Gli Esorcisti, capitolo successore della Stirpe dei MilleWIP

INIZIATORE CAPITOLARE: "chi è l'Imperatore?";

CAPPELLANO: "l'Imperatore è il Dio Unico e Vivente, Salvatore del Genere Umano e sua eterna Luce tra le tenebre della galassia";

INIZIATORE CAPITOLARE: "chi siamo noi?";

CAPPELLANO: "noi siamo i figli dell'Imperatore, stirpe redenta del Rosso, eredi delle colpe dei Mille guidati dalla Santa Luce nell'espiazione del nostro peccato";

INIZIATORE CAPITOLARE: "qual'è il fine della nostra esistenza?"

CAPPELLANO: "il nostro fine è il nostro dovere, azione sacra per eccellenza, e per la salvezza delle nostre anime e di quelle dell'Umanità intera monderemo l'eretico!";

NEOFITI: "così è!";

CAPPELLANO: "bandiremo il demone!";

NEOFITI: "così è!";

CAPPELLANO: "stermineremo l'alieno!";

NEOFITI: "così è!";

Gli Esorcisti sono uno dei capitoli più fanatici e feroci dell'Adeptus Astartes. Guidati da una fede incrollabile nell'Imperatore e da un fervore religioso ai limiti della furia mistica, essi perseguono con uno zelo irremovibile lo sterminio sistematico di eretici, demoni e alieni lungo tutta la galassia. Sono alleati dell'Inquisizione e ad essa completamente leali, sebbene spesso il loro intervento venga richiesto anche da parte dei Sommi Signori della Terra o dei governatori dei sistemi stellari.

Gli Esorcisti non sono, come molti pensano, un capitolo Astartes delle fondazioni successive alla prima; per quanto possa apparire incredibile, essi sono invece l'unico capitolo successore di una legione traditrice: la Stirpe dei Mille, rinnegati di Magnus il Rosso che tradirono l'Imperatore schierandosi dalla parte di Horus. La storia completa delle loro origini è nota solo alle massime autorità del capitolo o dell'Inquisizione stessa, tuttavia tutti gli Esorcisti ne conoscono le basi e bruciano dal desiderio di redimere il peccato che scorre nel proprio sangue. Essi consacrano la loro intera esistenza alla devozione verso l'Imperatore e al compimento della Sua divina volontà.

2. Le origini degli Esorcisti:

All'epoca delle Eresia di Horus vi era un capitano della Stirpe dei Mille, Terminus, il cui coraggio e la cui lealtà all'Imperium erano noti in tutta la Legione. Come per ogni figlio di Magnus, egli e le forze al suo comando facevano uso di psionici e sotterfugi negli scontri con i nemici dell'Umanità, ma rispetto al modus operandi della Legione erano molto più inclini ad affrontare gli avversari faccia a faccia sul campo di battaglia, e non apprezzavano il ricorso incontrollato a incantesimi e stregoneria.

Le strategie di Terminus, infatti, si fondavano sull'addestramento di pochi ed elitari psionici in grado di sfruttare al massimo l'immenso talento per il quale la Stirpe dei Mille era famosa, e sostenere la Legione nei punti e nei momenti cardine degli scontri attraverso attacchi mentali miranti a confondere i vertici di comando del nemico, e spianare la strada al resto delle forze armate.

Quando l'Imperatore emise gli Editti di Nikaea, Terminus credette di aver trovato la conferma di quanto aveva sempre sostenuto di fronte al resto dei comandanti della Stirpe, e non li accolse con il risentimento del Primarca e dei restanti stregoni, ma vide in essi una traccia su cui ricostruire il futuro della Stirpe dei Mille.

Fu ciò, probabilmente, che spinse Magnus il Rosso ad allontanarlo da Prospero indirizzandolo verso campagne di guerra distanti dalla Città della Luce: il Primarca aveva deciso di continuare in segreto i propri studi sulla stregoneria, nonostante la scelta dell'Imperatore, e sapeva bene che il suo migliore comandante non avrebbe mai passato sotto silenzio un simile gesto. Si dice che Terminus sospettasse delle reali intenzioni di Magnus, e che avesse perfino osato affrontarlo nel tentativo di dissuaderlo dalla sua decisione: ma poiché egli doveva obbedienza al Primarca, e non poteva provare i propri sospetti, infine non ebbe altra scelta che partire con le proprie armate alla volta di remoti sistemi stellari.

Terminus combatté con coraggio per espandere i domini dell'Imperium, ma lungi dall'aver creduto alle parole di Magnus ordinò sempre ai propri psionici di sondare le menti di Prospero, e assicurarsi che non cedessero alle lusinghe della stregoneria. I Bibliotecari obbedirono, eppure non trovarono mai la minima traccia di corruzione nella Città della Luce: "le menti di Prospero sono immacolate", era la loro risposta, sempre e solo la stessa risposta.

Finché Terminus sospettò che Magnus li avesse corrotti con promesse di potere e conoscenza, ma già allora era troppo tardi: egli stesso aveva una mente possente, e di colpo avvertì la santa rabbia dell'Imperatore lacerare il proprio spirito come una lama psichica, e comprese che Egli aveva giudicato e condannato la Stirpe dei Mille per eresia.

Con furia spaventosa, Terminus raccolse il martello "Exterminatus", che l'Imperatore in persona gli aveva donato per i propri servigi, raggiunse i Bibliotecari traditori e li massacrò uno a uno, spaccando i loro crani corrotti con colpi che fecero tremare la nave. La leggenda vuole che dai loro crani infranti emersero liquidi fluorescenti dai colori bizzarri, la cui superficie ghignava di mille e mille facce distorte che ridevano e parlavano una lingua incomprensibile. Terminus ordinò di fare rotta immediata verso Prospero, nel disperato tentativo di porre rimedio a quanto stava accadendo, ma la sua flotta venne intercettata e assalita dalle forze dei Lupi Siderali, che credevano lui e i suoi Marine corrotti tanto quanto il resto della Stirpe dei Mille.

Inferiori nel numero e imprepaerati a un simile attacco, le forze del capitano subirono perdite enormi, ma riuscirono infine a sfuggire ai figli di Russ salvando poche navi e alcune centinaia di Marine. Per tutto il resto dell'Eresia, Terminus combatté per l'Imperatore nonostante le Sue stesse armate gli dessero la caccia, fino al giorno del fatidico assedio al Palazzo Imperiale sulla Sacra Terra, quando lui e i suoi Marine si infiltrarono inosservati sul pianeta in balia delle forze del Caos, giacché queste credettero lui e le sue navi alleati della Stirpe dei Mille.

Una volta atterrato sulla Terra, Terminus e i suoi Marine lealisti raggiunsero il Palazzo dell'Imperatore e iniziarono una caccia efferata e sanguinaria ai danni dei loro antichi fratelli: la leggenda vuole che essi fossero armati tutti con martelli benedetti, e colpissero con rabbia terribile fino a spaccare in modo irrimediabile le armature potenziate della Legione traditrice.

Alla fine, quando l'Imperatore distrusse Horus e le forze del Caos si ritirarono, Terminus e i suoi Marine si consegnarono alle Legioni lealiste ed egli chiese che tutti loro venissero giudicati come colpevoli di eresia tanto quanto lo erano stati i restanti Marine della Stirpe dei Mille, giacché il crimine che il loro Primarca aveva commesso era così grande da condannare per sempre tutto il suo sangue.

Leman Russ, che aveva presieduto la distruzione dei figli di Magnus, fu felice di una tale richiesta e ordinò la fucilazione di Terminus e dei suoi uomini...