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| 3° Aedo Zendriano: Prigionieri | |
| | Autore | Messaggio |
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Kurush-Var Veggente di Zendra
Età : 34 Località : Cusano Milanino (MI) Messaggi : 6041
| Titolo: 3° Aedo Zendriano: Prigionieri Mar Ago 24, 2010 5:20 pm | |
| È con grande onore che inauguro la terza edizione dell'aedo zendriano con un mio racconto personale. La storia è in realtà l'inizio di una grande avventura, i fatti narrati traggono spunto da una campagna di D&D che masterizzai anni fà. A mio modesto parere la migliore avventura che abbia mai ideato. Ma basta divagare e passiamo al racconto, spero ne gradiate la lettura tanto quanto è piaciuto a me scriverlo.
PRIGIONIERI:
-Tu non sai chi sono io stupida ottusa creatura! -Gryo...... -E guardami quando ti parlo sottospecie di maiale con le braccia! -Gryo.... -ESATTO!!! Io sono Gryo Wolf conoscitore del sacro sapere dell'erem. Membro anziano del consiglio druidico di Istar, ricercatore della runa di Metrom... -GRYO!!! -Che c'è???? -La guardia, stà dormendo. -Ah. -Già.
Il silenzio cadde sulla piccola cella, affollata da un vecchio con il volto paonazzo per il troppo urlare e un gigantesco barbaro seduto pesantemente in un angolo. Fuori della cella stravaccato su uno sgabello marcio stava un orco profondamente addormentato e circondato da alcune bottiglie vuote, nessun suono persisteva nella prigione se non il russare dell'abominevole creatura. Il vecchio di nome Gryo borbottò qualcosa mentre si rigirava nel letto di paglia secca cercando una posizione comoda tra le pietre sconnesse del pavimento per la sua lombaggine.
-Che cosa hai detto?- Domandò il grosso guerriero -Niente Jaros, niente...... -NIENTE UN CORNO! Ti ho sentito borbottare troppe volte per non capire quando c'è un problema. -IL MIO PROBLEMA SEI TU STUPIDO BARBARO!- Esplose il vecchio scattando come un serpente verso il grosso umano.-Dovevi capirlo che era una trappola! -Niente lo faceva supporre- Borbottò sulla difensiva l'altro -Un quarto di bue macellato appeso al soffitto al centro di una grotta con il pavimento fatto di foglie e arbusti??? -Avevo fame- Rispose sbuffando il barbaro. -Fame? Bastava chiedere e ti avrei dato del cibo! -E cosa? Le tue stupide bacche? Non sono mica un passerotto. -Ti ho detto mille volte che sono magiche- ripeté stanco l'anziano. -Io non mi fido della magia. Guarda cosa ti ha fatto? -Cosa vorresti dire? -Beh sei vecchio, barbuto e brontolone eppure sei un elfo. -Obad-Hai dammi la forza!- Esplose Gryo alzando le mani al cielo. -Cosa centra il tuo dio vegetariano adesso? -Centra! E comunque non è stata la mia magia a ridurmi così ma una maledizione. -Le magie sono maledizioni giusto?- Domandò Jaros con il ghignò di chi ha trovato il punto debole dell'avversario e adesso lo sbeffeggia prima di dare il colpo di grazia. -Sì ma..... -Allora ho ragione io- Interruppe Jaros con aria tronfia e un sorriso bestiale in faccia. -Voglio una cella singola.
Ma come sono finiti in questa brutta situazione i nostri prodi avventurieri? Jaros Dhar e Gryo Wolf avevano accettato di buon grado la richiesta di aiuto fatta loro dal capovillaggio di Delern preoccupato dalle incursioni di un gruppo di predoni orchi che avevano saccheggiato varie fattorie isolate e che ogni giorno si facevano più vicini alla ridente quanto indifesa cittadina. "Una faccenda da nulla" Avevo grugnito il barbaro, "E ci pagheranno anche profumatamente." Aveva aggiunto Gryo. Già, questo druido non è precisamente l'incarnazione dell'umile e povero servo della natura. Forse per questo è stato maledetto, ma di ciò parleremo in un altro momento. Inaspettatamente accettarono dirigendosi dove erano avvenute le ultime incursioni. Trovarono una traccia fresca delle prede che li condusse in un piccolo accampamento, mentre il druido progettava un piano per attaccarli Jaros caricò a testa bassa gli umanoidi seguito dagli insulti di Gryo. Gli orchi tentarono di fermarlo ma i fendenti della grande ascia impugnata dall'umano falciava nemici ad ogni colpo, come si sà gli orchi non sono propriamente tra le creature più coraggiose quindi si diedero alla fuga nella foresta con alle calcagne Gryo e poco più indietro il barbaro che correndo cercava di ripulirsi dalle interiora di orco che lo ricoprivano. L'inseguimento si concluse all'ingresso di una caverna a ridosso delle montagne, qui Jaros ritrovò il vecchio elfo con il fiatone grosso accasciato su una pietra, un imitazione perfetta di un vecchio gufo in pieno attacco cardiaco. Rifiutata la respirazione bocca a bocca da Jaros entrarono nella caverna e perlustrando trovarono la famosa trappola.
-Sai, dovremmo uscire da questa topaia.- Proferì Jaros tirandosi su a sedere sul pagliericcio. -Davvero? E di grazia quando è nato questo pensiero nella tua testa bacata? Forse dopo che il capo di questi sacchi di immondizia è venuto a dirci che stasera saremo noi il piatto forte del banchetto!?!?!?!?! Scattò L'elfo avvolgendosi meglio nel mantello per impedire all'umidità di risvegliargli i reumatismi. Alle parole del compagno Jaros si illuminò -Banchetto? Allora ci sarà da abbuffarsi!- L'urlo strozzato placò le fantasticherie sul cibo, mentre Gryo cercava di trattenersi dal saltargli addosso. -Che c'è? -NOI SIAMO IL BANCHETTO TESTA VUOTA! -E questo non è bene..... giusto?- Disse corrucciato il barbaro riflettendo. -Allora io ho un piano per uscire di qui! Un sopracciglio cespuglioso di Gryo si inarcò in segno di stupore che quella montagna di muscoli avesse ideato un piano. -Va bene, Ma fai attenzione che è abbastanza complicato. Allora, Gryo tu fingi di stare male, io chiamo la guardia e quando entra a controllarti la uccido e fuggiamo di qui, cosa ne pensi? Eh Gryo? .......Gryo perché piangi?
Le ore passarono lente, la tensione saliva ogni momento di più, anche a causa del suono dei tamburi orcheschi che riecheggiavano per le grotte seguiti dai loro urli bestiali. Il rumore non faceva che innervosire ulteriormente il druido che disperatamente cercava di pianificare un piano che come le tessere di un mosaico non si incastrano, ed ad ogni colpo di tamburo si rimescolavano costringendolo a ricominciare con maggiore fretta. Tutta la tensione si rifletteva sulla sua anziana faccia, ogni ruga fremeva e il grosso adunco naso era coperto di goccioline di sudore. Il barbaro invece se ne rimaneva nel suo angolino non particolarmente nervoso, tanto che si era appisolato un paio i volte. Ogni volta che si destava vedeva il suo compagno sempre più disperato, decise quindi di calmarlo almeno. -Gryo fermati. Ormai è troppo tardi per fuggire- -Non è mai troppo tardi! Per cinquecento anni me la sono cavata e non saranno certo questi suini su due zampe a fare fuori il grande Gryo Wolf! Jaros posò la mano sulla spalla dell'amico lussandogliela -Comunque sappi che sono molto orgoglioso di aver viaggiato con un così saggio e.....- qualcosa alle spalle di Gryo attirò la sua attenzione -Hei! Guarda che sei in anticipo, non siamo ancora morti. Torna dopo! -Con chi stai parlando Jaros? -Con la morte, è arrivata in anticipo, anche se non sò precisamente quando arriva. -La morte?- Chiese l'anziano druido con le sopracciglia inarcate -Credo che tu abbia un allucinazione, non è possibile che..... La frase gli si bloccò in sulle labbra, la gola si inaridì e il suo cuore smise di battere.
Fuori dalla cella la "morte" aspettava, coperta dalla testa ai piedi da tessuto nero con un cappuccio tirato sul volto, non si vedeva nulla oltre a ciò, solo un raspare gutturale proveniva da essa. Restarono lì a fissarsi per alcuni attimi che parvero anni, quindi una voce squarciò il silenzio, lontana, quasi rarefatta. Distante come l'eco e profonda come la notte. -Temo di doverti deludere Jaros Dhar, ma io non sono la morte. Un tonfo, un corpo che cade come un sacco vuoto e Gryio fù a terra. Forse svenuto forse morto, no respirava, con un rantolo protratto. Il cuore quasi non aveva retto e la cosa si che sarebbe stata ironica. Per fortuna non fù così, il druido era più coriaceo di quanto sembrasse e non sarebbe certo stato quel buffone che provoca infarti ai vecchi a farlo fuori, ma per ora si accontentava di continuare a rantolare con la guancia schiacciata contro il pavimento freddo. -Non lo aiuti?- Chiese la figura al barbaro che si era alzato in piedi. -Non vorrebbe, anche se vecchio e decrepito ci tiene all'orgoglio o almeno a quello che gli rimane.- Rispose. In risposta il rantolio si trasformò in un ringhio, una mano scarna e rugosa si aggrappò alle sbarre e tirando più con la volontà che con la forza si issò in piedi. -Spero non abbiate programmi perchè vi devo parlare- disse lo straniero. -Credo che il banchetto possa aspettare.- rispose circospetto il barbaro.
-Di certo sapete la storia su come gli dei abbiano creato il mondo, di comune accordo lo plasmarono. Eressero le montagne, scavarono gli oceani e tutto quello che ne consegue. Però nessuno sa che mentre avveniva ciò gli dei scoprirono una falla, un errore nei loro piani, trovarono un "qualcosa" molto più potente di loro, talmente forte che i tentativi degli dei di impossessarsene finirono con raccapriccianti ferite che tuttora si portano dietro, anche se per giustificarle hanno inventato dei miti. E li capisco, chi seguirebbe un Dio che può soffrire, che può essere sconfitto.-
Gryo ebbe la chiara sensazione che sotto il cappuccio il loro ospite avesse appena sorriso e senza capire il motivo rabbrividì. -Quindi cosa potevano fare loro, gli esseri più potenti al mondo? Niente, se non escluderlo, dimenticarlo, fare finta che non esistesse. Lo circondarono con la più imponente delle catene montuose e disseminarono di guardiani quei luoghi. Come mai vi starete chiedendo …...-
-Veramente non è che me ne freghi gran che.- Sussurrò Jaros annoiato al suo compagno. -In effetti è più prolisso di me, il che non è poco.- Rispose il druido.
-Ebbene scoprirono che i loro servi, anche i più deboli potevano dove loro avevano fallito. Erano in grado di penetrare in questa “valle”, ma non erano in grado di uscirne. Quello che succedeva nella valle non era dato sapere, ma innegabilmente erano vivi.-
-Quindi c’è una valle dove noi possiamo entrare e i grandi capi no. E noi cosa centriamo?- Domandò Gryo lisciandosi la barba. -Domanda Arguta Gryo Wolf- Disse la creatura senza aggiungere altro. -Momento! Hai detto che gli dei impedirono l’accesso alla valle alle origini del mondo, da quanto ci dici. Come fai tu a sapere queste cose allora?- -Complimenti Jaros Dhar, hai perfettamente ragione come potrei io sapere tutte queste cose. Purtroppo sono una persona riservata quindi mi limiterò a dirti che c’è un particolare legame tra me e quella valle. Vi offro la possibilità di uscire da qui sani e salvi solo vi chiedo un favore.- -sempre così, mai uno che aiuti per puro spirito altruistico.-Grugnì il vecchio. -Entrare nella valle- -E fare cosa?- Chiese Jaros con circospezione. -Nulla, è questo il bello, la semplice vostra presenza cambierà gli equilibri in gioco.- I due amici si guardarono in faccia un attimo riflettendo, poi con semplicità scrollarono le spalle accettando il loro fato. -Ottima scelta.- Sibilò la figura incappucciata. Un gesto repentino della sua mano e i due avventurieri si pietrificarono diventando statue di vetro, le loro espressioni colme di orrore. La creatura avanzò di un passo sollevando una mano, schioccò le dita frantumando in miliardi di pezzi le statue, la guardia orchesca nell’angolo venne dissolta dalle schegge senza neanche accorgersene, le rocce stesse si sbriciolarono e le sbarre della cella vennero tagliate come burro. Totalmente incolume la creatura sorrise.
-A te la mossa Dosan- | |
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Età : 31 Località : MIlano Messaggi : 1733
| Titolo: Re: 3° Aedo Zendriano: Prigionieri Lun Set 06, 2010 12:30 am | |
| Molto bello e molto piacevole da leggere, l' elemento comico è una nota in più che non si perde mai nello scritto, però mantieni comunque una certa drammaticità. All' inizio sono rimasto basito leggendo il finale repentino, poi ho letto l' introduzione e ho capito che era un inizio di un' avventura più grande :112: sicuramente d' effetto! | |
| | | nunzio Utente
Età : 30 Località : Milano Messaggi : 2541
| Titolo: Re: 3° Aedo Zendriano: Prigionieri Lun Set 06, 2010 10:00 am | |
| racconto che mi ha lasciato molto l'amaro in bocca. Il lato positivo del racconto è che è di facile lettura. Sono pochi attimi, forse solo un giorno, che viene descritto con gran perizia, ma è (solo) l'inizio di un'avventura più grande, e per questo secondo me è (solo) una degna introduzione. Sento che manca qualcosa. C'è qualche errore di punteggiatura, ma nulla di più Sento che mi perdo una fetta più grossa, e per questo sento l'amaro in bocca. | |
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| Titolo: Re: 3° Aedo Zendriano: Prigionieri | |
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| | | | 3° Aedo Zendriano: Prigionieri | |
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