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 Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz

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Maresciallo_Helbrecht
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MessaggioTitolo: Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz   Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 8:34 pm

Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragazzini belgi

SIERRE, Svizzera (Reuters) - Un pullman che trasportava un gruppo di ragazzini belgi si è schiantato contro il muro di un tunnel nel Canton Vallese, in Svizzera, provocando la morte di 28 persone, 22 dei quali ragazzi. Lo ha reso noto la polizia.

L'incidente in cui è rimasto coinvolto il veicolo, che trasportava 52 persone, in gran parte alunni dodicenni provenienti da Lommel e Heverlee, nelle Fiandre, è avvenuto nella serata di ieri, non lontano dall'Italia e dalla Francia.

"Il primo ministro ha appreso con orrore del terribile incidente avvenuto in Svizzera", dice una nota diffusa dal premier belga Elio Di Rupo, che annuncia anche la sua visita in giornata nello stato alpino.

"E' un giorno triste per tutto il Belgio", ha detto Di Rupo.

Il pullman tornava in Belgio dalla località sciistica di Val d'Anniviers, dove i ragazzi avevano trascorso una vacanza sulla neve.

Ventiquattro altri ragazzini che si trovavano sul pullman sono rimasti feriti, alcuni in modo grave, come ha detto la polizia. L'incidente è avvenuto in un tunnel tra Sitten e Siders. Dopo aver percorso due chilometri, sceso dalla località turistica nella valle, il pullman ha sbattuto contro il guardrail ed è sbandato finendo contro un muro di cemento.

La parte anteriore del mezzo è andata interamente distrutta. Molti passegeri sono rimasti intrappolati e i soccorritori - circa 200 tra agenti, pompieri e addetti medici - hanno lavorato per ore per liberarli. I feriti sono stati trasportati in ospedale grazie a 12 ambulanze e otto elicotteri.

I due conducenti del pullman sono morti e la causa dell'incidente non è al momento nota, come ha riferito la polizia.

L'incidente è uno dei più gravi avvenuti in Svizzera negli ultimi 30 anni. Nel 1982 39 turisti tedeschi rimasero uccisi nello scontro tra il pullman su cui viaggiavano e un treno a un passaggio a livello.

Nel 2005, nel Canton Vallese, un bus precipitò in un burrone, provocando la morte di 12 persone.



Fonte: http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE82D00120120314?pageNumber=2&virtualBrandChannel=0




Assurdo... Semplicemente assurdo... Sono davvero senza parole...
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MetalheartH
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MessaggioTitolo: Re: Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz   Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 9:23 pm

E' una cosa spaventosa... poveri ragazzini...
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Tutatis
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Tutatis


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MessaggioTitolo: Re: Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz   Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 9:52 pm

allucinante... pazzesco anche quello dell'89.
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Maresciallo_Helbrecht
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MessaggioTitolo: Re: Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz   Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz Icon_minitimeVen Mar 16, 2012 12:58 pm

Sierre, resta il mistero sulle cause della strage
L'autista stava caricando un CD? Oggi i primi rimpatri


■ Emerge una nuova pista per spiegare l'incidente di martedì sera a Sierre costato la vita a 22 bambini e 6 adulti in prevalen­za di nazionalità belga, anche se non pare sufficientemente soli­da: secondo alcuni bambini po­co prima dello schianto nel tun­nel uno dei due autisti stava ca­ricando un DVD o un CD nel let­tore del torpedone. Ma la ditta che produce quel tipo di veico­lo non ci crede: i conducenti non possono essere visti dai passeg­geri, sostengono. E così il co­mandante della polizia canto­nale vallesana Christian Varone continua a sostenere che «al momento non c'è nessuna ipo­tesi da privilegiare; l'inchiesta prosegue». Citando la polizia vallesana, l'impresa di traspor­to Toptours, proprietaria del pul­lman precisa che nel corpo de­gli autisti non sono state rileva­te tracce di alcol. La stanchezza e un problema tecnico sono an­ch'essi esclusi dalla ditta, che ha posto in risalto la lunga espe­rienza dei due conducenti. In­tanto restano sotto prognosi ri­servata i tre bambini più grave­mente feriti ricoverati al CHUV di Losanna. Non tutte le vittime della sciagura sono state identi­ficate: formalmente è stata sta­bilita l'identità di 19 vittime, mentre per altre 9 l'identifica­zione è in corso, ha indicato ie­ri la polizia vallesana. Le prime salme dovrebbero essere rim­patriate oggi con tre velivoli mi­litari messi a disposizione dal Belgio, già posatisi a Sion. Sei dei bambini deceduti sono di na­zionalità olandese, ha comuni­cato il Ministero olandese degli esteri. Quattro i feriti olandesi, di cui due in condizioni gravi.


Tra le sfumature dell'indicibile

C'è chi ha dovuto attendere l'arrivo all'ospedale per capire se suo figlio ce l'aveva fatta e ci sono lutti di cui quasi ci si vergogna di parlare, come quello della donna che aspettava l'SMS di uno degli autisti

È come se questa volta il dolore pri­vato dei parenti delle vittime fosse percepito come un affare troppo in­timo, troppo fragile per poter essere contaminato da occhi estranei, da sguardi avidi di patimenti altrui. È uno dei pochi piccoli miracoli che inaspettatamente possono sboccia­re da una tragedia: c'è pudore.
Il muro di protezione eretto dalle au­torità vallesane, polizia in primis, per proteggere la comitiva degli adulti giunti in Svizzera per piangere sulla bara di un congiunto o stringere le mani al figlio sopravvissuto, fa emer­gere sfumature che normalmente, in casi analoghi sfuggono. Perché nel­la tragedia l'angoscia non è tutta uguale.

■ Occhi lucidi, nessun pianto. Come quelli di Eveline Widmer-Schlupf (ministra delle inanze e presidente svizzero per il 2012. NdMH) spal­la a spalla con il premier belga Elio Di Rupo, quasi goffo, lui e il suo imman­cabile farfallino, nel suo dolore indici­bile, alla conferenza stampa di merco­ledì sera a Sion. È solo un'immagine, ma esprime al meglio lo stato d'animo di chi per semplici ragioni geografiche si è trovato ad affrontare la più grave sciagura stradale svizzera degli ultimi anni. A dispetto dell'enormità della tra­gedia, a farla da padrona è una com­postezza surreale.
Ne sa qualcosa quel medico (belga!) del­l'ospedale di Sion che, come ci racconta un tecnico di radiologia della clinica (ve­di intervista sotto ), ha visto dipinger­si sul volto di alcuni genitori dei ragazzi che erano sul bus una gioia stranita, un'alle­gria troppo scandalosa perché potesse es­sere espressa apertamente. A loro, che du­rante tutto il viaggio dal Belgio alla Svizze­ra non potevano ancora sapere se il loro bambino risultava sulla lista dei vivi o su quella dei morti, era tacitamente richiesta l'inaudita fatica di esultare senza esultare, di gioire senza darlo a vedere. Perché lì, a due metri da loro, compagni di un volo ae­reo terribile e colmo di fantasmi, c'erano i genitori sfortunati, sfortunatissimi, ai qua­li è toccato in sorte di non poter vedere al­tro che i propri ragazzi con le palpebre ab­bassate per sempre.
Tutto questo lo siamo venuti a sapere qua­si per caso, chiacchierando ieri mattina al­le nove nel parco di quello stesso ospeda­le che qualche ora più tardi invierà un de­legato davanti alla piccola folla di giornali­sti non per informarli sulle condizioni dei giovanissimi pazienti, ma per dire loro di andarsene «per rispettare la tranquillità e il dolore delle famiglie», come recita il di­spaccio d'agenzia. Pudore che chiude le bocche, blocca la vista. E manda in crisi troupe televisive di mezzo mondo. Ieri, a Sion, gli inviati di un celebre TG della vici­na penisola credevano di impazzire: «Ma lo sai che qui non parla proprio nessuno?», mi dice incredula Ilaria, una collega del Nord Italia. «Meglio, no?» verrebbe da di­re, «c'è più rispetto». Ma teniamo il pensie­ro per noi conoscendo bene le aspettative che in casi del genere vengono avanzate, più o meno legittimamente, dalle redazio­ni centrali dei media. Di fatto, a Sierre, po­tresti leggere come su un libro la suddivi­sione dei giornalisti fra due distinte scuole di pensiero: quella del racconto e dell'espo­sizione nel dettaglio, perfino fisiognomico, del dolore e dell'angoscia; e quella dell'evo­cazione del dramma senza inutili voyeuri­smi. Inutile dire da che parte stiamo.
E quando, davanti al Centre Funéraire, inerpicato sulla collina ovest di Sion un cordialissimo poliziotto ci invita a dirige­re l'automobile dall'altra parte della stra­da, dove già si assiepano foreste di teleca­mere e di colleghi impazienti di assistere allo «sbarco» dei parenti, sentiamo un cer­to orgoglio per la scelta delle nostre auto­rità di proteggere con un vero e proprio fos­sato la macchina dell'informazione dagli autobus del dolore. A dividere gli occhi meccanici dei reporter da quelli gonfi di pianto di quelle persone c'è un'intera stra­da asfaltata che percepiamo come un au­tentico fossato simbolico tra il dicibile e l'indicibile.
Un muro protettivo che ci permette di ve­dere di meno, ma di pensare di più. E di cogliere sfumature che la sovraesposizio­ne mediatica del dolore ci impedirebbe di osservare tanto lucidamente, per esem­pio tra i lutti. Mica vero che sono tutti uguali, ed è normale: si piange più facil­mente su un bambino che su un adulto. Ma come può avere reagito quella giova­ne vedova, di cui leggiamo la storia su un quotidiano belga, che lunedì sera non ave­va ricevuto il consueto SMS dal marito, au­tista di pullman, e ha scoperto dal radio­giornale del mattino che a guidare il mez­zo che si era schiantato in un tunnel sviz­zero con tanti bambini era il suo uomo? Un lutto, fra altri 27, sottaciuto, per rispet­to a chi ha perso un figlio. Ma non per que­sto un lutto minore. E benedetto sia il cuo­re di chi riuscirà a piangere anche per que­sta donna.




L'INTERVISTA ■ PHILIPPE CARTHOBLAZ
«Qui l'angoscia e la gioia dei parenti si sono mescolate»


■ La prima cosa che pensi quando lo ve­di è che somiglia in modo imbarazzante ad Asterix. La seconda è che se passeggia dentro il suo camice bianco fumando una pipa di radica verde nel parco che circon­da l'ospedale di Sion, allora è molto pro­babile che abbia bisogno di rilassarsi do­po aver vissuto una notte, o forse due, di­versa dalle altre.
Philippe Carthoblaz, tecnico radiologo dell'istituto vallesano, ci guarda incurio­sito quando gli chiediamo a bruciapelo se per caso si è occupato di quei bambi­ni belgi sopravvissuti all'impatto sotto il tunnel di Sierre. Ma non si tira indietro.
«Sì, c'ero anch'io. Sono stato chiamato nell'ambito del piano d'emergenza. Ci hanno convocato tutti nell'ambito delle nostre differenti specialità: medici, infer­mieri…» Ma cosa è successo esattamente all'ospe­dale, quella sera?
«Sono arrivate le prime ambulanze coi bambini che erano feriti in modo più serio. Alcuni sono stati trasferiti all'In­selspital di Berna, altri al CHUV di Lo­sanna».
Insomma, tutti i feriti, inizialmente, so­no arrivati qui e poi sono stati smistati.
«Esatto. L'ospedale di Sion è il maggior ospedale vallesano ed è anche il più do­tato per le varie patologie nella zona. Il problema è che non sono arrivati tutti in­sieme ma a scaglioni».
A che ora sono arrivati tutti quanti al­l'ospedale?
«Direi verso le due del mattino. Perché non deve essere stato facile liberarli dal­le lamiere in alcuni casi».
Quattro-cinque ore circa dopo l'impat­to.
«Esatto».
Lei si è occupato delle radiografie dei ra­gazzi, giusto?
«Esatto. Ho fatto decine di radiografie».
In che stato erano i ragazzi?
«Noi siamo intervenuti in seconda bat­tuta, dopo che erano già stati trattati nel­le ambulanze. Non abbiamo avuto il pri­mo contatto, che dev'essere stato terribi­le. Erano già intubati, medicalizzati. Il pro­blema era che erano davvero tanti e non tutti i bambini parlavano francese, ma il fiammingo. Anche l'interprete serviva a poco».
Erano agitati?
«No, erano stati tranquillizzati. Penso che da questo punto di vista siano stati trat­tati con grande professionalità»
Come radiologo quali sono le ferite che ha potuto vedere?
«C'erano molti arti inferiori feriti, bacini, gambe. Poche fratture della colonna. Quelli che ho visto io non erano troppo gravi. Certo, un paio o tre, quelli che so­no stati portati al CHUV sono ancora tra la vita e la morte. Ma i 14 che sono rima­sti qui ne usciranno tutti, con gradi di dan­no più o meno gravi».
Ieri (martedì sera per chi legge) sono ar­rivati i parenti dei bambini. Cosa è suc­cesso?
«Me lo sono fatto raccontare da un colle­ga belga che c'era in quel momento. Era particolarmente penoso perché i paren­ti ancora non sapevano se il loro bambi­no era vivo o morto. Quelli che non si so­no fatti niente di grave avevano già chia­mato i loro parenti e avevano potuto tran­quillizzarli. Gli altri, quelli che sono stati intubati, per esempio, non avevano po­tuto farlo. E quindi i genitori non sapeva­no se erano vivi o morti. Era orribile».
Ma coi parenti che poi hanno trovato i loro bambini vivi ci saranno senz'altro state scene di giubilo.
«Il problema era la differenza, il vero e proprio fossato tra quelli che trovavano i loro bambini feriti ma vivi e quelli che in­vece non li trovavano neppure tra i feriti. Penso che anche per loro sia stata una prova terribile»






IL PUNTOIL PUNTO
IDENTITÀ AL VAGLIO
Non tutte le vittime della sciagura costata la vita martedì sera a Sier­re (VS) a 28 persone, tra cui 22 bam­bini, sono state identificate: formal­mente è stata stabilita l'identità di 19 vittime, mentre per altre 9 l'iden­tificazione è in corso. Le prime sal­me dovrebbero essere rimpatriate oggi con tre velivoli militari messi a disposizione dal Belgio. Sei dei bam­bini deceduti sono olandesi. Quat­tro i feriti olandesi, di cui due in con­dizioni gravi.
IL GIALLO DEL CD
Riguardo alle cause della tragedia, l'inchiesta prosegue. Secondo i quo­tidiani Aargauer Zeitung e il fiam­mingo Het Laatste Nieuws, alcuni bambini hanno indicato che poco prima dell'incidente l'autista avreb­be voluto inserire un DVD o un CD nel lettore del torpedone. Ma per l'impresa di trasporto Toptours, pro­prietaria del pullman, il modello in questione impedisce di vedere la cabina degli autisti, situata a livel­lo della strada, mentre i passegge­ri sono tutti sopraelevati. Sarebbe quindi impossibile che qualcuno ab­bia visto un autista fare alcunché. Citando la polizia vallesana, Top­tours precisa inoltre che nel corpo degli autisti non sono state rileva­te tracce di alcol. La stanchezza e un problema tecnico sono anch'es­si esclusi dalla ditta, che ha posto in risalto la lunga esperienza dei due conducenti.
I FERITI E I RIMPATRI
Mentre il rimpatrio di 14 bambini, in cura all'ospedale di Sion, era ieri se­ra in preparazione, per tre bambini, ricoverati al CHUV di Losanna, la pro­gnosi resta riservata. Un quarto, al­l'Inselspital di Berna, è fuori perico­lo e sta «relativamente bene». «Hô­pital du Valais» riferisce che per soc­correre i feriti si sono mobilitati più di 150 membri del personale ospe­daliero, e hanno praticato su 16 pa­zienti una cinquantina di interventi chirurgici. Otto dei bambini erano pronti al rimpatrio, già ieri sera, con i familiari sul velivolo speciale con il quale sono venuti in Svizzera i 116 parenti delle vittime.
MESSAGGI DI SIMPATIA
Anche ieri, i messaggi di simpatia e di cordoglio sono affluiti numerosi. Il Papa ha espresso il suo dolore con un messaggio rivolto ai piccoli feriti, alle loro famiglie e ai soccor­ritori. Manifestazioni di solidarietà sono giunte anche a St-Luc, che ha aperto ieri un libro di condoglianze e un'apposita messaggeria elettro­nica. Un appello su Facebook invita a partecipare ad una marcia bianca a Martigny, mentre il vescovo di Sion ha celebrato una messa in memo­ria delle vittime.
BANDIERE A MEZZ'ASTA
Oggi, giornata di lutto nazionale, il Belgio si fermerà alle 11 per onora­re la memoria dei ventidue bambini e sei adulti periti nel dramma. Il lut­to sarà visibile anche in Svizzera: in tutti i Comuni vallesani e a Berna sull'ala ovest del Palazzo federale, le bandiere saranno poste a mez­z'asta. Un minuto di silenzio è pe­raltro stato osservato ieri al Sena­to a Bruxelles, dove due membri del personale sono toccati dalla scia­gura. Il primo, impiegato al servizio di traduzione, ha perso una figlia, mentre il secondo, un dipendente del ristorante del Parlamento, è pa­dre di una delle piccole vittime tut­tora in coma.




Fonte: Corriere del Ticino, 16.03.2012









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Sempre piu assurdo.... E ora cominciano a venire dei grossi dubbi sulla serietà dei crash test che fanno a questi bus. Non è possibile che un bus nuovo si possa disintegrare cosi tanto sbattendo contro un muro seppur a 100 Km/H! Non è possibile che seppur i bimbi fossero correttente allacciati con la citura di sicurezza, non si siano salvati lo stesso perchè i sedili sono stati divelti dal pavimento del bus stesso. Non è possibile che succedano cose del genere! Non è possibile e basta!! è tutto troppo assurdo....
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Maresciallo_Helbrecht
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MessaggioTitolo: Re: Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz   Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz Icon_minitimeSab Mar 17, 2012 12:39 pm

Ecco la ricostruzione dell'incidente

https://www.youtube.com/watch?v=7WtN6_gR0tY&feature=player_embedded
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ser-ema
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MessaggioTitolo: Re: Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz   Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz Icon_minitimeSab Mar 17, 2012 1:24 pm

crash test o no, se vai a sbattere a 100km orari sei fritto.... specialmente se ha preso lo spigolo nel modo che fa vedere il video che hai postato !!!
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MessaggioTitolo: Re: Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz   Svizzera, 28 morti in incidente pullman, in gran parte ragaz Icon_minitimeSab Mar 17, 2012 10:07 pm

Già a 50 all'ora, seppur con tutte le misure di sicurezza odierne, il limite della "morte" non è così lontano. Un bus ha una quantità di moto non indifferente rispetto ad una macchina (causa peso) che va alla stessa velocità. Fermare un coso del genere è difficile, e il "botto" è molto peggiore su un bus, che ha anche più vetri e telaio più... "morbido".

Mi dispiace, ma se è stato davvero un incidente, c'è proprio poco da fare.
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