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| | Background terre di Tilea | |
| | Autore | Messaggio |
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lupobianco Utente
Età : 40 Località : Taranto Messaggi : 150
| Titolo: Background terre di Tilea Ven Gen 16, 2009 5:40 pm | |
| …”CENNI E STORIA DELLA TERRA DI TILEA”…
Da una lezione del Prof. Guglielmo Brancaccio , presso la regia scuola Ufficiali di Brutia della battaglia…
La Tilea è una penisola situata a Sud della Bretonnia e a Est della penisola dell’Estalia. E’ attraversata per tutta la sua lunghezza da una catena montuosa detta “Monti Spaccaterra” ,i quali a Nord si allacciano ai più importanti “Monti Neri”, che fungono da confine settentrionale del regno. Ulteriori confini sono: ad Est il fiume Ponemanto , che separa la Tilea dai turbolenti principati di confine; a ovest,invece, il confine con l’Estalia è segnato dai monti Pinerani ulteriore sottocatena montuosa dei monti neri. Il regno è attraversato, a nord,dal fiume Ovemanto e dai suoi affluenti minori; al centro-ovest dal fiume Taburino e al centro-est dal Limifonte, i quali convergono nel mezzo dei monti Spaccaterra formando la “Radura Idrica”, serbatoio naturale di acqua dolce in una vasta pianura circondata dai monti. Il sud della penisola è scarsamente irrigato da corsi d’acqua di una qualche rilevanza e presenta un clima arido ed afoso per la maggior parte dell’anno. L’unico fiume del sud è il modesto Galisto un tempo ampio e navigabile. Oltre “Capo d’Arabia”, la punta più estrema del continente, si trova l’isola di Sartosa, un tempo conosciuta come “Isola dei pirati”, che rappresenta il territorio più meridionale del regno di Tilea circondato per l’80% dal “Grande Oceano”. Un tempo Sartosa era un covo di pirati (da ciò deriva il suo antico nome), il canale di Tilea, che divide l’isola dal continente, era pericolosissimo da attraversare, ma in seguito le nostre valorose regie legioni hanno intrapreso una vittoriosa ma non meno faticosa, campagna di riconquista dell’isola. Negli ultimi anni,infatti, il potere regio si è profondamente radicato a Sartosa, anche se gli isolani continuano a mantenere l’antica scontrosità e diffidenza verso il prossimo.
La storia del nostro amato regno, attraversa i millenni ed è una storia tempestosa che ci ha dato pochi momenti di relativa tranquillità, a cominciare dalle burrascose origini dello stato, passando attraverso la non troppo lontana riunificazione della penisola che si era divisa in una moltitudine do stati indipendenti, per poi arrivare alla recentissima guerra di repressione contro gli anarchici ribelli. La Tilea, fu la prima,tra le terre del vecchio mondo,favorita dal clima caldo e dalla ricchezza di risorse, in cui apparve la razza umana. In quella lontana era, gli uomini erano esseri ricoperti di pelo che si reggevano a malapena su due gambe e che riuscivano ad emettere soltanto grugniti privi di significato ed incomprensibili. I monti neri fecero si che i flussi migratori di questi primitivi omuncoli fossero praticamente inesistenti e ciò spiega come mai, in quella stessa era, l’uomo non aveva ancora popolato le terre dell’ Impero e di Bretonnia. Questi uomini primitivi, erano molto più simili a dei giganteschi gorilla, e ciò spiega la loro mostruosa forza che gli permise di sterminare a mani nude, dato che all’epoca non si conosceva nemmeno la pietra, le orde di Skaven che infestavano i monti spaccaterra e che contendevano agli uomini il diritto di stabilirsi nella nostra rigogliosa terra. Questa forza eccezionale si rivelò, però, un arma a doppio taglio… gonfi di orgoglio per la loro impresa e galvanizzati dal rispetto e dal timore che elfi e nani avevano loro dimostrato, cominciarono a massacrarsi tra loro per la bramosia del potere assoluto. Il caos regnava in Tilea e si arrivò ad un punto tale, che ormai tutti combattevano contro tutti e, proprio in questo periodo, cominciarono a nascere le prime, rudimentali armi. Tale era la ferocia di questi antichi uomini , che perfino gli elfi e i nani cominciarono a temerli, così edificarono delle fortezze (queste antichissime e poderose rocche si ergono tutt’ora in difesa dei nostri confini) lungo i passi montani che collegavano la Tilea al continente, per bloccare ogni tentativo degli abitanti di uscire dalla penisola. Li rinchiusero, quindi, in una sorta di “gabbia” che con il passare degli anni cominciò a stare stretta ai nostri antichi antenati. Tutto ciò che fece scattare qualcosa nell’animo ferito dei tileani, nonostante, in quasi 4 secoli di massacri reciproci la popolazione umana si fosse ridotta ad un decimo di quella che aveva sterminato gli skaven mezzo millennio prima e che si fosse regrediti ad un punto tale che perfino le belve feroci avevano paura degli uomini, i più coraggiosi incominciarono ad uscire dalle grotte-rifugio e ad incontrarsi senza uccidersi, dapprima scatenando risse furibonde nelle quali però non moriva più nessuno, poi creando piccoli gruppetti di cacciatori nomadi. Da questo momento in poi gli uomini cominciarono a riscoprire il significato del vivere in comunità al di fuori della ristretta cerchia familiare. Intanto anche l’evoluzione biologica faceva passi da gigante: gli enormi gorilla che avevano terrorizzato gli skaven persero quasi tutto il pelo e la primitiva vita di comunità necessitava, ora, di una più complessa forma di comunicazione dei semplici gesti e mugoli sufficienti sino a quel momento. Purtroppo però, anche la forza fisica calava e fu il primo uomo ad accorgersi che non riusciva ad abbattere un orso da solo, che diede vita al primo nucleo di squadre di cacciatori. A questo punto, però, ci vollero millenni prima che i tileani potessero dar vita, finalmente, ad una sorta di comunità, che si insediò alle sorgenti dei fiumi Taburino e Limifonte in quella che oggi è chiamata: “Radura Idrica”. Tutto questo preoccupò notevolmente i guardiani elfi e nani che difendevano i “cancelli dello zoo”, come loro stessi li chiamavano, che ritennero intollerabile il grado di civilizzazione e l’incremento demografico raggiunti, tanto da organizzare una spedizione militare per “regolamentare” la “riproduzione degli animali”, come fu definita. Quello di cui non erano a conoscenza, era che i tileani nel pericolo, ultimarono il loro processo di aggregazione cessando di essere singoli individui e diventando una nazione. Venuti a sapere che la spedizione aveva varcato i “cancelli” ,la gente cominciò a chiedere consiglio e aiuto ai più anziani, che per tutta risposta fondarono seduta stante, un consiglio formato dai 20 uomini più vecchi di Tilea (cosa non molto difficile dato che tutta la popolazione, in quel periodo, si era concentrata nella “Radura Idrica” e non raggiungeva le 100.000 anime),che chiamarono “Senato” , dalla parola “senex”, che nel nostro antico idioma vuol dire, “anziani”. I senatori a loro volta elessero in tutta fretta, un “Milite massimo”, cioè il più valente fra tutti gli uomini in grado di combattere per affrontare gli “invasori”, come furono chiamati per la prima volta, in quella situazione disperata. Costui era un pastore dalla straordinaria forza che si diceva discendesse direttamente da un ceppo poco evoluto degli antichi e ormai estinti “uomini/lupo” dei monti Spaccatera. . Egli infatti era rozzo e scostante, viveva solo con i suoi buoi e le sue pecore, non aveva un nucleo familiare e aveva notevoli difficoltà di comunicazione, ma chi lo conosceva, giurava che fosse in grado di sradicare un albero a mani nude e che aveva l’arto inferiore sinistro coperto da una folta peluria bianca che oggi è conosciuta come la malattia dell’”albinismo”, ma all’epoca veniva considerato un “segno” di favore degli dei. Altri non era se non il nostro amato: Bruto Gambadoro, primo re di Tilea e padre della dinastia regnante.
Egli radunò tutti coloro in grado di brandire un arma, in questo modo guidò circa 5.000 tileani verso la battaglia decisiva. Raggiunsero i nemici alla sorgente sud dell’Ovemanto e si gettarono,con una furiosa carica, contro chi gli aveva sempre considerati degli animali pericolosi. Gli elfi ed i nani superiori in numero, abilità e civilizzazione, non seppero reagire con prontezza allo stupore iniziale di trovarsi di fronte,non delle stupide scimmie, ma un vero e proprio esercito, si stravagante ma agguerrito. Di ciò seppero approfittare i nostri antenati che sbaragliarono gli avversari trovatisi a combattere contro un armata che non utilizzava tattiche o schemi, non era disciplinata e non obbediva a degli ordini precisi, ma combatteva in 5.000, ognuno per conto suo. Tutto ciò si spiega molto semplicemente: I tileani avevano sempre combattuto gli uni contro gli altri e quindi risultava difficile coordinarsi ed organizzarsi fra loro. I nani e gli elfi, sconfitti, ripiegarono oltre i passi montani abbandonando le fortezze presso i cancelli e gli uomini, trionfanti, acclamarono a gran voce Bruto, il loro condottiero. Egli sentendosi investito di un autorità che nessun tileano aveva prima d’ora riconosciuto, si autoproclamò re di Tilea e fondò il nostro beneamato “Reale territorio degli uomini liberi di Tilea”. Accolto da acclamazioni e gridi entusiasti, Bruto ordinò ad alcuni dei suoi uomini di accamparsi per impedire il ritorno degli elfi e dei nani, mentre egli, e il resto dell’esercito, tornarono alla “Radura”; Ivi giunto, entrò con i suoi uomini nella camera dov’era riunito il Senato e, ancora coperto dal sangue dei nemici, lo costrinse a riconoscerlo re e a presentarlo come tale al popolo. Stretto dalle circostante e ancora troppo debole e inesperto per poter tentare una qualche efficace opposizione, il Senatodeliberò in tutta fretta che, in fin dei conti, un re forte come Bruto avrebbefatto solo del bene ad un popolo selvaggio com’era il loro e, dato che egli era stato acclamato e voluto per così dire “a furor di popoloe, dopo un giorno e una notte di discussioni, all’alba, il più anziano tra i senatori ( oggi conosciuto con la carica di “Princeps inter equi”) fece chiamare Bruto, li ordinò di inginocchiarsi sulla scalinata della sala, estrasse una pergamena e lesse il semplice e concreto testo per l’incoronazione, preparato in tutta fretta e intriso di tutta quella antica ingenuità e senso della giustizia; che vincolava e ricordava al futuro re i suoi doveri e non i suoi diritti, verso il popolo che si apprestava a governare.(Questo testo e lo stesso conservato tutt’oggi, sorvegliato da una pattuglia di pretoli e una di senatorini,, in una teca, nella sala delle riunioni del palazzo del senato ed è tutt’ora usato per l’incoronazione dei nostri re, fedeli all’antico dovere e tradizione)Dopo ciò, il senatore, Perio Duratesta, pose sul capo di Bruto una corona fatta di allori, da quel momento sino ad oggi, il simbolo del potere e dell’autorità dei re.(ai giorni nostri il rito e rimasto in tutto e per tutto identico all’originale, mantenendo immutati anche i gesti e le parole che al giorno d’oggi potrebbero apparire goffi e primitivi, ma che conservano ancora tutta l’austerità e l’importanza di una così importante investitura; solo la corona è diventata in oro massiccio al posto del deperibile materiale organico). Da quel giorno,così lontano, cominciò la storia della nostra terra,che fra alterne fortune, guerre civili e non, epidemie, re giusti o sanguinari, folli o venerabili, è giunta ai giorni nostri con l’attuale re di Tilea, nostra somma guida e protettore, signore incontrastato della terra degli antichi Francesco 1° “Spaccacoltelli” della dinastia dei Gambadoro, summa di straordinarie doti militari e civili, nonostante la sua giovane età già veterano di innumerevoli esperienze di vita. (I Gambadoro sono riusciti, nonostante i turbolenti secoli e tra alterne vicende, a mantenere il potere saldo nelle loro mani e a rafforzarsi e a radicarsi sempre di più, tanto che ormai sono associati in maniera indissolubile al nome stesso di Tilea)
Tutta la vicenda di Bruto, ivi narrata, ebbe luogo poco più di 1.000 anni prima dell’era di Sigmar e della fondazione del regno conosciuto come l’Impero.
Ultima modifica di lupobianco il Sab Gen 17, 2009 1:21 pm - modificato 1 volta. | |
| | | lupobianco Utente
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| Titolo: Re: Background terre di Tilea Ven Gen 16, 2009 5:44 pm | |
| …”GEOGRAFIA E POLITICA…”
Da: “Le terre del sole e della luna” di Irpino Solticuoco, senatore di Ponemanta come tribuno, attualmente a riposo
La Tilea è forse il più piccolo e il più antico regno degli uomini del vecchio mondo. Le sue città sono più importanti e degne di tale nome sono sette: Rola, la capitale, è la più grande città della penisola ed è situata nella “Radura Idrica”, lo sviluppo civilizzato del primo villaggio degli uomini in quella zona. La città non presenta mura, proprio perché i monti che la circondano le forniscono una naturale protezione di solida roccia contro eventuali attacchi. A Rola si trova l’antichissimo e immenso palazzo del Senato, dove avvengono le sedute dell’ importante consiglio e sulla cui scalinata avviene l’incoronazione dei re, secondo la tradizione della prima grande incoronazione di Bruto Gambadoro.
Ma Rola è famosa soprattutto per i suoi spaventosi serbatoi d’acqua, 12 in tutto, che permettono, tramite un complicato sistema di acquedotti, di irrorare territori dove l’acqua è pressoché inesistente, come nel profondo Sud.
Sede dei “re immortali” è il palazzo reale, un gigantesco complesso che architettonicamente riprende la forma di una corona di alloro,con un grande cortile centrale e le due grandi ali che lo abbracciano per quasi tutta la sua ampiezza e si incontrano nel centro del corpo principale incrociandosi alle sue spalle. L’ alloro e il simbolo dei re “Immortali” (il titolo ufficiale della dinastia dei Gambadoro). La reggia è posta su un grande scaglione di roccia, circondato da crepacci dalle vette acuminate , che può essere raggiunto solo tramite una strada detta “dei re” che taglia in due parti la città in tutta la sua lunghezza per terminare poi all’entrata del palazzo reale, percorsa su entrambi i lati da calderoni in cui arde un fuoco a cui non è mai permesso di spegnersi(metafora che simboleggia l’immortalità). All’interno della “sala dell’Imperium”, la più grande e importante del palazzo, è conservato il fuoco originario che dall’era di Bruto arde senza mai spegnersi… da più di 3000 anni!!!
La seconda città per importanza è Brutia della Battaglia, situata tra gli affluenti dell’Ovemanto nella “pianura piatta”, fondata dagli uomini che Bruto lasciò a guardia dei confini mentre lui partiva per farsi re. E’ una città di guerrieri dove i bambini imparano a combattere fin dalla tenera età, circondata da possenti mura rivestite di acciaio tileano e nella quale si trova la “Regia Accademia di guerra”, che sforna i più valenti comandanti del regno.
A Bruttia si trovano le 6 caserme massime, dove i soldati più valorosi vengono inviati per ultimare il loro addestramento e per intraprendere la carriera da ufficiale.
Le altre città sono: Lumia, sulle sponde del Ponemanto, sempre vigile sui turbolenti principati di confine, sede del Duca dell’Aurora è la prima città del vecchio mondo per la produzione di vino, famoso e ricercatissimo oltre che molto costoso, come tutti quelli prodotti in Tilea, nota oltre che per i mercenari anche per la produzione e la qualità di alcolici preziosissimi. Si dice che oltre 300 anni fa , all’epoca del re Lucio “Mezzagamba”di Gambadoro, un ricco marchese imperiale cedette un’ importante e vasta tenuta con una grande e antica villa per un solo litro di prezioso vino lumino”stella d’oriente” invecchiato 600 anni. Anche per questo i produttori e i mercanti tileani sono tra gli uomini più potenti e rispettati del paese; Sirta è posta all’estremo ovest della vallata che si apre dove i monti Neri si incontrano con i monti Pinerani, è la città delle altissime torri di osservazione dalle quali è possibile spingere lo sguardo al di sopra delle vette dei monti per scorgere eventuali segnali di pericolo e di invasione. E’ la sede del Duca del Meriggio. A sud della foce del fiume Galisto si trova Talenta, la città sede del Duca Portatore, ma anche delle importantissime regie Acciaierie che producono il famoso acciaio tileano esportato e conosciuto in tutto il vecchio mondo; da Talenta l’acciaio viene portato direttamente ad Araba, la città che domina Capo D’Arabia, sede dell’importantissima regia Armeria, che sforna ogni giorno centinaia di armi per le legioni del re, su di essa governa il Duca del Sud. Nell’estremo sud, oltre “Capo d’Arabia”, sull’isola di Sartosa, si trova la piccola città di Palestro, sede dell’ordine magico della “Celeste Accademia” , una cerchia di enigmatici maghi che esercitano le loro misteriose arti al sicuro dietro gli animi schivi dei sartosiani che quasi non comunicano con il continente. L’isola di Sartosa è governata dal Duca Pirata( in ricordo dei tempi in cui l’isola era covo di pirati).
Infine esiste un villaggio, un po’ più grande degli innumerevoli disseminati per la Tilea, di pescatori e marinai, situato alla foce del Taburino, detto Ponte, proprio perché altro non è che un ponte che collega le due sponde del fiume. Fondato dal “Simposio degli Architetti”, una comunità scientifica che studia i progressi delle tecnologie e il cui responsabile, l’Architetto Magno, è anche il governatore del villaggio.
Organizzazione di governo
La Tilea, come si è già detto, è una nazione unica e non una confederazione di stati come l’Impero. Il capo dello stato è il re Immortale (questo titolo deriva dal fatto che la dinastia dei Gambadoro regna, non senza problemi e periodi in cui ha vacillato o addirittura rischiato di estinguersi completamente, da millenni e quindi nella credenza popolare c’è la convinzione che i regnanti siano immortali e cioè che la loro dinastia non avrà mai fine) a cui spettano tutte le ultime decisioni in campo giuridico, politico e militare. Egli è coadiuvato dal Senato, che è una sorta di massimo consiglio che si riunisce per discutere con il re le questioni più importanti e per occuparsi, da solo, di quelle di relativo interesse. Ma chi sono questi famigerati senatori?
La tradizione vuole che il Senato sia sul modello del primo grande circolo di anziani (senex) che incoronò Bruto, ma nel corso dei secoli, l’organizzazione di questo organo si è modificata in base alle esigenze dell’era moderna. Il Senato è formato dalle 20 persone più autorevoli del regno e queste sono: i 7 duchi delle regioni ( il duca dell’Aurora, il duca della Spada, il duca del Meriggio, il duca Portatore, il duca del Sud, il duca Pirata e il Gran Luogotenente regio); i 2 generali delle chiuse ( i 2 passi montani guardati dalle antiche fortezze naniche ed elfiche, che collegano la Tilea al vecchio mondo); il Grande Artefice(capo dell’ordine della Celeste Accademia); l’Architetto Magno (capo del Simposio degli Architetti); il Signore delle armi (responsabile della regia Armeria); il Conte d’acciaio (responsabile della regia Acciaieria) ed infine i 7 Tribuni del popolo, i rappresentanti dei cittadini delle 7 regioni del regno.
Al di sotto del Senato ci sono i Duchi delle regioni (membri stessi del Senato),che amministrano la regione ,o ducato, a loro affidata, a cui sono sottoposti i vari prefetti di villaggi e insediamenti. Il prefetto è il rappresentante dell’autorità dello stato nel villaggio di cui è amministratore, a lui pertanto rispondono i distaccamenti di legionari presenti nel suo territorio. Ogni Duca, a sua volta, convoca, ognuno nella propria regione, un cosiddetto “Minor Senato”, un consiglio in cui egli riunisce tutti i prefetti a lui sottoposti per discutere dei problemi e delle vicende specifiche dei territori da loro amministrati. E’ un ulteriore metodo utilizzato per mantenere un controllo capillare per una mirata soluzione di ogni problema che si presenti anche nei più remoti angoli del regno.
Infine, una volta ogni 3 anni, il re invia, in ogni regione, una propria delegazione consolare, i “Legati ad temporum”, che controlla l’operato dei prefetti e il governo dei duchi. | |
| | | lupobianco Utente
Età : 40 Località : Taranto Messaggi : 150
| Titolo: Re: Background terre di Tilea Ven Gen 16, 2009 5:57 pm | |
| Organizzazione territoriale - le Regioni
La Tilea è divisa in 7 regioni ed in 2 regi territori delle chiuse. Le regioni prendono il nome dal fiume che le attraversa o dalla posizione geografica che occupano. I capoluoghi regionali sono le 7 città prima nominate in cui risiedono i governatori, o duchi, regionali; ad ogni duca, infatti, è affidato il governatorato(attenzione, governatorato, non sovranità, le regioni non sono altro che suddivisioni dell’unica nazione esistente che è la Tilea. Ai duchi, quindi, formalmente, sono solo affidate le regioni, non concesse, anche se poi ogni duca governa il proprio ducato da generazioni) delle regioni o ducati.
I duchi hanno alle proprie dipendenze i prefetti territoriali che sono i responsabili di ogni comunità o villaggio presente nella regione. La suddivisione in regioni,in sostanza, è stata programmata esclusivamente per permettere un controllo mirato di ogni parte del regno.
Le regioni sono: La Ponemanta, a est con capoluogo Lumia e governatore il duca dell’Aurora; l’Ovemanta, a ovest con capoluogo Sirta e governatore il duca del Meriggio; l’Infraterra, al centro con capoluogo Brutia della battaglia e governatore il duca della Spada; la Taburinia, nel centro-sud , con capoluogo Rola e governatore il Gran Luogotenente regio; la Galestia, a sud-est, con capoluogo Talenta e governatore il duca Portatore; la Sudita, nel profondo sud con capoluogo Araba e governatore il duca del Sud ; Sartosa, l’isola, che ha una certa autonomia, con capoluogo Palestro e governatore il duca Pirata. I 2 “Regi territori delle Chiuse”, sono delle fortezze quasi delle dimensioni di piccole cittadine, costruite dai nani e dagli elfi in tempi lontanissimi, poste a guardia dei valichi montani attraverso i monti neri, gli antichi cancelli dei nani ed elfi, verso il cuore del vecchio mondo. Molti eserciti umani e non, anche di dimensioni gigantesche e agguerritissimi, si sono frantumati scagliandosi inutilmente contro le “Chiuse” senza riuscire a vincerle. Sono 2: la chiusa elfica a est posta a circa 100.000ui da Lumia e la chiusa nanica a ovest a circa 350.000ui da Sirta, isolate e senza punti di sosta per miglia e miglia, sono guidate dai 2 generali delle chiuse, uomini scelti tra l’elite dei “Pretoli”, la guardia del corpo del re, per il loro coraggio e la loro devozione al sovrano.
la loro eccezionale particolarità e quella di essere realizzate secondo delle concezioni architettoniche e costruttive tra loro completamente diverse (essendo nanica una ed elfica l’altra) pur finalizzate alla stessa identica funzione.
L’ isola di Sartosa, gode di una certa autonomia principalmente perché è un isola, ma soprattutto perché, essendo abitata da gente molto turbolenta e difficile da governare con i metodi tradizionali, ha bisogno di leggi e provvedimenti particolari. Sartosa, infatti, è l’unica, tra le regioni, a cui è permesso mantenere una certa aliquota di truppe, non regie ma direttamente dipendenti dal governatore dell’isola, che le utilizza per mantenere l’ordine locale nei periodi di maggiore agitazione: la famosa “Legio Sartosiana”.
C’è un’ulteriore legge particolare, per impedire che il duca Pirata possa, con la forza del proprio esercito personale, mirare al trono, egli è sempre e senza nessuna eccezione, il primo principe ereditario “adottato” dal re quale suo successore, che assume il titolo di “Duca Pirata” nell’esatto istante in cui il novo re viene incoronato. Per questo motivo ogni futuro re, prima di salire al trono, deve avere, per legge, aver già provveduto all’”adozione” ufficiale di un erede al trono. In assenza di ciò, per i più svariati, ma sempre giustificati motivi, il titolo di primo principe ereditario passa al parente più prossimo dell’aspirante re e così via. In assenza di tutto questo il senato assume il governo dello stato provvisoriamente in attesa che si la situazione si sbrogli.
Nel caso in cui il duca, al momento dell’insediamento del parente sul trono, non abbia raggiunto l’ anno di pretesto (18 anni), quindi il diritto di amministrare l’isola, il titolo di “Reggente di Sartosa”, viene assunto a turno dai vari prefetti dell’isola per sei mesi ciascuno a ciclo rotatorio.
…”PROTOCOLLO ED ETICHETTA”…
Da: “Leggi e usanze” Vol. 2°- 5° di Stefano Diotruco, prefetto di Pumasia(Talenta) nel regno di Tiziano “Promo” di Gambadoro
Estratto Vol. 2 “ protocollo ed etichetta verso i reali e loro territori esclusivi – breve manuale per i cadetti di corte e di palazzo”
Il regno di Tilea è governato da una monarchia semiereditaria (il re designa il suo successore e a costui, tra gli altri, viene dato il titolo di "Adopto" perchè viene "adottato” dal re in carica, ma, in pratica, è sempre il figlio o il parente più prossimo, e il senato deve rettificare la sua decisione) che governa incontrastata da millenni: i Gambadoro ( Se l’Adopto non è di sangue reale, al momento della sua designazione perde il suo “nomen” di nascita in maniera assoluta e irreversibile, gli atti di nascita vengono cancellati e compilati di nuovi, assumendo quello di “Gambadoro”).
Nel corso di questi secoli si sono sviluppate e successivamente modificate e perfezionate, una serie di “regole di comportamento” nell’ occasione di trovarsi alla presenza di un sovrano o componente della famiglia reale. Questi “codici”, dapprima confusi e tramandati a voce dai vari “Maestri di palazzo”, furono codificati, in maniera solenne ed ufficiale, circa 1200 anni fa, da un certo Guido Roccaforte Gran Ciambellano di corte durante il regno di Umberto Simplo, che riunì tutte le tradizioni orali di palazzo e operò una vera e propria cernita mantenendo gli usi sensati e necessari, tenendo conto sia del progresso che della tradizione, ed eliminando i tanti ed inutili riti che nel corso dei secoli si erano fatti strada o risalivano addirittura all'incoronazione del primo re, Bruto, ma che di fatto erano ormai o superati o troppo “ingombranti”. Questa sorta di regolamento fu pubblicato, ad uso esclusivo di nobili e prefetti e di coloro i quali erano addetti all'insegnamento dei cadetti di palazzo, con il nome di “Protocollo ufficiale dei territori degli uomini liberi di Tilea”, che finalmente, mise ordine nel confuso cerimoniale preesistente e fu un chiaro punto di riferimento per tutti coloro che si recavano dai sovrani o servivano direttamente sotto questi. Tutt’oggi si fa riferimento, con le opportune modifiche che il tempo impone necessariamente, a questo codice e questa mia opera, vuole essere un breve Vade mecum ufficioso per tutti coloro i quali si accingono o gia prestano servizio in ambito regio, in sostituzione del grande tomo ufficiale, molto ingombrante ,che trova una magnifica collocazione negli scaffali di tutte le biblioteche pubbliche, nobiliari e dei prefetti per essere consultato in caso di estrema necessità.
Suddivisioni- Tutto l’insieme delle persone che abitano o lavorano in territori direttamente dipendenti dall’autorità regia (sovrani compresi), denominati ufficialmente “Regie Riserve amministrative”, sono detti “cadetti” gli uomini e “ancelle” le donne e sono suddivisi in una serie di “caste” semichiuse (vuol dire che per diretta nomina del sovrano o per meriti speciali ogni cadetto può avanzare o retrocedere da una casta all'altra) con diritti e doveri molto diversi fra loro, quindi, per comodità, da questo momento in poi utilizzeremo semplicemente la denominazione di casta e non più: sovrani, corte, nobili, ecc.
Le caste seguono un ordine crescente, dalla prima, la più importante, in giù.
La prima casta, ovviamente, è composta dal re e dalla regina, i quali godono dei maggiori doveri verso il popolo e dei maggiori diritti da parte di questo. Tutti gli uomini e le donne addette al servizio personale dei regnanti, non svolgono ulteriori mansioni e rispondono solo a loro del proprio operato all’interno e all’esterno delle riserve regie.La seconda casta è formata dalla famiglia e dalla corte reale (che, diversamente dalle consuetudini vigenti in tutte le corti del vecchio mondo, non è una vera e propria corte, ma è una sorta di famiglia allargata, sono cioè, tutti quelli uomini e quelle donne che non sono parenti prossimi del re per nascita, ma lo diventano venendo adottati da quest’ultimo ed entrando a tutti gli effetti nel sistema ereditario assumendo il titolo di “principe/principessa ereditario/a” con il relativo excursus di ereditarietà. L’unica differenza e che l'insieme di questi “acquisiti”, per così dire, non prende il nome di “famiglia reale” ma di “corte reale” perché al momento dell’”adozione mantiene il suo “nomen” di nascita) che rappresenta la successione ereditaria al trono di Tilea. Della terza casta fanno parte i nobili che vivono all’interno delle riserve reali e che ricoprono gli incarichi di responsabili delle varie attività che si svolgono nella vita di palazzo. Ad esempio: il Gran ciambellano, il Maestro di palazzo, il Gran Stalliere, ecc.
Gli ufficiali superiori dei Pretoli di palazzo formano la quarta casta mentre quelli inferiori la quinta.
Infine la sesta casta è composta dai Pretoli e da tutta la schiera di servitori e maggiordomi che lavorano all’interno del palazzo.
Tutti gli altri, ad esempio contadini, macellai, falegnami, ecc. che lavorano per il regio sistema, ma non ne fanno direttamente parte, sono considerati al pari dei comuni cittadini del regno.
Ogni uomo o donna appartenente ad una qualsiasi della casta è considerato “Regio libero Cadetto” o “Gentile Ancella reale”, i titoli ufficiali, quindi facente parte dell’elitario “popolo delle riserve reali” e sottoposto alla giurisdizione dei magistrati del re e non di quelli locali. In sostanza per essere considerato un “impiegato di palazzo”, bisogna appartenere ad una casta, in caso contrario, non si viene trattati come tali. Esistono poi le così dette “comparazioni”, secondo le quali un “regio cadetto”, di qualunque casta esso sia, è equiparato ad un qualsiasi cittadino della sua stessa condizione sociale e che non appartiene ai territori reali. Anche se ciò non è argomento di nostra discussione mi premeva precisare che quindi un nobile che appartiene all’elite dei cadetti, non ha niente in più di un suo pari grado residente altrove, così come un contadino che lavora nelle serre del re risponde alle stesse leggi di un suo pari che lavora altrove.
I senatori, ad esempio, fanno parte, eccezionalmente, della seconda casta, ma sono comunque sottoposti ai membri della famiglia e corte reale. Stranezze non rare nei complicati codici legali e non, di ogni regno che si rispetti.
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| | | lupobianco Utente
Età : 40 Località : Taranto Messaggi : 150
| Titolo: Re: Background terre di Tilea Ven Gen 16, 2009 5:57 pm | |
| Sovrani
Il sovrano regnante è sempre di sesso maschile. Egli, all’atto dell’incoronazione o se impossibilitato anche successivamente, deve necessariamente adottare un qualsiasi uomo, bambino o adulto che sia, come suo erede. Nel caso in cui ciò non si verifichi il senato, alla morte del re in carica, designa il suo successore senza limitazioni alcune.
Per quanto riguarda i sovrani, questi sono l’unica eccezione al sistema delle caste,in quanto all’interno della prima di queste, il re e la regina hanno diritti e doveri diversi fra loro.Chiunque sia il legittimo sovrano ha al suo servizio personale, 20 uomini così suddivisi: 4 maggiordomi personali più 1 “Maestro di camera”,il responsabile dei maggiordomi, che provvedono, solo ed esclusivamente, alla cura degli appartamenti privati del re e di tutto ciò che concerne la sua cura personale, ad esempio toletta, abbigliamento,ecc. Un caso particolare è la cura della camera da letto dei sovrani di cui discuteremo più avanti. Il maestro di camera del re è un nobile e appartiene alla terza casta.
4 stallieri personali che si occupano del serraglio personale del sovrano, più un Grande Stalliere che li coordina.(nel caso in cui detto serraglio sia molto vasto, gli stallieri “regolari” possono essere coadiuvati da un imprecisato numero di stallieri “extraordinari” che però non vengono considerati cadetti del re)
4 camerieri personali, responsabili dei servizi nei momenti dei banchetti, personali e non, del re più un Maestro di sala che li coordina. 2 scudieri, i giovani esponenti di due tra le antiche famiglie nobiliari di Tilea, e 3 guardie del corpo scelte tra i soldati devoti sino alla morte al sovrano.
Glossario Titolare:
“Regi Cadetti di Sua maestà”
4 “Maggiordomi dei reali appartamenti”-quinta casta
4 “Stallieri del real Serraglio”- quinta casta
4 “Gran Serventi” – quinta casta
2 “Vestati del re” – terza casta
3 “Pretoli Massimi” – quarta casta
1 “Gran Maestro di camera” – terza casta
1 “Grande Stalliere” – terza casta
1 “Gran Maestro di sala” – terza casta
La necessaria premessa è la seguente: i sovrani di Tilea si sono,da sempre ritenuti poco più che semplici cittadini, coloro i quali sono stati "chiamati" a guidare il popolo, anche con crudeltà e severità se necessario, ma niente di più. Il cerimoniale di corte, quindi, è, si rispettoso e d’obbligo per i necessari equilibri e la rispettabilità del regno oltre che da seguire alla lettera, ma mira all' uguaglianza tra le genti e non agli atti di totale sottomissione che distruggono l'amor proprio dell'individuo che li compie.
In presenza del re, occasionale o per sua diretta convocazione, bisogna, in segno di rispetto e di riconoscimento della sua suprema autorità reclinare il capo in avanti, scattare sull’attenti e portare il pugno destro sul cuore,per gli uomini; per le donne, mezzo inchino piegandosi sulle le ginocchia con il capo chino. Il tutto sino all’ordine del sovrano di riportarsi in posizione eretta. La genuflessione completa con il ginocchio a terra, per gli uomini, e l’inchino completo sulle ginocchia, per le donne; è abolito con Decreto Reale N.1563/45 dell’anno 8° del regno di Fabio Diamantea di Gambadoro(anno imperiale 1003 ca, 2082 nel calendario tileano), ad eccezione dei riconoscimenti o delle cerimonie ufficiali. Il presente protocollo ha valore tassativo per tutti gli uomini del regno di Tilea e non, ad eccezion fatta dei membri della famiglia reale ma non della corte, i quali possono mantenere il capo eretto dinanzi al re pur senza suo diretto comando, ad eccezzione di sue precise disposizioni. Ulteriore eccezione è fatta per i “Maggiordomi dei reali appartamenti” e per i “Pretoli Massimi”.( per ovvia ragione!!!)
Ogni attività intrapresa all’interno delle riserve reali, non va interrotta al passaggio del re per quel luogo,come era in uso precedentemente, tutto deve procedere nella maniera più normale e tranquilla possibile, ovviamente senza atti irrispettosi, salvo sua esplicita richiesta. I presenti si limitano semplicemente a reclinare il capo verso di lui. Non esistono eccezioni e ciò è valido per tutti gli uomini e le donne di Tilea e non. Il re effettua tutti i pasti insieme alla corte e alla famiglia reale e agli ospiti occasionali e non delle riserve reali, salvo eccezioni come malattie, sue espresse richieste, campagne di guerra, viaggi, ecc., ma è sempre servito solo ed esclusivamente dai “regi cadetti”, non esistono eccezioni.
Durante gli spostamenti del re, di qualunque natura e durata, con lui viaggiano in maniera perenne : i “Pretoli Massimi”, i “Vestati del re” e 2 “maggiordomi” a sua scelta. A questi vanno aggiunti una centuria dei Pretoli e tutti coloro i quali il re avrà espresso richiesta o che vogliano accompagnarlo previa sua autorizzazione. Fa eccezione la regina.
L’atto della “proschiunesi” è severamente e tassativamente proibito nei confronti sia del re che di qualunque altro uomo o donna o animale/cosa del regno. Non esiste alcun tipo di eccezione, perché tale atto è considerato "immorale e nocivo per la personale dignità di ogni libero cittadino, nobile o servo che sia"(dal "Codice di comportamento civile" par.7/d, comma 5). Inoltre sono proibiti tutti gli altri atti di sottomissione nei confronti di uomini o animali.
Se il re risulta essere affetto da insanità mentale, la reggenza del regno passa all’ “adopto” o, nel caso questi sia ancora “minore”, al senato sino all’anno di pretesto dell’erede. (da “Codice Reale” par. 43 comma 6)
La regina, consorte del sovrano
La consorte del re può essere scelta da una qualsiasi delle razze che popolano il nostro mondo ( tranne se quest’ultima presenti una minaccia alla vita delle persone che la circondano o se scelta dal re in stato di insanità mentale ), ovviamente si preferisce sia anch’ella della razza umana. Il senato deve ratificare, riconoscendola, l’unione tra i due. Non è successo di rado che il senato non abbia accettato una regina e il sovrano abbia continuato a tenerla con se non ufficializzando mai tale unione.
Nel caso di morte di quest’ultima, il re ha facoltà di condurre in moglie una qualsiasi altra donna alla quale viene attribuito il titolo di regina.
La regina di Tilea, o consorte del sovrano, è considerata alla stregua di quest'ultimo. Ogni suo comando, ha la stessa validità di quello del re e non può essere annullato da nessun altro, salvo che dal re stesso, ovviamente. Il re è l'unico a possedere il diritto di precettamento nei confronti della consorte e cioè è l'unico che può comandarla o annullare un suo ordine. Può farla arrestare se diventa un pericolo per la sua persona o per la sovranità stessa del re, ma non può ripudiarla senza una delibera del senato. Anche nel caso in cui la regina permanga in stato di arresto per un lungo periodo, il titolo non le viene negato, così come i privilegi, eccezzion fatta, ovviamente, per libertà personale, fino a che è considerata consorte del re; quest'ultimo inoltre non può risposarsi sino ad apposita delibera del senato. Nel caso in cui la regina venga considerata ripudiata anche dal senato e per estensione da tutto il popolo, perde tutti i privilegi e viene considerata alla stregua di una semplice cittadina in condizione di reato ed è giudicata, prima dal tribunale reale e poi da quello civile/popolare. Tutti i modi di comportamento descritti per il re, valgono anche in presenza della regina.
La regina ha al suo servizio 20 donne dette "ancelle superiori" che si occupano solo ed esclusivamente della sua cura personale.
3 ancelle che provvedono alla cura degli appartamenti privati della regina, fa eccezione la camera da letto di cui discuteremo più avanti, più una maestra di camera.
2 guardarobiere e una responsabile, per la cura del guardaroba privato e da cerimonia della regina.
4 cameriere più una maestra di sala, che si occupano dei servizi logistici degli appartamenti, quali acqua, fuoco, pasti pubblici e privati,ecc.(in sostanza coadiuvano le ancelle)
3 curatrici, che si occupano ESCLUSIVAMENTE, della cura personale della regina. Solo a queste donne e permesso vedere la regina nuda.
5 matrone, le guardie del corpo personali della regina. vengono scelte tra le più abili e devote amazzoni del regno.
Le ancelle della regina sono semi-esenti dalle regole di comportamento. Esse devono seguirle solo se non sono indaffarate in qualche mansione specifica e quando sono convocate dalla regina per eseguire un ordine.
Glossario titolare:
“Alte ancelle di Sua maestà la regina”
3 “Ancellette di camera”- quinta casta
2 “Vestigiatrici” - quinta casta
4 “Ancellette di sala - quinta casta
3 “Estete” – quarta casta
5 “Matrone” – quarta casta
1 “Alta ancella” – terza casta
1 “Grande ancella” – terza casta
1 “Dama di bellezza” – terza casta
La camera da letto dei sovrani, per tradizione, è unica, cioè il re e la regina dormono sempre, non occasionalmente, insieme… Essa si trova all’incrocio tra i 2 appartamenti reali nella grande ala del palazzo riservata ai regnanti, tale da permettere che il re e la regina la possano raggiungere ognuno dalle proprie stanze e che quest’ ultime siano in comunicazione. Non e accessibile tramite porte dai saloni esterni del palazzo e nessuno sa esattamente dove sia. E’ l’esclusivo tempio dei sovrani, dedicato a loro, per separarli, come una nicchia, da tutto il resto del mondo, almeno nelle ore di riposo notturno.
Della cura della preziosa camera da letto, ormai simbolo, e della forte considerazione che in Tilea esiste nei confronti del matrimonio e di quanto esso sia sentito presso tutti gli strati sociali, si occupano 10 donne dette “ancelle segrete”, perché nessuno sa chi siano, in quanto tengono segreta la loro mansione e passano tranquillamente inosservate tra la moltitudine di “cadetti” e “ancelle” che ogni giorno affollano il palazzo reale. Queste sono le uniche persone che, oltre al re e alla regina, conoscono la reale camera da letto e vi accedono tramite un passaggio segreto protetto dall’incantesimo dell’ “indifferenza”, che fa in modo che la sua presenza non sia mai notata da chi ci passa troppo vicino. A chiunque si trovi nei pressi del passaggio, immediatamente sopraggiunge o un pensiero improvviso che occupa la sua mente, o accade qualcosa che ne cattura la totale attenzione, o il ricordo di qualcosa di urgente da fare immediatamente… In questa maniera quel luogo viene considerato da tutti “ di poca importanza e totalmente insignificante perché ne valga la pena anche solo passarci vicino”. Interessante è il fatto che nessuno si accorge di provare simile sensazione, è qualcosa di assolutamente naturale per tutti.
Le ancelle segrete appartengono alla sesta casta, tale da permettere loro il più completo anonimato. | |
| | | lupobianco Utente
Età : 40 Località : Taranto Messaggi : 150
| Titolo: Re: Background terre di Tilea Ven Gen 16, 2009 5:58 pm | |
| Altri cadetti delle “reali riserve”
Elenco qui di seguito i nobili residenti in pianta stabile nei territori reali e che ricoprono incarichi all’interno di questi e che per tanto appartengono alla terza casta. Riporto inoltre, brevemente, i diritti di cui godono gli uomini e le donne suddette.
VESTATI DEL RE: scudieri personali del sovrano, provengono da nobili famiglie. Hanno diritto ad
1 Valletto
GRAN MAESTRO DI CAMERA: responsabile dei maggiordomi del re. Ha diritto a 2 camerieri
GRANDE STALLIERE: responsabile del serraglio personale del re. Ha diritto a 2 camerieri.
GRAN MAESTRO DI SALA: responsabile dei camerieri del re. Ha diritto a 2 camerieri.
ALTA ANCELLA: responsabile delle “ancellette di camera”. Ha diritto a 2 ancelle
GRANDE ANCELLA: responsabile delle “ancellette di sala”. Ha diritto a 2 ancelle
DAMA DI BELLEZZA: responsabile delle “estete”. Ha diritto a 1 ancella e 1 damina
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GRAN CIAMBELLANO (o ATTENDENTE DEL RE): è l’addetto alle “pubbliche relazioni” del
palazzo. intermediario tra il re e Tutti coloro che giungono a farli visita.
Ha diritto a 2 camerieri, 1 Maggiordomo e un segretario.
GRAN CERIMONIERE: il responsabile dell’etichetta e del protocollo di palazzo. Ha diritto a 2
Segretari, 1 cameriere e 1 maggiordomo.
GRAN SUPERVISORE: è il massimo responsabile dei servizi logistici di palazzo. Coadiuvato da 3
Segretari, ha diritto a 2 camerieri e 1 maggiordomo.
SUPRA SCUDIERO: il responsabile delle scuderie di palazzo. Ha diritto a 1 maggiordomo e 2
Camerieri
MAESTRO DI PALAZZO: si occupa della supervisione di tutta la miriade di camerieri e cameriere
che giornalmente servono all’interno delle regie riserve. Coadiuvato da 2
supervisori, ha diritto a 2 camerieri e 1 maggiordomo.
MAESTRO DI SALE: il responsabile della manutenzione ordinaria e straordinaria di tutte le sale
Del palazzo. Coadiuvato da 3 segretari, ha diritto a 2 camerieri e 1
Maggiordomo.
MAESTRO DI CUCINA: il responsabile delle cucine di palazzo. Coadiuvato da 2 supervisori, ha
Diritto a 1 cameriere e 1 maggiordomo.
MAGISTER MAXIMO: coordinatore di tutti gli uomini di cultura che operano nel palazzo. Ha
Diritto a 2 segretari e 2 camerieri.(compresi gli artisti)
MAXIMO EDILE: responsabile della manutenzione e della costruzione di tutte le opere
Architettoniche del palazzo.Coadiuvato da 5 assistenti, ha diritto a 1
Maggiordomo.
DUX LUDIS: il responsabile di tutti gli intrattenimenti goliardici e non di palazzo(feste,
ricevimenti, balli, parate, ecc.) Coadiuvato da 5 assistenti, ha diritto a 2 camerieri e
1 maggiordomo.
GRAN BIBLIOTECARIO: responsabile della reale biblioteca. Coadiuvato da 3 assistenti, ha diritto
A 2 camerieri e 1 maggiordomo.
GRAN CUSTODE: responsabile dell’amministrazione della “Banca regia”, la tesoreria reale. Ha
Diritto ad 1 segretario, 2 camerieri e 1 maggiordomo, oltre ad avere alle proprie
Dipendenze tutti i “tesorieri”
GRAN CELLIERE: responsabile degli approvvigionamenti del palazzo. Coadiuvato da 2 segretari,
ha diritto a 2 camerieri
MATRONA ANCILLAE: la responsabile di tutte le ancelle di palazzo. Ha diritto ha 2 ancelle.
MATRONA SEGRETA: responsabile delle “ancelle segrete”.
GRAN DAMA: responsabile di tutte la dame di palazzo e istitutrice del cerimoniale femminile e
Maschile. Generalmente è una nobilissima donna non più giovane. Ha diritto a 2
Ancelle e 1 dama di compagnia
PIZIA SACRA: La sacerdotessa responsabile della cura del “sacro fuoco dei padri”. E’ intoccabile e
Gode di extra territorialità. Chiunque leda la sua persona, è condannato a morte seduta
Stante arso vivo nel fuoco sacro alla presenza di tutti i cadetti e le ancelle di Palazzo.
Coadiuvata da 10 sacerdotesse vergini.
Esiste, poi, un'altra moltitudine di uomini e donne che ricoprono incarichi più o meno importanti o che sono alle dirette dipendenze dei componenti della famiglia e corte reale, oltre che dei nobili facenti parte del “circulum” del re. Ma qui ho voluto riportare solo le cariche più significative che sono motivo di grande prestigio e vanto per chi le ricopre.
Estratto vol. 5 – “istituzioni e tradizioni”
Il Circulum: il “circulum” del re è quello che i nostri vicini di Bretonnia chiamerebbero “Entourage” del re. E’ costituita da una ristretta cerchia di fedelissimi che accompagna e consiglia il sovrano in tutte le situazioni. In sostanza è un gruppo di uomini che aiuta il re nel governo del paese e nelle decisioni importanti e al quale egli affida gli incarichi più delicati e importanti, in quanto godono della sua totale fiducia. In altre lingue questo viene definito, “staff”, “compagnia”, “consiglieri”, ecc. Sono gli uomini che generalmente ricoprono gli incarichi di “Primo ministro”, ambasciatore, legato in paese straniero, responsabile di missioni diplomatiche, ecc.
All’occorrenza, il “circulum”, ricopre anche la funzione di consiglio di guerra.
I componenti del “circulum” sono scelti dal re tra tutti i cittadini del regno senza limitazione alcuna, servi, nobili o componenti della famiglia reale che siano. Se un membro del “circulum” al momento della nomina non possiede alcun titolo ne onorificenza, gli viene attribuito, ipse facto, il titolo di “conte di palazzo”.Ciò vuol dire che diventa un nobile senza possedimenti ne terre ne diritto di ereditarietà del titolo, viene equiparato alla terza casta, e gli viene versato un salario annuo, pari alla rendita di un piccolo feudo di provincia, dalla “Banca regia”.
Dei Tribuni: i Tribuni, per tutta la durata del loro mandato,3 anni, vengono equiparati agli altri senatori (in pratica alla seconda/terza casta), vengono trattati come tali e godono degli stessi diritti e doveri.
Rappresentano il popolo e sono i portavoce del suo punto di vista in tutte le decisioni di governo.
Ricevono un regolare salario annuo, per la durata della nomina, dalla “Banca regia” ma non vivono all’interno delle regie riserve.
Al termine del loro mandato ritornano ad essere semplici cittadini quali erano in precedenza perdendo le agevolazioni senatoriali.
Qualsiasi cittadino maschio, tranne se straniero o in stato di arresto o di condanna, può essere eletto Tribuno una ed una sola volta nella vita. Un ex Tribuno, mantiene il diritto di voto ma non di elezione. In sostanza la carica non è ripetibile.
Dei nobili: tutte le persone appartenenti a famiglie di antica o di nuova nobiltà, che non risiedono in regie riserve, sono equiparati alla terza casta esistente in queste. Essi presentano uguali diritti e doveri dei loro “colleghi” delle “riserve”. Le sostanziali differenze sono che: non ricevono salario regio, ma si sostentano con le proprie rendite e proprietà; possono avere al loro servizio un illimitato numero di uomini e donne secondo il loro gusto e piacere; mantengono terre e palazzi di loro proprietà, al contrario dei “nobili cadetti”; hanno sempre l’obbligo di rispondere ad una chiamata alle armi del re, non possono concorrere all’elezione a Tribuno ma se intraprendono la carriera militare, ricevono automaticamente i gradi da ufficiale.
Anche i nobili sono soggetti all’autorità dei prefetti locali e del Duca governatore della regione dove risiedono.
I Duchi rispondono del loro operato solo direttamente alla persona del re o a suoi ufficiali delegati (consoli) e, all’interno della regione che governano amministrano la giustizia civile e militare su tutti coloro che ne sono soggetti, ma non possono giudicare i cittadini che risultano ufficialmente residenti nelle “regie riserve”, in quanto soggetti a giustizia e tribunale reale.
(Tutti i Pretoli sono sempre soggetti a tribunale reale indipendentemente dal luogo in cui prestano servizio.)
Solo il re può concedere l’investitura nobiliare.
Dei Consoli: il titolo completo è “Console reale”, per distinguerli dai gradi presenti nell’esercito. Così sono chiamati i rappresentanti o i delegati del re.
Essi operano nei territori del reame solo in casi particolari (per esempio quando, fuori dalle “regie riserve”, si deve istituire un tribunale reale o per ribellioni dei duchi, ecc) e rispondono direttamente a lui e a nessun altro. Sono cariche eccezionali e mai permanenti, perciò non presentano particolarità o privilegi a parte quelli suddetti.
Dei Prefetti: sono gli amministratori e i materiali esecutori e garanti della giustizia locale in città, paesi, borghi o villaggi. Possono essere di qualsiasi estrazione sociale ed economica e sono eletti dal popolo ogni 10 anni, o in casi particolari, nominati dallo stesso governatore regionale. Rappresentano la legge e sono i garanti di essa davanti al popolo e al re. Hanno compiti di polizia e magistratura locale a seconda della loro giurisdizione. Tutti i cittadini maschi che abbiano dimostrato impeccabile tempra morale possono candidarsi alla carica di prefetto. A tal proposito tutti coloro che hanno commesso qualsiasi reato perdono tale diritto.
Fanno parte del “Grande Senato” l’organo decisionale più grande e importante dell’intera Tilea che, oltre ai suddetti prefetti comprende i senatori per così dire “regolari”. Tale consiglio è convocato dal re in situazioni particolari o in caso di eventi speciali come l’adozione ufficiale dell’erede al trono o l’incoronazione.
La corte e la famiglia reale: La famiglia è formata da tutti i parenti di sangue, o acquisiti del re. Mentre la corte è l’insieme delle persone che il re ha adottato e che quindi sono entrati nell’excursus di ereditarietà. Tutti i membri della famiglia reale, automaticamente lo sono anche della corte, ma non viceversa, perché le due istituzioni godono di diversi diritti esplicati nel Vol. 2.
In breve la Corte è l’insieme di tutti gli eredi al trono, la famiglia di tutti i parenti del re.
Tutti i componenti della famiglia e della corte reale godono del titolo di “Altezza reale”, oltre ad altre specifiche onorificenze e assegnazioni fatte dal re o che la legge li attribuisce. (ad esempio Duca pirata, ecc.)
Excursus di ereditarietà: L’erede al trono, in Tilea, non è automaticamente il figlio del re in carica, ma quest’ultimo deve designare ufficialmente davanti al Grande senato, il suo successore, appena questo gesto viene compiuto, il prescelto, che prende il titolo di “Adopto reale”, diventa primo principe ereditario.
A questo punto, automaticamente, sono assegnati i titoli di secondo, terzo, quarto, e così via, principi ereditari, a partire, questa volta, dal parente più prossimo al re in giù (ad esempio: primo figlio, secondo figlio, fratello, ecc.) fatta eccezione per la regina madre (se vivente) e per la regina consorte (ovvio).
Quando i parenti di sangue sono terminati, l’excursus passa alla corte, procedendo dal primo cittadino adottato in giù.
Ciò è fatto per permettere comunque e in qualsiasi caso una successione al trono, qualunque cosa accada.
Se, per casi particolarissimi, tutti gli eredi al trono vengono meno, alla morte del re la reggenza passa al senato che nel frattempo designa il suo successore.
Fino a quando il re non designa il suo successore, l’excursus di ereditarietà non si avvia e se il re dovesse morire mentre permane questo stato di cose, il senato procede come nel precedente caso. Se si verificano le condizioni per le quali è il senato a designare il successore, la composizione della famiglia e della corte reale riparte da zero, impugnando tutte le precedenti.(questi particolarissimi casi, fortunatamente, non si sono mai, sino ad ora verificati, per questo motivo la legge è ancora in corso di studio e perfezionamento.)
La regina madre: è l’eventuale madre del re in carica. Ciò che le si attribuisce è solo un titolo puramente formale e di rappresentanza, in quanto gode degli stessi diritti dei normali componenti della famiglia reale.
Se sussistesse il caso, più unico che raro a dir la verità, che fosse in vita anche la nonna del re in carica, questa mantiene il titolo di “regina madre”, che aveva già in precedenza, ricevendo gli stessi diritti suddetti e così via. Tra le due altezze reali non viene fatta alcuna differenza ufficiale.
I tribunali reali: sono i tribunali composti da particolari funzionari del re e che hanno il delicato compito di giudicare le azioni compiute dai regi cadetti e, questione ancor più delicata, dalla corte e famiglia reale stessa. Sono istituzioni eccezionali e non permanenti come quelli civili ma basano le loro delibere sul normale corpo delle leggi in vigore.
Le particolarità sono: hanno giurisdizione su tutti i cittadini che risultino residenti nelle regie riserve o che operano su mandato personale del re; per decisione reale possono essere estesi a qualsiasi cittadino del regno anche se questi non è un regio cadetto(naturalmente tale decisione deve essere motivata e avallata dal senato); non sono equivalenti dei tribunali civili e quindi le delibere sono autonome (in pratica un cittadino può essere giudicato 2 volte prima dai tribunali civili e poi da quelli reali o viceversa e subire un assoluzione e una condanna o due condanne, ecc.); sono gli unici organi che hanno la facoltà di esercitare la pena capitale per decapitazione; e non vi sono ammessi avvocati difensori. | |
| | | SELPHYE Utente
Età : 33 Località : Los Angeles USA Messaggi : 1156
| Titolo: Re: Background terre di Tilea Ven Gen 16, 2009 6:04 pm | |
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| Titolo: Re: Background terre di Tilea | |
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