Zendra
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 [Racconto] Una fiamma non basta!

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Kurush-Var
Urizhel's Zorn
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Urizhel's Zorn
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Urizhel's Zorn


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MessaggioTitolo: [Racconto] Una fiamma non basta!   [Racconto] Una fiamma non basta! Icon_minitimeGio Set 10, 2009 7:12 pm

Una Fiamma Non Basta!




Quando in sogni opprimenti e orribili l'angoscia tocca il grado estremo, è proprio essa che ci porta al risveglio, con il quale scompaiono tutti quei mostri notturni. La stessa cosa accade nel sogno della vita, quando l'estremo grado di angoscia ci costringe a spezzarlo. (Arthur Schopenhauer)

Morire è l'ultima cosa che farò.
(Roberto Benigni)


Colonna sonora: Melancholy (Holy Martyr) - Iced Earth.



Immobile, la luce del sole tramontava alle sue spalle. La brezza leggera della sera gli passò tra i capelli, sotto i vestiti, asciugandogli il sudore. I soldati lo circondarono, puntando le lance contro di lui. Gli occhi erano chiusi, le orecchie aspettavano il rumore. I muscoli sciolti, i tendini pronti. Le mani poggiavano leggere sopra le else delle spade.
Scacciò il terrore della morte. Per la prima volta, la trovava così angosciante da tremare al solo pensiero di non poter più danzare. Eppure aveva tagliato tante gole, infilzato molti cuori, trafitto molte schiene. Morire, lasciare per sempre il corpo, forse andando in un posto lontano forse diventando polvere. Cos’era la morte? Il primo passaggio verso la strada che porta al signore dell’omicidio. Cos’era la vita? L’occasione per accorciare questa strada gloriosa. No… Era tutto falso, era tutta una menzogna, Gli dei erano distanti, non poteva sentirli, non avrebbero avuto cura della sua anima.
Ecco che tra le file dei nemici si fece avanti quello che doveva essere un capitano. Rideva alla sua vista. D’altronde, quante volte regalò lui stesso la sua fredda risata ai morenti? Era come loro ora, era già morto. Il capitano fece un lungo discorso, ma le parole che gli uscivano dalla bocca non erano che sabbia nel deserto.
Un numero inimmaginabile di parole. Alcune vere, alcune false, ma tutte così pateticamente inutili.
Aprì gli occhi. I soldati erano vicinissimi, poteva sentire il loro fetore, l’odore di morte, di sangue, di disperazione. Quanto gli piaceva quel odore.
Qualche centinaio di anni non erano bastati per scegliere il suo destino. Il destino non si può scegliere, è lui che sceglie te, tu sei solo una fiammata, grande o piccola, che divampa rapida, e si spegne.
Le picche si abbassarono.
Perché? Perché solo ora aveva capito il senso di tutto? La vita è qualcosa di così vasto, così incalcolabile, così ciclico. Non vi era un senso. Non vi era un senso in tutto.
I soldati strinsero forte le aste delle loro armi.
Mancava poco.
Le scelte traggono in inganno. Migliaia di scelte fatte nella vita danno l’illusione di essere liberi. Ma sono proprio queste scelte che incatenano al mondo, tu sei nato da esso, sei parte di esso, e morirai a causa di esso. Possibile che era tutto così obsoleto? Possibile che la volontà è solo un io condizionato da incommensurabili fattori, piccoli e grandi? La libertà non esiste. No. Ma possibile che si deve essere parte del ciclo?
Infine, un lampo.
Un impulso di un’energia mentale, la risposta. L’aveva trovata. Il destino, il ciclo, o qualunque cosa mantenesse quel fottuto equilibrio incatenante, aveva potere su tutto. Su tutto, tranne che una cosa. Sarebbe stato lui a scegliere come morire. Non sarebbe morto infilzato da quei soldati, non sarebbe stato quello l’acciaio ad affondare nella sua carne.
Ecco l’ordine.
Le armi scattarono omicide verso di lui. Un balzo verso l’alto. Le evitò. Le spade volarono dai foderi alle sue mani in una frazione di secondo, le ginocchia rannicchiate sul suo petto. Le braccia distese in orizzontale. Poi i fendenti che squarciarono l’aria, infine la carne. I primi tre morirono senza neanche accorgersene. Tornò a terra. I piedi poggiarono sul terreno, prese a vorticare a grande velocità. Il cerchio si allargò. Due soldati che non erano stati rapidi ad evadere erano già a terra.
Gli uomini si ripresero dallo spavento iniziale, e passarono all’offensiva. Disordinati però, perché il turbine dispensava già la morte in mezzo alle loro fila non più serrate.
Mentre danzava per l’ultima volta, perse l’equilibrio. Un dolore forte provenne dal suo fianco, una lancia. Non lo aveva trafitto bene, ma gli causò un brutto taglio.
Sentì il primo colpo di scudo sulla schiena. La percossa lo fece andare in avanti, ad impalarsi su una spada tratta, ma riprese il controllo e la evitò. Girò intorno al soldato che si trovava davanti a lui, ma si trovò presto sotto una pioggia di fendenti. Le sue spade dovettero muoversi non più come gemelle, ma ognuna parava un colpo diverso.
Si lanciò in un pericoloso affondo. Trafisse un altro avversario, ma ricevette una pesante ginocchiata ferrata sul fianco ancora illeso. L’armatura di cuoio non servì a nulla. Un osso si ruppe.
Girò su se stesso, con le lame tratte, portando a terra uno ennesimo soldato. Si raggomitolò rotolando in mezzo ad altri due, rialzandosi recise i tendini non coperti dal metallo ad entrambi.
Quando si erse in piedi, incontrò un elsa in piena faccia. Senti il suo naso frantumarsi, cadde all’indietro lasciando nell’aria una scia del suo sangue, ma prima di battere la testa, lasciò cadere le spade, poggiò i palmi e fece una capriola all’indietro riprendendo le armi. Ancora era salvo.
I movimenti però erano più lenti e questa volta una spada passò le sue difese ferendogli la coscia.
Dietro di lui. Un soldato aveva risollevato una picca e caricava verso la sua schiena. Lo vide con la coda dell’occhio, tradito dagli sguardi dei suoi compagni posatisi su di lui.
Si spostò all’ultimo momento appiattendosi per terra con la pancia verso l’alto. Mentre il goffo nemico passava sopra di lui, lo squarciò in mezzo alle cosce. Il poveretto rovinò addosso ad un suo compagno.
Ancora una volta si rialzò. La testa gli girava, il sangue scorreva copioso dal suo naso tumefatto. La ferita al fianco doleva, mentre la sua coscia aveva perso ogni sensibilità. Una spada superò le sue difese, e dalla sua mano caddero tre dita e la spada. Gridò di dolore, dandosi anche la forza per vendicarsi, e trafisse il responsabile.
Lanciò la sua spada rimanente verso il capitano, che ricevette la lama in pieno petto, la cotta di maglia non aveva resistito.
Riprese in tempo la spada caduta giusto per pararsi dall’ennesimo fendente, ma l’energumeno che aveva sopra martellava colpi così forti che presto la lama si sarebbe spezzata, scalciò verso i genitali, il gigante si inginocchiò dal dolore per poi essere decapitato.
Una freccia lo colpì alla spalla, una seconda alla coscia ferita.
Era il momento.
Si immaginò la sua fiamma divampare improvvisamente in un vero e proprio incendio. Sorrise.
In un ultimo impeto lanciò la sua spada rimasta uccidendo l’undicesimo soldato, estrasse a fatica un pugnale dallo stivale e si trafisse il cuore.
Io scelgo come morire.
Peccato però, che anche il suicidio è uno dei miliardi di fattori che fanno parte del ciclo del mondo da cui voleva tanto liberarsi.
Non esiste libertà.


Ultima modifica di Urizhel's Zorn il Sab Set 12, 2009 12:16 pm - modificato 5 volte.
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Kurush-Var
Veggente di Zendra
Kurush-Var


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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Una fiamma non basta!   [Racconto] Una fiamma non basta! Icon_minitimeGio Set 10, 2009 7:43 pm

Bellissimo racconto Uriz, molto profondo, la narrazione dello scontro molto pulta ma allo stesso tempo stimolante. Piaciute le riflessioni del personaggio e la sua mortalità man mano che lo scontro proseguiva.

Spero che se hai altri simili racconti tu li posterai.
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Urizhel's Zorn
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Urizhel's Zorn


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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Una fiamma non basta!   [Racconto] Una fiamma non basta! Icon_minitimeGio Set 10, 2009 8:03 pm

ti ringrazio Kurush-Var

fa sempre piacere ricevere dei commenti positivi! Smanio anche per delle critiche: positive o negative che siano!

Ho altri racconti, sia già scritti che nella mia testa. Unico e vero nemico della fantasia; il tempo!

Un saluto!

Urizhel
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Kanchi
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Kanchi


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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Una fiamma non basta!   [Racconto] Una fiamma non basta! Icon_minitimeLun Set 14, 2009 6:36 pm

Molto bello, Urizhel. Nonostante la concezione elfica di vita e morte possa essere differente da quella umana, vista la notevole differenza temporale, sta di fatto che è un principio, una legge comune per entrambi, un maelstrom in cui vengono risucchiati allo stesso modo. E questa ineluttabilità viene scorta dal tuo personaggio e descritta in maniera tanto sottile quanto tagliente.

Mi è piaciuto davvero tanto ^^ Ottima anche la narrazione nel combattimento.
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Skidi
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Skidi


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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Una fiamma non basta!   [Racconto] Una fiamma non basta! Icon_minitimeMar Set 15, 2009 1:01 pm

mitico 🆗 davvero ottimo il modo di mischiare azione e riflessione, turbata solo dall' iniziale paura che tutti i combattenti devono sconfiggere. Davvero bellissimo.
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Lama di Tenebra
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Lama di Tenebra


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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Una fiamma non basta!   [Racconto] Una fiamma non basta! Icon_minitimeMar Set 15, 2009 1:21 pm

Bellissimo Urizhel 🆗
Sono racconti stupendi che non si vedevano da tanto su zendra
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Urizhel's Zorn
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Urizhel's Zorn


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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Una fiamma non basta!   [Racconto] Una fiamma non basta! Icon_minitimeMar Set 15, 2009 1:32 pm

Kanchi ha scritto:
Molto bello, Urizhel. Nonostante la concezione elfica di vita e morte possa essere differente da quella umana, vista la notevole differenza temporale, sta di fatto che è un principio, una legge comune per entrambi, un maelstrom in cui vengono risucchiati allo stesso modo. E questa ineluttabilità viene scorta dal tuo personaggio e descritta in maniera tanto sottile quanto tagliente.

Mi è piaciuto davvero tanto ^^ Ottima anche la narrazione nel combattimento.

La concezione elfica di vita e quella umana. Diverse, ma mentre scrivevo il racconto, nonostante immaginassi come protagonista un elfo, l'aspetto e la razza sono concetti che han perso il loro spessore. Le riflessioni, nate in maniera spontenea, trascendono. Quando vengono lette, non bisogno pensare agli elfi. Io sono umano, e non posso che riflettere da umano. Pur immedesimandoci al meglio, come facciamo a descrivere ed ancor più a riflettere su una concezione, su un principio, di cui non abbiamo neanche l'esperienza sensibile? é impossibile ;)

@Tutti i lettori: Grazie dei commenti e complimenti :efea:

il vostro Urizhel's Zorn :ciao:
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Odino's Child
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Odino's Child


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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Una fiamma non basta!   [Racconto] Una fiamma non basta! Icon_minitimeLun Nov 16, 2009 11:40 pm

Fantastico, molto profondo, sinceramente ho trovato più emozionante la parte riflessiva pre e post incontro che l'incontro stesso...
Continua così


P.S. a breve anche io vorrei pubblicare qualche storia, magari meno riflessiva(questo fantastico livello, non lo raggiungerò mai) ma qualche bella battaglia quà e là ci sarà prima o poi...
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MessaggioTitolo: Re: [Racconto] Una fiamma non basta!   [Racconto] Una fiamma non basta! Icon_minitime

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