Ricchezza e povertà. Il potere e la sua assenza. Conoscenza e ignoranza. Contrapposizioni classiche, che sono alla base di gran parte della narrativa, o della cinematografia. Se poi aggiungiamo anche l’opposizione fra chi è dotato di poteri magici e chi non lo è, ecco che stiamo parlando di un buon numero di opere fantasy.
Come ogni anno, a Imardin è nuovamente arrivato il giorno dell’Epurazione. Per volere del re mendicanti, vagabondi e tutti coloro che sono sospettati di essere dei criminali sono costretti ad abbandonare la città. E per evitare ogni tipo di problema la sicurezza è affidata alla Corporazione dei maghi.
Come ogni anno, la gente comune protesta per un provvedimento che ritiene iniquo lanciando inutili sassi contro la barriera magica che protegge i maghi. Finché non accade l’imprevedibile, e un sasso riesce incredibilmente a oltrepassarla e a raggiungere il bersaglio.
La prima ad essere stupefatta di ciò che ha compiuto è la giovane Sonea, per la quale inizia da quel momento una fuga sempre più disperata nei bassifondi che circondano la zona nobile della città.
Al suo fianco c’è Cery, disposto a tutto pur di proteggerla, anche a chiedere aiuto a personaggi non proprio disinteressati.
Sul fronte opposto agisce la Corporazione, impegnata allo stremo nel cercare la fuggiasca, perché un mago non addestrato è un pericolo per sé e per chi gli sta intorno. Le ricerche sono guidate da Rothen, l’unico ad aver visto in faccia Sonea.
Fin qui nulla di nuovo. La contrapposizione iniziale, la fuga della protagonista e la sua ricerca da parte dei maghi, dettata tanto dal senso di colpa per un errore commesso durante la protesta quanto da ragioni pratiche di sicurezza all’interno della città, sono motivi diffusissimi.
La Corporazione dei maghi, romanzo d’esordio di Trudi Canavan, non brilla certo per originalità. Ed essendo nato come ampliamento di un racconto, Whispers of the Mist Children, anche il ritmo non è particolarmente incalzante.
Della fuga di Sonea vengono raccontati molti dettagli. I suoi pensieri e le sue paure, i tentativi di usare la magia e i continui cambiamenti di nascondiglio. Pian piano prende corpo anche la figura di Cery, e alcune sue azioni servono per spiegare l’organizzazione della città. Non è troppo sorprendente nemmeno scoprire, ad un certo punto, l’esistenza di una Corporazione dei ladri.
L’aspetto positivo è che tutte queste pagine nelle quali di concreto accade ben poco aiutano ad approfondire la figura della protagonista. E anche se non ci troviamo di fronte ai personaggi tormentati tratteggiati da David Gemmell, o alle complesse sfumature di grigio dell’animo dei protagonisti di George R.R. Martin, la non-aspirante maga suscita una certa simpatia.
Dall’altro lato Rothen sembra fin troppo perfetto, con la sua ricerca disinteressata. E, almeno in un primo momento, gli appartenenti alla confraternita appaiono un po’ troppo simili fra loro.
Con il procedere della storia, in particolare nella seconda metà del romanzo, emergono maggiori sfaccettature. È come se l’autrice avesse avuto bisogno di tempo per conoscere lei stessa i personaggi e il mondo in cui si muovono.
In particolare viene dato spazio alle figure di due maghi, Dannyl, il più fedele collaboratore di Rothen, e Fergun, del quale non si riescono a capire subito le motivazioni. Ed è l’insolito piano di quest’ultimo, con le sue misteriose motivazioni, che desta le maggiori curiosità.
La corporazione dei maghi è il primo libro di una trilogia, ma può essere letto anche da solo. Si sa che c’è un problema che in futuro dovrà essere risolto, ma per il momento i personaggi riescono ad arrivare a una situazione di sostanziale tranquillità.
La Canavan ha deliberatamente ridotto al minimo le scene di violenza, per consentire la lettura anche a un pubblico giovane. Una scelta azzeccata, perfettamente in linea con le altre caratteristiche del volume. Tra queste le dimensioni abbastanza ridotte, adatte anche ai lettori meno accaniti.
Nonostante gli evidenti limiti il libro si legge con piacere. La trama molto lineare, a volte quasi scontata, e il numero limitato di situazioni e di personaggi coinvolti sono affiancati da uno stile coinvolgente nella sua semplicità. E proprio la facilità di lettura porta il lettore a proseguire, pagina dopo pagina, senza quasi rendersene conto. Fino a chiudere il romanzo con la curiosità di sapere ciò che avverrà in futuro.