Lezione 1Qualche informazioneIl giapponese non è una lingua particolarmente semplice da imparare a fondo, ma ha la particolarità di avere una grammatica molto semplice che non sfavorisce una rapida acquisizione dei meccanismi di base. Ci sono infatti una serie di semplificazioni rispetto all'italiano:
- Non esiste la declinazione in numero e persona di verbi, sostantivi, aggettivi.In giapponese, il numero non rientra mai nella costruzione grammaticale, anche se può essere specificato volontariamente con alcune aggiunte. Esempio:
----------Lo studente italiano legge il libro =
------------------------------------------------------Itariajin no gakusei wa hon o yondeimasu.
----------Gli studenti italiani leggono i libri =
-Non esiste il genere in aggettivo e sostantivo; Esempio:
----------Il maestro italiano legge il libro =
-----------------------------------------------------Itariajin no sensei wa hon o yondeimasu.
----------La maestra italiana legge il libro=
-Non esiste il futuro dei verbi; Esempio:
----------Leggo il libro =
--------------------------------Hon o yomimasu.
--------Leggerò il libro =
Queste facilitazioni sono molto comode soprattutto perché vi permettono di non declinare i verbi, che già come sono sono molto complessi. D'altro canto però, leggendo una frase in giapponese dovrete sempre fare un forte riferimento al contesto per capire genere e persona.
Un'ultimo chiarimento: come avrete forse notato la frase giapponese ha la peculiarità di posizionare il verbo (in questo caso
yomu, leggere) in fondo alla frase.
Le posposizioni: la posposizione wa
Un'altra peculiarità del giapponese è quella di utilizzare "posposizioni", ovvero particelle che, poste a seguito di nomi, aggettivi e verbi, cambiano il loro significato.
Nelle fresi precedenti abbiamo visto (senza accorgercene!) la posposizione
wa.
Gakusei wa hon o yondeimasu. = Lo studente legge il libro.
La posposizione wa ha pressapoco la stessa funzione dei nostri articoli determinativi. Serve ad indicare qual'è il soggetto del discorso, ad esempio chi compie l'azione di leggere. Notate che essa si pone
dopo il soggetto del discorso, e non prima.
Vedremo in seguito alcune indicazioni su come usare la posposizione wa più correttamente, per il momento limitiamoci ad averne mostrato il significato.
VocabolarioRiuniamo qui il piccolo vocabolario che abbiamo introdotto e ampliamolo leggermente.
gakusei = studente
sensei = maestro
hon = libro
pen = penna
itariajin = italiano
nihonjin = giapponese
gaijin = straniero
Il verbo 'desu'Il verbo
desu è il verbo che più si avvicina al nostro verbo essere e serve per indicare una qualità. Si usa in aggiunta alla posposizione
wa per formare frasi che indichino la qualità di qualcosa o di qualcuno nella seguente struttura della frase:
QUALCOSA o QUALCUNO + wa + QUALITA' o AGGETTIVO + desu
Il verbo come sempre va in fondo alla frase, e la posposizione wa va dopo il soggetto della frase. Vediamo qualche esempio:
- Gakusei wa itariajin desu. = Lo studente è italiano.
- Sensei wa nihonjin desu. = Il maestro è giapponese.
- Hon wa omoi desu. = Il libro è pesante.
- Pen wa akai desu. = La penna è rossa.
Le posposizioni: la posposizione ka
La posposizione
ka si pone solitamente (ma non è l'unico caso) in fondo all'intera frase, dopo il verbo. Il significato generico di
ka è quello di introdurre dubbio e incertezza. Per questo motivo, il
ka posto alla fine della frase altro non è che un punto di domanda.
Vediamo qualche esempio:
- Gakusei wa itariajin desu ka. = Lo studente è italiano?.
- Sensei wa nihonjin desu ka. = Il maestro è giapponese?.
- Hon wa omoi desu ka. = Il libro è pesante?.
- Pen wa akai desu ka. = La penna è rossa?.
Negli esempi, in associazione con la struttura
wa....
desu la posposizione
ka permette di rivolgere domande sulla qualità degli oggetti.