padre carabiniere uccide figlia di 16 anni per facebook

ciao a tutti volevo mettervi al corrente del fatto che è accaduto 2 giorni fa: a subiaco una ragazza di 16 anni viene uccisa dal padre maresciallo carabiniere sulla 40ina per via di un litigio riguardo a facebook e ferisce la sorella 14enne.

questa notizia non ha fatto altro che riaffermare in me l'idea che facebook è dannoso e ha (come ben sapete) creato scompiglio svariate volte in passato e tutt'ora, volevo dei commenti costruttivi riguardo a ciò, cosa ne pensate voi?

Che con Facebook questo genere di cose c'entra poco. E' come dire che i motorini sono dannosi perché i ragazzini vanno in giro senza casco.
Quel che c'è di sicuro è che Facebook ha creato molte controversie per vari motivi, su questo non ci piove. Ma guardiamoci bene dal trarre giudizi affrettati.

Io penso che come ogni cosa non sia dannoso in sé, ma l'uso che se ne fa possa renderlo tale.
Per fare un esempio, quando uscì Arancia Meccanica in Inghilterra aumentò vertiginosamente la violenza nelle strade, per cui il film venne ritirato dalle sale e si disse che non avrebbe dovuto essere girato; ma esso resta un ottimo esempio di cinema d'autore, e la responsabilità delle violenze non fu di Kubrick ma di chi imitava le azioni di Alex (e che se anche non fosse uscito il film avrebbe imitato qualcos'altro).

Allo stesso modo, ho sempre pensato che gli individui siano intelligenti, ma che la collettività sia ottusa: quel che non apprezzo di Facebook è dunque che abbia reso la società ancor più alienante, distrutto molte forme di privacy, rafforzato il culto dell'apparire e la sofferenza esistenziale, e contribuito ad inchiodare la vita davanti a uno schermo.
Se usato con intelligenza, però, diviene uno strumento incredibile: una rete di comunicazione senza pari che permette di condividere in pochi minuti un pensiero o un'informazione con il resto del mondo.
Da questo punto di vista, è davvero un passo dell'uomo verso una nuova forma di società.

In entrambi i casi, credo sia l'unica invenzione che abbia realmente cambiato il mondo dai tempi del televisore.

Riporto qui due articoli letti ieri:


"Carabiniere uccide una figlia e ferisce l'altra

L'uomo si è poi suicidato con la stessa arma, la pistola d'ordinanza. La ragazza morta aveva 13 anni. La sorella quindicenne è ricoverata in gravi condizioni con lesioni al torace e a una gamba

SUBIACO (Roma) - Dramma familiare per una lite su Facebook. Un maresciallo dei carabinieri ha prima ucciso la figlia di 13 anni, poi ha ferito gravemente la figlia più grande, di 15, e infine si è tolto la vita puntando contro di sé la stessa arma, la sua pistola di ordinanza. La tragedia è avvenuta un appartamento di via XX Settembre a Subiaco, in provincia di Roma, intorno alle 18.30. La sorella minore è stata colpita al capo ed è morta sul colpo. Immediati i soccorsi per la 15enne, che è ricoverata in gravi condizioni in ospedale con ferite al torace e a una gamba.

Il maresciallo aveva anche un altro figlio, presente in casa al momento della tragedia. La moglie, un'insegnante, invece, era fuori. La ragazzina ferita si trova ora all'ospedale di Subiaco con due colpi d'arma da fuoco che l'hanno raggiunta al torace e a una gamba. La sorella, invece, è morta sul colpo dopo essere stata ferita alla testa. Anche il maresciallo, 40 anni, è morto all'istante dopo essersi sparato alla testa.

Secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri del nucleo investigativo di Frascati tra l'uomo e una delle ragazzine ieri sarebbe nata un'animata discussione al telefono, probabilmente proprio a causa del popolare social network molto amato dagli adolescenti. Lite che poi sarebbe proseguita oggi pomeriggio. L'uomo ha così impugnato la pistola d'ordinanza e in un impeto inspiegabile di follia ha sparato alla testa la figlia più piccola. Poi ha colpito anche l'altra ragazzina.

Il maresciallo viene descritto come un militare 'irreprensibile', un uomo tranquillo che non aveva mai dato segni di squilibrio o reazioni violente. L'uomo da un anno prestava servizio al nucleo operativo della compagnia di Subiaco. Ma prima, per diversi anni, era stato centro reclutamento nazionale dell'arma. Un ruolo affidatogli proprio per le sue capacità. Il maresciallo oggi, come tutti i giorni, aveva lavorato nel suo ufficio fino al tardo pomeriggio."






"Lo chiamano raptus. È improvviso, devastante, spesso senza motivi apparenti. È quello che deve aver guidato la mano del maresciallo capo dei carabinieri Lucio Domenico Cappelli, 40 anni e un passato senza macchia. Un uomo tranquillo. Un tutore dell'ordine. Marito e padre irreprensibile che ieri si è trasformato, nel giro di pochi secondi, in uno spietato assassino. Tornato a casa, dove lo aspettavano i suoi tre figli, Cappelli ha impugnato l'arma di ordinanza, una calibro nove, e ha sparato ad Angelica, 13 anni. La ragazzina è morta sul colpo. Poi ha puntato la sua semiautomatica contro Michela, 15 anni, e Gabriele, di 10, e ha premuto il grilletto tre-quattro volte. Il piccolo è rimasto illeso. Ferita e sanguinante, l'adolescente è riuscita ad allontanarsi dall'abitazione. Infine l'epilogo. Il maresciallo ha rivolto l'arma contro se stesso e si è sparato alla testa.

Una tragedia familiare che sembra abbia avuto origine da un diverbio per l'uso eccessivo di Facebook scoppiato mercoledì. E che ha sconvolto la cittadina laziale di Subiaco, dove Cappelli era conosciuto da tutti come «la tranquillità fatta persona». Affidabile, professionale, flemmatico, il carabiniere era stato trasferito a Subiaco, dove era nato, da un anno. Faceva parte del nucleo operativo. Il padre, anche lui nella Benemerita, è di origini campane. Pure il fratello Giuseppe, di 44 anni, indossa la divisa dell'Arma e presta servizio in provincia di Bergamo. Qualcosa di terribile deve essere successo nella mente di Lucio. L'uomo ieri sera è rientrato nella palazzina a due piani che si trova in via XX Settembre, nel centro della cittadina montana.

La moglie quarantenne, Anna, che insegna alle elementari in una scuola di Tivoli, era fuori casa. Dentro c'erano Angelica, Michela e Gabriele. Non si sa che cosa sia accaduto da questo momento in poi. Il maresciallo ha freddato Angelica nella sua cameretta. Michela è scappata da casa col fratello. Lui li ha inseguiti e ha esploso altri colpi. «Aiuto, salvatemi, mio padre mi vuole uccidere», urlava la poveretta, soccorsa dai vicini di casa che le hanno tamponato le ferite a una gamba, a una spalla e a un fianco, bloccato l'emorragia con un laccio emostatico e hanno dato l'allarme. Trasportata in ospedale e operata, sarebbe fuori pericolo. Intanto nell'appartamento il dramma si concludeva. Con l'ultimo proiettile calibro nove."



Sono senza parole: arrivare a uccidere qualcuno (o a provarci) per una lite è inconcepibile. A prescindere da qualce sia il motivo della lite. Sul faccailibro: non credo che centri davevro qualcosa, probabilmente sarebbe bastata una discussione su qualsiasi altra cosa: dallo sport alla politica...
C è ben poco da dire: squallore e tristezza infinita

Maresciallo_Helbrecht ha scritto:

Sono senza parole: arrivare a uccidere qualcuno (o a provarci) per una lite è inconcepibile. A prescindere da qualce sia il motivo della lite. Sul faccailibro: non credo che centri davevro qualcosa, probabilmente sarebbe bastata una discussione su qualsiasi altra cosa: dallo sport alla politica...
C è ben poco da dire: squallore e tristezza infinita

Esattamente quello che dicevo io: non conta da dove proviene uno stimolo, conta chi lo riceve. Si può uccidere per il calcio, dunque il calcio è una cosa negativa?

quoto morgot.

il fatto è indubbiamente allucinante.

bhè ragazzi non posso che essere d'accordo non è colpa di facebook ma dell'uso che se ne fa su ciò non avevo pensato però questa faccenda (come dice il maresciallo helbrecht) è proprio di una tristezza infinita...

Mi pare evidente di come dietro questa situazione ci fosse ben altro, magari molti altri litigi, problemi psichici o che altro, e che facebook sia stato più che altro la fatidica goccia..