Bhè... dove iniziare? Ah sì, i miei genitori.....morti,quando ero ancora piccolo,non li ricordo nemmeno, sò solo che erano i migliori acrobati del circo e lavorare così tanto spalla a spalla li aveva spinti a sposarsi. Successivamente ero nato io, e mio padre,che non aveva tutte le rotelle a posto, ebbe la bella idea di mettere sù un nuovo numero con me in mezzo.
Piroettando tra gli atrezzi i miei genitori mi lanciavano in aria per riafferrarmi al volo all'ultimo momento e il pubblico era in visibilio...pultroppo ad un certo punto mio padre ebbe un'attimo di distrazione e riuscì ad afferrare solo me mentre mia madre cadde per circa sei metri... sarebbe anche potuta sopravvivere se sotto mio padre non avesse fatto mettere una gabbia di lupi, per rendere lo spettacolo più piccante.........
Mio padre prese abbastanza bene la perdita di mia madre. Infatti ,poco dopo, si diede al numero del proiettile umano,ne aveva trovato uno tra i relitti di una nave uno dei primi prototipi, completamente in ferro e dalla bocca di fuoco molto larga.....pultoppo era un numero ancora in fase di progettazione e invece di un proiettile divenne una mitraglia umana...
Dopo la sfortunata dipartita dei miei genitori fui affidato ai miei zii. Anche loro lavoravano nel circo: mio zio faceva il giocolliere e pensando che avrei seguito le sue orme mi insegnò tutto ciò che sapeva,fino all'età di quindici anni. Mia zia invece lavorava come falconiera e stava la maggior parte del tempo nella sua tenda ad accudire i rapaci ...ecco la sua tenda era vicino a quella del mangiatore di fuoco....tipo simpatico,mi insegnò anche qualche trucchetto, ma forse era troppo simpatico perchè alla fine scappò con mia zia......
Il mio caro zietto,come prevedibile, si diede all'alcool e cominciò ad accumulare debiti diventando allo stesso tempo un fuoriclasse a far girare le palle... anche se altrui.
Riuscimmo a cavarcela fino ad Alessa dove pultroppo l'oste della locanda "La Trota Morta"....sì lo sò che il nome fà schifo ma non lò mica scelto io....comunque, l'oste si chiamava Garadia e non avendo palle da far girare mise alle strette mio zio che, ubriaco perso, mi vendette all'ostessa come risarcimento........no, non ce l'ho con lui... ormai era un derelitto, è andata meglio così...almeno per me.
Mi ritrovai quindi appena diciasettenne a lavorare come tutto fare in una delle taverne più malfamate della città ma in fin dei conti non mi trovavo male, nonostante Garadia fosse burberà e scontrosa con me era gentile e premurosa. Mi lasciava perfino del tempo per la mia recente passione....rubare! oh sì, controlla pure i soldi, sono ancora tutti lì... per ora.
Sai tutti quegli esercizi al circo? Mi avevano reso molto veloce con le mani e da allora sono diventato un maestro ad alleggerire gli averi altrui.
Con questo talento riusciì a racimolare in pochi anni i soldi necessari per comprare un passaggio su una nave e se allora non sapevo ancora dove sarei andato a finire, sentivo nella brezza di quella mattina di settembre un profumo nuovo, misto alla salsedine...l'odore dell'avventura e della libertà.