Nome: Aleksei Mano Chiusa
Valore dell Eroe: 360 (con BG)
Razza: Imperiale
Potenziamenti: +1Fo(20),+1A(25), +1Ac(15), +1Ac(25), +1A (35), +1A(45), +1 Fe(40), +1Fe(50)
Armi: Spadone a due mani Zweihander (25)
Armature: -Armatura leggera(0)
-Armatura pesante(10)
-Armatura perfetta(20)
Equipaggiamenti:Talismano di protezione (5)
Cavalcatura(25)
Bardatura(10)
Carabina (pistola) (15)
Arti Marziali: Supremo Duellante
Profilo: Ac5 Fo4(6) R3 Fe4 I3(2) A5
TA: 1+
TS:4+
Punti rimanenti: 5
Modifiche: 1) Cavalcatura
2) Bardatura e arm. perfetta
3)Pistola e +1Ac
4)Ts 6+, Ts 5+
5) Supremo duellante, +1A
6)Ts 4+, +1A
7)+1 Fe, +1 Fe
Bg: La vita per Aleksei Snorrison è sempre stata semplice. Se Papà entrava in casa, ubriaco, la madre urlava. Se la madre urlava, il padre la faceva tacere. Se il padre la faceva tacere, era ora di uscire di casa per un po'. Ci metteva sempre tanto, Papà, a fare tacere la mamma.
Era in questa atmosfera di beata imbecillità che Aleksei aveva imparato che, nella vita, sono gli scemi che si fanno rincretinire dai discorsi. Un vero tileano, diceva Papà ,sa sempre quando tacere e quando parlare. Quando ascoltare e quando non ascoltare. Papà doveva sapere molto bene di cosa parlava, perché era un bravo contrabbandiere. Non puoi fare il contrabbandiere se confondi nomi e persone, o se quando spari frottole si capisce. Devi ascoltare dove quello scaricherà la merce di quell'altro, dirlo ad un altro ancora, assicurarti che quelli grossi non si arrabbino. A fine giornata, che soddisfazione!, hai combinato qualcosa.
Si. Papà era un bravo contrabbandiere.
Invece Aleksei era buono solo a fare a botte. Anche nelle gare a chi pisciava più lontano se la cavava, ma i prodigi della balistica con cui innaffiava gli angoli della sordida città erano il massimo per lui. Non che fosse scemo. Non del tutto, almeno. Solo sembrava che di molte cose non se ne curasse. Come avevo detto? Ah, si. Una beata imbecillità. Beh, non posso dargli tutti i torti: la scuola non sapeva che fosse. Contare, ad esempio, era fuori discussione. Quando vedeva il padre fare gesti con la mano, le dita tese, si meravigliava di quanto il padre fosse esperto in quella misteriosa arte dei segni. Certo, aveva capito che più il padre allargava le mani, più c'erano cose. Robe arrivate, uomini morti...più dita, più cose. Ma contare! No, contare era roba per i tipi svegli come Papà.
Il padre lo impiegava spesso per lisciare le spalle a chi esitava.
Perché non tutti, no, non tutti erano bravi come Papà a capire quando ascoltare. Non tutti capivano che se Papà apriva la mano (
così? o era
così? mah) beh, allora loro gli dovevano dare un
così di soldi, non uno di più, non uno di meno.
Se non se lo ricordavano, Papà si arrabbiava. E Aleksei lisciava. A volte voleva imitare Papà, e aprire la mano, per dirgli "guarda Papà. Gli sto dando un
così di botte. Bastano?". Ma uno non poteva dare le botte e aprire le dita. Eh no!
Pazienza, le dita bastava le aprisse Papà.
Fu così che per un po' lui e il Papà continuassero a giocare "Mano aperta/Mano chiusa". Era tutto semplice.
Ma le cose non continuano per sempre. Ci sono tante, tante persone al mondo, che fanno questo gioco.
E a volte anche Papà, che sveglio che era Papà, anche lui non sentiva quando bisognava sentire. Parlava quando non doveva parlare.
Un contrabbandiere, non più sveglio di Papà, no, ma che aveva sentito più cose, forse, un giorno venne a trovare Papà.
Papà, gli disse (ma non Papà, il nome di Papà, è chiaro) dicevo, Papà, hai fatto questo, hai fatto quello?
E Papà diceva di no, che non aveva fatto questo o quello. E l'altro gli diceva invece sì, questo quello e pure quest'altro.
E Papà diceva quest'altro si ma questo e quello no. E piangeva ed era triste come la mamma quando Papà la metteva a tacere.
E allora l'altro disse hai fatto questo quello quest'altro chissà cos'altro ora ti uccido.
E quell'altro (che di sicuro era
così importante, sennò Papà non piangeva, penso) chiama qualcun'altro che entra dalla porta.
Nemmeno loro sapevano contare, temo.
Aleksei era fuori. Aveva vinto un gara di pipì, ed era contento. Trovò Papà che agonizzava. Era sconvolto (Aleksei, dico) era sconvolto e diceva Papà ma cos'è successo e la vita era d'un tratto terribilmente complicata.
Il Papà gli strinse la mano. Vattene, gli dice, vattene da qui. E bestemmiava e sputava e pisciava (ma male) e Aleksei non sapeva cosa fare. Vattene diceva ancora, quello lì (ma non quello lì, il nome di quello lì, è chiaro) mi ha ammazzato e ammazza anche te (non disse niente della mamma, la mamma non contava niente).
Allora Aleksei disse Papà gli liscio le spalle se vuoi. Ma Papà aveva deciso, sembra, che il tempo per ascoltare era finito.
Aleksei sentiva dentro di sé un immenso dolore. Non perché Papà non c'era più. Papà era buono, com'era buono Papà, ma il problema era capire cosa fare senza Papà che gli diceva le cose e ascoltava gli altri e glielo ripeteva. Pensò "Papà diceva sempre liscia le spalle, liscia. Ma stavolta ha detto vai via. Cosa faccio?" Papà aveva sempre ragione. Sarebbe dovuto andare via.
Poi però gli venne in mente che Papà era morto. E se era morto, era perché aveva sbagliato a sentire o a parlare. Questo almeno lo intuiva. Allora Papà poteva avere torto. Quindi anche se Papà gli aveva detto vai via, forse era in errore anche adesso. Si sedette, confuso. Alla fine, decise. Sarebbe andato via. Sarebbe andato via e avrebbe lisciato. Si, si. Ha senso. Aveva senso.
Fece fagotto, e andò via.
Da allora, Aleksei è una mano chiusa. Una mano chiusa sempre, chiusa per tutti. Non ha perso quella visione semplice delle cose.
Entri in città, dici che vuoi lisciare le spalle. Qualcuno ti paga per farlo. Lo fai, ti da
così monete (o a volte
così, e allora vuol dire che il lavoro era più difficile). Se lisci tante spalle, alla fine incontri una mano aperta. Di quelle che sanno contare, bravi quasi quanto Papà. Allora quella mano aperta ti da altre persone per lisciare meglio le spalle. Altre mani chiuse. Un giorno, una mano aperta
così importante più dell'altra fa a l'altra quello che quello lì ha fatto a Papà. E allora si ricomincia.
Non so se vi interessa, ma alla fine quello lì Aleksei lo ha rincontrato. Ora anche lui, come Papà, ha deciso di non parlare e di non ascoltare più. Non che si possa sentire o parlare tanto bene, con tutta quella terra, sopra sotto, da tutte le parti.
Ora Aleksei è arrivato in città. Perché quando lisci le spalle ad altre mani chiuse, serve a farsi vedere dalle mani aperte.
Vi serve una mano chiusa?
Ne conosco una.