Vedi il Dalai lama e poi muori (economicamente)

VEDI IL DALAI LAMA E POI MUORI (ECONOMICAMENTE) – UN ALTRO SEGNO DELLO STRAPOTERE GLOBALE CINESE: SE UN CAPO DI STATO (PER ESEMPIO LA MERKEL) INCONTRA IL LEADER SPIRITUALE TIBETANO SI RITROVA CON L’EXPORT VERSO LA GRANDE MURAGLIA AI MINIMI – L’IDEA DEGLI ECONOMISTI FUCHS E KLANN: I LEADER MONDIALI LO INCONTRINO INSIEME.

«Adesso i cinesi faranno sentire su di noi la loro rabbia», confidò allo Spiegel un imprenditore tedesco dopo che, nel settembre del 2007, Angela Merkel decise di aprire le porte della cancelleria di Berlino al Dalai Lama, rompendo con una tradizione che aveva accomunato tutti i suoi predecessori.

L'anonimo imprenditore è stato lungimirante: in uno studio due economisti dell'università Georg-August di Gottinga hanno dato ora un nome alla «rabbia» da lui temuta. Si chiama «Effetto Dalai Lama» e si riassume in una frase: i Paesi i cui capi di Stato o di governo ricevono il leader spirituale tibetano assistono, nei due anni successivi all'incontro, a un calo del loro export verso la Cina.

Una ritorsione che gli autori dell'indagine, Andreas Fuchs e Nils-Hendrik Klann, sono riusciti anche a quantificare, incrociando i dati Onu sulle esportazioni di 159 Paesi tra 1991 e 2008 con l'elenco dei viaggi effettuati nello stesso periodo dal leader tibetano: in media la riduzione dell'export verso la Cina è dell'8,1%. «Il Paese sembra sfruttare i rapporti commerciali come uno strumento di politica estera», notano Fuchs e Klann.

Secondo i due ricercatori tale «Effetto» è molto recente. È infatti vero che Pechino reagisce ormai da decenni all'annuncio di una visita del Dalai Lama in una capitale straniera minacciando un raffreddamento delle relazioni economiche. Fu così, ad esempio, già nel 1989 con la Norvegia, dopo l'assegnazione del Nobel per la pace al capo spirituale tibetano.

Eppure è soltanto negli ultimi anni che si è passati dalle parole ai fatti. Il deterioramento degli scambi in risposta a un colloquio ai massimi livelli col Dalai Lama esiste solo «nel periodo 2002-2008, nell'era di Hu Jintao», si legge nello studio. Tuttavia «ciò non ha che fare necessariamente con la persona di Hu Jintao, bensì con la crescente importanza economica e politica della Cina», chiarisce l'economista Andreas Fuchs. Considerando che il ruolo di Pechino sullo scacchiere internazionale è destinato ad aumentare, «in futuro tali punizioni cresceranno», ammette Fuchs.

In realtà la stessa Cina sa che le ritorsioni, alla lunga, rischiano di rivelarsi un boomerang. Ecco perché i vertici comunisti sembrano aver elaborato una sottile strategia per evitare di finire vittime della propria politica. Anzitutto tali restrizioni non colpiscono tutti i settori economici, bensì riguardano soprattutto il commercio di macchinari e mezzi di trasporto.

Le sanzioni, poi, scompaiono in media dopo due anni, e non soltanto per volere di Pechino: gli stessi partner che le subiscono esercitano una forte pressione per eliminarle, ricorda Fuchs. E infine le punizioni non scattano in modo indiscriminato: il commercio con la Cina cala solo se a incontrare il Dalai Lama è un capo di Stato o di governo, come Merkel nel 2007 o Sarkozy nel 2008, ma non se a riceverlo è un funzionario di secondo piano. Un dettaglio, quest'ultimo, che a Berlino avevano già intuito.

Nel maggio del 2008, alcuni mesi dopo il faccia a faccia con Angela Merkel in cancelleria che provocò una crisi tra Germania e Cina, il Dalai Lama tornò a Berlino. Stavolta, però, né l'allora presidente Horst Köhler né Frau Merkel lo incontrarono, ufficialmente «per motivi di agenda».

La soluzione che Fuchs propone, però, è un'altra: «Non vogliamo suggerire che i politici non debbano più vedere il Dalai Lama, semmai potrebbero coordinare i loro incontri con lui: in fondo la stessa Cina è dipendente dalle importazioni e non può mettere tutti i suoi partner l'uno contro l'altro».


Fonte: La Stampa 05-11-2010

Che dire, i cinesi sono sempre i soliti....e purtroppo gli altarini si scoprono.
Ma lo stesso succede con la Russia e con molte altre potenze con cui l'Europa, pur nella sua rilevanza di mercato, deve fare i conti non solo monetari...

Accidenti alla Cina! Una ne pensa e cento ne fa!

Finchè faceva i suoi affari loschi all'interno del paese non me ne curavo, ora che invece sembra fare questi giochetti anche con le altre nazioni (e da un bel pezzo pure) la cosa m'infastidisce e m'inquieta.
Al momento, piuttosto che scoprire tutte le malefiche macchinazioni degli omini rossi, preferisco ancora ballare ciecamente ai ritmi dello Zio Sam.

In realtà non dovremmo stupirci di tali sciocchezze; i veri intrighi, giochi di potere, costrizioni, ricatti e tutto il peggio del peggio con cui lobby, banche e stati si dilettano non viene mica scoperto!

forse non capisco io l' economia (piu una sicurezza che altro)

allora: lo strapotere economico cinese si basa sui millioni di oggetti low cost che vende ovunque nel mondo: se la cina riduce l' export ad un certo paese, se quella nazione blocca l' expot cinese: non ci perde molto di piu la cina?


e la gente si lamenta dello zio sam, IMHO molto meglio gli usa che i dittatori vestiti di rosso (si sono anticomunista)

Non è proprio così....la Cina è un mercato eccellente anche per i nostri prodotti, con l'aumento diffuso del benessere nel celeste impero ci sono una marea di beni un tempo di lusso che ora sono accessibili al portaglio.

si ma non dispone di prodotti altamente tecnologici, al massimo ci sono fabbriche che producono elettronici in cina ma niente innovazione ne ditte proprie

No, aspetta...io intendo dire che i cinesi importano moltissimi prodotti di un certo tipo dall'occidente. Se decidono di chiudere questo afflusso, è un mercato molto potente che si chiude per una nazione europea specializzata nel settore della trasformazione. Per questo l'occidente è sensibile a questo genere di "ricatti".
Comunque badate ragazzi che la vecchia idea secondo cui in Cina si produce solo roba scadente non è al passo coi tempi...l'industria cinese si è modernizzata tantissimo, e se anche i prezzi rimangono bassi la qualità è aumentata moltissimo in tanti settori...i problemi sono altri, soprattutto per quanto riguarda i controlli...

capisco, grazie della clarificazione :123:

Yakumo-dono ha scritto:

Comunque badate ragazzi che la vecchia idea secondo cui in Cina si produce solo roba scadente non è al passo coi tempi...l'industria cinese si è modernizzata tantissimo, e se anche i prezzi rimangono bassi la qualità è aumentata moltissimo in tanti settori...i problemi sono altri, soprattutto per quanto riguarda i controlli...

Parole sante! E non bisogna neanche esagerare con l'ostracismo nei confronti della repubblica popolare cinese.

I luoghi comuni poi, sono ancora peggio. I cinesi sono un popolo particolare dotato di grandi capacità da cui si può solo imparare.

che i prodotti cinesi ormai in molti settori abbiano raggiunto standard elevati è una cosa di cui bisogna rendersene conto!
Il vero problema non è tanto che vengano venduti a prezzi bassi, quanto semmai le modalità ( di lavoro e salariali ) con cui riescono a garantire questi prezzi...

Ma tornando in topic, purtroppo non è certo il primo ricatto cinese del genere, vi ricordate recentemente quando minacciarono la svezia per il nobel dato al dissidente cinese?

tenere i prezzi bassi perchè sfrutti la gente come degli schiavi è facile... ma vabbè i cinesi non mi sono mai piaciuti e mai pi piaceranno. E prima che me lo chiediate: si, ho avuto a che fare con dei cinesi (cinesi veri, non quelli che vivono a milano...) e non hanno fatto altro che confermare cio che gia prima pensavo su di loro

detto cio volevo precisare che non è cosi facile "ricambiare" il favore e boicottarli a nostra volta. E il motivo è semplice: l'economia e americana è COMPLETAMENTE controllata dalla cina! Il dolalro americano tecnicamente sarebbe gia morto e gli USA sarebbero gia collassati su di loro stessi se la cina non comperasse dollari in continuazione tenendo cosi vivo il biglietto verde in maniera del tutto artificiale. Dato che buona parte del debito pubblico americano (che ammonta a migliaia di miliardi!) è in mano alla cina, gli USA devono starsene zitti zitti di fronte a quel criminale di Hu Jintao (tra criminali ci si intende, ma non troppo evidentemente...)
Lo stesso discorso, seppur in maniera un po meno marcata, vale per l'EU: anche l'euro si sta avvicinando inesorabilmente alla "morte clinica", esattamente come il dollaro, e viene fatto sopravvivere grazie agli investimenti dei vari stati al di fuori dell EU, tra i quali anche la cina.

Lo avevo già scritto da qualche parte e forse avevo già scritto una volta una frase come "Lo avevo già scritto da qualche parte"... Comunque ripetita iuvant (ho la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato nella trasposizione dal latino che ho fatto...mah)

Lo strapotere cinese deriva tantissimo anche dal fatto che detiene una gigantesca parte del debito estero in titoli di stato degli USA. In poche parole una grossissima parte della richezza cinese è detenuta in dollari. Basterebbe che mettesse in circolazione questi titoli per far deprezzare drasticamente il dollaro (anche se in effetti questo danneggerebbe anche la Cina in quanto detiene ricchezza in dollari). Questo influisce sul cambio dello Yuan; non in maniera solita però. Teoricamente il cambio dollaro-yuan sarebbe flessibile, ma, poiché i cinesi tengono per la collottola gli usa, si possono permettere, spesso, di sbattersene di ciò e tenere basso il valore dello Yuan in modo da non far diminuire le esportazioni.

E probabilmente è proprio per questo che Jintao è stato dichiarato ieri il capo di stato più potente.



Accidenti il Maresciallo mi ha fregato sul tempo! XD