Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 33 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Tentativo di cancellare la 194 Mar Giu 12, 2012 12:08 am | |
| “Sembra, ogni volta, di dover ricominciare da capo. Facciamolo, allora, e partiamo da una domanda. Questa: “tutte le donne italiane possono liberamente decidere di diventare madri?”. La risposta è no. Non possono farlo, non liberamente, e non nelle condizioni ottimali, le donne che ricorrono alla fecondazione artificiale, drammaticamente limitata dalla legge 40. Non possono farlo le donne che scelgono, o si trovano costrette a scegliere, di non essere madri: nonostante questo diritto venga loro garantito da una legge dello Stato, la 194.
Quella legge è, con crescente protervia, posta sotto accusa dai movimenti pro life, che hanno più volte preannunciato (anche durante l’ultima marcia per la vita), di volerla sottoporre (di nuovo) a referendum.
L’articolo 4 di quella legge sarà all’esame della Corte Costituzionale – il prossimo 20 giugno – che dovrà esaminarne la legittimità, in quanto violerebbe ” gli articoli 2, (diritti inviolabili dell’uomo), 32 I Comma (tutela della salute) e rappresenta una possibile lesione del diritto alla vita dell’embrione, in quanto uomo in fieri”.
Inoltre, quella legge è svuotata dal suo interno da anni. Secondo il Ministero della Salute sono obiettori sette medici su dieci (per inciso, i cattolici praticanti in Italia, secondo i dati Eurispes 2006, sono il 36,8%): in pratica, si è passati dal 58,7 per cento del 2005 al 70,7 per cento del 2009 per quanto riguarda i ginecologi, per gli anestesisti dal 45,7 per cento al 51,7 per cento e per il personale non medico dal 38,6 per cento al 44,4 per cento. Secondo la Laiga, l’associazione che riunisce i ginecologi a difesa della 194, i “no” dei medici arriverebbero quasi al 90% del totale, specie se ci si riferisce agli aborti dopo la dodicesima settimana. Nei sette ospedali romani che eseguono aborti terapeutici, i medici disponibili sono due; tre (su 60) al Secondo Policlinico di Napoli. Al Sud ci sono ospedali totalmente “obiettanti”. In altre zone la percentuale di chi rifiuta di interrompere la gravidanza sfiora l’80 per cento, come in Molise, Campania, Sicilia, Bolzano. Siamo sopra l’85% in Basilicata. Da un’inchiesta dell’Espresso di fine 2011, risulta che i 1.655, non obiettori hanno effettuato nel solo 2009, con le loro scarse forze, 118.579 interruzioni di gravidanza, con il risultato che più del 40% delle donne aspetta dalle due settimane a un mese per accedere all’intervento, e non è raro che si torni all’estero, alla clinica privata (o, per le immigrate soprattutto, alle mammane). Oppure, al mercato nero delle pillole abortive. Dunque, è importante agire. Vediamo come.
Intanto, queste sono alcune delle iniziative che sono state prese: 1) Lo scorso 8 giugno, Aied e Associazione Luca Coscioni hanno inviato a tutti i Presidenti e assessori alla sanità delle Regioni un documento sulle soluzioni da adottare per garantire la piena efficienza del servizio pubblico di IVG come previsto dalla legge. “Siamo altresì pronti a monitorare con attenzione l’applicazione corretta della legge e, se necessario, a denunciare per interruzione di pubblico servizio chi non ottempera a quanto prevede la legge”, hanno detto.
Le proposte sono: Creazione di un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza; Elaborazione di una legge quadro che definisca e regolamenti l’obiezione di coscienza; Concorsi pubblici riservati a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG; Utilizzo dei medici “gettonati” per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori; Deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di IVG sono scoperti.
2) La scorsa settimana ha preso il via la campagna contro l’obiezione della Consulta di Bioetica Onlus.
Diffondere queste informazioni è un primo passo. Ce ne possono essere altri. Fra quelli a cui, discutendo insieme, abbiamo pensato, ci sono:
1) Raccogliere testimonianze. Regione per regione, città per città, ospedale per ospedale, segnalateci gli ostacoli nell’accesso all’IVG e alla contraccezione d’emergenza. Potete farlo anche in forma anonima, nei commenti al blog. Ma è importante: perché solo creando una mappa dello svuotamento della legge è possibile informare su quanto sta avvenendo ed eventualmente pensare ad azioni anche legali.
2) Tenere alta l’attenzione in prossimità del 20 giugno. Lanciate su Twitter l’hashtag #save194, fin da ora. L’intenzione di questo post è quella di informare. Non è che il primo passo: perché la libertà di scelta continui a essere tale, per tutte le donne italiane”.Tratto da un blogger del Fatto. Ora, mi interessa sottolineare due particolari: 1) Io mi chiedo, ma di tutti questi medici che obiettano (e non esiste base legale per farlo, ci tengo a precisare) e che si rifiutano di effettuare aborti gratis negli ospedali pubblici, quanti di loro poi li eseguono a pagamento nelle cliniche private ? 2) In merito alla proposta presentata, quoto: - Citazione :
- L’articolo 4 di quella legge sarà all’esame della Corte Costituzionale – il prossimo 20 giugno – che dovrà esaminarne la legittimità, in quanto violerebbe ” gli articoli 2, (diritti inviolabili dell’uomo), 32 I Comma (tutela della salute) e rappresenta una possibile lesione del diritto alla vita dell’embrione, in quanto uomo in fieri”.
Ho sottolineato l'espressione uomo in fieri: cosa vuol dire ? Vuol dire che l'embrione è un qualcosa che in futuro diventerà un uomo. Ora, dire però che l'embrione è un uomo in fieri significa soltanto ribadire quello che già è stabilito, ossia che l'uomo è tale solo a partire dalla nascita (da bravo giurista mi verrebbe da citare il secondo comma dell'art. 1 Cod. Civ. che asserisce "i diritti del concepito sono subordinati all'evento della nascita"), perchè se A diventerà in futuro B al momento rimane semplicemente A. Cosa ne consegue ? Che l'embrione non è un uomo, non è insomma umano per ammissione degli stessi ricorrenti. Ma allora come possono pretendere i ricorrenti stessi di applicare i diritti umani a qualcosa che non è umano ? Se il diritto alla vita è un diritto inviolabile dell'uomo, se i diritti inviolabili dell'uomo sono applicabili per definizione solo agli uomini (e non a scimpanzè, bonobo etc.) e se per ammissione degli stessi ricorrenti l'embrione non è un uomo, allora a rigor di logica se ne deve concludere che il diritto alla vita non è applicabile all'embrione. Magari la situazione è diversa e qualcuno ha legiferato/sentenziato diversamente, magari i ricorrenti hanno fornito tra le loro motivazioni degli argomenti per sostenere che anche se l'embrione non è umano gli si devono attribuire lo stesso i diritti umani in base a vassaperecheccosa e nell'articolo non è stato riportato, ma così come appaiono le cose non reggono. | |
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The_Green_Knight Custode di Zendra
Età : 31 Località : Pistoia Messaggi : 12249
| Titolo: Re: Tentativo di cancellare la 194 Mar Giu 12, 2012 12:51 am | |
| "in fieri", in divenire, in potenza: un seme è una pianta in fieri. Peccato che sia e rimanga un seme, e abbia gli stessi diritti di un seme. Cioè di una pianta in fieri.
Stupidi come le mattonelle. | |
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Sephiroth Guardiano di Zendra
Età : 33 Località : Torino/Pisa Messaggi : 5242
| Titolo: Re: Tentativo di cancellare la 194 Mar Giu 12, 2012 11:36 am | |
| ^ Ho pure scoperto che il ricorrente è il tribunale di Spoleto, a causa di una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sulla fecondazione assistita e cose simili; ma a parte il fatto che la Corte non si è mai neanche lontanamente sognata di contestare l'aborto una simile scelta di parole è ridicola. | |
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| Titolo: Re: Tentativo di cancellare la 194 | |
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