[Racconto] L'Incontro

Utente Età : 34 Località : Roma Messaggi : 751

L'Incontro

Come? L’uomo è soltanto un errore di Dio? O forse è Dio soltanto un errore dell’uomo? (Friedrich Nietzsche)

Colonna sonora: Beyond The Ice - Blind Guardian

Scappava.
Ecco! Il colpo di frusta lo fece cadere sulla candida neve innocente. Il piccolo continuava a sferzare inesorabilmente sul corpo già menomato dell’umano.
Curiosità, Grida, Gioia, Diletto, Dolore, Rabbia, Odio!
La verga continuò instancabile il suo compito malefico. Ad ogni colpo, brandelli di carne vennero portati via.
Sempre più forte, sempre più veloce.
Poi, l’imprevisto. Uno sforzo dettato dall’istinto. L’umano si volse e colpì il suo giovane torturatore. L’elfo cadde di schiena. Un balzo, ed il rozzo barbaro gli fu addosso con furia animalesca.
Ossigeno. Polmoni che bruciano. Il collo stretto in una morsa di pelle ed ossa. Percosse al costato.
Paura, Disperazione!
Le forze gli vennero meno. Lo schiavo sbavava come cane rabbioso sopra di lui. La fragile mano cercòqualcosa nel fodero appeso alla cintura.
Ecco, il freddo metallo stretto nel pugno.
Un gesto. Dal ventre fin su per la gola lo squarcio. Le interiora dell’umano cascarono calde e fumanti sul profumato corpo dibattente dell’elfo.
Sollievo.
Si levò di dosso i resti del puzzolente animale. Si erse sopra il malcapitato. Nella neve, i densi fumi del corpo lacerato ascendevano al cielo. Fetore e la neve intorno al corpo si tinse di porpora.
Aveva ucciso per la prima volta qualcosa. Che strana sensazione. Timore, incertezza… Soddisfazione.
Si allontanò da quella scena da incubo con passi pesanti. Confusione. Girandosi a guardare un’ultima volta scorse qualcosa sulla parete rocciosa, forse un abbaglio.
Una figura sfocata e oscura, come un corpo costituito dalle tenebre più profonde. I movimenti lenti lasciavano una scia di buio assoluto. La figura levitò vicino al corpo massacrato. Ora due occhi luminosi lo fissarono. E un voce, mai sentita una voce del genere fino ad ora, echeggiò tra le fredde rocce.
“Vieni qui.”
Quasi attratto contro la sua volontà, le sue gambe si mossero verso quell’orrore.
“C-cosa sei?” la vocina si perse nel vuoto come la fiamma di una candela spenta dal vento.
“Avvicinati ancora, ti devo ringraziare, piccolo Keodras.”
Man mano che il giovane si avvicinava la figura assunse i lineamenti di un elfo. La sua aura di oscurità lo circondava ancora. Non spirava nessun vento, eppure capelli e mantello si muovevano come se spinti da una brezza leggera. Gli occhi, del colore del sole che tramonta.
Un’armatura nera dalle venature verde scuro.
“Mi hai appena donato l’anima di questo essere. Ti ringrazio. Il tuo gesto, il tuo omicidio, ti ha portato ed essere legato per sempre a me.”
“Cosa sei! Io, io non volevo ucciderlo!.”
Una lacrima di rabbia e frustrazione scivolò celermente sulla sua guancia.
“Si che volevi, infatti lo hai fatto. Lo hai ucciso. Nella tua vita non esiste niente di non voluto. Ogni azione che compi è mossa dalla tua coscienza. Dal più profondo del tuo animo, qualcosa ti ha spinto a strappare la vita di questo umano. Tu hai obbedito, e non solo, lo hai fatto pure con piacere, lo hai fatto con l’intento di farlo soffrire. Perché nel momento che lui ti strozzava, oltre al dolore che provavi, tu desideravi sofferenza per lui, sofferenza.. ed infine morte. E così è stato.”
Nei momenti di silenzio, il corpo della figura diventava trasparente e si oscurava, ma ogni volta che parlava riprendeva fattezze normali.
“Come fai a conoscere il mio nome?”
Non più intimorito, il piccolo Keodras si sentiva come se fosse al sicuro in presenza di quell’essere misterioso simile ad un elfo.
“Io conosco tante verità. Tu oggi ne hai conosciuta una, la più importante, la morte. é una dolce verità di questo mondo! La più sacra. La conoscerai molto bene in futuro. Mi farai tanti altri doni, ed io te ne saprò essere riconoscente. Sempre.”
“Non ho paura di te.”
Una risata.
“No, non hai paura. Lo so. Ma provi qualcos’altro. Qualcosa che non ti sai spiegare ancora.
Il piccolo era come ammaliato dalla voce di quella creatura. Non seppe spiegarsi cos’era. Gli venne insegnato e spiegato dell’esistenza dei demoni maligni che popolavano gli angoli oscuri di Naggaroth, ma questo era diverso. La sua presenza lo inondava d'estatiche sensazioni confuse.
“Ora torna a casa, Keodras. E ricorda quello che ti ho detto….”
La figura ridiventò sfocata e trasparente, e levitò verso la parete rocciosa, lasciandosi addietro fosce ombre. Poi quando si scontrò con essa, si dissolse nell’aria.
“Non andare! Non lasciarmi da solo!”
Ancora una volta, sentì la voce, questa volta era dentro di lui.
“Non sarai più solo dopo il dono che mi hai fatto, Keodras, io sono dentro di te, fuori di te, io sono nell’aria, nei boschi, nella neve che scende e nel sole che sorge, io sono nelle montagne, sono nel tuo pugnale e nella tua frusta, non sarai più solo…”
Le stelle non brillavano più nel cielo, fiocchi di neve scendevano copiosi. Il vento si alzò.

Titolo: Re: [Racconto] L'Incontro Sab Set 12, 2009 10:18 am

Complimenti, bel racconto, scritto molto bene per giunta...
E' raro che qualcuno qui a Zendra usi le sezioni sul bg per postare racconti, mi congratulo con te [Racconto] L'Incontro 66229

Utente Età : 34 Località : Roma Messaggi : 751

The Warlock ha scritto:: Complimenti, bel racconto, scritto molto bene per giunta...
E' raro che qualcuno qui a Zendra usi le sezioni sul bg per postare racconti, mi congratulo con te

grazie dei complimenti!

Raro? Beh, io ne posterò molti altri ;)

Però spero di non violare qualche regola, forse dovrei proporre una sezione apposita. Non vorrei che mi s'accusasse di spam o cose del genere.

Utente Età : 31 Località : Seregno Messaggi : 45

Se qualcuno ti accusasse di spam, perchè cerchi di darci qualche punto su cui ragionare, bhè allora, vado a casa e lo dilanio come solo uno sventratroll sa fare...

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