Sephiroth Guardiano di Zendra
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| Titolo: I pg di Cassazione e la mafia: ci sono o ci fanno ? Mer Giu 20, 2012 1:43 pm | |
| Oggi ho letto sul Fatto quest'articolo: - Spoiler:
Assoluzione. E’ lo stesso pg della Cassazione, Oscar Cedrangolo, pubblica accusa, a chiedere di confermare l’assoluzione del senatore Pdl, Marcello Dell’Utri dall’accusa di tentata estorsione, con l’aggravante mafiosa, per il caso della sponsorizzazione della pallacanestro Trapani. E’ stato quindi sollecitando il rigetto dei ricorsi presentati sia dalla Procura generale di Milano e sia della parte civile contro la sentenza pronunciata il 20 maggio 2011 dalla Corte d’appello di Milano. Il difensore della parte civile, invece, ha chiesto la condanna per l’ex presidente dei Publitalia senza passare per un nuovo processo d’appello che nel caso in questione sarebbe il terzo.
Il senatore Marcello Dell’Utri, infatti, è di nuovo sotto esame della Cassazione. Non da solo. Il suo coimputato è il boss Vincenzo Virga capomafia trapanese in carcere. La vicenda giudiziaria riguarda una ipotizzata tentata estorsione. Riconosciuta a fasi alterne dai giudici di Milano dove si sono già celebrati ben tre processi d’appello. Nell’ultimo, il 20 maggio dell’anno scorso, Dell’Utri e Virga sono stati assolti. Il Pg, Isabella Pugliese aveva chiesto 2 anni. Oggi la seconda sezione penale della Cassazione potrebbe decidere un quarto appello. Il ricorso è stato presentato dall’avvocato generale di Milano, Laura Bertolè Viale e dalla parte civile, Vincenzo Garraffa, medico e imprenditore rappresentato dall’ avvocato Antonio Funari. Secondo il collegio milanese presieduto da Marta Malacarne, Dell’Utri ha “mobilitato due mafiosi del calibro di Vincenzo Virga e Michele Buffa per convincere”, nel ’92, Garraffa, ex patron della Pallacanestro Trapani, “a rispettare l’impegno”: la restituzione in nero di 530 milioni di lire, parte di una sponsorizzazione ottenuta attraverso Publitalia di cui Dell’Utri era presidente. Lo stesso collegio, però, ha ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per dimostrare che la visita di Virga e Buffa sia stata intimidatoria, dato che Garraffa aveva “frequentato” i due mafiosi. Il quadro probatorio, hanno scritto, lascia “ampio spazio all’ipotesi che tale visita avesse rappresentato un tentativo di interposizione mediatoria del Virga non ostile al Garraffa, effettivamente volta ad aggarbare la vertenza insorta…”. Una tesi assolutoria che, secondo quanto ha potuto leggere il Fatto, Bertolè Viale demolisce: per violazione dei limiti entro i quali i giudici avrebbero dovuto muoversi, su ordine della Cassazione, e per aver ignorato “le risultanze processuali” riconosciute anche dalla Suprema corte.
La Cassazione aveva annullato il secondo processo d’appello perché i giudici avevano derubricato il reato di tentata estorsione in minaccia e quindi avevano dichiarato la prescrizione. Pertanto aveva ordinato un terzo appello intimando ai nuovi giudici di chiarire esclusivamente se da parte del boss Virga, per conto di dell’Utri c’era stata minaccia e di conseguenza tentata estorsione (Garraffa non ha pagato) o se invece c’era stata quella che in diritto si chiama “desistenza volontaria”, un abbandono spontaneo del progetto criminale da parte di Dell’Utri. I giudici dell’appello “tris”, però, hanno scelto una terza via: assoluzione degli imputati perché il mafioso Virga è stato un semplice mediatore.
Scrive Bertolè Viale: “In nessuna parte delle decisioni di merito e nemmeno in quelle della Cassazione risulta….che Virga si possa essere proposto come equidistante fra i due contendenti (Dell’ Utri e Garraffa, ndr). E’ infatti indubbio che non solo il mandato a Virga era stato conferito esclusivamente da Dell’Utri... ma specialmente che detta visita doveva collegarsi strettamente con il precedente incontro fra Garraffa e Dell’Utri conclusosi con la frase proferita da quest’ultimo: ‘ho uomini e mezzi per farle cambiare idea’”. In un passaggio del ricorso c’è anche una domanda retorica: per la Corte d’appello “che cosa avrebbe dovuto fare Dell’ Utri per poter essere considerato responsabile del reato di tentata estorsione, dopo aver già mandato un capomafia a dar consistenza alla sua intimazione di ‘avere uomini per farle cambiare idea’? Avrebbe dovuto forse ordinare un attentato alle sue cose o alla sua persona incorrendo in altri e più gravi reati?”.
Sulla stessa linea la parte civile. E l’avvocato, Giuseppe Culicchia, che ha rappresentato Garraffa nei quattro processi celebrati a Milano dichiara al Fatto: “se i giudici d’appello non avessero disatteso i ‘paletti’ posti dalla Cassazione non si discuterebbe un altro ricorso. Ora il timore è che la prescrizione cancelli tutto”. Il tempo scade a fine 2014.
e mi sono venuti alcuni dubbi. Prima il pg Iacoviello, degno seguace di Carnevale l'ammazzasentenze che chiede l'assoluzione di Dell'Utri perchè "al concorso esterno non ci crede più nessuno". Poi quest'altro pg che chiede l'assoluzione; l'articolo è certamente di parte e non si discute, ma non si capisce in base a che cosa dovrebbe chiedere l'assoluzione: per non aver commesso il fatto ? Ma la stessa Cassazione l'ha escluso. Per insufficienza di prove ? Idem con patate. Per prescrizione ? Ma è appunto su questo che la parte civile ha fatto ricorso. Poi uno legge del pg Esposito, che con sue parole testuali "si mette a disposizione e può venirmi a trovare a quando vuole" di Nicola Mancino, ex-ministro dell'Interno ai tempi della trattativa Stato-mafia. Cosa succede ? Succede che la procure di Palermo e Caltanissetta indagano sulla trattativa, e ovviamente Mancino viene sentito come testimone. Siccome però (per sua stessa ammissione !) è un testimone parecchio reticente (Ingroia parla a proposito di "strane amnesie collettive su quel periodo") corre il rischio di venire incriminato, e quindi si rivolge per cercare aiuto al consigliere del Quirinale D'Ambrosio il quale a quanto pare lo mette in contatto con Napolitano stesso. Il ruolo del capo dello stato rimane misterioso visto che il colle stesso si è trincerato dietro ad un'improbabile immunità costituzionale, resta il fatto che dal Quirinale parte una lettera al pg Esposito che intanto ha avuto la telefonata che sappiamo. Poi Esposito va in pensione e lo sostituisce il pg Ciani, che obbedendo alla lettera convoca Grasso per sistemare la questione. Ma Grasso gli risponde picche e che il pg antimafia non c'entra nulla e la cosa, per quanto ne sappiamo, finisce qua. Certo, la ricostruzione è nebulosa anche perchè si basa su svariati articoli di più giornali, ma grosso modo la storia è questa. Ora mi chiedo: ma è possibile ? Ma è possibile che 4 pg diversi di Cassazione (e tralascio Grasso) facciano gli struzzi non appena sentono le parole "Dell'Utri" e "trattativa", parole che in ultima analisi conducono alle altre due parolette "Cosa Nostra" ? Non sono certo di quelli che prendono per oro colato tutte le cose che sentono, ma alle coincidenze non ho mai creduto, e quattro coincidenze sono abbastanza per sospettare che forse non sono tali. Per affermare che una qualche notizia sia vera ho sempre sostenuto la tesi della triangolazione, e qui la triangolazione inizia veramenre a sbucare fuori....... | |
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