Accesso al cesso... 13

Un semplice cesso... o forse no?

"Eccoci qui." disse Moccolo. "Ora io dirò parola magica : PAROLA MAGICA!!!!!" disse con solennità e ora metà del cesso era sparito, facendo vedere un lungo sottopassaggio sotterraneo. "Ora darwin dirà la sua frase segreta e si aprirà l'altra metà. Poi tu dovrai saltare dentro."

Darwin apparve nei suo 4 metri di altezza. Un camaleontroll con la pelle albina si avvicinò al cesso e disse " MIA FRASE SEGRETA!!!" e anche la seconda parte del cesso svanì.
Da li sotto veniva una puzza inecente e warlock sembrava stare per andarsene. Prima che potesse però anche solo pensarci i troll lo afferrarono e lo lanciarono dentro

Mentre cadeva sentì

"Ehi moccolo... gli hai spiegato come uscire?"
"Dovevi farlo tu.."
"No io lo ho fatto l'ultima volta..."
"E allora perchè l'altro mago non è ancora uscito?"
"Semplice disattenzione...non è stato ad ascoltare.Una birra di fungo?"
"Perchè no..."

Lo stregone picchio violentemente la faccia sul pavimento della stanza dopo essersi fatto un centinaio di metri in caduta libera in uno stramaledetto tunnel. Per fortuna aveva attutito la caduta con un incantesimo, altrimenti si sarebbe spappolato miseramente al suolo.
"Stupidi troll..." bofonchiò alzandosi e cercando di guardarsi intorno.
Lo spettacolo più figo del mondo era davanti ai suoi occhi...

Si trovava in una grande stanza bianca di forma rettangolare, illuminata completamente dalle luci azzurre che i lampadari magici proiettavano. La parete sinistra era completamente occupata da vasche verticali, probabilmente utilizzabili per tenerci in stasi dei campioni di esseri viventi sotto analisi da parte degli utilizzatori del laboratorio. Il lato destro della stanza, d'altro canto, era pieno zeppo di armadi contenenti materiali alchemici e strumenti di ogni genere: si andava dal più semplice degli alambicchi al più complicato attrezzo dall'aria misteriosa. Nel ripiano più alto di un armadio, lo stregone vide addirittura uno Zampofornicoriometro (e chiunque non sappia cos'è non è un vero stregone )! Era convinto che non esistessero più attrezzi del genere! Sui libri che aveva studiato si affermava che gli Zampofornicoriometri erano stati tutti distrutti durante la caduta della leggendaria città di Zampariat! E poi ancora zolfo, pietre preziose, piombo e campioni di sangue e cellule delle più strane creature viventi! Inoltre, in un armadio gigantesco, erano contenuti tantissimi libri sulle arti arcane e alchemiche!
Ma la cosa più bella era il tavolo in fondo alla stanza: una specie di enorme incrocio tra una scrivania ed un tavolo operatorio largo circa 2 metri.

"Che figata... chissà se si può..." disse lo stregone.
"... verde..." disse poi e, con suo sommo stupore, la luce dei lampadari si tinse immediatamente di verde!
"Fantastico, questo posto è decisamente fantastico! Chissenefrega se non posso più uscire!!" disse ridendo sguaiatamente.

"vedo che le piace padrone...." disse una voce alle sue spalle.
"Io sono Tharr, un famiglio del padrone... Bhakanarash, il più grande stregone di tutti i tempi, anche se tu forse lo conosci sotto un altro nome. Mi ha mandato qui ad assisterti. So tutto quello che serve per fare qualunque incanto, il padrone mi ha evocato per questo. Mi ha detto di stare al tuo servizio ma di impedirti di entrare nella Bikarwha... la sua stanza privata.
Ora ti spiegherò come funziona. Questa è la stanza della creazione. essa prende le forme che il possessore delle immagini pensa che abbia. Il mio padrone la ha lasciata a te e con essa me.
Se ti serve qualunque cosa io sono qui, al tuo servizio. "
disse un falco pellegrino che uscì dalla oscurità.

"Lieto di conoscerti, Tharr." disse lo stregone. Proveniendo da una tribù barbara del nord, si era sempre sentito a suo agio con gli animali.
"I due idioti che mi hanno condotto qui si sono dimenticati di dirmi come si esce, non è che potresti darmi tu questa informazione?"

" Certo. Devi usare la Amigdala di apertura, la pietra che i due troll sicuramente ti hanno dato. Se no... aspettare che ti vengano a cercare. Ma considerando IL fatto che Bhakanarash non vuole far saltare la sua copertura... dubito che ne uscirai più... ma ora mettiti al lavoro. Io contatto il padrone per sapere se uscirai. Al lavoro" disse Tharr e sparì

"Forse non ne uscirò più..." ripetè tra sè e sè Warlock. "E la birra?" gridò sconvolto al falco che si allontanava.
"Bah, mettiamoci al lavoro..." disse poi tirando fuori dal mantello la spada che Tullaris gli aveva dato da identificare. "... prevedo che ci sarà un sacco da lavorare su 'sta spada." disse appoggiandola sul tavolo ed andando a controllare se nella libreria si trovava per caso un qualche libro che parlasse di quella lama incantata.
"Eppure mi pare di averla già vista da qualche parte..." bofonchiò mentre evitava con maestria una pila di libri che gli stava cadendo contro.

" terza fila dall'alto. Quarto libro da destra. PaginE 113-119 per quel tipo di spada, 176-179 per gli incanti distruttivi e 123-198 per bilanceri e i velocizzanti." gli disse da un punto imprecisato Tharr

"Ma non potevi dirmelo prima che mezza libreria mi cadesse addosso? Adesso ci metterò ugualmente ore a trovarlo..." rise lo stregone mentre raccoglieva i libri che erano caduti. Subito l'occhio gli cadde su "Spade Leggendarie di Naggaroth", uno dei trattati scritti dal famoso Furion, lo Scriba Oscuro.
"Che botta di culo..." sogghignò mentre andava a sedersi al tavolo ed iniziava a sfogliare il libro.

"Se ti venisse fame pensa a birra e panini, altro questa stanza non crea. Quando vorrai incantare l'arma chiamami. Ho un buon potenziale magico" disse Tharr

Dopo nemmeno dieci secondi, Warlock stava già tracannando birra da un boccale da 1 litro e, sul tavolo, era appoggiato (in un piatto di carta) un enorme panino imbottito stile Shaggy e Scooby-doo...
Finito che ebbe di mangiare, tornò alla lettura del libro. Leggendolo, però, si rese conto che la spada di Tullaris non era affatto, come egli immaginava, la leggendaria Ammazza Elfialti Sterminadraghi Sventrademoni Straziacarni Divoratrice di Cuori, l'arma del famosissimo tiranno elfo oscuro Tharandros Flotsl. La spada dell'amico era effettivamente molto simile a quella del leggendario guerriero, ma era totalmente priva di poteri magici. E l'impugnatura era diversa. E anche la guardia. E le seghettature della lama pure. Effettivamente, le due spade si assomigliavano poco, ma lo sappiamo tutti com'è Warlock...
"Pare che mi toccherà incantare questa spada..." pensò con dispiacere. Peccato, risvegliare i poteri latenti di una spada sarebbe stato molto più comodo e semplice; e soprattutto Furion aveva scritto sul libro una formulina precisa precisa per ogni spada in esso descritta.

Alcuni minuti dopo, i preparativi erano pronti. La spada era stata messa al centro di un pentacolo tracciato sul tavolo, sulle cui punte vi erano 5 candele di 5 colori diversi: nera, bianca, rossa, azzurra e verde.

"Drago Nero! Dall'oscurità all'oscurità
La mia voce echeggia nel vuoto..." iniziò a recitare.

Il famiglio ripetè ad alta voce l'invocazione ai 5 poteri.

La spada si tinse di una luce nera

"Drago Bianco! Da questo mondo al prossimo
La mia voce grida di vita..." continuò lo stregone, felice che il falco fosse arrivato nonostante lui si fosse totalmente scordato di chiamarlo.

"il potere di tutto ciò che c'è di buono in questo mondo entri nella spada!!!" urlò l famiglio facendo brillare di luce bianca la spada, simbolo i purezza.

"Drago Rosso! Dalla tenebra alla tenebra io urlo,
Sotto i miei pensieri tutto si consolida..." disse poi.

"La fiamma della fornace tempri il metallo!!!" urlò il famiglio e il taglio della spada diventò incandescente

Impossibile negarlo: era paurosamente divertente! Lo stregone stava decisamente iniziando a gasarsi!
Il tono della sua voce divenne possente come un tuono che squarcia il cielo:
"Drago Azzurro! Il tempo che scorre
Mantieni sul tuo corso..."

"Che la lama non subisca ne la ruggine ne perda lucidità!!!" urlò il falco e la lama splendette di luce azzurra, perdendo tutto lo sporco

"Drago Verde! Poichè dal destino persino gli dei vengono abbattuti
Piangete tutti con me!" recitò infine Warlock. La sua parte di formula l'aveva recitata, ora doveva terminare l'infusione dei poteri nella lama.

"E che questa lama possa scalfire la materia degli dei stessi!" urlò tharr

Il rituale era finito. Doveva scegliere quale dei cinque aspetti potenziare per incantare l'arma

Le fiamme delle cinque candele si erano fatte sempre più grandi man mano che il rituale proseguiva. La stanza era ormai illuminata di tre colori differenti; un angolo del laboratorio, grazie alla luce proiettata dalla candela bianca, risultava ancor più lucido e splendente di prima; quello opposto appariva oscuro e tenebroso, illuminato dalla candela nera.
Gli occhi dello stregone si erano illuminati anch'essi: il loro colore mutava continuamente. Nero, bianco, rosso, blu e verde. Alla fine, gli occhi dello stregone si fermarono su di un colore: il blu.
In quell'istante, le fiamme di tutte e cinque le candele assunsero lo stesso colore.
"Blu è il colore da me scelto: che questa lama possa resistere affilata e splendente per l'eternità! Nè il fuoco dei draghi nè l'armatura più resistente potranno scalfirla!"

"Che il tempo stesso ne impedisca l'usura, che il metallo stesso inorridisca al pensiero di dannegiarla!!! Per l'acqua, per il vento e per il fuoco purificatore. Per la morte che ogni mortale attende. Per il tempo che tutto corrompe. Per il destino che neanche gli dei possono vincere. Fiat incatus eius!!!" urlò e cadde a terra stremato. L'incato era concluso.

Lo stregone barcollò mentre i suoi occhi tornavano lentamente normali. L'incantesimo era compiuto: Tullaris avrebbe avuto la sua spada.
Ora rimaneva un minuscolo problema: uscire per riconsegnargliela.
"Falchetto, non mi hai ancora detto cosa ti ha risposto il tuo padrone. Ho un modo per andarmene o no?"

A warlock atterrò una pietra in testa. Era quella di teletrasporto.
"Tu sai chi sono io. Non una parola a nessuno. Solo io, te e il nano sappiamo la verità. Se parli muori. E ora esci di qui. La stanza è tuoa. Te la regalo. Per tornare qui, usa la pietra. Basta che dici "Zell" e ti porterà qui. "Sgosh" e ti farà uscire" disse una voce conosciuta

"Decisamente, devi essere l'incarnazione di ogni male cosmico conosciuto e non. Sei proprio incredibile; grazie per la pietra..." ridacchiò Warlock.
Poi, raccolta la spada di Tullaris, disse "Sgosh" e scomparve.