LOCANDA DELL'OCA SPENNATA

Il mezz'uomo che gia aveva preso tante di quelle mazzate ( anche se aveva combattuto bene ) , decise che per oggi ne aveva abbastanza e si defilo prontamente

il nano entrò nella locanda, vide l'avversario allontanarsi con velocità, dopo aver preso un caffè ( eh??? i nani prendono l caffè!! ) si congedò anche lui nella sua stanza...

Avete presente un golem che fa atestate con un parete? Ecco, in scala vale come un sauro contro un vecchio tavolo di quercia.
Il rmuore secco fu rivelatore dell'incontro pari fra le due dure superfici.
La superifcie si spezzò a metà, mentre la scatola cranica rimbombava.
Stava per scagliare di risposta il barista in direzione dell'orco, quando tutto impettito entrò il Giudice dell'arena.
< Basta così, felloni! Io, Conte Valten dichiaro riaperti gli scontri. E pulitevi, puzzate da far schifo. >
La rissa terminò qui, per lasciar libero sfogo alla violenza armata.
****
Il capo era tornato vittorioso, così impettito che gli arrivava all'ombelico.
Poi giunse anche l'òmino, un po' malmesso, ma pieno di dignità.

Franker, anche se non aveva ancora recuperato un po' sanità, raccolse il messaggio, e lasciata la sedia che aveva maldestramente afferrato, si avviò sempre barcollando verso la sua camera per prepararsi al duello.

"Cosa?si rinizia?" disse il Gor parlando all'appendi abiti "Per mille corna devo riprendermi..." con tutte le sue forze cercò di concentrarsi facendo fluire i venti della magia all'interno del suo corpo "Dunque...prima bisogna...gesticolare...poi...ah!si giusto! Tzeentch ureth kkehhap up!" una piccola nube di colore viola si liberò ladda sua testa uscendo dal naso e dalle orecchie portando via con se la sbronza e i fumi allucinogeni "Ok ora sono pronto,ci vediamo dopo di nuovo qui ragazzi e che vinca il migliore...IO!! AH AH AH" detto questo si incamminò poggiandosi al bastone verso l'arena

" oh oh oh ... mi sento santa claus.. dopo che ha fatto un giro di regali!Ma cosa sto dicendo.. va mi bevo una birrA" disse il nano e si sedette aspettando i compagni

Cabriel non aveva mai amato particolarmente le locande. Come tutti gli Esecutori, e in generale tutte le persone che abbiano la cognizione di quanto velocemente si possa passare dal trangugiare una birra allo stringere la mano coi propri antenati, era abbastanza paranoico. Ma in fondo aveva vinto lo scontro, tutti l'avevano visto, e avrebbe destato non pochi sospetti se non avesse quanto meno bevuto una pinta per festeggiare. Nessuno doveva scoprire la sua missione prima del tempo. Ovviamente l'entrare barcollando come un ubriaco e balbettando in modo inconvulso faceva parte del piano: aveva la doppia utilità di spingere gli eventuali avversari a sottovalutarlo e di fornire un'ottima scusa per versarsi una buona metà della pinta di cui sopra nel bavero. Poco dignitoso, ma almeno gli avrebbe consentito di rimanere lucido senza darlo a vedere. Non si curò troppo delle reazioni - abbastanza eterodosse - della tutt'altro che omogenea marmaglia che brancolava dimenandosi nello stretto, caldo abbraccio della taverna.

Lautrec tornò alla locanda letteralmente distrutto: era la seconda volta che le prendeva di santa ragione e il suo umore in quel momento non era dei migliori; indossava ancora l'armatura completa ammaccata in più punti, il suo stallone parcheggiato alla stalla della Locanda. Una volta entrato si limitò lanciare un occhiata d'odio verso Cabriel, che gli aveva inflitto una sonora sconfitta dopo solo un paio di colpi, quando praticamente il vampiro si sentiva già la vittoria in mano. Dopo aver "fulminato" il vincitore senza considerare nessun altro si diresse al bancone, sbattendo un guanto ferrato sul legno.
"Ehi oste, una pinta di sangue...e in fretta, o faccio in modo di servirmi da solo"
Ringhiò con una smorfia che gli rese ancora più disgustoso il volto degno di un seguace di Nurgle, quindi limitandosi ad aspettare imbronciato.

Cabriel salutò il vampiro alzando il boccale, già mezzo vuoto, e ne approfittò per scuoterlo ben bene, facendone casualmente cadere qualche altra goccia d'alcol; dopodichè, simulando un rigurgito, si coprì il volto con un braccio e ne approfittò per esaminare nuovamente gli astanti con una rapida occhiata. Dopodichè, con una perfetta espressione trastognata, approfittò della superficie a specchio del boccale per esaminare gli angoli in ombra della stanza. Grattandosi con disinvoltura il fianco, si assicurò che la pistola fosse ben carica e pronta a sparare, giusto nel caso qualcuno avesse strane intenzioni.

Il vampiro rivolse una seconda occhiata furente a Cabriel nel vederlo salutare, sebbene effettivamente in quel gesto non ci fosse niente di ostile o canzonatorio, quindi ridacchiò quando vide che il tizio sembrava che si strozzasse.
"Affoga nel tuo vomito, omunculo..."
Un sibilo quello che uscì dalle labbra serrate in una smorfia divertita, quindi si voltò a prendere il boccale di sangue che gli porgeva l'oste al dì là del bancone e cominciò ad assaporare quel nettare...non aveva armi con sè, dato che una lancia da cavalleria era un pò scomoda da utilizzare in quell'ambiente, tuttavia con l'ebrezza provocata dal sangue gli stava balzando in mente l'idea di azzannare colui che lo aveva sonoramente battuto in pochi minuti lì all'arena...ma si trattenne, con un grugnito, in fondo non poteva rischiare di farsi squalificare per aver ucciso un concorrente.

Cabriel non aveva mai avuto un udito particolarmente acuto. Chi passa una vita nel clangore delle armi dimentica facilmente quanto tenue possa essere un bisbiglio. Non colse, quindi, il sussurro del vampiro. Ritenne, con una certa leggerezza, che un avversario sconfitto difficilmente possa essere tanto sciocco da cercare di nuovo lo scontro con il suo sfidante. E poi, da quel poco che aveva visto (e dall'equipaggiamento che indossava), il vampiro sembrava un avversario leale almeno quel tanto che basta per affrontare faccia a faccia i propri nemici. Dunque non se ne preoccupò troppo. Per estrema sicurezza, tuttavia, decise di avvicinarsi e improvvisare una chiacchierata: avrebbe potuto tenerlo d'occhio molto meglio, e di certo il Non Morto serbava abbastanza rancore da desiderare di ucciderlo personalmente - dunque, con tutta probabilità, lo avrebbe avvisato nel caso di un attacco alle spalle. Si alzò dunque e si mosse con passo incerto verso il guerriero.
"Shhalve," esordì, biascicando, "Shhai, oggi mi ha--hai dato phroprio una bella impreshionne. Vo-vorrei avere l'on-ogn-onorr-re di incrosciare di nuovo le lhame con th-te, prima di pashare a migl-ior vita. E sh-shono shicuro che anche per te vale lo sh-shtessho."

Osservò con aria critica e spocchiosa quel ubriacone avvicinarsi a lui e sorseggiò ancora dal boccale di sangue prima di rispondere al suo saluto.

"...Primo, non le ho dato il permesso di darmi del tu. Secondo, la prossima volta che combatterò con lei non ne uscirete vivo. Terzo, io al contrario non passerò a miglior vita, mi piace fin troppo la presente. Quarto, non alitatemi addosso la vostra schifosa bevanda...perchè non provate un pò di sangue fresco? nutre e non dà alla testa: un combattente sbronzo vale come uno sterco di pulce."

Disse provocatoriamente...In fondo era ancora un nobile con la puzza sotto il naso e attaccato alle tradizioni e conformismi, per quanto le sue vene fossero rinsecchite...la bestialità che il vampirismo gli aveva conferito lo spingeva a voler saltare addosso a quel omuncolo senza aspettare un altro suo alcolico fiato, ma ancora riusciva a controllarsi...e pensò di poterci riuscire ancora a lungo dato che il tizio non pareva in vena di attaccare briga.

Prevedibile, si disse Cabriel. Abbastanza ricercato, ma prevedibile. Si prese qualche istante per decidere la prossima mossa, poi esplose in una plateale risata sgangherata.
"Aahh shhi, shcushami, she gnon vuohi gnon ti dar-rò phiù del tou. Shcushami hancohra, am-amhi-ammico. Vhah bheh, 'omunnnque mhishpiasce di di didovermorire, ec-cco, nhon mi avevano ancora avisciato, sce lo avesci shaputo avvhrei pasciato p-più tem, tem, tetempo in queshta taverna schifosca, che è proprio bebebella, ecco, e scioprattutto sci si inconnntra un sciacco di gente shimpatica, shi fanno due chia-ch-chiaracc-chere, ecco, e poi sci si diverte e sci si ubriacha. Ign alto i candel-, no, i ciambell-, no, ecco, i calisci!" concluse, alzando il boccale verso gli altri avventori.

Nonostante il corpo morto gli venne l'istinto di tirare un sospiro spazientito alle parole del bifolco; non capiva se fosse davvero ubriaco o facesse finta, ma a giudicare dalla parlata e dal comportamento sembrava davvero aver bevuto una pinta in più

"Senta...anzi, Senti, và a "chiaracchiere" più in là, vuoi? vorrei godermi il pasto in santa pace e senza che un buzzurro come te mi rompa i miei atrofici cosiddetti."

Il tono di voce è gelido, nel tantativo di scollarsi di dosso quell'appiccicoso, sgradevole e ubriaco avventore che aveva osato sconfiggerlo in combattimento...cosa che continuava a bruciargli assai

Cabriel stabilì che lo spettacolo era durato abbastanza. Si alzò, biascicando: "Va be-bene, amicho, sci vediamo domagni. Cr-redo scia ora di andare a riposciare". Con ciò, barcollò fino alla porta, tenendo d'occhio la scena alle sue spalle attraverso i riflessi delle bottiglie sugli scaffali. Volle, a quel punto, togliersi una soddisfazione, e volse lo sguardo nuovamente verso il Vampiro. Cancellò dal proprio volto ogni smorfia e ogni traccia di allegria, guardando direttamente negli occhi il Non Morto, atteggiando un mezzo sorriso beffardo. Tanto valeva lasciare che capisse: da quello che aveva capito del Vampiro, di certo non avrebbe intralciato la sua missione. Se non per tentare di ucciderlo, ovviamente.

Franker entrò impettito nella locanda.

"Ehi, mi son perso qualcosa?" Disse rivolgendosi agli avventori.

Poi senza aspettarsi una risposta si sedette vicin al bancone e si fece portare qualcosa da bere.

Cabriel sobbalzò sorpreso quando l'imperiale gli passò accanto - imprecò in silenzio contro la propria distrazione -, poi uscì dalla taverna e svanì nei vicoli bui.

il corpo di kryzen subì considerevoli danni, ma lui non si arrese e cominciò ad allenarsi con l'alchimia proibita...(dopo essere uscito dalla locanda)

< Don't touch my! >
Ny'ko stava cantando mentre si dirigeva al ricovero, dopo aver legato il raptor gigante in cantina (hihi).
Gli dispiaceva un po' aver dovuto pestare il suo amico, ma una vittoria è una vittoria.
La camminata era degna di nota: procedeva a gambe divaricate, come chi scende dopo ore dal cavallo.
Infatti dopo aver colpito con la lancia l'altro, aveva provato una lunga falcata gettandosi di lato. L'altro l'aveva evitata, ma il tranello era scattato. La coda da lucetrola di Ny'ko, munita di una serie di lunghi anelli spinati, frustò verso il gor.
Che però non fu colpito, visto che il colpo era stato vibrato troppo in alto.
Però il minotauro aveva mirato giusto, infatti il bastone, dal basso verso l'alto, lo colpì in pieno sulle chiappe.
La verga sulle terga.
Molto innervosito dall'essere tato sculacciato, il sauro aveva posto fine all'incontro.
Ma che male!

Mogak...una volta sciamano di Tzeentch,sotto la sua benedizione aveva fatto crescere le sue corna rigogliose e contorte...ora giacevano nella sua mano tremante di rabbia,aveva fatto una promessa e una promessa è un debito,così se le era tagliate.Mentre si avvicinava alla taverna si poteva sentire provenire dal Gor una cantilena in un vernacolo oscuro pieno di ringhi...l'unica parola che si poteva udire chiaramente era "Tzeentch",il suo passo era insicuro e zoppicante a causa della botte subite di recente e senza il suo bastone probabilmente sarebbe caduto a terra.Entrò nella taverna e senza guardare in faccia si diresse al balcone dove poggiò le corna,poi chiamo l'oste "Figlio di un cane pulcioso prendi queste corna e appendile al caminetto,Mogak mantiene sempre gli impegni d'onore" dopodichè si diresse a un tavolo in un angolo cercando il solo le parole di rinquoro che il suo nuovo padrone gli sussurrava dolcemente all'orecchio,Padre Nurgle non si sarebbe burlato di lui!

Sempre con la sua camminata da Cow-boy, Ny'ko si avvicinò al minotauro.
< Hey, Al (Gor :qeq: ), mi dispiace di averti fatto male, ma dopo quello che mi hai fatto al sedere... >
Si fermò di scatto. Gli elfi della taverna lo stavano guardando con occhi strani....
< Hey! Non è niente di sessuale! Mi ha solo colpito con la sua grossa verga nel... Agh! 'affanculo! >
Si girò nuovamente verso Moggy, con un fascio di corde in mano.
Ma non erano funi, erano i suoi rasta tagliati.
< In fondo siamo Mercenari, compagni, credo che questi fasci di cuoio capelluto starebbero bene per legare le corna. >
Infatti usò i suoi amati capelli come sostegno per le estremità osse, per poi dire:
< Senti, ti offro da bere. >

Wollen rientrò nella taverna dopo lo scontro, vide il nano ancora spossato dopo lo scontro, gli si avvicinò e disse: "Complimenti, sei stato il primo qui dentro che mi ha fatto sudare la vittoria, hai la pellaccia dura nano, tienitela stretta".
Ciò detto chiamò l'oste e gli disse di dare 2 pinte di birra al nano e che avrebbe pagato Wollen.
"Spero che ci rincontreremo un giorno".

" anche io...." non voleva ammetterlo ma quel vampiro gli stava simpatico. " madama fortuna era con te oggi! Complimenti per la vittoria e grazie per la birra!"

Il bretone entrò con gli occhi che mandavano lampi di collera per aver subito la seconda sconfitta di fila non c'era tempo per badare all'etichetta doveva dimenticare,alleviare la vergogna della sconfitta e quale modo migliore se non questo?:"Oste l'acolico più pesante che hai e in fretta!" avrebbe preso una sbronza colossale...non meritava neanche il cavallo che lo accompaganava fedelmente in guerra,come sarebbe diventato un vero cavaliere facendosi battere in quella maniera? "Oste allora??!!" disse gridando per poi ritornare cupo e amareggiato hai suoi pensieri...

entrò anche kryzen, affaticato dopo il combattimento andato a buon fine, e andò a sedersi in un tavolo libero con un mazzo di carte da scala e domandò ad alta voce nella sala: chi vuole fare una partita ???