Per amore del concludere le cose iniziate posto il terzo capitolo per le anime interessate ^^
Il titanico scontro tra bene e male, tanto atteso e riverito nelle storie quanto sofferto da chi vi partecipa in prima persona.
Per decenni qualunque bardo, intrattenitore, storico o qualsivoglia oratore descriverà con maggiore enfasi possibile l'incontro tra Seraphon, cavaliere decaduto e Rajelm Freydhor, l'assassino soprannominato demone.
Mio compito, però, è riportare i fatti più vicino possibile alla realtà, cercando di trasmettere tutta l'umanità possibile dei due possenti guerrieri, che altro non sono che fragili esseri umani.
Il cielo era oscurato da nuvole cariche di pioggia, le quali sembravano attendere il momento propizio per scatenare la propria furia umida.
Nessun campo di battaglia o città in rovina, solo un piccolo paese... una tappa del percorso di ditruzione e morte del guerriero maledetto, spinto da sete di sangue del quale, tra l'altro, nutriva scarso interesse.
Seraphon giunse in quel luogo spinto da un presentimento, che si rivelò ovviamente reale.
Era la sua possibilità per fermarlo una volta per tutte.
Non gli importava delle sofferenze che aveva patito in quel labirinto infernale, i cui ricordi erano sempre più confusi e radi (cosa della quale era felice, poichè era stato causa di notti in bianco tra grida e incubi).
I Paladini lo avevano scomunicato, per le inadempienze ai suoi compiti e per l'ormai evidente cambio caratteriale che aveva subito.
Anche lui lo sapeva, poichè si era reso conto che la bontà "pura" non esiste, ma che l'applicazione di essa a volte richiedeva modi più duri.
Quando si affacciò a quello scontro si domandò se non fosse un segno del destino: non aveva forse trovato la spada ed era divenuto tale per prepararsi allo scontro che probabilmente avrebbe terminato la sua vita?
Era stranamente sereno per il momento, nonostante sapesse di affrontare il più potente spadaccino del mondo, oltre che più feroce guerriero.
Se era suo destino morire per fermarlo, lo avrebbe fatto e contava sull'aiuto di quella spada, per la quale aveva rischiato vita e sanità mentale.
Forse poteva farcela...
Rajelm Freydhor era terrificante a vedersi.
La sua veste era lacerata e sporca, i lunghi capelli erano ormai quasi tutti bianchi, mentre il viso era per metà nero e metà normale.
Gli occhi, uno nero e l'altro banco, lo fissavano attentamente inespressivi.
Dove era finito il ragazzo un po' chiuso che aveva una smania incredibile di imparare la scherma?
Ripensava alle rare volte che viaggiando incontrava i paladini e discuteva con loro sulle tecniche di spada...
Quello non era lo stesso ragazzo...
Però Seraphon si rifiutava di credere che il suo avversario avesse intrapreso la strada di sua volontà, preferendo pensare avesse perso la ragione.
L'unica cosa che non sapeva era che non si sbagliava.
Rajelm osservò la spada pendente al fianco del cavaliere.
La riconobbe, come un musicista saprebbe riconoscere la melodia della canzone più bella del mondo, e si preparò alla guardia.
La Spada delle Scelte era in grado di sintonizzarsi sui pensieri del possessore, modificando le sue proprietà.
Solo la fantasia e l'intuito limitano il suo utilizzo, e Seraphon non deficitava di nessuna di queste, d'altronde era famoso per essere il paladino-guerriero migliore.
Le parole erano inutili, ma il cavaliere non seppe resistere:
"E' passato molto tempo ragazzo, e forse questo giorno non mi sarei mai sognato potesse essere vero"
Mentre parlava lentamente estraeva.
"Non mi risparmierò Seraphon, so riconoscere un degno avversario quando ne incontro uno.
Lasciamo che il destino di molte persone dipenda da noi, come si scrive nei libri!"
Il cavaliere a malincuore senti affiorargli un sorriso, anche se non seppe spiegarsene il motivo.
La tensione e agitazione riempirono il suo animo, preparandosi alla battaglia.
Mai avrebbe potuto dire di essere più agitato... d'altronde il suo avversario, a quanto si narrava, non era mai stato sconfitto.
Seraphon, dopo aver incrociato la spada con esseri incredibili quali i generali "Nero" e "Rosso" faticava a pensare a qualcuno più letale di loro.
Lui però non era da meno.
Si scagliò a tutta velocità verso il guerriero scuro, muovendo orizzontalmente la spada in un fendente straordinariamente veloce per la sua mole.
Rajelm Freydhor si aspettava una capacità del genere, ma fu comunque sorpreso dalla formidabilità dell'attacco e decise quindi di schivarlo, rimandando la possibilità di un contrattacco.
I due si guardarono negli occhi per l'ultima volta intensamente, comprendendo quanto lo scontro fosse decisivo, poi battaglia fu.
Fu il duello più sofferto, spossante e lungo mai assistito da essere vivente.
Furono scambiati colpi, minacce, parole e sangue.
Dopo quasi un giorno lo scontro terminò e il cielo iniziò a piangere.
Nessun testimone riportò mai la verità assoluta su tutto, poichè si tennero a gran distanza.
Quale che fosse il vincitore non aveva importanza...
Seraphon sparì dalla circolazione, con l'intento di fare in modo che la spada non potesse mai più essere utilizzata.
Rajelm Freydhor si riebbe, scacciando con atroce sofferenza il suo demone interiore, ma trovandosi privo di anima.
Avrebbe intrapreso un viaggio per scoprire come recuperarla.
Ma, come scriverebbe un qualsiasi scrittore, questa è un'altra storia.