"Una delle cose che mi è stata detta quando ero sull'orlo del baratro, per descrivere la mia condizione, è che io avevo tolto Dio dal Suo trono, avevo visto il trono vuoto e mi ero seduto. Li ho scoperto, avendo detronizzato Dio, avendo tolto Dio dalla mia esistenza, che avevo la responsabilità di Dio nella mia vita e non avevo il Suo potere, la Sua potenza; questo ha amplificato le paure dentro di me."
"Domanda:Che cosa vuol dire che l'attesa è la definizione dell'istante che viviamo. A me sembra spesso di attendere qualcosa che so che c'è e che mi riempie il cuore ma non è mai adesso è sempre un momento dopo.
Risposta:Perchè il nostro io è strutturalmente in attesa di compimento, qualsiasi istante che viviamo, abbiamo quest'attesa. Sant'Agostino lo riassume con una frase:<< ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore è inqueto in attesa finchè non riposa in te>> Perciò senza Colui che compie, l'istante è così insopportabile che noi fuggiamo dal presente nella distrazione. Solo se io riconosco questa attesa davanti a questo Tu, posso non fuggire nel passato o nel futuro, posso evitare che nella mia vita il presente non è mai ora. L'attesa diviene così la consapevolezza del presente, reso percettibile dall'istante, ed il presente diviene l'espansione della nostra essenza compiuta."
14/02/2012 - L'inesorabile positività del reale.