Se c'è ancora qualcuno vivo e con della voglia in questa sezione batta un colpo
scherzi a parte, ho avuto un po' di tempo quest' estate e così ho buttato giù una "bozza" di racconto, poi questo Natale l' ho ritirata fuori aggiustando qualcosina ed ecco qui l'inizio. Vorrei i vostri pareri, consigli per migliorare nello scrivere e soprattutto consigli sullo sviluppo(se avete idee stravaganti)e sul bg
Faccio presente che avevo appena letto le avventure del commissario Ibraham Gaunt, ma forse questo lo si capisce :D
a voi
Capitolo I
Il freddo della notte pungeva più di un coltello. Entrava dal colletto come fosse vivo e scendeva giù lungo tutta la spina dorsale facendo rabbrividire la figura magra e secca del commissario. Allungò le mani dietro la testa all'altezza della base del collo. Prese le due estremità del fazzoletto rosso cremisi e strinse il nodo in modo da coprire tutto il collo. A passi pesanti continuò a camminare lungo le trincee prestando relativamente poca attenzione ai soldati acquattati nelle postazioni di tiro intenti a bere e a giocare d'azzardo che allo scricchiolare dei sassi sotto gli stivali neri si irrigidivano sull'attenti. Alla sua sinistra si stagliavano le camerate e gli alloggi dei soldati: il pregiato legno di Verdis, una volta lucido e pulito, era sporco di fango e in certi punti persino bucherellato da colpi di arma da fuoco o annerito da colpi superficiali di armi laser a basso calibro. Iniziò a scrutare le costruzioni una ad una cercando di orientarsi senza successo. Siccome il consiglio degli ufficiali si doveva tenere nel settore B-12, soprassediato dal 37 reggimento fucilieri di Krall, poco distante dalla zona del suo reggimento, aveva deciso di recarvisi a piedi. Purtroppo come spesso accadeva aveva perso la strada, ma era restio dal chiedere indicazioni. Cominciò a svoltare più rapidamente, sicuro di trovarsi nella zona giusta; svoltò a sinistra ed intravide una costruzione un po' più alta delle altre, fece un bel respiro e si diresse verso di essa.
Continuò a camminare per altri dieci minuti buoni, ormai la seduta doveva essere già iniziata da tempo. Questo però non lo preoccupava più di tanto perchè solitamente la prima parte della seduta vedeva gli ufficiali litigare fra loro e Gregor era più che contento di saltare quella parte. Raggiunta la costruzione al centro dell'accampamento vide lo stemma dell'aquila imperiale a due teste svettare sul tetto. La lucentezza del metallo era coperto dal nero della fuliggine ed un'ala era spezzata, probabilmente colpita da un proiettile vagante. Gregor arricciò il naso:” Chissà da quanto tempo è ridotta così, uno stemma imperiale lasciato a marcire è un insulto all'Imperium e al nostro Imperatore!”.Pensò sdegnato. Si avvicinò alla porta continuando a pensare con le mani giunte dietro la schiena, lo faceva sempre quando era turbato: l'avrebbe fatto riparare, lo stemma Imperiale sarebbe tornato a splendere, come era giusto che fosse.
Bussò velocemente e ricongiunse le mani dietro la schiena. La porta si aprì, un soldato in armatura completa, ma privo di elmetto si irrigidì davanti:” Commissario Garret!”. Gonfiò ancora di più il petto come se fosse stato colto a dormire:” è un piacere averla qui signore!”- si spostò per permettere all' ufficiale di passare senza smettere di stare sull'attenti. Con un'occhiata fugace Gregor scandagliò il soldato: era giovane e senza barba, l'armatura era pulita e lucidata a dovere, senza dubbio un novellino. Compiaciuto del rispetto mostratogli disse:”Riposo soldato Ryan”.
“Allora mi ha riconosciuto signore!”un largo sorriso comparve sul volto del ragazzo mettendo in risalto gli occhi castani brillanti. Il commissario non disse nulla, ma fece un accenno in risposta per far capire che non era quello il momento né il luogo adatto per i convenevoli.
Aveva conosciuto Ryan Backster cinque anni prima e per lui era come un fratellino minore da allora.
Avanzò lungo il corridoio fino ad entrare in una sala ampia e circolare dove stava un grande tavolo anch'esso circolare in legno pregiato con levigature di alto livello e decorato con volute lungo le gambe: uno sfarzo inutile che avrebbe permesso di comprare almeno una cassa di granate a frammentazione in più per tutti i reggimenti.
Erano presenti il colonnello supremo Rybnick e ben otto altri ufficiali.
“alla buon ora Gregor”- disse Paul Nickel formando un ghigno sul suo volto secco e minuto. Solo qualcuno sorrise senza però scomporsi troppo. Gregor odiava Paul, lo riteneva un incapace, apparteneva ad una famiglia nobile del pianeta Numa I molto influente, così influente da farlo promuovere colonnello dopo soli due anni e mezzo di servizio. Non sapeva come fosse realmente combattere come una guardia semplice in quanto non era mai stato in guerra con un grado minore di sotto-ufficiale ed un ufficiale che non sa comportarsi da soldato non avrebbe mai potuto capire i suoi uomini e guidarli con giudizio.
“Si sieda commissario” disse la voce profonda e roca del supremo colonnello appoggiato ad una sedia dall'altra parte della stanza. Gregor fissò il colonnello: era un uomo tutto d' un pezzo, di quelli che combattono a fianco dei loro uomini incitandoli a non mollare, cosa che si poteva benissimo notare dall'evidente cicatrice che copriva tutta la parte destra del viso evitando l'occhio per un soffio ma passando per il lato destro della bocca increspando le labbra dove vi era appoggiato un sigaro.
“Grazie della cortesia, ma resterò in piedi” disse gentilmente appoggiandosi alla parete della stanza, di fianco alla porta del corridoio che conduceva all'esterno.
“come più le aggrada commissario, continuiamo signori”.
“allora” riprese Paul appoggiando le mani sul tavolo fissando la mappa posta al centro e di tanto in tanto i presenti, in particolare quelli più potenti ed influenti per cercare assensi “i nemici attaccano da ovest, se inviassimo un contrattacco frontale massiccio, avremo abbastanza uomini da sommergere il nemico di...”
Come al solito non aveva capito niente, ma sfortunatamente sembrava aver convinto i presenti del suo piano che assentivano con la testa di tanto in tanto. Non era un bravo soldato, ma di certo aveva una buona parlantina: era un buon diplomatico. I suoi inganni però non avevano mai incantato Gregor ed era forse per questo che i due si detestavano, se non fosse stato per lui, Paul l'avrebbe avuta facilmente vinta in tutte le assemblee e i reggimenti sarebbero già stati decimati. Non poteva che sperare di vedere finalmente un giorno Paul dove sarebbe dovuto stare: a pulire le latrine.
Si lasciò sfuggire una risatina sommessa che però fece drizzare le orecchie ai presenti: “qualcosa non va commissario?” chiese il colonnello supremo.
“Già qualcosa non va Gregor?” chiese Paul cercando di provocarlo. Arricciò il naso e congiunse le mani dietro la schiena.
che ve ne pare come inizio?