jonson poterono vedere dall'alto della collina dove i Cavalieri attendevano il loro turno. L'avanzata non-morta era inevitabile, dall'alto gli imperiali cercavano di abbattere quanti più nemici possibili con i loro archibugi, o lanciando freccie e pietre dai bastioni; tuttavia nuguli enormi di pipistrelli si accanivano su di loro, cavandone gli occhi, ferendoli e rendendo impossibile il loro lavoro. Le macchine d'assedio arrivarono con successo fin d'avanti al portone. Il cupo rimbombo dei loro colpi sul legno rinforzato risuonò lugubramente per tutta la valle, annunciando l'arrivo del flagello sui poeri mortali. Quando ciò che doveva essere un insormontabile ostacolo cominciò a scricchiolare ecco che partì un acutissimo squillo di tromba, Jonson subito fece saettare lo sguardo in direzione dalla quale proveniva. Con la sua vista sovrasviluppata scorse Mannfred in mezzo alla guarnigione di Cavaliere neri dare il segno della carica... non alla sua scorta, ma proprio ai Cavalieri di Rocca Sangue, come potè verificare dal segno che egli fece in loro direzione. Braccio teso, mosso in direzione dei portoni. Il Castellano lanciò un grido che sovrastò lo stridore delle armi e il rimbombo dell'ariete e si lanciò al galoppo. Jonson non sapeva cosa fare, avrebbero dovuto travolgere i loro stessi zombie? Ma non si fece domande e partì anche lui dietro agli altri compagni, diretti dritti dritti verso un reggimento di scheletri...Non mancava molto all'impatto, quando ordinatamente essi aprendosi fecero spazio ai cavalieri pesanti lanciati in una furiosa carica verso il nulla; lo stesso si apprestavano a fare gli zombie poco più avanti, accalcandosi l'uno sopra l'altro, quando il portone cedette con un fregoroso schianto. Seguirono una fitta selva di proiettili sparati dagli archibugi posti al dì la della protezione, ma essi si infransero sulle placche d'acciaio dell'ariete.
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:50 pm

Capì allora quello che voleva fare Mannfred, ma ancora non gli quadrava il piano: gli zombi si stavano scansando, ma l'ariete? Occupava praticamente tutto il portone, non potevano saltarlo e anche e l'avessero trascinato in avanti, indietro o di lato non sarebbe stato ancora sufficente lo spazio. Strinse i denti, spronando il suo incubo ad accellerare, cosa che non si fece ripetere due volte; gli parve di volare, la macchina d'assedio si avvicinava sempre più e ancora non intravedeva una via d'uscita...Poi, successo l'impossibile: le parole di mannfred risuonarono chiare nelle sue orecchie, come se fosse stato a due centimetri di distanza. Stava formulando un incantesimo, da come poteva sentire le frasi cadenzate e melodiche farsi strada nella sua mente. Quando l'enfasi nelle parole mistiche e incomprensibile fu massima ecco che la terra si aprì. Non durò a lungo, forse solo un paio di secondi, ma Jonson vide chiaramente aprirsi un baratro sotto la macchina poco distante da lui, che cadde come se fosse stata sospesa per aria...Stavano per saltarci dentro, loro cavalieri, ma quando gli zoccoli infuocati degli incubi erano lì lì dal sprofondare nel nulla ecco che il buco si richiuse, come se non fosse mai esistito. Il Cavaliere non seppe cosa pensare, se un illusione o una vera magia, ma in fondo non ebbe il tempo per rimurginarci sopra a lungo, in quanto si trovarono dinnanzi a un enorme reggimento di fanti armati di picche nelle prime file e di archibughi nelle ultime.
Tutti loro lanciarono un grido altissimo, che raggiunse il cielo e sovrastò gli scoppi della polvere da sparo; Jonson resse forte dinnanzi a sé lo scudo a protezione del busto, e su di esso rimbalzarono diverse pallottole che finirono nel vuoto. Non avevano tempo per una seconda salva, la sua lancia notevolmente più lunga delle picche degli umani sfondò la barriera di scudi, contemporaneamente ad almeno altre cinque, e affondò nelle teneri carni umane. Dopo che l'impeto della carica si esaurì, quindi dopo aver scompaginato tutta la compagnia, ecco che tutti abbandonarono le aste per impugnare le vere armi: gli strumenti di morte incantati dati da Mannfred poco tempo addietro. Non c'era possibilità di scampo per i nemici, vennero tutti massacrati nell'arco di pochi minuti, Jonson si ritrovava già grondante di sangue altrui. La strada per gli altri non-morti era libera, un onda di zombie allagò le strade della cittadella, abbattendo le forze difensive rimanenti... Ov viamente l'esercito imperiale non consisteva solo nei poveri soldati posti a difesa dei portoni, anzi, il grosso era stato concentrato nella piazza principale della città...ma non era compito loro fare piazza pulita lì: non avrebbero avuto spazio di manovra in mezzo a tutti quegli altri non-morti. Attesero quindi lì all'ingresso, mentre il flusso di zombie che passava dall'entrata devatata non accennava a diminuire.
“beh..direi che abbiamo fatto un buon lavoro, no? Speravo in qualcosa di più, tipo un faccia a faccia con dei veri cavalieri del sacro graal, ma purtroppo non se ne son visti...e più oltre non possiamo andare. Vabbè.”
Disse uno dei Cavalieri, tale Yach
“Uhm...effettivamente mi aspettavo anche io qualosa di me-”
Kaldar si interruppe di colpo, lo sguardo atterrito puntato al cielo. Aveva visto qualcosa, e non era qualcosa di piacevole.
“che diamine stai guardando?”
borbottò Jonson rivolgendo anch'egli gli occhi in alto...in mezzo agli infinti pipistrelli che oscuravano il cielo in modo da proteggere i vampiri dai raggi solari ecco che spiccava la figura di una specie di cavallo alato.
“UN GRIFONE!”
Urlò Kaldar, quindi partendo al galoppo verso l'uscita, travolgendo decine e decine di zombie ancora in mezzo ad esso, facendosi strata tra i corpi dei non-morti.
“Ehi un che?? ma dove diamine stai andando?”
Ribattè urlando Jonson, seguendolo a ruota...in fondo era il suo braccio destro e dietro a lui partirono anche tutti e ventinove i Cavalieri, non avendo certo pietà per degli stupidi Zombie
“Idiota, si sta dirigendo verso Mannfred, non vedi??”
sbraitò il Castellano, e Jonson tornò a fissare quella figura...
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:50 pm

il tizio in sella al Grifone stava abbattendo con assoluta facilità tutti i Pipistrelli, vampiro o meno, che gli si paravano dinnanzi e l'animale stava planando ad una velocità assurda verso Mannfred. Egli, fermo in cima ad una collina, quando si accorse del pericolo subito cercò di voltare il cavallo e darsi alla fuga: aveva riconosciuto la figura sopra il magico animale: era il nuovo conte dello Stirgand Kamner, guerriero di grande fama che ora appariva assai minaccioso con la sua Zanna runica sguainata e pronta ad abbattersi su di lui.
“VELOCI, DANNAZIONE, VELOCI!”
Sbraitò il castellano nell'inutile tentativo di raggiungere il Conte prima che il nemico si abbattesse su di lui..egli era troppo veloce anche per gli incubi e loro dovevano farsi strada tra le loro stesse truppe. L'impresa era impossibile, l'esito prevedibile. L'Elettore piombò su di Mannfred che cercò di frapporre la sua spada sulla traiettoria della Zanna del nemico...ma la forza impressa nel colpo dalla velocità della picchiata fu tale che il magico metallo si spezzò come se fosse stato uno stuzzicadente di legno e insieme a metà della lama nell'aria vorticò anche la testa urlante del Conte.
Il grido di dolore del Lord morente penetrò nel pensiero dei vampiri presenti come una lama, facendo esplodere di dolore la loro mente. Ancora in groppo all'incubo Jonson si piegò su se stesso, al bocca spalancata in un muto urlo che non voleva uscire dalla gola serrata del non-morto. Poi fu tutto finito. Il dolore passò come era venuto, improvvisamente: il Conte era spirato, la magia che pervadeva il suo corpo ora finalmente dispersa da quell'umano.
Grazie alla distrazione dei Cavalieri del sangue il guerriero sul grifone potè riprendere il volo prima che la loro furia si abbattesse su di lui
“Dannato uccellaccio dei miei stivali! Scendi, bastardo! Ti faccio vedere io cosa vuol dire combattere, maledizione!!” Sbraitava al vento sventolando la spada dannata nella mano destra, impennando con l'Incubo...ovviamente fu inutile, e l'Elettore riuscì a ritornare al castello indenne. Ancora non era finita però: la magia di mannfred si era esaurita, questo è vero, ma tutti i necromanti e i vampiri sapevano che la sconfitta in quella battaglia sarebbe significata la morte...L'Impero avrebbe concluso la sua opera perseguendo ovunque i seguaci dell'ex Conte della Sylvania, sarebbero tutti stati massacrati. Quindi avevano un valido motivo per restare lì a mantenere un enorme sforo magico per tenere in animazione tutta quell'ora di non morti...alcuni zombie collassarono al suolo, in polvere, ma il grosso dell'armata restò in piedi e continuò a combattere contro gli ultimi difensori del castello, ormai ridotti in un esiguo numero. Dalla Collina i cavalieri potevano ben vedere il massacro che si stava compiendo dentro le mura e il Castellano voltò l'Incubo per ridirigersi verso i portoni...
“Forza...i nobili saranno ora troppo impegnati a concentrarsi per combattere decentemente, e il nemico ha ancora parecchi abili campioni dalla sua parte...toccherà a noi distruggerli. ANDIAMO!”
Comandò infine, spronando il suo cavallo; tutti si mossero, ovviamente...tranne uno: Jonnson. Era il più giovane. La sua anima, contrariamente a quella dei suoi colleghi, non era stata ancora totalmente corrotta...e la morte del Signore aveva fatto si che venisse sciolto il legame di sangue.
“No.”
Disse semplicemente, trattenendo la sua cavalcatura dal seguire gli altri orrori infuocati. Il suo sguardo ora era perso nel vuoto e nelle fiamme che divampavano nella città; dentro di lui si stava svolgendo una battaglia: la bestia stava per soccompere all'umanità ancora non del tutto soppressa.
“...Cosa?”
Mormorò Kaldar, voltando l'Incubo...fu solo un sussurro, ma ovviamente Jonson lo colse. Essere un umano maledetto aveva i suoi vantaggi, dopotutto.
“Ho detto di NO!!”
Gridò dopo qualche secondo, piantando contemporaneamente i talloni nei fianchi del suo incubo e dirigendosi al galoppo verso il Castellano, spada alta sopra la testa. Egli era sconvolto, e tanto...mai gli era capitata una insubordinazione, ma non era tanto colpito da lasciarsi decapitare così: secoli di battaglie saranno pur servite. Bloccò col lo scudo il colpo portato verso la sua testa del ribelle, tuttavia la potenza del fendente fu tale da sbalzarlo di sella, sia per il potenziamento magico dell'arma che per la carica devastante dell'Incubo. Il nobile e antico vampiro ricadde al suolo, mentre tutti i suoi allievi, ripresosi dalla sorpresa, si accingevano a distruggere il traditore
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:51 pm

“FERMI!”
li interruppe il Castellano, rialzandosi lentamente da terra
“Lui...è mio!”
Mormorò con un sorrisetto maligno sulle labbra, quindi attendendo che Jonson tornasse un po' indietro, fino a porsi a qualche metro di distanza da lui. Il ribelle comprese al volo le intenzioni di Kaldar, quindi smontò da cavallo. Normalmente combattere a terra con armatura e scudo da cavaliere sarebbe stato impossibile per un umano...ma loro non lo erano, ovviamente.
“Direi che è la resa dei conti, Kaldar.”
“Direi che stai per morire, stronzo...Idioti che siamo stati a lasciarti accedere al nostro corpo quando ancora la tua anima non era stata corrotta del tutto.”
Mormorò scuotendo lentamente il capo
“Voi Cavalieri, se vincerà lui avete il dovere di rispettare ciò che vi ordinerà...se vincerò io ovviamente vi unirete a me col banchettare col suo corpo.”
Ordinò, quindi attendendo qualche secondo prima di avventarsi su di Jonson con un acuto urlo.
Era più forte ed esperto, e ciò era evidente fin dai primi colpi che si scambiarono: Kaldar parava senza difficoltà i fendenti della giovane recluta, che invece faticava a tener dietro al ritmo incalzante dell'attacco nemico.
Dopo qualche minuto di combattimento furioso la spada dannata di Kaldar scalfì la pesante armatura di Jonson, ferendo la carne morta abbastanza in profondità, sulla spalla sinistra che reggeva lo scudo. Riusciva ancora a parare i colpi con esso, ma ad ogni impatto la ferita gli faceva male come non mai; doveva finire il combattimento al più presto. Non poteva permettersi di morire in quel momento: l'Impero sarebbe stato distrutto dalla forza non morta se la sua principale città fosse caduta, e doveva inpedirlo. Non doveva morire. Con un rinnovato vigore, scaturitogli da chissà dove il giovane vampiro si lanciò contro il suo nemico in un attacco suicida: colpì lo scudo avversario con il proprio in modo da creare una breccia nella difesa avversaria, finendo ovviamente per offrire tutto il corpo all'attacco nemico...Kaldar non se lo fece ripetere due volte e infilzò in un solo affondo Jonson, la spada che penetrò fino a metà lama...Non ebbe a gioire per molto del successo ottenuto: la sua testa si ritrovò a volare nell'aria in seguito al fulmineo, feroce e inevitabile fendente dell'ex sargente imperiale che pur essendo infilzato come uno spiedino riuscì con la forza d'inerzia derivatagli dalla precedente carica a far partire il micidiale colpo, totalmente inaspettato.
Aveva vinto. Stava per morire, ma aveva vinto. O forse no, forse aveva ancora una chance: da bravo soldato sapeva che essere trapassati da una parte all'altra del corpo significava morte certa, ma un vampiro non ha punti vitali che non siano il cuore e la testa...la spada nemica aveva trapassato quelle che era il polmone sinistro...non un grave danno per una creatura che non necessitava di ossigeno per vivere. Ma le forze comunque lo abbandonavano: la ferita aveva causato un certo dissanguamento e il sangue per un essere della notte era la vita.
“..La...Vita...?”
Grugnì inconsciamente Jonson, che dopo essere crollato a terra aveva cominciato a trascinarsi verso l'avversario sconfitto.
“Sei stato un...buon av-versario, kaldar...Onor-e a te. Ma ora...ho bisogno di te.”
Mugugnò in preda a fitte terribili di dolore, quindi attaccando le proprie labbra al collo mozzato del morto, succhiandone il sangue. Era incredibile. Non era mai stato ferito così gravemente prima d'ora, e solo adesso poteva assaporare appieno il potere guaritivo del sangue: pian piano che assorbiva l'energia vitale del Castellano le ferite si rimarginavano: la spada ancora conficcata nelle se carni cominciò a sfilarsi da sola, respinta dai moti muscolari del ventre o più probabilmente dall'energia mistica del sangue. Il profondo tagli alla spalla già non esisteva più.
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:51 pm

Quando ebbe infine concluso di abbeverarsi si levò sul corpo privo di vita, voltandosi verso gli altri cavalieri che attendevano in silenzio, sconvolti.jonson alzò il braccio destro, la mano chiusa a pugno, in segno di vittoria. Uno a uno, i suoi ex-compagni si inchinarono, volenti o nolenti. Ora era lui il loro comandante, la loro disciplina marziale gli obbligava a sottostare totalmente ai suoi ordini.
“Ora sono io il vostro Comandante! Obbedirete a qualunque mio desiderio, non fiaterete ai miei ordini, non discuterete ciò che dirò. Chi si rifiuta di farlo??”
Domandò ad alta voce, quasi gridando...nessuna voce gli rispose, gli occhi gelidi devi vampiri erano fissi su quello che era stato un loro pari ed ora era innegabilmente il Castellano.
“Bene..vedo che avete già compreso. Ora...”breve pausa, giusto il tempo di rimontare in sella.”...Il vostro compito è quello di cercare i nobili e i necromanti e di ucciderli...devastate chiunque non-morti vi si ponga davanti. Non toccate gli Imperiali...se farete ciò che vi ho detto dopo vi lascierò liberi di fare ciò che vorrete, rifiutando il mio nuovo rango. Tutto chiaro??”
Domandò ancora, la risposta non si fece attendere
“Sissignore!”
Esplosero tutti contemporaneamente...in fondo non gli costava niente distruggere gli ex-alleanti, a loro interessava soltanto poter combattere contro degni avversari...cosa che Mannfred non gli aveva lasciato fare.
“Seguitemi! CARICA!”
Urlò voltando il proprio Incubo e spronandolo alla carica, verso al massa di zombie che ancora affollavano il portone d'ingresso.
Non fu un massacro, di più. Fu una carneficina. Gli zombie vennero falciati come spighe di grano dai cavalieri in piena carica: non opponevano resistenza, non li riconoscevano come nemici e li vedevano solo come i padroni. Anzi, più probabilmente non pensavano proprio a nulla, si lasciavano solo massacrare. Ogni Cavaliere di Rocca Sangue contribuì inoltre al massacro dei nobili vampiri e dei necromanti...questi ultimi non valevano niente in combattimento, ma più difficile fu l'impresa di distruggere gli anziani aristocratici, anche se avevano dalla loro parte il fattore sorpresa e una cavalcatura d'eccellenza. Ma alla fine ci riuscirono: uno ad uno i nobili vampiri vennero abbattuti dai Cavalieri del Sangue e man mano che essi perivano sotto le lame maledette parte dell'esercito di non-morti si disgregava, dato che veniva a mancare il potere magico necessario a comandare tutta quell'orda e che non c'erano maghi del livello di Mannfred, tra loro. Si giunse allo scontro finale, dinnanzi al palazzo dell'imperatore, dove i venti Cavalieri (ben nove erano periti nell'impresa) si unirono alle forze dell'Impero, con immensa sorpresa dell'Elettore dello Stirgland, l'unico nobile umano presente in città. Fu lui a porre fine alla non-vita dell'ultimo vampiro e mentre cadeva in polvere anche la ormai indebolita guardia dei Tumuli fu spazzata via dal vento invernale. I cavalieri furono fortunati, in quanto era già scesa la notte quando i pipistrelli che avevano fino ad allora oscurato i cielo si dileguarono
La battaglia si era conclusa come nessuno avrebbe mai previsto: buona parte della nobiltà vampirica era stata tolta di mezzo e con loro Mannfred in maniera definitiva. Un discreto successo per l'Impero, che in fondo aveva pagato un ben misero prezzo in questioni di vittime, rispetto alla precedente guerra assai più logorante.
Nella piazza della città ora si trovavano faccia a faccia i Cavaleri con la guardia personale del Conte; ancora a cavallo del mostruoso essere Jonson si mosse fino a giungere dinnanzi a Kamner.
Il silenzio era assoluto, tolte le ultime grida dei morenti e il crepitare del fuoco. Nessuno fiatava, la tensione era palpabile tra gli umani e i nobili guerrieri, che in fondo rimanevano dei malvagi vampiri e che ricambiavano con odio le occhiate degli umani.
“Temo di non aver capito.” Proruppe il Conte, non staccando gli occhi di dosso da quello che gli pareva essere il Comandante del gruppeto.
“Chi siete voi Cavalieri? E voi che li guidate?”
“Noi...siamo i Cavalieri di Roccasangue, il mio nome è Jonson, ex-ufficiale dell'esercito imperiale.”
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:51 pm

Rispose con voce gelida il nuovo Castellano, prendendosi una pausa prima di continuare.
“Gradirei parlare con Voi privatamente per qualche istante, se mi è concesso.”
Seguì un cenno affermativo da parte di Kamner, che smontò dal cavallo e lo precedette all'interno del palazzo. Nessun'altro si mosse, i soldati e i vampiri continuavano a guardarsi silenziosamente in cagnesco.
I due giunsero presso un salone interno, deserto, e si accomodarono sulle panche lì presenti...le armature erano scomode, ma non avevano il tempo di togliersele ed erano troppo stanchi per pensare di farlo.
Jonson gli spiegò tutto ciò che era successo in un breve ma conciso riassunto.
“...Quindi, mio signore, i miei cavalieri ancora odiano la vostra gente sebbene abbiano dovuto aiutarla per mio ordine...appena uscirò da questo luogo gli permetterò di tornare al loro luogo natìo: il castello di roccasangue...sebbene siano vostri nemici vi prego però di lasciarli ritornare a casa in pace. Gli ho fatto una promessa e son solito mantenerle.”
Concluse cercando di sfoderare un sorriso, ma non ne era capace. Non più.
“Uhm...si può fare, certamente...anche se penso che d'ora in poi dovremmo tenerli d'occhio. Per quanto riguarda voi? Cosa farete ora? Non avrete più nessuno da guidare, volete essere forse reintegrato nell'esercito?”
Domandò, attendendo una risposta...che si fece attendere, dato che l'essere immortale ora sembrava pensieroso, e molto.
“beh...temo di dover rifiutare, questa terra non è più la mia casa da troppo tempo, io non appartengo più ad essa, sebbene la ami ancora.”
La voce pareva intrisa di dolore, autentico dolore e malinconia; quindi il guerriero si congedò, tornò all'esterno e comandò ai suoi Cavalieri di andarsene senza di lui...non se lo fecero ripetere due volte, voltarono gli incubi e partirono al galoppo verso il loro castello.
Jonson non sapeva cosa fare. Dove andare. Si diresse fuori dalle mura, calpestando i resti dei soldati e degli zombie caduti, ignorando le occhiate addolorate delle vedove in lutto e dei feriti che si trascinavano morenti tra i morti. Camminò a lungo nella notte fredda diretto verso est, togliendosi man mano pezzi dell'armatura per gettarli a terra, lasciate sull'umido terreno come lacrime di sangue.
Infine giunse in cima ad una collina, lontano dai corpi, dalla morte. Lì si fermò a contemplare lo spettacolo che la sua vista gli donava: un campo di grano, quasi infinito fino all'orizzonte, occupava tutta la vallata; dinnanzi a lui il fianco della collina era coperto quasi interamente di fiori e d'erba...Strano. Era quasi inverno, ciò non era possibile. Non ci diede peso, sebbene l'idea che fosse soltanto una visione imposta dal suo subconscio gli balenò per la mente. Non gli importava.
Attese e pensò. Riflettè sul fatto che ora era solo al mondo, tutti coloro che conosceva erano morti, le terre che aveva amato ormai erano in rovina...nella sua stessa anima era stato piantato il seme della corruzione, che prima o poi avrebbe ripreso il sopravvento: ne aveva tutto il tempo. Allora decise: rimanè a pensare ai tempi trascorsi da giovane a rincorrere il vento, lo sguardo perso nell'orizzonte, ed attese l'Alba.
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 7:52 pm

a voi per i commenti :cvc4:
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Nani4ever
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeVen Mag 08, 2009 8:30 pm

mmm niente male, niente male davvero. complimentoni lautrec
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Drakhor
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeLun Mag 11, 2009 9:23 pm

Bella Lautrec , i vampiri sono sempre stati i miei preferiti pero :sorr:
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Adbhull
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeLun Mag 18, 2009 6:51 pm

Originalità:
3
Stile:
4
Pertinenza:
4
Resa:
3
Extra:
4
Valutazione conclusiva:
Molto buona, specialmente l'inizio, nella parte finale i personaggi perdono un pò di spessore. alcune dinamiche tra i personaggi sono date un pò per scontate.

totale
18


Ultima modifica di Adbhull il Mar Mag 19, 2009 6:43 pm - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeLun Mag 18, 2009 9:39 pm

Originalità:
4
Stile:
4
Pertinenza:
4
Resa:
3
Extra:
3
Valutazione conclusiva:
Molto bello.. ocncordo con abdhi per la fine... si pedrde un poco..ma molto bello.
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Yakumo-dono
Veggente di Zendra
Yakumo-dono


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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeLun Mag 18, 2009 10:03 pm

Originalità:
3
Stile:
4
Pertinenza:
4
Resa:
3
Extra:
4
Valutazione conclusiva:
Alcune parti risentono delle problematiche intrinseche al genere e agli argomenti trattati.
Recupera con lo stile interessante e con la cura per i dettagli. Lavoro degno di nota.
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Il Conte
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Il Conte


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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeMar Mag 19, 2009 6:02 pm

va più che bene.
se magari pubblicate anche la somma di tutti i voti e più immediato
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Max.
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Max.


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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitimeMar Mag 19, 2009 9:27 pm

Originalità:
4

Stile:
4

Pertinenza:
4

Resa:
5

Extra:
3

Valutazione conclusiva:
-storia interessante e coinvolgente, mi è piaciuta e specialmente la deficenza degli zombie molto bella

19
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MessaggioTitolo: Re: Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec   Aedo Zendraino: "Requiem di Sangue" - Lautrec Icon_minitime

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