AGI) - Roma, 25 mag. - Oltre la meta' delle pensioni erogate dall'Inps, precisamente il 50,8%, non arriva a 500 euro al mese. E' quanto si evince dal Rapporto annuale dell'istituto.
La quota sale al 79% se si considera la soglia dei 1.000 euro lordi mensili. L'11,1% presenta importi compresi tra i 1.000 e i 1.500 euro mensili e il 9,9% superiori ai 1.500 euro. Per quanto riguarda le pensioni da 500 a 1.000 euro mensili, continuano a prevalere le pensioni femminili con il 30,5% rispetto al 24,9% delle pensioni maschili. Il trend si inverte nelle classi di importo piu' elevato, laddove le pensioni dei titolari maschi presentano pesi percentuali nettamente piu' significativi: il 18,9% tra i 1.000 e i 1.500 euro mensili (contro il 5,6% per le donne) e il 20,2% con importi superiori ai 1.500 euro mensili (a fronte di appena il 2,6% per le pensioni erogate alle donne). Dai dati, emerge anche che la spesa pensionistica nel 2010 e' salita del 2,3%, con un aumento delle pensioni d'anzianita' ma anche dei trattamenti d'invalidita'. Uno scenario, quello tracciato dall'Inps, che per il Governo non necessita comunque di alcun intervento. Il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi non ne vede le ragioni visto che "il sistema e' sostenibile, c'e' una unanime lettura sulla condizione di stabilita': nessun nuovo intervento nel settore pensionistico". E piu' in generale, e' intervenuto anche Gianni Letta sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per dire: "Non e' vero che il Paese e' allo sfascio".
Letta ricorda che l'Italia "ha tanti problemi antichi, che derivano dal passato, e problemi attuali, che derivano dalla crisi mondiale. Problemi che riguardano anche il nostro domani ma - dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - se li sapremo affrontare, ognuno per la propria responsabilita', il nostro Paese ne uscira' e ne uscira' bene".
Il Codacons da parte sua giudica "impossibile riuscire a campare con meno di 800 euro al mese". Per questo l'associazione di consumatori chiede che la pensione minima "sia innalzata almeno a quella soglia, sempre che non ci siano altri redditi familiari".
Intanto, l'Ocse nel suo Economic Outlook di primavera da' la sua diagnosi sullo stato della nostra economia: in Italia la ripresa e' "lenta" ma continuera' anche nel 2011 "con una crescita che e' destinata a rafforzarsi di circa un punto e mezzo di Pil nel 2012". L'organizzazione di Parigi rivede in leggero ribasso all'1,1% la crescita del Pil di quest'anno, contro il +1,3% stimato in autunno, lasciando invariata a +1,6% la previsione per il 2012. Secondo l'Ocse la buona domanda mondiale stimolera' le esportazioni e anche gli investimenti sono destinati ad accelerare. (AGI) .